Il rudere affrescato

POSTED ON 4 Dic 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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E poi ci sono quei posti che tutti ti dicono che non merita, che in mappa hai segnato con un colore sfigato come per dire se proprio ci passiamo davanti. Un bel giorno, guarda il caso, sei proprio da quelle parti e vince la curiosità, perché vista dall’esterno sembra anche interessante e perché magari in realtà, dietro a quella descrizione un po’ così, si nasconde un piccolo tesoro. E niente, invece avevano ragione loro: quel posto davvero non merita, non conserva niente di interessante e hai perso del tempo e corso dei rischi per nulla; ma dato che da queste parti ci vantiamo -dal punto di vista fotografico- di trasformare anche la merda in qualcosa di interessante, non ti prendi del tempo per fotografare quel rudere affrescato? Non sempre si può vincere e qualche volta è necessario accontentarsi di un pareggio, se non di una onorevole sconfitta.

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Lo schiaccianoci

POSTED ON 1 Dic 2023 IN Performing Arts     TAGS: EVENT, theater

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Quando ero bambino mio padre era un grande appassionato di elettronica (e deve avermi trasmesso questa passione). All’epoca lavorava nel più conosciuto negozio del settore di Imperia (per chi si ricorda: Il Punto di Garibaldi, sotto i portici di via della Repubblica), non esistevano ancora le grandi catene, siamo nella prima metà degli anni ’80. Mi ricordo le partite al calcio dell’intellevision in vetrina, altri tempi. In casa passava, ovviamente, qualsiasi novità (come dimenticare il BetaMax) e non poteva mancare lo stereo, alta fedeltà si definiva allora (forse anche adesso): mi ricordo la musica ad alto volume, il suono perfetto, le cuffie giganti (a me bambino sembravano fantascienza). Se non sbaglio l’amplificatore era un Technics (color oro) con tantissime lancette e una manopola del volume enorme: due lettori a cassette -per duplicare- e un piatto per i dischi. E qualche vinile in casa c’era e fra questi uno particolare, da maneggiare con cura, con un nome strano che mi incuriosiva particolarmente: Lo schiaccianoci di Čajkovskij. Ricordo molto bene la copertina: era beige con il nome Ciaikovski in grande, poi il titolo, e un’immagine di ballerine in tutù. A me non piaceva, solo un pezzo trovavo interessante (ho scoperto adesso trattarsi del Walzer dei fiori). Venerdì scorso mi hanno invitato ad assistere/fotografare a quello che posso definire il mio primo balletto a teatro: e quando ho letto il titolo, lo schiaccianoci di Čajkovskij interpretato dal Balletto di Milano, la scoperta mi ha lasciato un senso di bellezza, di sorpresa, un sorriso, come se, a distanza di oltre 40 anni, si chiudesse un cerchio. E quando, al secondo atto, è arrivato il momento del Walzer dei fiori ho pensato: eccola, ciao papà.

Adesso una nota tecnica, di fotografia, una sorta di promemoria. Non volevo disturbare il pubblico e ho deciso di scattare in modalità silenziosa: per evitare il rumore dell’otturatore si attiva -in automatico- lo scatto elettronico. Purtroppo con la combinazione tempi veloci e luci artificiali (neon/led) si genera un fenomeno definito Flickering. Il Flickering, che in italiano potremmo definire sfarfallio, produce nelle foto delle orrende bande nere/colorate dovute principalmente agli effetti che provoca la variazione della tensione elettrica nei sistemi di illuminazione. E quindi, morale della favola, mi sono ritrovato la stragrande maggioranza delle immagini (qui esempio) con queste fastidiose strisce e ho dovuto cestinare quasi tutto il lavoro. Anche in queste 23 selezionate, con un po’ di attenzione, è possibile notare il fenomeno. Da domani mai più scatto elettronico, sopporterò il rumore.

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Velate minacce

POSTED ON 29 Nov 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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…che poi queste minacce tanto velate non sono. Non mi era mai capitato di trovare un messaggio per qualcuno, nel caso specifico addirittura anticipato, con un racconto ai limiti del drammatico, da chi si era infiltrato prima del sottoscritto; il tutto complicato da storie di disavventure e fughe precipitose. Quindi lo sapevo, ero a conoscenza della minaccia -se ti prendo- ma rimane l’effetto straniante perché quel messaggio, scritto con un pennarello su un foglio di carta, sembra indirizzato proprio a te. E ti lascia quel senso di incertezza, di paura, come se quel luogo fosse ancora vissuto, come se ti trovassi, per caso e senza volerlo realmente, nella vita di altre persone.

In quella casa percepisci una sensazione di modernità, di casualità, non quell’idea di chiaro abbandono: eppure tutto intorno crolla, tutto intorno è vuoto, silenzio, disordine, polvere, dimenticato. Ma il tuo cervello non riesce a comprendere la situazione, è alterato da quella minaccia, la percepisce reale e plausibile: ti comprime come se da un momento all’altro si potesse tornare indietro nel passato e riprendere da dove il tempo si è fermato. Ma non è così e quando sei fuori ti fermi qualche minuto, ti siedi in macchina, torni nuovamente a riflettere e nel silenzio ti chiedi perchè, perché quest’ansia? E vorresti ripartire da zero, ma sai benissimo che torneresti a leggere quel messaggio, quella velata minaccia, come in un vortice senza fine.

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Sfinge del convolvolo

POSTED ON 28 Nov 2023 IN Macro, Animals     TAGS: butterfly

Sfinge del convolvolo

La Villa degli Amanti Maledetti

POSTED ON 26 Nov 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Su quella che viene definita la Villa degli Amanti Maledetti è stato scritto di tutto e di più. Quasi sempre a sproposito. La leggenda che si racconta su questa Villa è decisamente cruenta: il proprietario ritornando da una battuta di caccia trovò la moglie con lo stalliere intenti in una celeste corrispondenza di amorosi sensi nella torre della casa. Accecato dalla rabbia uccise sia la giovane moglie che il servo e poi si suicidò con un colpo di fucile. Nelle notti d’estate, in occasione dell’anniversario dell’omicidio/suicidio, gli automobilisti che passano sula statale raccontano di bagliori e ombre che si intravedono tra le vetrate della torre e di sentire grida provenienti dalla casa.

In realtà la storia è cruenta, ma molto meno romanzata. La Villa fu costruita nel 1931 dal proprietario terriero Piero Cerri. Nella notte del 29 luglio 1935, dopo aver parcheggiato l’automobile (un lusso per l’epoca) nella cascina accanto alla dimora, mentre rientrava verso la villa, venne colpito alla testa da due delinquenti. I due uomini presero il corpo di Piero e lo buttarono in una canale vicino alla cascina credendolo morto. Lui si riprese, chiamò aiuto e venne soccorso, ma morì appena giunto in ospedale. Nel secondo dopoguerra la Villa fu comprata da una ricca famiglia di Milano: purtroppo un giorno il figlio dei proprietari morì tragicamente in un incidente d’auto a pochi metri da casa.

Tutte queste storie hanno contribuito a creare un’aurea di maledizione intorno alla Villa e oggi è diventata degli amanti maledetti. Ormai da quasi 30 anni è lasciata abbandonata a se stessa, nessuno crede più nel suo possibile rilancio nonostante le condizioni quasi perfette della struttura che oggi è abitata esclusivamente dai piccioni. Quello che mi ha sorpreso è la mancanza di segni di vandalismo che solitamente in questi casi sono un classico: anche le vetrate della torre sono ancora incredibilmente intatte. Evidentemente la paura della maledizione è ancora molto presente nella mente degli abitanti di questa zona.

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Cattedrale di San Pietro

POSTED ON 26 Nov 2023 IN Landmark     TAGS: church, zenit

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La Bella Addormentata

POSTED ON 22 Nov 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Questa Villa, silenziosa e spoglia, mi ha ricordato la fiaba della Bella Addormentata. Sono stato influenzato da una citazione (che ho inserito in calce), ma ho pensato che fosse davvero molto indovinata. Perché gli arredi e l’eleganza degli ambienti ricordano vagamente la storia raccontata da Walt Disney nel suo celebre film a disegni animati del 1959. E poi c’è la similitudine fra la condizione della principessa Aurora, bellissima e addormentata, e questa villa lineare e pulita, che sembra anche lei aspettare un principe (magari con tanti soldi) che con un bacio (e magari un progetto edilizio serio) venga a risvegliarla.

È chiaro che la fiaba della “Bella Addormentata nel Bosco” ha origini antiche, prima nella versione di Giambattista Basile e successivamente in quelle di Charles Perrault (ne I racconti di mamma l’oca, 1697) e dei fratelli Grimm (ne Le fiabe del focolare, 1812). Ma la mia immaginazione è toccata maggiormente dal cartone animato che rappresenta al meglio l’idea di romanticismo e amore che tutti abbiamo impressi nella mente.

Chiudo l’angolo della poesia e dell’amore e passo a qualche nota puramente tecnica. Per la prima volta ho utilizzato il mio nuovo acquisto, il Canon RF 24mm f/1.8 Macro IS STM: è un obbiettivo che, utilizzato sul sensore APS-C della Canon R7, è perfetto per gli scatti dei dettagli (come la poltrona) in urbex. Perché con il fattore di moltiplicazione diventa quasi un 40mm, è stabilizzato (e con l’IBIS -stabilizzatore d’immagine integrato- della R7 mi permette di utilizzare tempi lentissimi) e ha un’apertura decisamente ampia per essere un 24mm. Inoltre essendo macro riesce ad avvicinarsi molto al soggetto cogliendo dettagli altrimenti impossibili da ottenere. Devo ancora studiarlo a fondo, ma il primo impatto è stato decisamente positivo: ho scattato foto a 1/6 di secondo senza nessun segno di mosso apparente. Un’ultima curiosità: per riuscire a riprendere il bellissimo soffitto di alcune stanze ho scelto di fotografare, udite udite, in verticale. Non mi capita quasi mai, non sono un ammiratore del genere, ma nel caso ho pensato fosse una proposta interessante. Non abituatevi.

Principessina, se la triste profezia si avverasse, bimba mia, non per questo morirai. Ma nel sonno tu cadrai e il tuo sonno cesserà se l’amor ti bacerà. Sia questo il più fulgido dei tuoi doni, che la speranza mai ti abbandoni.
– da La Bella Addormentata

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La voliera liberty

POSTED ON 21 Nov 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, liberty, fish-eye

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I miei contatti/amici conoscono perfettamente la passione del sottoscritto per il fish-eye. L’occhio di pesce è un obbiettivo particolare, che si può utilizzare raramente, per pochi scatti e quindi generalmente è poco utilizzato. Per me rappresenta lo scatto diverso dal solito, lo scatto che può uscire dagli schemi e donare al reportage una prospettiva più intrigante: se il soggetto ha delle forme rotondeggianti diventa difficile, quasi impossibile, resistere. E quando mi sono imbattuto in questa splendida, ma piccola voliera liberty non ho esitato un secondo a sfoderare il mio Sigma 15mm f/2.8 EX DG Diagonal Fish-eye. Per queste foto ho utilizzato due obbiettivi particolari, ma la voliera richiedeva il grandangolo: il Laowa 11mm f/4.5 FF RL e ovviamente il fish-eye. Sono due lenti che mi piace definire bizzarre, piccole e che utilizzo poco, ma che comunque voglio avere sempre con me in urbex. Perché quando meno te lo aspetti arriva il loro momento. E non tradiscono mai.

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Nella tela del ragno

POSTED ON 19 Nov 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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La ragnatela è un miracolo di ingegneria che affascina da secoli gli studiosi e i curiosi. La sua resistenza è paragonabile all’acciaio, con un carico di rottura di oltre centottanta chilogrammi per millimetro quadro di sezione; il filo del ragno ha una struttura molecolare che si deforma molto se soggetto a torsione, in un modo che l’uomo non è mai stato in grado di riprodurre artificialmente. Quando si cade nella tela del ragno le speranze di salvezza sono ridotte al lumicino. È una trappola mortale.

E mentre camminavo nel giardino di questa splendida villa alla ricerca della porta di entrata mi sono sentito come intrappolato, come se fossi caduto nella tela e riuscissi a scorgere, nell’angolo, l’aracnide pronto ad avventarsi sul sottoscritto. Perché ho sentito quella sensazione di impotenza di chi è imprigionato senza possibilità di liberarsi, di chi cerca di divincolarsi senza speranza. Ma dopo aver quasi smarrito la fiducia ho trovato il varco, e per liberarmi dalla percezione di claustrofobia che mi attanagliava ho lasciato la finta libertà dell’esterno per entrare nell’apparente sicurezza della vera trappola dell’urbex: la potenza dell’adrenalina.

E dentro era buio, terribilmente buio. Un mondo distopico che mi ha scoperto a vagare con la fotocamera chiusa nello zaino e la voglia di capire e scoprire. Poi ho collegato il cervello, è diminuita la frequenza cardiaca e ho iniziato a pensare al motore dell’esplorazione urbex: la fotografia. E come in un gioco di specchi e rimandi ho scoperto che la Villa era la dimora del ragno: meravigliose ragnatele ovunque, in ogni angolo, sulle finestre, sui vestiti, sul lampadario, ad unire libri e storia. Non sono riuscito a decifrare, ma ho compreso che fra queste pareti la cultura e lo studio erano un’abitudine di casa; un’idea di classe e di prestigio al quale non sono riuscito a rimanere insensibile e che mi lasciato un senso di benessere e di appagamento. E nel momento di uscire mi sono sentito finalmente libero e ho respirato a pieni polmoni quel senso di successo e di scampato pericolo che mi travolge tutte le volte che torno nel mondo reale.

La ragnatela, che sarebbe la più scintillante e graziosa cosa del mondo, se non ci fosse in un angolo il ragno.
– André Breton

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Kim Coco Rose

POSTED ON 17 Nov 2023 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, kingofthering

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La Vasca Rosa

POSTED ON 17 Nov 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, hotel

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Talvolta capita di entrare in luoghi abbandonati al proprio destino e chiedersi: “Ma che roba è?”. Nel caso di questo -plausibile- Bed & Breakfast, la risposta forse è proprio nella tipologia di struttura. Siamo in una splendida zona collinare a vocazione anche turistica, apprezzata dai viaggiatori di tutto il mondo e patrimonio dell’UNESCO; e la prima impressione è che fra queste pareti ci fosse l’intenzione di creare una particolare e attraente struttura ricettiva. Immagino idea purtroppo mai realmente portata a termine, anche perché, nonostante qualche segno del tempo che scorre, il tutto sembra nuovo, intonso, perfetto, mai utilizzato.

Camminando fra le stanze, attraversando scale e corridoi, si percepisce di trovarsi in qualcosa di strano, ma affascinante: tantissime stanze con colori sgargianti, ma sempre diversi fra loro, e la mente si trova a pensare ai nomi segnati sulle chiavi, magari con un oggetto simbolico e colorato per riconoscerle: sino a quando non si entra nella camera confetto, e si rimane abbagliati, stupefatti, dal bagno e dalla sua meravigliosa vasca rosa, che immediatamente diventa il simbolo, l’oggetto cult, di questa esplorazione.

E poi si scende al piano terra e si arriva alla cucina, moderna, ma al stesso tempo anche classica, con i lampadari in vimini e un miscelatore che potrei definire straordinario; e poi ecco la presumibile hall, con pianoforte, divano, zona relax e caminetto. Se non fosse per la polvere e le ragnatele si potrebbe pensare che questo Bed & Breakfast sia quasi pronto per aprire ai clienti e viene voglia di prenotare una stanza: e magari, perché no, proprio quella confetto.

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Chiesa dei Santi Carlo e Anna

POSTED ON 16 Nov 2023 IN Landmark     TAGS: church, zenit

Chiesa dei Santi Carlo e Anna

Citroën Ami 8

POSTED ON 15 Nov 2023 IN Details, Reportage     TAGS: URBEX, car

Citroën Ami 8 /01

Non sono un grande appassionato di automobili: l’importante è che abbiano 4 ruote, un volante, delle aperture per entrare e uscire e, credo, un motore. Ma devo ammettere che trovare questa meravigliosa Citroën Ami 8 in mezzo al verde della collina francese mi ha provocato un piccolo tuffo al cuore; perché si tratta di un’auto particolare, in Italia si è vista quasi niente, e conserva il fascino tipico della metà del secolo scorso quando non si puntava solamente all’estetica, ma più alla comodità, alla pratica. E nonostante fosse una macchina economica e popolare, ecco, io l’ho trovata bellissima.

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Vespa e Melograno

POSTED ON 13 Nov 2023 IN Macro, Animals     TAGS: wasp

Vespa e Melograno

La Villa dell’Aquila

POSTED ON 13 Nov 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Questa Villa è quella che solitamente viene definita una capsula del tempo, cioè un spazio chiuso che si è fermato, come congelato, ed è rimasto immutato nella sua epoca. Ci sono sensazioni che si colgono insieme all’essenza di un luogo e che diventano parte integrante della fotografia; e fra queste pareti ho respirato un senso di tranquillità e di pace che ho poi riscontrato anche nelle immagini. Probabilmente perché sono riuscito a fotografare con calma, con tutta la lentezza del mondo: non ho percepito ansia, non ho sentito quel fiato sul collo e quell’adrenalina che sono tipiche di questo tipo di esplorazioni. Mi sono tolto anche il lusso di fotografare con 3 obbiettivi e 2 corpi macchina diversi per cogliere tutte le sfumature di questa dimora abbandonata.

Viene definita Villa dell’Aquila per via del pennuto nero (non sono nemmeno sicuro sia davvero un’aquila), dipinto sul soffitto del salone, che porta fra gli artigli un vessillo. Ed è davvero una capsula del tempo perché qui si possono trovare una serie di oggetti che ricordano il secolo scorso: una lucidatrice, due macchine da cucire, un calciobalilla, una radio a transistor, tre televisori a tubo catodico, una bottiglia di amaro Petrus e le immancabili pagine gialle.

Ho parlato di cogliere tutte le sfumature e in questa esplorazione non mi sono tirato indietro: ho scelto 56 foto, tantissimi particolari, soprattutto i lampadari che sono un mio piccolo vezzo. Ma anche una pianta in controluce e due immagini con il dettaglio (a tutta apertura) dei peluche nel corridoio di entrata. Per una volta sono riuscito anche a trovare la stanza nascosta che solitamente ho la meravigliosa capacità di perdere. E poi c’era anche la famosa e confusa Stanza dei Rabadan, ma quella l’ho trovata troppo complicata e le ho dato solo una rapida occhiata.

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Triangle

POSTED ON 12 Nov 2023 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, kingofthering

Kim Coco Rose /01

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