contatore gratis

White Monday /Lara

POSTED ON 27 Apr 2025 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, kingoftherings, whitemonday

lara_mondaywhite /04

lara_mondaywhite /01lara_mondaywhite /02lara_mondaywhite /03

La conoscenza è nelle nostre mani

POSTED ON 27 Apr 2025 IN Landmark, City & Architecture     TAGS: art, museum

La conoscenza è nelle nostre mani /01La conoscenza è nelle nostre mani /02

Sabato sono stato a Torino per visitare alcune mostre fotografiche (quella di Henri Cartier-Bresson a Camera era davvero stupenda, emozionante, una documentazione straordinaria del nostro paese nel secolo scorso) e, passeggiando in direzione Piazza San Carlo, quasi per caso, sono capitato in via Bruno Buozzi, dove mi sono imbattuto in un’opera davvero molto particolare (e sorprendente): due mani bianche che sorreggono un pianeta rosso… Marte.

Il messaggio che l’opera vuole trasmettere è chiaro e potente: la conoscenza dello spazio è nelle nostre mani. Siamo noi, grazie alla curiosità e alla tecnologia, ad avere il potere di esplorarlo e studiarlo. Un’installazione che si collega a una mostra altrettanto affascinante, Macchine del tempo. Il viaggio nell’universo inizia da te, ospitata alle Ogr fino al 2 giugno.

Questa mostra, ideata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), offre un’esperienza immersiva che accompagna i visitatori in un viaggio attraverso stelle, galassie, pianeti extrasolari, asteroidi e buchi neri. Un percorso che mescola installazioni interattive, ambientazioni coinvolgenti e videogiochi in stile anni Ottanta, permettendo al pubblico di esplorare la storia dell’Universo grazie alle scoperte scientifiche più recenti.

Villa dei Ventagli

POSTED ON 27 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, mansion

Villa dei Ventagli /64

Raccontare e descrivere Villa dei Ventagli non è affatto semplice, perché si tratta di un’esperienza unica, come direbbe Battisti, un tuffo dove l’acqua è più blu, un viaggio che ti porta in un luogo anche più affascinante del solito. Non voglio soffermarmi troppo sulle circostanze del perché, voglio partire subito con la storia. Sono arrivato al mattino presto, il tempo a mia disposizione era pochissimo. Alle 6.30 ero davanti al cancello, e alle 8 avrei dovuto essere già fuori. Il tempo è tiranno, la sicurezza una priorità: il luogo è controllato e molto in vista, l’esplorazione deve essere discreta, quasi invisibile. Il giardino è completamente incolto, e già da fuori si capisce che la casa è in stato di abbandono almeno apparente. L’ingresso non è semplice, si scavalca un cancello alto, ma con velocità di esecuzione e un po’ di coraggio, in pochi secondi, sono all’interno.

Una volta dentro, mi dirigo subito verso la stanza principale, la sala padronale, e il suo fascino mi rapisce. È proprio come l’avevo immaginata, come l’avevo vista nelle foto. Fuori è ancora buio, l’alba si sta facendo strada, e mi rendo conto che la luce cambierà rapidamente, diventando più intensa di almeno due stop. Scatto alcune foto di sicurezza per non perdere nulla, e salgo le scale. Arrivato al secondo piano, mi accorgo subito che la luce è più forte. Il sole è uscito, e la stanza appare con una chiarezza che mi permette di notare ogni dettaglio. La prima cosa che cattura la mia attenzione è uno studio, un po’ disordinato: sul tavolo c’è un catalogo di figurine Liebig. Si tratta di una raccolta storica, pubblicata ininterrottamente dal 1872 al 1975: non ne avevo mai viste così tante insieme, una meraviglia. E poi quella scimmia, non ho parole per descriverla.

Le stanza da letto è altrettanto affascinante, forse anche di più, e il volto di un felino su un tappeto mi osserva dalla balaustra delle scale. Ridiscendo, fermandomi a fotografare una mensola con un coniglio che sembra quasi reale. Arrivo all’ingresso, dove la porta principale è sprangata. Fotografo i quadri con i ventagli appesi alle pareti: ventagli d’epoca, molto probabilmente, con solo il pavese dentro una cornice. Una statua in legno, di provenienza esotica, mi osserva con un ghigno di disprezzo, scatto una foto alla veranda, i cui colori sono caldi, dolci e intensi grazie alla luce dell’alba che sta ormai filtrando dalle vetrate. C’è anche un bagno curioso, con un lavandino verde e uno stanzino con il telefono, dove probabilmente la padrona di casa, alla fine del secolo scorso, trascorreva molto tempo attaccata alla cornetta.

Il cuore pulsante della villa, però, è senza dubbio la sala. Addirittura cinque grandi finestre illuminano la stanza, e ovunque ci sono ventagli: appesi alle pareti, in vetrina, sopra un tavolo, attorno al caminetto, sulle sedie; al centro della stanza un mobiletto con le ruote, pieno di alcolici, attira la mia attenzione (non potrebbe essere altrimenti). Mi concentro e scatto quante più foto possibili, anche troppe, cercando di catturare ogni particolare e ogni ventaglio. Il tempo scorre veloce, il limite orario si avvicina, devo andare. Non sono del tutto soddisfatto delle foto, ma mi accontento della luce che sono riuscito a sfruttare e dei colori che ho catturato. Ho fretta.

Prima di uscire, noto una tartaruga sotto una sedia, apparentemente a riposo, ma con uno sguardo di sfida, sfrontato, fastidioso. Sposto leggermente la sedia, la fotografo, e poi fotografo nuovamente la stanza, un’ultima volta. Finalmente, lascio la villa, esco dall’algoritmo. Sono fuori in giardino, non c’è nessuno. Scavalco nuovamente il cancello e, mentre mi allontano, vedo un signore che mi saluta gentilmente. Ricambio il saluto, buongiorno, e salgo in macchina. E’ stata un’esplorazione breve, ma intensa, emozionante e affascinante. La villa racconta la storia di una persona, una collezionista, che per la sua passione avrebbe fatto qualsiasi cosa: figurine, ventagli, bamboline strane, oggetti di ogni tipo. Una persona che amava raccogliere e custodire, che amava il bello. Mi allontano, sperando che questa villa, come tante altre, non finisca nell’oblio dei famigerati urbexer e nelle mani di chi, purtroppo, cercherà di rubare e distruggere. Ad Maiora.

Villa dei Ventagli /01Villa dei Ventagli /02

Villa dei Ventagli /03Villa dei Ventagli /05Villa dei Ventagli /54

Villa dei Ventagli /08Villa dei Ventagli /10

Villa dei Ventagli /09

» CONTINUA A LEGGERE «

Tramonto sulla Val Mivola

POSTED ON 26 Apr 2025 IN Landscape     TAGS: travel, sunset

Tramonto sulla Val Mivola

La Villa del Patriota

POSTED ON 25 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, mansion

La Villa del Patriota /25

La Villa del Patriota è una di quelle esplorazioni urbex che lasciano il segno. Mi era stata consigliata con entusiasmo, e non a caso: questa villa incarna perfettamente il fascino della decadenza e dell’antico. È una dimora molto datata, e lo si percepisce subito.

Appena entrati si viene immersi in un passato lontano. Gli oggetti rimasti risalgono ai primi del Novecento, quindi a oltre un secolo fa. La villa deve il suo nome alla presenza, nella stanza principale, di un quadro raffigurante Mazzini e Garibaldi. Quella stanza, vista in precedenza in alcune foto, è decorata con una tappezzeria azzurra a quadretti che ricorda le tovaglie tipiche delle case di campagna italiane. Un dettaglio semplice, ma difficile da dimenticare.

Ho esplorato ogni angolo della casa con attenzione. Ogni ambiente sembrava raccontare una storia. Il bagno conserva ancora un sanitario dei primi anni del secolo scorso, le piastrelle sono quelle di una volta, e la sala da pranzo è ricca di oggetti antichi: una cartina del Touring Club Italiano (con la pubblicità della benzina Lampo) e l’annuario generale 1932-33, scatole di tonno d’epoca, vecchi biglietti da visita, lettere e volumi antichi. Alcuni di questi oggetti non li ho fotografati, per rispetto della privacy, vista la presenza di nomi e dettagli personali.

Poco prima di uscire ho avuto una strana sensazione, come se mancasse qualcosa. Un ricordo sfocato, ma insistente, mi riportava alla stanza con la famosa tappezzeria azzurra. La mia memoria, solitamente labile, ha avuto la meglio sulla fretta. Così ho deciso di tornare indietro e controllare di nuovo. Ho perlustrato la casa più volte, senza successo. Eppure quella stanza doveva esserci, ero sicuro. A un certo punto ho pensato alla scala secondaria, mi era sfuggita. In cima, due stanze. Una era quasi vuota, conteneva solo un baule pieno di fogli, libri, spartiti musicali. L’altra, invece, era esattamente quella che stavo cercando: non avrei mai pensato fosse così isolata.

Quella stanza è il cuore della villa. Anche se in condizioni precarie, sporca, con mobili rotti, muffa sul pavimento e oggetti sparsi, conserva un’atmosfera delicata. Sulla parete troneggia il quadro con Mazzini e Garibaldi (pensiero ed azione) che dà il nome alla casa. Il disegno sembra ricalcare uno stile patriottico tipico di fine Ottocento, in cui Mazzini e Garibaldi (o altri padri fondatori dell’Unità d’Italia) vengono inseriti in una cornice decorativa con alloro e strette di mano, a celebrare l’unione e l’ideale nazionale. Queste stampe erano comuni nelle case italiane tra fine ‘800 e primo ‘900, soprattutto in ambienti borghesi o popolari con forti sentimenti risorgimentali. Non è una delle immagini più famose in assoluto, ma rientra in un filone molto diffuso: illustrazioni e stampe commemorative realizzate dopo l’Unità d’Italia, spesso distribuite in occasione di anniversari o ricorrenze. La litografia originale, datata 1874, è in mostra al Museo del Risorgimento di Torino.

Intorno, un insieme eterogeneo di oggetti: un paio di scarpe, un ombrello rotto, vecchi libri, una croce, due bauli devastati, un brutto uccello impagliato. Ogni dettaglio racconta un frammento di passato. Uno dei documenti trovati riportava la data: 1919. Si trattava di un quaderno di scuola elementare, scritto da una bambina, un dettato sull’acqua. Questo mi ha fatto riflettere su chi potesse aver vissuto lì. Forse persone che avevano conosciuto direttamente il periodo post-unitario, o che ne avevano comunque conservato una memoria forte. È affascinante pensare che queste stanze siano l’eco di vite lontane, eppure ancora presenti nei segni lasciati tra quelle mura.

È stata una visita intensa, ricca di suggestioni. Un frammento di storia e memoria sospeso nel tempo, difficile da dimenticare. Oggi è il 25 Aprile e si festeggia la liberazione dalla tirannia nazi-fascista, ma il patriota mi ha fatto pensare a questi oltre 150 anni di Unità d’Italia: che sia il Risorgimento oppure la Liberazione, per guardare al futuro con fiducia è fondamentale non dimenticare il passato e le persone che hanno dato la loro vita per la Patria.

La Villa del Patriota /24La Villa del Patriota /26

La Villa del Patriota /28La Villa del Patriota /32La Villa del Patriota /35

La Villa del Patriota /33La Villa del Patriota /34

» CONTINUA A LEGGERE «

Timore

POSTED ON 24 Apr 2025 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, beauty, 50ne

Timore

Doveva essere un altro scatto del set sensualità, e invece è diventato… tutt’altro. Probabilmente colpa mia, anzi, sicuramente. Durante lo shooting, nel mio solito (patetico) tentativo di essere simpatico, ho detto qualcosa di strano, di bizzarro. Non ricordo esattamente cosa: una battuta, forse una richiesta un po’ ambigua, insomma, uno di quei momenti in cui la comunicazione tra fotografo e modella diventa… creativa (diciamo così).

Il risultato? Chiara non ha risposto con uno sguardo sensuale. Ha risposto con uno sguardo di puro timore. Occhi spalancati, corpo un po’ irrigidito, espressione da ma questo cosa vuole? Una frazione di secondo, ma sufficiente a scattare. E paradossalmente… lo scatto mi piace moltissimo. Certo, forse non rientra nella categoria sensualità, ma racconta qualcosa di vero, di spontaneo, di imprevisto. E qualche volta, raramente, è proprio lì che si nasconde la magia.