Natural

POSTED ON 3 Mag 2023 IN Portrait     TAGS: MODEL, beauty, glamour, kingoftherings

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Sweet

POSTED ON 3 Mag 2023 IN Portrait     TAGS: MODEL, beauty, glamour, kingoftherings

Sweet

In Your Direction

POSTED ON 2 Mag 2023 IN Portrait     TAGS: MODEL, beauty, glamour, kingoftherings

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Chiesa di Santa Caterina

POSTED ON 1 Mag 2023 IN Reportage     TAGS: church

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Dopo due anni ho deciso che è giunto il momento di tornare religiosamente -con le foto- in Valle Ellero e dopo il Santuario di Santa Lucia è arrivato anche il momento della Chiesa di Santa Caterina a Villavecchia, frazione del comune di Villanova Mondovì. Entrambe le visite guidate (Santuario e Chiesa) sono state accompagnate dall’architetto Marcello Boetti (che ringrazio) con il meraviglioso gruppo vacanze di MondovìPhoto. Quando ho fotografato l’architettura della chiesa di Santa Caterina mi sono sentito decisamente in difficoltà, non riuscivo a trovare la quadratura del cerchio e tutte le foto mi sembravano storte. La nostra guida deve avermi sentito imprecare e mi ha subito corretto: “Ma guarda che è proprio la chiesa ad essere storta!”. Ah, ecco!

Numerose sono le irregolarità della costruzione medievale della chiesa: nessuna campata ha una pianta regolare; i pilastri non sono allineati; la navata centrale si restringe per le prime quattro campate, poi piega a sinistra; la parete di testa delle navate laterali è obliqua.

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Il Santuario di Santa Lucia

POSTED ON 1 Mag 2023 IN Reportage     TAGS: monument, church, drone

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Il Santuario di Santa Lucia si trova nel comune di Villanova Mondovì, abbarbicato in cima alla montagna sulla strada che porta verso Roccaforte. Si tratta di un antico ospizio costruito fra il 1500 e il 1800 aggrappato alle pendici del Monte Calvario, a strapiombo sul torrente Ellero. La sua particolarità è la Chiesa principale ricavata all’interno di una grotta nel quale è conservata la statua di Santa Lucia; questa caratteristica inserisce Santa Lucia in una rete di spettacolari santuari incastonati nella roccia e che comprende, fra gli altri, il Santuario Madonna della Corona a Verona e il Santuario di Rocamadour in Francia.

Diciamo che il santuario di Santa Lucia – quel nido d’aquila aggrappato alla roccia che probabilmente tutti conoscono, se non altro per averlo visto percorrendo la strada Villanova-Roccaforte – consiste essenzialmente in una grande caverna naturale scavata nella roccia calcarea che si apre su un fianco del monte Momburgo, comunemente detto Monte Calvario. La grotta – profonda una ventina di metri e larga pressappoco 8 – è stata adattata da alcuni secoli ad aula ecclesiale e dedicata alla venerazione di S Lucia di Siracusa, martirizzata durante la persecuzione di Diocleziano intorno al 304 d.C. Completano questa grotta-chiesa due edifici costruiti rispettivamente davanti e di fianco ad essa, appollaiati su una ripida parete rocciosa.

Il Santuario fu molto importante durante la resistenza partigiana fra il 1943 e il 1945. Qui veniva stampato clandestinamente la Rinascita d’Italia, curato dal prof. Giovanni Bessone. Nel sottotetto, nascosti e protetti dalla suore e da don Pietro Servetti arciprete della parrocchia di Santa Caterina di Villanova, trovarono rifugio molti partigiani tra cui il frabosano don Giuseppe Bruno, soprannominato “il prete dei Partigiani”, che fondò il gruppo “Azione e ordine”.

Chiniamo il volto rigato di lacrime sui nostri morti, sulle rovine dei nostri paesi, ma diciamo a tutti i fratelli che crediamo sempre più fermamente, proprio per il nostro strazio, alla Rinascita d’Italia. Perché ogni nascita si compie, per ineluttabile legge di natura, nel dolore e nel sangue.

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Teatro Rosso

POSTED ON 30 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, theater

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L’esperienza al teatro Rosso è stata molto sgradevole. E forse è un peccato perché riguardando le foto non è nemmeno così male, anzi, gli spunti fotografici sono decisamente interessanti. Purtroppo come tanti luoghi abbandonati è diventato preda di occupatori abusivi, animali che mangiano oro e cagano piombo come avrebbe detto mio padre; e camminare con i piedi nel guano di piccione non è una bella esperienza.

Questo piccolo teatro si trova ai margini di una città di provincia del Nord Italia, da fuori ha un aspetto moderno, quasi razionale, ma appena entrati si percepisce la differenza fra interno ed esterno. È un unico ambiente, non mi sono addentrato alla ricerca delle quinte, con una scala in cemento (orrenda) che collega platea e galleria. Gli arredi sono completamente in legno, sarebbe meglio dire erano, molto retrò, l’umidità ha preso il sopravvento (la zona non è una delle migliori da quel punto di vista) e dal soffitto iniziano a staccarsi pezzi di intonaco e mattoni: praticamente un disastro. Come diciamo noi appassionati del genere: non vale la pena, giusto 2 foto, ma se passi in zona…

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Volta dello Scalone di Palazzo Reale

POSTED ON 28 Apr 2023 IN Landmark     TAGS: museum, history, wideaperture

Volta dello Scalone di Palazzo Reale

Gemma di Riso

POSTED ON 27 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, industrial

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Quando si visita una villa abbandonata, oppure un’abitazione privata, si capiscono e percepiscono le persone che l’hanno vissuta. Il loro stile di vita, le loro passioni, come si vestivano. È un gioco di ricerca a ritroso nel tempo, è una specie di causa/effetto per molti versi anche intrigante e affascinante. Nell’urbex industriale la partita è completamente diversa, perché sono luoghi meno intimi, il rovescio della medaglia consiste in una ricostruzione più semplice della storia: gli elementi sono pochi e generalmente più basici.

Nel caso di questa piccola azienda per la produzione di riso (non vi nascondo ovviamente che siamo nella zona del Vercellese) ho trovato però un paio di elementi decisamente destabilizzanti e fuori luogo. Perchè in mezzo agli uffici, ai magazzini per lo stoccaggio, i bagni, i macchinari e le solite immagini religiose, abbiamo trovato un motoscafo e un calciobalilla. Quest’ultimo decisamente affascinante: immaginare i dipendenti, che finito l’orario di lavoro, oppure in pausa, si sfidavano a partite di biliardino fa pensare ad un’atmosfera molto famigliare e serena.

Ma il motoscafo? Cioè, capisco le risaie allagate, ma il motoscafo? Devo ammettere che quando l’ho visto sono rimasto decisamente perplesso; mi sono immaginato l’utilizzo del motoscafo come mezzo per muoversi nelle risaie al fine controllare le piantagioni; ovviamente sto scherzando (meglio dirlo prima che qualcuno mi prenda sul serio), certo una passione per il mare e la motonautica del titolare potrebbe essere. L’unica soluzione plausibile all’indovinello. E niente, ci sto ancora pensando adesso.

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Elliott Erwitt “Family”

POSTED ON 26 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: EVENT, museum

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Il 3 Marzo scorso, nella splendida cornice della palazzina di Caccia di Stupinigi, ho presenziato all’inaugurazione della mostra del grande Elliott Erwitt. La mostra s’intitola Family e raccoglie gli scatti del maestro che hanno meglio descritto il concetto inesprimibile e totalizzante della famiglia. La mostra consta di non so quante foto, non ho trovato il numero e non le ho contate (ma sono tantissime), tutte rigorosamente in bianco e nero come nello stile del fotografo statunitense; raccontano in modo variegato e moderno il concetto di famiglia e rappresentano uno spaccato molto interessante della nostra società. Il tutto visto attraverso la lente ironica, ma anche dolce e sprezzante, di Erwitt. E’ una mostra assolutamente da vedere se siete appassionati di fotografia, ma anche se non lo siete: sino all’11 giugno 2023.

Elliott Erwitt, nato Elio Romano Erwitz (Parigi, 26 luglio 1928), è un fotografo statunitense specializzato in fotografia pubblicitaria e documentaria, noto per i suoi scatti in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche e assurde di tutti i giorni. Seguì lo stile di Henri Cartier-Bresson, maestro nel cogliere l’attimo decisivo.

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Like an Egyptian

POSTED ON 26 Apr 2023 IN Landmark     TAGS: museum, wideaperture, 50ne

Like an Egyptian

Villa Anastasia

POSTED ON 25 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Mi ero segnato 4 pin (puntaspilli da mappa) da verificare, perché ero convinto che in quella zona ci fosse una location poco conosciuta, ma molto intrigante. I primi tre sono un buco nell’acqua e perdo un po’ di quella fiducia che mi aveva accompagnato dalla sera prima. Per riposarmi qualche minuto entro in un caffè (splash!), ma mentre sono al bancone guardo fuori e noto un portone, antico e malandato, leggermente aperto. Proprio di fronte al bar, davanti al mio muso. Ho pensato che un tentativo avrei potuto farlo. Come darmi torto?

Esco dal caffè, mi asciugo al sole di febbraio, attraverso rapido la strada, guardo intorno con indifferenza e spingo piano il portone. Si apre lentamente, con un rumore sinistro, e davanti ai miei occhi si presenta la visione di un giardino in pessimo stato, una scala e un porticato. Chiedo sommessamente il permesso di entrare, richiudo il portone e salgo le scale. È un labirinto nel quale è facile perdersi: giro un paio di stanze vuote, il luogo è chiaramente disabitato e in stato di abbandono da tempo. Ci sono calcinacci, pareti scrostate, polvere. Ad un certo punto giro un angolo e, pensate a una qualsiasi esclamazione di sorpresa blasfema, mi ritrovo in una stanza con un meraviglioso soffitto affrescato, un letto, un materasso altissimo e un mobile: non è la location che cercavo, ma è comunque qualcosa di meraviglioso e mai visto prima. Sento crescere l’ansia perché non capisco esattamente dove mi trovo, prendo il treppiedi e scatto con il grandangolo. Entro nella stanza successiva ed eccomi in una cucina, antica, con il soffitto completamente dipinto con immagini di volatili, al centro una di quelle stufe che da queste parti viene chiamata putagè, un lavello in marmo, una credenza, una scopa di saggina e diversi oggetti impolverati. Prendo il 50mm, ovviamente alla massima apertura disponibile e inizio a perdermi nei dettagli.

Continuo il mio giro, ma non c’è molto altro: una camera da letto semidistrutta, diverse stanze vuote, pareti colorate di un rosso vermiglio che fulmina, un caminetto, un corridoio esterno (che guarda sul giardino). Scatto tutto il possibile con un certa fretta, ritorno, non senza essermi perso un paio di volte, alle scale, attraverso il giardino ed esco. Sono fuori, l’adrenalina cala drasticamente, controllo il display della macchina fotografica e sono decisamente soddisfatto: non è stato un viaggio a vuoto (ed è sempre una bella sensazione). Torno alla macchina e inserisco sul navigatore le coordinate della quarta location da verificare. Vi svelo un segreto, ma non ditelo a nessuno: l’avevo lasciata per ultima perché tanto fuori mano, un po’ nascosta fra le campagne, ma inaspettatamente si rivelerà quella giusta. Ma è un’altra storia che al momento preferisco non raccontare.

Perché Villa Anastasia? Non lo so in realtà, ma è stato un colpo di fulmine: volevo un nome aristocratico e la dinastia Romanov mi è sembrata perfetta.

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Macra, Sant Marcelin e Fotografia

POSTED ON 25 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: EVENT, silver, drone

Lo Cepon e la fiaccolata d'oc

Lo scorso week-end ho partecipato alla 2 giorni di fotografia organizzata da Progetto HAR in occasione della festa di Sant Marcelin (che tornava dopo tre anni) a Macra, in valla Maira, dove si parla occitano, si mangia alla moda de lhi Anchoiers, si suona, si canta, si va in processione.

Si trattava di una maratona fotografica organizzata su due giorni (niente male) con fotografie da scattare dal mattino alla sera e divisa in 12 temi con chiari riferimenti alla festa. Purtroppo fra il lavoro e la distanza ho faticato a rispettare perfettamente tutte le tematiche (mi sono perso la processione di domenica mattina e il corteo musicale di sabato) e ho dovuto inventare, con qualche colpo misto di fortuna e genio: nel senso che portarmi dietro la chitarra è stata una buona pensata, mentre scovare il santo pronto sul pick-up il giorno precedente la processione è una via di mezzo fra intuizione e fortuna.

Ho tirato fuori 12 scatti che in parte mi soddisfano molto (alcuni davvero molto) e altri meno, come è normale in ogni maratona fotografica che si rispetti: ho scelto il bianco e nero perché credo che il racconto e la storia di una tradizione centenaria come la fiera di Sant Marcelin possa meritare questa scelta. Per trovare una quadra che mi potesse dare soddisfazione ho fotografato con il grandangolo, il tele, il normale e il drone: avevo anche il macro, ma non è servito. Ho utilizzato il treppiede, il polarizzatore, un filtro neutral density e un filtro star (che si vede nella foto di copertina sulle fiaccole). Le immagini sarebbero da spiegare e associare al tema, ma sarebbe troppo complicato: trovate comunque il titolo nella descrizione della foto.

Dinar a la moda de lhi AnchoiersBaluma, forsa Baluma! Forsa Imparuma!

Una cartolina per MacraChiese come paesaggiPietre che parlano

La musica è nel cuore ma anche sul sentiero dei ciclamini

Nel Gran Ballo OccitanoMarcelin e gli altri in processione

Bancarelle che bellezza!Le montagne di ChinaA cavallo per la prima volta

Accademia delle Scienze di Torino

POSTED ON 21 Apr 2023 IN Landmark, Reportage     TAGS: EVENT, museum, monument, history

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L’Accademia delle Scienze di Torino nasce nel 1757 per iniziativa del conte Angelo Saluzzo di Monesiglio, del medico Giovanni Francesco Cigna e del matematico Luigi Lagrange. Nel 1783 Vittorio Amedeo III concede le lettere patenti di fondazione della Reale Accademia delle Scienze. Il motto scelto dai Soci Veritas et utilitas esprimeva il duplice impegno dell’Accademia per il progresso della scienza e per la sua finalizzazione a vantaggio della società.

Mercoledì scorso, con la guida di Elena Borgi, responsabile della biblioteca, mi sono lanciato in un viaggio nella storia e nella scienza che posso, senza dubbio, definire meraviglioso. L’ambiente è di rara bellezza, le sale che abbiamo visitato conservano un fascino trepidante e non possono che stupire e meravigliare chiunque abbia l’onore di varcare la soglia di ingresso. Avevo già visto qualche immagine della Sala dei Mappamondi, che deve il nome ai due preziosi globi del cartografo veneziano Vincenzo Maria Coronelli conservati al suo interno, ma osservarla dal vivo lascia davvero senza fiato. E poi si passa nella sala della lettura (superando i busti di Pitagora e Euclide) che forse è meno scenografica, ma che mostra un soffitto incredibile (affrescato con soggetti ispirati all’ornitologia, tra cui gufi, struzzi, pavoni e pellicani) e ha le pareti ricoperte da librerie in legno che ospitano le collezioni librarie più antiche.

Ci sarebbero un’infinità di storie da raccontare, ma come sempre mi piace dire io faccio foto, mica scrivo. Sul sito dell’Accademia si può leggere la storia di questo luogo che mi ha lasciato delle sensazioni che posso definire da brividi (anche grazie al racconto e alla competenza di Elena Borgi). Dopo la visita ho iniziato ad ascoltare il podcast La Scienza, che storia!, prodotto dall’Accademia (al momento sono 9 puntate) e che parla di divulgazione storico-scientifica in modo semplice e, per certi versi, anche divertente. Ho scelto 20 foto e purtroppo non sono molto soddisfatto: il tempo è stato tiranno e non ha aiutato il compito del povero fotografo. Mi sarebbe piaciuto avere più spazio, più calma e meditare maggiormente prima di premere il pulsante di scatto: ma devo ammettere che quando osservo queste immagini mi tornano bene in mente le sensazioni che ho provato e il profumo della biblioteca.

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Vale Petrilla

POSTED ON 19 Apr 2023 IN Street, Performing Arts     TAGS: streetartist, 50ne

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La gentilezza è la più grande forma di ribellione e la musica, il più potente mezzo di condivisione.
– Vale Petrilla

Venere

POSTED ON 19 Apr 2023 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, silver

Venere

Hypnotize

POSTED ON 19 Apr 2023 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, silver

Hypnotize

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