
Sono tornato a Sale San Giovanni a distanza di oltre 7 anni dalla prima (e ultima) volta. Ho deciso di partire una sera dopo il lavoro per tornare a fotografare la celebre lavanda. Qui le cose sono un po’ cambiate, il turismo ha preso il sopravvento e la zona è assediata da appassionati, curiosi, modelle improvvisate, fotografi e violiniste (si, ho incontrato anche un violino): in questo periodo dell’anno il traffico è limitato ai residenti e chi arriva in macchina deve fermarsi al parcheggio all’inizio del percorso Lavanda per poi proseguire a piedi per raggiungere i campi coltivati. Io sono stato quasi fortunato perché ho trovato una serata interessante: ha piovuto, è arrivato il sole, ancora pioggia -mi sono bagnato- arcobaleno, tramonto. Purtroppo proprio nel momento clou le nuvole hanno sovrastato il sole e non sono riuscito a trovare il rosso di sera che speravo. Ma anche quest’anno la grana lavanda siamo riusciti ad archiviarla. :-)





Voglio concludere la serie dedicata ai girasoli di Farigliano con tre immagini scattate, a mano libera, con il 100mm RF Macro e il flash anulare della Godox MF-R76. Ho iniziato da pochissimo a fotografare il macro con l’illuminazione artificiale, ma devo ammettere che il questo flash della Godox è un piccolo gioiello: avevo sempre e solo utilizzato la luce naturale per questo genere di fotografia, ma l’utilizzo di un flash permette di scattare con diaframma chiuso (e quindi maggiore profondità di campo) e congela il movimento permettendo di scattare con tempi decisamente rapidi. Inoltre il Godox MF-R76 ha un anello luminoso suddiviso in due parti (destra e sinistra) che sono regolabili indipendentemente l’una dall’altra e utilizza la stessa batteria del V860III: questo permette di avere una riserva praticamente inesauribile di energia. Non sono mai stato un appassionato del Macro, ma deve ammettere che in quest’ultimo periodo, e dopo l’acquisto dell’attrezzatura adatta, mi sto appassionando al genere: osservare in modo ravvicinato la natura apre una prospettiva difficilmente riscontrabile in altri generi fotografici. Osservare (ammirare) i dettagli e i minuscoli particolari che non si possono notare dal vivo è davvero qualcosa di magico e sorprendente. Adesso vorrei provare ad avvicinarmi ulteriormente.

Questo è il terzo post consecutivo dedicato alla categoria macro+flowers e potrebbe non essere un caso. Diciamo che fra gli obbiettivi del 2023, fra i buoni propositi, rientrava anche la fotografia macro. E quale migliore occasione di un contest fotografico in un vivaio? L’occasione è arrivata domenica scorsa durante la Grande Festa di Primavera organizzata da Roagna Vivai di Cuneo. Non lo conoscevo (non sono un vero praticante dell’arte del giardino), ma devo ammettere che sono rimasto molto sorpreso/colpito dall’eleganza e dall’organizzazione: davvero tutto perfetto, in ordine, bellissimo. Durante la giornata chiunque avesse voluto cimentarsi nell’arte della fotografia (e quella invece la pratico) poteva partecipare al Photo Day, una giornata dedicata a catturare la fugace bellezza della primavera. Se volete anche votare la mia foto (ho scelto il dettaglio di stami e pistillo di un fiore di Ibisco) potete farlo qui e qui.
Non potevo mancare e devo ammettere che
l’assenza di vento è un fattore decisamente importante se si vogliono scattare dettagli molto ravvicinati di fiori e piante. Questo mi ha permesso di scattare con diaframmi chiusi e tempi lunghi per ottenere una
discreta profondità di campo. Per tutto il resto c’è il
focus stacking (ma è un argomento al quale non mi sono ancora avvicinato)(magari in futuro, chissà).
Ho scattato con tutta calma una ventina di immagini utilizzando sempre il meraviglioso (non finisce di stupirmi) Canon RF 100mm Macro: treppiede, slitta, tempi di scatto impegnativi. Sono tutti dettagli, alcuni anche con ingrandimenti di un certo rilievo: non sono ancora un grande conoscitore del mondo macro, anzi, sono un dilettante allo sbaraglio, ma queste sono le prime immagini che mi soddisfano. Adesso cercherò di fare qualcosa di meglio, magari all’aperto.









Sono passati 9 anni dalla mia prima volta a Messer Tulipano, l’incredibile esplosione di fiori e colori che tutti gli anni, nel mese di Aprile, illumina il Castello di Pralormo. Quest’anno la fioritura è semplicemente strepitosa: sono stati piantati oltre 100.000 tulipani di tantissime varietà diverse e si rimane davvero a bocca aperta quando si entra nel parco. Per evitare la massa ho scelto il Venerdì pomeriggio, ma all’arrivo nella strada che porta al Castello sono rimasto sorpreso, e non poco, dalla lunghissima colonna di macchine che cercava parcheggio: ho avuto un sentimento di pietà per le persone costrette a visitare Messer Tulipano nel fine settimana.
Dal 2000 nel parco del castello medievale di Pralormo, nel cuore del Piemonte, la straordinaria fioritura di 100.000 tulipani e narcisi annuncia la primavera: ogni edizione di questo evento botanico ospita un nuovo piantamento, completamente rinnovato nelle varietà e nel progetto-colore.
Prima di partire ho riguardato le mie foto del 2014 e sembra passato un secolo dal punto di vista fotografico. Non solo per il livello delle immagini, che nel 2023 è nettamente superiore, ma proprio per un concetto di approccio allo scatto: come attrezzatura (macro, slitta micrometrica e treppiede) e come preparazione. Ho scelto 28 (+1) foto che comprendono anche 5 immagini macro: ho evitato le panoramiche e mi sono concentrato sul dettaglio e sui colori scattando con il grandangolo e con il nuovo RF 100 Macro. Devo ammettere che quest’ultimo mi ha davvero sorpreso: nitidezza, colori e sfuocato sono davvero micidiali. Sarà difficile toglierlo dallo zaino. :-)







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Da qualche giorno mi capita di incrociare un bellissimo campo di papaveri. Anticipo la sveglia di 30 minuti, prepara lo zaino e con il grandangolo mi infilo dentro l’erba alta: situazione tragica, in meno di 10 secondi ero completamente bagnato. Ma non mi sono dato per vinto: ho posizionato il cavalletto, mentre l’umidità mi entrava nelle scarpe, ho impostato diaframma e tempo e scelto la posizione migliore.
I papaveri sono meravigliosi, è chiaro, purtroppo complice un sfondo non adeguato (zona industriale), un cielo completamente terso, la foschia e l’eccesso di controluce (avrei dovuto anticipare la sveglia di almeno 60 minuti) non sono riuscito ad ottenere la foto che avrei voluto (e che immaginavo nella mia testa).
Ma ho mille risorse fotografiche e nello zaino avevo inserito, non per caso, anche il 35mm macro. Non sono un grande esperto/estimatore del genere, ma devo ammettere che da qualche tempo la possibilità di dedicarmi anche ai dettagli mi incuriosisce. Non è il primo fiore che pubblico su queste pagine e probabilmente non sarà l’ultimo.

Tra fine maggio e inizio giugno è il periodo dei Narcisi, e la gita a Baita Elica è un grande classico del periodo. Quest’anno purtroppo il maltempo ha dominato la scena e ha impedito quasi sempre questa semplice e veloce escursione che da Sant’Anna di Prea in poco meno di un’ora porta al rifugio. Ieri sera ho colto l’occasione e ho deciso di salire: purtroppo il periodo di fioritura massimo e già passato e la vita dei narcisi volge al termine: come dicono da queste parti sono passarui. Quindi mi sono limitato a fotografare qualche ultimo temerario e poi sono andato di aperitivo. Ma prima di scendere le foto al tramonto non potevo lasciarmele scappare. :-)

