La Casa del Pilota Decorato vive nel ricordo del coraggio, quello del pilota che, morto per un incidente nel 1940, aveva ricevuto due medaglie d’argento al valor militare. La casa è immersa nel silenzio, l’unico rumore che interrompe la quiete è il mio respiro e il leggero scricchiolio dei pavimenti sotto i miei passi. Non ho ancora iniziato a fotografare, fuori dalla finestra vedo passare un ciclista, ma è concentrato sulla strada e non si accorge del sottoscritto. Il luogo ha un’atmosfera sospesa, quasi irreale, come se il tempo si fosse fermato. Qui, un eroe di guerra ha lasciato tracce indelebili, e con lui, la sua famiglia ha continuato a vivere nel ricordo, per tanti anni, dopo la sua morte.
Salgo le scale e noto un poster davvero strano: è una Porsche Martini Racing, in gara a Digione (il sodalizio Martini Racing e Porsche è iniziato nel 1971 per terminare nel 1980). La presenza di un simile pezzo di quasi modernità in una casa che conserva la memoria di un uomo decorato per il suo valore militare sembra un curioso contrasto, ma anche un segno che la vita, nonostante tutto, andava avanti. A metà delle scale c’è un bagno, e sopra la porta un piccolo spazio dove sono stati sistemati alcuni libri. Sembrano appartenere a una sorta di piccola biblioteca, un angolo di conoscenza e cultura che oserei definire alquanto bizzarro.
La Casa del Pilota Decorato era un monumento alla memoria, ogni angolo è impregnato di storia, di emozioni e di ricordi che raccontano non solo la vita di un eroe, ma anche quella di una famiglia che ha vissuto il lutto, la memoria e il sacrificio per decenni. Nonostante l’abbandono e la polvere che ricopre ogni superficie, la casa mantiene viva la memoria del pilota e della sua famiglia, una testimonianza di coraggio, amore e devozione che spero non sarà mai dimenticata.