POSTED ON 3 Ott 2024 IN
Reportage
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URBEX
Ci sono esplorazioni urbex più semplici e lineari, diverse dal solito, ma che regalano ragionevoli emozioni e fotografie intriganti; anche nella loro banalità. Questa serra si trova a due passi dalla strada, per arrivarci basta semplicemente uscire dalla comfort zone della passeggiata e salire verso l’alto. Non è complicato, c’è addirittura un piccolo sentiero: chi l’avrebbe mai detto!
Ho rubato un giardino. Non è mio. Non è di nessuno. Nessuno lo vuole, nessuno lo cura, nessuno ci va mai. Lo lasciano morire, forse è già morto, non lo so.
È chiaro che bisogna sapere, è necessario conoscere, perché immaginare che nascosta dalla fitta vegetazione possa esserci una bellissima serra immersa nella natura è davvero difficile, quasi impossibile. Ma quando si arriva al dunque non si percepisce quel senso di avventura e di pericolo tipico dell’urbex: perché siamo sulla strada, abbiamo deviato leggermente e, senza volerlo, ci siamo ritrovati nel giardino segreto. È una storia di pochi minuti, veloce come il vento, ma questa volta la fretta non ci segue, non è con noi. E quando si torna sulla strada, percorrendo quel sentiero nascosto a ritroso, la gente ti guarda e sembra aver compreso il punto di partenza: ma in realtà è ignara di tutto il mondo che ci circonda. Perché non sanno del giardino segreto, e noi invece si.
Queste 20 immagini sono il meglio, il risultato, di una giornata dedicata al Tango Argentino nella splendida cornice di Ormea, poco conosciuta perla della Val Tanaro. Per le strade della città si sono esibiti i maestri dell’associazione Somos Tango di Alba: sotto la guida del master Lorena Durante un gruppo di sedicenti fotografi si è impegnato nella nobile arte del ritratto ambientato. La scelta del bianco e nero è stata naturale per evitare la distrazione del colore che in questo caso non avrebbe aggiunto nulla alle immagini. Ho scattato con i due fissi tipici del ritratto (50mm e 85mm) sempre con diaframma molto aperto (mai oltre f/2) per riuscire a sfuocare lo sfondo e mettere in risalto i tangueros: questo ovviamente ha comportato un aumento delle difficoltà nella messa a fuoco (in alcuni casi riducendo in modo eccessivo la profondità di campo), ma mi ha permesso di utilizzare tempi veloci e quindi evitare il mosso (anche quello creativo ovviamente).
Colgo l’occasione per ringraziare Lorena per la splendida organizzazione, l’associazione
d’Acqua e di Ferro che ha portato per le strade di Ormea questo meraviglioso spettacolo, i maestri argentini Cecilia Diaz e Oscar Gauna e tutti i Tangueros dell’associazione Somos Tango di Alba che ci hanno deliziato con le loro esibizioni.
C’è un aneddoto che voglio raccontare. Durante una delle esibizioni in Via Roma, la via maestra di Ormea, una coppia di ballerini si è separata dal gruppo e ha iniziato a ballare in un vicolo. Ho notato che al secondo piano della palazzina una signora osservava la scena dal terrazzo: mi è venuta l’idea di fotografare dall’alto, ho quindi chiesto alla signora se fosse possibile salire in casa per riprendere la scena da posizione privilegiata. Molto gentilmente mi ha permesso di utilizzare il suo appartamento, mi sono catapultato per le scale e sono riuscito a scattare diverse immagini interessanti. Ne ho scelto una, quella dall’alto nel cono di luce triangolare.
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POSTED ON 28 Set 2024 IN
Reportage
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URBEX
La Villa del Geografo è uno scrigno storico al quale purtroppo è data pochissima importanza nel mondo urbex. È una location molto conosciuta e quasi sempre viene considerata di secondo piano. Per me era diventata una sorta fissazione, quasi un obbligo, per via di un disegno del quale mi ero follemente innamorato: mi riferisco all’immagine del Pensatore di Auguste Rodin che avevo avuto modo di ammirare in tante foto di altri urbexer. In realtà in questa villa si possono osservare diversi bellissimi disegni sulle pareti, fra cui uno splendido Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci: l’ultimo proprietario doveva essere un amante dell’arte e dell’estetica, tutta la villa, a partire dall’atrio con i due pianoforti, la poltrona e la mappa geografica del globo, regala un’idea moderna di classe, passione e amore per le cose belle.
Questa villa fu riposo estivo di Paolo Dal Pozzo Toscanelli astronomo e geografo sommo che additò a Vasco di Gama e a Colombo le vie della gloria. IX Giugno MCMX
Ma perché del Geografo? Perché in questa Villa (che nel corso degli anni ha subito numerose opere di rifacimento) abitò un celebre geografo e astronomo del 1400: Paolo dal Pozzo Toscanelli. Fu un grande precursore: le sue osservazioni di comete sono le prime di cui abbiamo notizia e sulla base della Geografia di Tolomeo disegnò un planisfero, purtroppo perduto, che mostrava come si potessero raggiungere le Indie attraverso l’Oceano Atlantico. Per celebrare la sua grandezza gli sono stati dedicati l’asteroide 8209 Toscanelli, un cratere sulla Luna di 7 km di diametro e, sempre sulla Luna, una catena di montagne di 70 km di lunghezza: la Rupes Toscanelli. Mi piace pensare che la bellissima mappa disegnata sulla parete di ingresso sia dedicata alla sua opera: è un vero peccato che questa Villa così importante sia in stato di abbandono e decadenza.
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POSTED ON 19 Set 2024 IN
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La Villa del Cavaliere è un incubo che si realizza. Era un mio obbiettivo da tanto tempo, avevo già tentato senza risultati, ma finalmente, in un caldo e torrido ferragosto, sono riuscito a sfatare il mito di San Giorgio. Si, perché questa incredibile villa prende anche il nome dalla scultura nel salone principale che sembra rappresentare la leggenda del martire, il bene che sconfigge il male, di San Giorgio che uccide il drago. E l’accostamento è sin troppo facile, naturale, fisiologico.
La leggenda narra che Giorgio fosse un nobile cavaliere errante, originario della Cappadocia (nell’attuale Turchia), di fede cristiana. Apostolo su un bianco cavallo, giunse un giorno nel regno di Silene, in Cirenaica, che era funestato dalla presenza di un terribile drago, la cui forza distruttrice poteva essere contenuta solo da sacrifici umani. Fu proprio il “soldato di Cristo” a salvare dalle fauci del mostro la figlia del re, e come ricompensa non volle né onori né denari, ma che tutto il popolo si convertisse ricevendo il battesimo.
La Villa del Cavaliere è molto particolare: ci sono evidenti segni di lavori in corso, come se da qualche anno si cercasse un restauro. Purtroppo la situazione è ferma da tempo e le storie che si tramandano fra appassionati di urbex sono sempre intriganti, misteriose e aggiungono dettagli di volta in volta: qualche anno fa si parlò di visite a pagamento, un gruppo di fotografi tedeschi era riuscito a contattare la proprietaria per entrare legalmente. Poi si iniziò a raccontare di visite guidate, telecamere, controlli, denunce (quelle non mancano mai).
Da fuori la struttura è meravigliosa, ricorda un castello, una fiaba d’altri tempi. Ho deciso di non pubblicare foto per evitare un facile riconoscimento, ma la Villa è molto conosciuta: non c’è quasi nulla da rubare, ma la mano cretina dei vandali è sempre in agguato. Io finalmente sono riuscito, anche con qualche rischio, a sfatare il mito di San Giorgio: spero che il futuro riservi al cavaliere e al Drago qualche lieta sorpresa.
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POSTED ON 16 Set 2024 IN
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POSTED ON 11 Set 2024 IN
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Lolo Ferrari, pseudonimo di Ève Geneviève Aline Vallois, è stata un’attrice, attrice pornografica, ballerina e cantante francese di origini italiane. Dopo aver lavorato come modella, all’inizio degli anni ’90 si sottopose a 22 operazioni chirurgiche per aumentare le dimensioni del seno (Lolo in francese è il vezzeggiativo di tette), portandolo a una grandezza di 180 cm: il Guinness dei primati la ricorda per questo come la donna dal décolleté più grande di tutti i tempi.
La leggenda vuole che l’ultima coppia di protesi, riempite di soluzione salina invece che di silicone per evitare il rischio di overdose in caso di rottura, sia stata realizzata da uno degli ingegneri che hanno progettato il Boeing 747. Pesavano 2,8 Kg l’una e costringevano Lolo a indossare un reggiseno taglia 36 coppa T, anche questo progettato apposta per lei.
Verso la fine del secolo scorso, grazie al suo enorme seno, divenne molto famosa e recitò in diverse produzione pornografiche. Provò anche la strada del cinema impegnato e incise due dischi che ebbero un discreto successo in Francia. Ma nel frattempo la depressione, che la perseguita sin da giovane, iniziò a prendere connotati troppo importanti. Il 5 marzo del 2000 viene trovata una mattina priva di vita nel suo letto, nella casa che divideva con il marito. Le cause del decesso furono attribuite a un’overdose di antidepressivi, ma i dubbi non furono mai realmente fugati.
Cosa abbia ucciso veramente Eva Valois, in arte Lolo Ferrari (e ci sarebbe l’imbarazzo della scelta) è uno dei misteri dello showbiz che mai si risolverà.
Sono passati 24 anni da quel giorno e la Villa di Lolo Ferrari è rimasta immobile, immutata nel tempo. Una delle esplorazioni più assurde che abbia mai fatto: il termine kitsch impregna le pareti, i mobili, qualsiasi angolo della casa. Tutto quanto è rosa, assurdo, eccessivo. Non fosse per i preservativi sul letto di una delle due stanze del piano di sopra (scaduti nel marzo 1998) potrebbe sembrare l’assurda casa di Barbie. Per qualche minuto mi è sembrato di essere fuori dal tempo, in un’epoca lustrini e pailettes colorata di rosa e senza senso alcuno.
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