POSTED ON 20 Feb 2023 IN
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L’idea è nata nel giro di 24/48 ore: fotografare, in uno stand appositamente attrezzato, tutti i cosplayer presenti al Mondovì Comics and Games. Con Lorena abbiamo allestito il nostro gazebo con un telo nero e un flash da studio. Purtroppo non ho scelto al meglio le impostazioni, le dimensioni erano davvero ridotte e per rendere lo sfondo davvero nero ho dovuto chiudere in modo eccessivo le ombre perdendo dettaglio. Per le prossime occasioni servirà ragionare meglio su spazi, distanze al quadrato e diaframmi. Abbiamo scattato quasi 70 cosplayer (cifra indicativa), ma ne pubblico solo un numero limitato per non diventare noioso. Fra questi ho riconosciuto Silente di Harry Potter, lo Stregatto, Anya di Spy Family (ma sono stato aiutato: è mia figlia), Capitan Harlock, Doctor Strange, Max di Stranger Things e chiaramente Minecraft. Per gli altri mi toccherà chiedere l’aiuto da casa.
Piccola chiosa finale: non mi aspettavo un successo di tale portata, è stato semplicemente sorprendente. Mondovì ha risposto alla grande, e complice il bel tempo, erano presenti visitatori da tutto il Nord Italia. Comprese Imperia e Sanremo. E’ già in cantiere l’edizione 2024.
POSTED ON 6 Feb 2023 IN
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Se dovessi scegliere un sottotitolo non avrei dubbi: Di uomini, di costumi e di strani cappelli. La Baìo è una festa tradizionale occitana che si svolge ogni 5 anni a Sampeyre e nelle sue borgate: Rore, Calchesio, Villar e Becetto anche se quest’ultima non partecipa alle celebrazioni per via di un ostracismo dovuto ad un fatto di sangue che risale all’ottocento. La festa si svolge in tre giorni: due domeniche e il giovedì grasso. Secondo la tradizione la prima domenica (cioè ieri) la Baìo di Sampeyre riceve la visita di quella di Calchesio, mentre Rore e Villar circoscrivono il loro territorio. La seconda domenica è il giorno più importante: tutte le Baìo si recano nel capoluogo per unirsi a quella di Piasso (che significa capoluogo, cioè Sampeyre). Mentre il giovedì grasso la festa è caratterizzata dai processi: ogni gruppo giudica il proprio tesoriere accusato di furto.
Una tradizione, consolidatasi in tempi relativamente recenti, ma che si è radicata profondamente nell’opinione popolare, indica la Baio come un ricordo, una rievocazione storica delle incursioni di predoni saraceni che verso l’anno mille, provenienti dalle coste della Provenza, avrebbero terrorizzato la valle: la popolazione locale, insorta in armi, avrebbe liberato la propria terra da questo pericolo.
Non sapevo come gestire fotograficamente l’evento, per quanto avessi letto e cercato informazioni non ero preparato a sufficienza. Sono partito di mattina presto in direzione Calchesio (Chucheis) per fotografare la prima Baìo che si radunava (ore 9:00). È stata una scelta indovinata: il raduno è quasi intimo, l’atmosfera è più rilassata, c’è meno gente ed è più facile integrarsi. Finita la sfilata sono iniziati i balli in piazza e io sono partito alla volta di Sampeyre: qui la situazione è più confusa, i turisti amano alzarsi con calma e convergere verso il fulcro della manifestazione. Ho seguito la sfilata, ma ho evitato di concentrarmi sulla festa in piazza per riuscire ad andare a Rore. A Roure (come si dice qui) invece la sfilata era terminata da tempo ed era arrivato il momento del pranzo. E del vino, ampiamente versato dai Cantinìe, d’altronde sono le truppe addette al vettovagliamento e spetta loro il compito di far ubriacare i partecipanti.
Mi aspettavo cappelli strani e una tradizione antica: sicuramente non sono rimasto deluso. Quello che però mi ha colpito è il modo di vivere la Baìo: non saprei come descriverla, ma non è un’esibizione per il pubblico. È una festa del paese e dei suoi abitanti che sopporta l’arrivo di spettatori. È un evento che potrei definire quasi intimo, che subisce, e viene sorpreso, dall’invasione dei curiosi e dei fotografi. Per certi versi sono rimasto infastidito: mi sono sentito un elemento estraneo, un disturbatore, ma devo ammettere che questo modo arcaico, fuori dal tempo, di vivere la festa è molto affascinante.
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POSTED ON 28 Gen 2023 IN
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POSTED ON 9 Dic 2022 IN
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POSTED ON 9 Dic 2022 IN
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Al complesso monumentale di San Francesco di Cuneo sono esposte 5 meravigliose pale d’altare di tre grandi maestri del rinascimento veneto: Tiziano Vecellio, Jacopo Robusti detto il Tintoretto e Paolo Caliari detto il Veronese. La mostra, a cura di don Gianmatteo Caputo e di Giovanni Carlo Federico Villa con il supporto organizzativo di MondoMostre, è allestita in modo elegante, maestoso e completo, è un progetto espositivo di Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo ed è completamente gratuita. Assolutamente da visitare.
Apre la mostra l’“Annunciazione” (1563-1565) di Tiziano proveniente dalla Chiesa di San Salvador. Del Veronese vengono presentate il “Battesimo di Cristo” (1560-1561) dalla Chiesa del Redentore e la “Resurrezione di Cristo” (1560 circa) dalla Chiesa di San Francesco della Vigna. Di Tintoretto vengono esposte l’“Ultima Cena” (1561-1566) dalla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio detta San Trovaso e la “Crocifissione” (1560 circa) dalla Chiesa di Santa Maria del Rosario detta dei Gesuati.
Fotografare è consentito, senza treppiede, ma complicato date le condizioni di luce: ho scattato in manuale a tuttaapertura (f/2.8), impostando 1/80 di secondo (forse sfruttando la stabilizzazione avrei potuto osare di più, ma ho preferito non rischiare) e 800 ISO. Non volevo riprodurre il catalogo della mostra, mi interessava però che le opere fossero ben visibili e nitide senza cercare svolazzi ed eventuali velleità artistiche.
POSTED ON 28 Nov 2022 IN
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La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù si trova a Cuneo, a metà (circa) di Corso Nizza. E’ stata costruita a fine ‘800 ed esternamente è in stile neogotico: mi aveva sempre colpito per quell’aspetto un po’ particolare, l’avrei vista benissimo come ambientazione per un film dell’orrore. Il presbiterio è stato ristrutturato a inizio anni 2000 dagli architetti Paolo Mellano e Flavio Bruna e presenta un gusto decisamente moderno, bianco, minimale con inserti colorati molto vibranti. La mia idea di foto religiosa (in chiesa) è quasi sempre allo Zenit, ma in questo caso non avrebbe reso l’idea e ho preferito posizionare il treppiede a 45 gradi per riprendere le linee prospettiche verso l’alto e il bellissimo crocifisso colorato.
POSTED ON 27 Nov 2022 IN
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Siamo ormai vicini all’inverno e io torno a parlare della Giornate FAI di Primavera. Mi sembra giusto, anche se sono costretto a tornare indietro nel tempo sino al marzo scorso: questo perché, insieme alla delegazione del Fondo per l’ambiente Italiano (del quale sono socio), ho visitato la meravigliosa Villa Parea a Cuneo. Sinceramente non ero nemmeno a conoscenza dell’esistenza di questa villa, inserita perfettamente nel contesto urbano della città, e non sapevo cosa aspettarmi, anche perché sul web non si trova praticamente nulla di veramente esplicativo.
La Villa fu commissionata, verso la metà del XVIII secolo, dalla famiglia dei conti Bruno di Samone. Dopo vari passaggi, nel 1911, fu acquistata dal conte Parea che, come scrive Camillo Fresia, ampliò ancora il bel palazzo, aggiungendo, agli originari, altri pregi d’arte e di bellezza e la dotò di tutte le modernità, nel rispetto della struttura originaria. Negli anni Settanta la villa è stata completamente restaurata ed in parte ammodernata per adeguarla alle esigenze delle Suore Giuseppine, attuali proprietarie. La bellezza data all’interno dagli stucchi, dalle pitture, dai pavimenti lignei si ritrova all’esterno nel giardino, sul lato occidentale della villa e lungo la scarpata scoscesa che scende verso il fiume, oltre il terrazzamento sul fronte della costruzione. Del giardino all’italiana restano alcune tracce nei vialetti di ghiaia delimitati da siepi di bosso, mentre lungo il pendio il parco era all’inglese, con giochi d’acqua e cascatelle.
Durante la visita abbiamo scoperto un mondo pazzesco di stucchi, pitture, arte. Ad accompagnarci sono stati gli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti del Liceo Classico e Scientifico “Pellico-Peano”, appositamente formati e davvero molto bravi. Con loro due suore che ci hanno raccontato la vita all’interno del palazzo e aggiunto qualche doverosa correzione. Mi fa sempre strano scoprire che dietro casa esistono luoghi bellissimi senza che io ne sia a conoscenza.
POSTED ON 24 Ott 2022 IN
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POSTED ON 11 Ott 2022 IN
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POSTED ON 5 Ott 2022 IN
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Questa foto è un po’ così, sfugge alle tematiche che solitamente mi piace trattare. La definisco estemporanea e non avrebbe nemmeno bisogno di troppe parole. Ma sono seduto al tavolo di un noto locale del centro di Cuneo, all’aperto, e mi appresto a sorseggiare il mio Gin Tonic (Elephant se non ricordo male) quando alzo gli occhi al cielo e quasi per caso mi accorgo della meraviglia del palazzo che mi sovrasta. E in modo quasi istintivo prendo la macchina fotografica e scatto con un 35mm decisamente vintage a fuoco manuale: il mitico Westron Iscö-Gottingen f/3.5. Purtroppo non ricordo l’apertura del diaframma, ma immagino molto aperto. E la foto non mi dispiace per niente.
POSTED ON 30 Giu 2022 IN
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POSTED ON 23 Mag 2022 IN
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POSTED ON 22 Mag 2022 IN
Performing Arts
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Le frecce tricolori, orgoglio dell’aviazione italiana, sono passate, in occasione del 69° raduno dei Bersaglieri, per la prima volta nel cielo di Cuneo. La mia idea era di scattare una foto con la statua di Barbaroux in piazza Galimberti e sullo sfondo gli Aermacchi MB-339 dell’aereonautica militare con la bandiera italiana. Purtroppo qualche genio ha pensato di piazzare una gru enorme proprio nel centro della piazza e mi sono dovuto arrangiare in post per eliminare lo stramaledetto braccio meccanico. Quando sono arrivate (un po’ a sorpresa e in anticipo) stavo amabilmente parlando con alcuni amici, per fortuna avevo già impostato la macchinafoto per scattare a tuttaapertura e con la raffica (dal giorno prima); come sempre le frecce tricolori sono uno spettacolo meraviglioso.
POSTED ON 19 Mag 2022 IN
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Da qualche giorno mi capita di incrociare un bellissimo campo di papaveri. Anticipo la sveglia di 30 minuti, prepara lo zaino e con il grandangolo mi infilo dentro l’erba alta: situazione tragica, in meno di 10 secondi ero completamente bagnato. Ma non mi sono dato per vinto: ho posizionato il cavalletto, mentre l’umidità mi entrava nelle scarpe, ho impostato diaframma e tempo e scelto la posizione migliore.
I papaveri sono meravigliosi, è chiaro, purtroppo complice un sfondo non adeguato (zona industriale), un cielo completamente terso, la foschia e l’eccesso di controluce (avrei dovuto anticipare la sveglia di almeno 60 minuti) non sono riuscito ad ottenere la foto che avrei voluto (e che immaginavo nella mia testa).
Ma ho mille risorse fotografiche e nello zaino avevo inserito, non per caso, anche il 35mm macro. Non sono un grande esperto/estimatore del genere, ma devo ammettere che da qualche tempo la possibilità di dedicarmi anche ai dettagli mi incuriosisce. Non è il primo fiore che pubblico su queste pagine e probabilmente non sarà l’ultimo.
POSTED ON 22 Mar 2022 IN
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