Il Nuvolari Liberà Tribù, Nuvo come veniva definito dai giovani cuneesi, è stato contemporaneamente il mio primo, ultimo e unico locale di musica dal vivo a Cuneo; una mosca bianca nel desolante panorama cittadino. L’ho vissuto come una palestra di fotografia live, anche importante per certi versi, qui ho imparato sul serio (affermazione opinabile ovviamente) a fotografare il rock.
Da tre anni ha chiuso i battenti, non senza polemiche. Ed è un vero peccato perché di fatto sancisce la fine della musica dal vivo a Cuneo e dintorni, non esistono altre possibilità. E vedere queste foto di abbandono e incuria mi reso triste e lasciato un groppo in gola. Non sono mai stato un cliente abituale, andavo solo quando potevo fotografare qualche concerto che ritenevo interessante. Ma ne sentirò la mancanza.
Ho passato la vita a guardare negli occhi della gente,
è l’unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un’anima.
– José Saramago
Dopo l’inaugurazione di Illuminatale 2021 mi ero ripromesso di tornare a Cuneo, in notturna, per fotografare un po’ meglio le luci natalizie, comunque senza il popolo della vivace notte cuneese. E quindi sfidando ghiaccio, neve, freddo, gelo e sguardi incuriositi dei passanti sono tornato alle undici di sera in piazza Galimberti, soprattutto, e in Corso Nizza. Treppiede, lunghe esposizioni, guanti, cappello e condizioni di luce complicate, ma credo di aver trovato qualche ripresa interessante e non banale. Anche se banale potrebbe essere quasi un obbligo in questo caso. E Buon Natale.
Les Maudits Sonnants, della compagnia francese Transe Express, è un grandioso spettacolo musicale aereo. Difficile da descrivere, le immagini rendono meglio l’idea rispetto alle parole (forse in questo caso servirebbe anche il video): l’evento ruota intorno ad un gigantesco fiore meccanico che si alza a 50 metri di altezza per poi aprirsi e trasformarsi in un enorme carillon aereo con 8 musicisti appesi e attori acrobati che si esibiscono in aria e a terra. Si tratta di una performance che ha incantato il pubblico all’apertura dei Giochi Olimpici di Sidney, all’inaugurazione di Matera Capitale Europea della Cultura, a Parigi (sempre importante poter aggiungere la capitale francese nel curriculum) e adesso anche gli spettatori, rigorosamente con il naso all’insù, di IllumiNatale 2021 a Cuneo.
La compagnia ha ideato questo spettacolo oltre vent’anni fa: è uno dei più riusciti. I fondatori, Gilles Rhode e la sua compagna Brigitte Burdin sono tra coloro che hanno inventato il circo contemporaneo con Pierrot Bidon e la compagnia Archaos. Rhode è andato in pensione, ma sarà presente a questa rappresentazione. Nella performance, che è complessa, ci sono azioni a terra e altre acrobatiche che coinvolgono 17 artisti, nei diversi ruoli. È uno spettacolo che si può vedere anche da lontano perché occupa tutta la piazza e si eleva in altezza. (Fabrizio Gavosto, Direttore artistico di Mirabilia)
Immaginavo che sarebbe stato complicato fotografare l’esibizione di piazza Galimberti, ma non avevo compreso il livello di difficoltà. Gli artisti si muovono inizialmente in mezzo al pubblico, poi in cielo ad un’altezza vertiginosa, il tutto illuminato da riflettori. Ho alternato tre focali diverse e fotografato a tuttaapertura con ISO altissimi sempre giocando sul sottile filo del rumore. Ho scelto 14 foto che credo riescano a cogliere l’intera essenza dello spettacolo dei maledetti suonatori.
Era Illuminata, diventa IllumiNatale. Fin troppo facile il lavoro del reparto marketing del comune di Cuneo. Ho deciso di chiamare l’evento 2021 perché immagino, dato il successo, che possa essere ripetuto. E non mi stupirebbe affatto. L’inizio non è stato dei più folgoranti con le solite mille parole (importanti, per carità) delle più alte cariche della città (e le mie mani congelate), poi è arrivato Oliver Zimmerman e mentre il funambolo tedesco terminava il suo seiltanzen le luci si sono accese. Io avevo l’occhio nel mirino della macchina foto e mi sono spaventato a sentire il boato di incredulità del pubblico: ho pensato fosse successo qualcosa all’uomo in cielo. E invece no, le luci di IllumiNatale sono davvero spettacolari e non sono una terronata clamorosa come il suo cugino estivo. Ho girovagato solo piazza Galimberti e Via Roma, ma l’evento riguarda tutta la città. Nei prossimi giorni, freddo permettendo, mi piacerebbe fotografare le luci con il treppiede e con qualche persona in meno, cercando di catturare l’essenza del Natale e della festa. A che ora spengono?
Seiltanzen è una parola tedesca meravigliosa (rarità) che in Italiano diventa camminare sul filo del rasoio. E questa è l’arte che Oliver Zimmermann porta in giro per il mondo. Ha preso il posto di Andrea Loreni che avrebbe dovuto esibirsi in piazza Galimberti come antipasto all’accensione di IllumiNatale. Ma questa è un’altra storia. Il funambolo tedesco si è esibito in un’atmosfera congelata e ha realmente danzato sul cavo deliziando il pubblico con i suoi numeri circensi.
Le nuvolette che si vedono davanti al funambolo sono condensa, perché, forse non l’ho detto, a Cuneo oggi faceva un freddo clamoroso. Non so con quale coraggio si è avventurato nella sua esibizione: più che l’altezza e la possibilità di cadere il vero pericolo è stato il rischio di assideramento.
A journey of a thousand miles begins with a single step
– Chinese proverb
Questa notte ha iniziato a nevicare, la prima nevicata della stagione e come sempre porta una certa euforia nell’aria. Dalle temperature potrebbe essere un classico Bianco Natale. Ero in Cuneo, in piazza Virginio dove sono allestiti (causa maltempo) i mercatini di Natale (musica horror in sottofondo) originariamente previsti in Contrada Mondovì. Ho intuito le potenzialità del tramonto che si stava sviluppando: come un attaccante di alto livello mi sono smarcato e con una finta sono andato sul Lungostura JFK. Le mie previsioni erano corrette e il tramonto stava concludendo il suo percorso per trasformarsi in ora blu. Per mancanza di tempo ho scattato senza treppiede (nonostante fosse nello zaino) aprendo il diaframma al limite del consentito per avere un tempo di scatto accettabile; mi sono spostato per una ventina di metri a ritroso, ho scattato per 5 minuti di orologio giusto in tempo per rientrare in campo e non far notare la mia assenza.
Io lo so che le donne di tutta la provincia (ma che dico provincia, dell’Italia intiera) sono impazzite e che questo calendario di nudi maschili andrà a ruba. E non solo per la prestanza fisica dei modelli, ma anche perché è per beneficienza e quindi per una nobile causa (anzi, tre, allego in calce le associazioni al quale andrà devoluto l’intero ricavato). E il motivo per il quale mi sono buttato in questa avventura è tutto qui, la buona e giusta causa, altrimenti MAI mi sarei prestato (nota bene, come fotografo) ad una pazzia simile.
Eppure eccoci qua, il calendario IDRONUDI 2022 – Vent’anni dopo è realtà ed è pronto per tappezzare le boutique e i saloni di bellezza al femminile. Vent’anni dopo perché i baldi giovani che vedete in queste immagini sono addirittura doppiamente rei: già vent’anni fa avevano prestato il loro fisico ad una iniziativa del genere. Erano bellissimi già all’epoca, potete immaginare dopo 4 lustri. Dove sarà possibile acquistare il calendario? Credo in tutti le filiali Idroterm del regno oppure scrivendo una mail al sottoscritto. Le immagini sono volutamente ridotte, non voglio mostrarvi in anteprima troppa bellezza: può far male.
Devolveremo l’intero ricavato a:
A.D.A.S. – Assistenza domiciliare ai sofferenti
C.so Giovanni XXIII, 19 – Cuneo
Di.A.Psi – Difesa Ammalati Psichici
Via Monsignor Peano, 8/B – Cuneo
Gli Angeli Rosa di Centallo
Gruppo di volontari per dare sostengo ai malati di tumore nella quotidianità
Si è conclusa domenica, dopo un mese di spettacoli, la manifestazione Cuneo Provincia Futura. E anche io concludo con l’ultimo articolo dedicato all’evento promosso da Fondazione CRC e ideato da Alessandro Marrazzo. E credo di essere l’unico, probabilmente insieme al suo creatore, ad aver assistito a tutti le 10 proiezioni in 3D.
Ho scelto di pubblicare solo 7 delle 10 proiezioni perché ritengo siano le migliori dal punto di vista fotografico: purtroppo l’evento forse più imponente, cioè quello di Piazza Galimberti, è molto interessante dal vivo, ma non garantisce un impatto visivo che potesse meritare la pubblicazione. Se dovessi fare una mia personalissima classifica direi che Un mondo sommerso è la proiezione più interessante, ma anche quelle di Piazza Risorgimento ad Alba, di Piazza Europa a Cuneo e della Torre del Belvedere a Mondovì non sono da meno. Complimenti a chi ha ideato questo progetto perché davvero mi ha emozionato non solo dal punto di vista fotografico.
Nel cortile del complesso di Santa Croce un’installazione site-specific ci parla di deforestazione. Una porzione di foresta pluviale ricreata in un caleidoscopico cubo racconta il suo ciclo vitale inserito in una suggestiva scenografia luminosa creata da ledwall, videoproiezioni e luci architetturali. All’interno del cubo è ricreata una scenografia che riproduce un “tassello” di foresta pluviale che lancia il monito di essere ormai solo un piccolo tassello a causa della deforestazione e che la dimensione infinita è affidata solo ad un effetto ottico, vediamo una grande foresta che in realtà non esiste e se ci muoviamo intorno ad essa all’interno del cubo è sempre infinita mentre l’esterno ci ricorda che è solo una piccola porzione. Un racconto realistico, magico, onirico.
Quando ho saputo che la compagna Vera Gheno avrebbe partecipato come autrice a Scrittori in città non ho potuto fare a meno di contattarla. Specifico che quando dico compagna non intendo appartenenza politica, ma semplicemente appartenenza ad una sorta di gruppo di militanti del web (non sono in grado di trovare le parole), complicato da spiegare a chi non è dentro certe situazioni e tematiche: quindi passo. Prima dell’evento che la vedeva protagonista le ho chiesto di posare per un ritratto griffato dal sottoscritto: non è riuscita a trovare le parole per dirmi no. E questo è il risultato di 5 minuti di scatti a tuttapertura. Si, freddo polare a Cuneo.
Secondo giorno di Scrittori in Città e seconda carrellata di autori noti e meno noti (anche oggi oltre 20.000 passi). A dire il vero oggi ho seguito personaggi conosciuti al grande pubblico, scrittori che hanno pubblicato successi internazionali: ho scoperto che Gianrico Carofiglio è una sorta di Sean Connery della narrativa italiana e ho sentito Piergiorgio Odifreddi raccontare di come i gatti di cadere sempre in piedi. Ho visto l’espressione corrucciata di Jeffery Deaver, il papà di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs: la coppia di detective è stata un mio amore giovanile, ma loro continuano nelle indagini, io ho smesso da tempo. E poi c’è stato l’incontro con Vera Gheno, il mio riferimento quando si parla di parole. Sono stanco, vado a dormire. Riprendo domani, con una sorpresa.
Anche quest’anno, dopo la pausa dovuta al Covid, sono tornato a seguire e, ovviamente, fotografare Scrittori in Città (il tema di questa edizione è scatti). E devo ammettere che tutti gli anni la manifestazione è più bella e meglio organizzata. Ho camminato per Cuneo tutto il pomeriggio, saltando da un evento all’altro, e al termine della giornata il mio orologio segnava oltre 20.000 passi. Ho iniziato seguendo quasi interamente la presentazione di Questo non è normale il libro di Laura Boldrini al Cinema Monviso: il titolo dell’incontro era Uno scatto in avanti e la scelta non poteva essere migliore. Il libro è una presa di posizione sul cosiddetto patriarcato e devo ammettere che in alcuni passaggi le parole dell’ex presidente della Camera mi hanno emozionato. Dopo una pausa di riflessione (a metà pomeriggio si svolgono le presentazioni online), e qualche foto di street, sono andato al Baladin ad assistere al concerto di Moonbrew e Paolo Apollo Negri che purtroppo è stato accompagnato da pochissima presenza ed è stato un vero peccato perché le sonorità di questo duo sono molto coinvolgenti e particolari. Quindi il Gran Finale con i fuochi d’artificio: prima in San Giovanni per ascoltare le parole del professor Sandro Donati sul doping (mi hanno colpito le parole molto dure e senza peli sulla lingua in riferimento a Conconi), quindi di corsa al meraviglioso Teatro Toselli per ammirare la voce e la classe dell’inossidabile 81enne Francesco Guccini e infine nuovamente al Cinema Monviso per assistere alla presentazione de Il Grembo Paterno di Chiara Gamberale. Purtroppo delle ultime 3 presentazioni ho compreso poco, ma d’altronde fotografia e ascolto non vanno certo di pari passo (e io non sono Sean Penn). Domani si riparte, a Cuneo c’è Vera Gheno.
Per la XXIII edizione di scrittorincittà abbiamo scelto il tema “Scatti”, per poterci confrontare con il desiderio e l’esigenza di andare avanti, di rimetterci in movimento, di trovare un nuovo e diverso equilibrio, dopo un tempo difficile, che ha messo alla prova ognuno di noi e il nostro mondo. “Scatti” ci permette di analizzare il nostro presente, per capire come possa essere vissuto al meglio e trasformarsi in un futuro migliore. Ma è anche riflessione sul passato, per comprendere meglio l’origine del presente. Scatti sono istantanee per ricordarci l’importanza della bellezza, dell’arte, della musica, della fotografia, del cinema, della letteratura, del teatro. E accanto alla cultura non può mancare lo sport, con ciò che rappresenta per il benessere e la salute nostra e del nostro pianeta.
L’evento Cuneo Provincia Futura di Fondazione CRC in piazza Europa è sostanzialmente molto diverso da Un futuro sommerso che si sviluppa a poche centinaia di metri di distanza. Meno spettacolare e magico, ma più riflessivo e triste. Perché le immagini degli animali a rischio d’estinzione, accompagnate dai loro versi in un crescendo rossiniano, che culminano con una richiesta d’aiuto nelle 20 lingue più diffuse al mondo non possono lasciare insensibili. Un’emozione che entra nel cuore e nel cervello. Le immagini proiettate sono particolari e molto reali: evanescenti, diafane, incorporee e davvero prendono vita; almeno nella nostra mente.
Al centro della piazza, circondata da alti e moderni edifici che ne delimitano la forma emerge un’isola verde, caratterizzata dalla presenza di maestosi cedri argentati, alberi ad alto fusto così chiamati per la particolare sfumatura delle loro foglie. Qui la natura sembra rivendicare la vita in mezzo al cemento. Sulle folte chiome degli alti cedri dell’Atlante, prendono vita evanescenti, diafane, incorporee presenze di animali.
Con una tecnica di videoproiezioni dinamiche – in Italia ancora poco sperimentata – sulle fronde degli alberi, le principali specie animali a rischio d’estinzione rivolgono all’umanità la loro richiesta d’aiuto, un grido tradotto nelle 20 lingue più diffuse nel mondo.
I rumori del traffico e le luci della città lasciano il posto alle voci degli animali orchestrate prima da soliste poi in un grande toccante coro finale. Ascoltiamo le loro voci prima che sia troppo tardi e svaniscano per sempre.
Dopo aver assistito alla videoproiezione sulla torre del Belvedere a Mondovì ho deciso di spostarmi a Cuneo per osservare da vicino i 6 progetti dedicati al futuro del pianeta promossi dalla Fondazione CRC a cura del regista e show designer Alessandro Marrazzo. L’inizio è stato devastante e superlativo: non mi aspettavo di assistere a qualcosa di così incredibile. Spero che le immagini possano parlare in luogo delle parole perché davvero non saprei come descrivere la meravigliosa realizzazione dedicata al non auspicabile futuro sommerso. In altre occasioni mi sarei infuriato, ma devo ammettere che ho assolutamente compreso la meraviglia dei bambini che entravano nella scena per cercare di capire come fosse possibile quella magia. L’idea era di riuscire a fotografare con il treppiede e sfruttare la lunga esposizione, invece non è stato possibile (troppo veloce) e ho dovuto alzare gli ISO a 1600/3200 per scattare a tutta apertura con tempi mediamente veloci e quasi sempre sotto 1/100 di esposizione. Lo spettacolo è in scena sino al 21 novembre e Vi consiglio di passare in piazzetta del Grano in via Roma a Cuneo: ne vale veramente la pena.
Siamo nel futuro. Via Roma è stata invasa da un fiume in piena, le auto sono ormai in corto circuito vuote e abbandonate, quasi completamente sommerse dalla piena. Al centro una statua di una donna, anche lei sommersa per metà, che tiene il suo bambino per portarlo in salvo, ha lo sguardo di chi non ha paura ma lotta per assicurare un futuro al proprio figlio. Un videomapping immersivo a 360° affronta il problema dello scioglimento dei ghiacciai e dell’innalzamento degli oceani. L’installazione è una delle più complesse mai realizzate con la tecnica del videomapping.