Villa Piume è una piccola villetta di due piani dispersa fra le montagne. E se scrivo dispersa intendo davvero dispersa, lontana da qualsiasi forma di civiltà evoluta. Quando siamo arrivati mi è sembrato un miraggio e, prima di entrare, mi sono chiesto ma chi me l’avesse fatto fare. In realtà Villa Piume, così definità per l’esagerata quantità di piume nell’ultima stanza, è un piccolo gioiello del mondo urbex, con dilatati segni di abbandono, ma con quella calma e morigeratezza tipica delle case di montagna. Il testo scritto dall’amica Vanessa (è una traduzione) è semplicemente perfetto:
Questa esplorazione mi resterà nel cuore: mentre mi trovavo al secondo piano dalla finestra scorgo due signori, anziani, che controllano la mia macchina. È chiaro che sono della zona e sono incuriositi da quell’automezzo sospetto: chi mai poteva avere l’ardire di salire in quel posto dimenticato da dio? Li sento avvicinare alla casa, e dopo qualche secondo, mi accorgo di un vociare al piano inferiore. In silenzio mi sposto nella stanza dove Lorena era intenta a fotografare: anche lei si è accorta delle presenze, non siamo soli. Dopo poco decido di scendere per presentarmi con un solare buongiorno con il risultato di spaventare a morte i due malcapitati che sobbalzano e gridano dalla paura. Ma il sorriso vince e capisco subito che l’atmosfera è rilassata: sono due inglesi, non più giovanissimi, che vivono nelle case poco distanti. Lui è bellissimo, con una barba bianca da fotografare, sono entrambi sorridenti e simpatici. Ci raggiunge Lorena e iniziamo a parlare in inglese: ci raccontano della loro provenienza, spieghiamo la passione per la fotografia di luoghi abbandonati e scattiamo un selfie ricordo. Un incontro in urbex che racconteremo ai nostri nipoti. ;)