Qualche mese fa, probabilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ho comprato un obbiettivo decisamente insolito: il famigerato TTArtisan 100mm f/2.8 Bubble Bokeh. È un’ottica divenuta famosa perché riproduce perfettamente lo schema ottico (e gli errori di progettazione) del celebre Meyer Optik Gorlitz Trioplan 100mm f/2.8 tornato alla ribalta nell’ultimo periodo in quanto, in certe condizioni, tira fuori uno sfuocato molto particolare, un bokeh che viene definito a bolle di sapone. La prima fotografa a scoprire l’effetto bolle di sapone è stata Sandra Bartocha che ha pubblicato delle immagini che hanno catturato subito l’attenzione del mondo macro e che le hanno permesso di vincere tre volte il premo Veolia (Environnement Wildlife Photographer of the Year). Il Trioplan (che sul mercato dell’usato ha visto moltiplicare il suo prezzo) non è l’unico obbiettivo che permette l’effetto bolle di sapone, ma è sicuramente il più conosciuto. E qui torna in gioco il mio nuovo acquisto che promette di riprodurre il famoso difetto ottico. Purtroppo non è affatto semplice riuscire in questo tipo di fotografia: è un’ottica con attacco m42 (serve un adattatore), totalmente manuale, e non è macro: per ottenere la riproduzione 1:1 sono obbligatori i tubi di prolunga. Ma anche senza entrare nel mondo macro per osservare le bolle di sapone è necessario fotografare a tutta apertura con un’illuminazione radente facendo attenzione a non cadere nel flare. Venerdì sono salito a Baita Elica, all’alba, per osservare la fioritura dei narcisi e ho deciso di portare con me il 100mm Bubble Bokeh: e questa è la prima, seppur assolutamente non perfetta, fotografia con le bolle di sapone. Non sono molto soddisfatto del risultato, ma non mi arrendo facilmente.
Sono tornato a Sale San Giovanni a distanza di oltre 7 anni dalla prima (e ultima) volta. Ho deciso di partire una sera dopo il lavoro per tornare a fotografare la celebre lavanda. Qui le cose sono un po’ cambiate, il turismo ha preso il sopravvento e la zona è assediata da appassionati, curiosi, modelle improvvisate, fotografi e violiniste (si, ho incontrato anche un violino): in questo periodo dell’anno il traffico è limitato ai residenti e chi arriva in macchina deve fermarsi al parcheggio all’inizio del percorso Lavanda per poi proseguire a piedi per raggiungere i campi coltivati. Io sono stato quasi fortunato perché ho trovato una serata interessante: ha piovuto, è arrivato il sole, ancora pioggia -mi sono bagnato- arcobaleno, tramonto. Purtroppo proprio nel momento clou le nuvole hanno sovrastato il sole e non sono riuscito a trovare il rosso di sera che speravo. Ma anche quest’anno la grana lavanda siamo riusciti ad archiviarla. :-)
Voglio concludere la serie dedicata ai girasoli di Farigliano con tre immagini scattate, a mano libera, con il 100mm RF Macro e il flash anulare della Godox MF-R76. Ho iniziato da pochissimo a fotografare il macro con l’illuminazione artificiale, ma devo ammettere che il questo flash della Godox è un piccolo gioiello: avevo sempre e solo utilizzato la luce naturale per questo genere di fotografia, ma l’utilizzo di un flash permette di scattare con diaframma chiuso (e quindi maggiore profondità di campo) e congela il movimento permettendo di scattare con tempi decisamente rapidi. Inoltre il Godox MF-R76 ha un anello luminoso suddiviso in due parti (destra e sinistra) che sono regolabili indipendentemente l’una dall’altra e utilizza la stessa batteria del V860III: questo permette di avere una riserva praticamente inesauribile di energia. Non sono mai stato un appassionato del Macro, ma deve ammettere che in quest’ultimo periodo, e dopo l’acquisto dell’attrezzatura adatta, mi sto appassionando al genere: osservare in modo ravvicinato la natura apre una prospettiva difficilmente riscontrabile in altri generi fotografici. Osservare (ammirare) i dettagli e i minuscoli particolari che non si possono notare dal vivo è davvero qualcosa di magico e sorprendente. Adesso vorrei provare ad avvicinarmi ulteriormente.