contatore gratis
Il Castello di Carta
POSTED ON 12 Feb 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX

Il Castello di Carta /03

Chi aveva esplorato prima di me mi aveva descritto una situazione drammatica: salire al secondo piano era già stato un azzardo nel 2020, davvero troppo pericoloso. In effetti, il Castello di Castiglione, conosciuto come Castello di Carta, è famoso anche per le sue condizioni precarie. Di carta perché sembra proprio sul punto di collassare da un momento all’altro, come uno di quei castelli che da bambini (ma non solo) costruiscono con le carte da gioco.

Non mi sono arreso, però, e appena ho avuto l’occasione, non mi sono lasciato fermare dalla minaccia di un possibile crollo. Per arrivare al castello, si percorre una salita di circa 400 metri, nel mezzo di un’erba alta e fitta. Il cielo era grigio, minaccioso, e sembrava non promettere nulla di buono. Non appena ho varcato la soglia ho capito che la situazione descritta non era affatto un’esagerazione. Salire al secondo piano per fotografare quel bagno rosa così particolare mi ha lasciato una leggera sensazione di ansia, che è evidente nelle immagini (che sono di pessima qualità). Ma quando stavo per uscire, il cielo ha ceduto: è iniziato un violento temporale estivo.

Nel tentativo di ripararmi ho notato uno squarcio nel muro e, quasi per caso, mi sono infilato dentro. Un colpo di fortuna: ho trovato la chiesa del castello. Non era prevista e non ci speravo: avrebbe dovuto essere murata. Ho sperato che la pioggia smettesse, ma niente da fare, e avevo anche poco tempo. Ho attraversato a tutta velocità il complicato giardino e, con il battito cardiaco a mille, mi sono lanciato sotto la pioggia battente giù per la strada sterrata, la stessa che avevo percorso in salita. Sono arrivato alla macchina completamente fradicio. Ma è stata un’esperienza unica: prima il rischio di crollare dentro un castello ormai dimenticato e poi uscire sotto un temporale improvviso. Un’avventura che valeva la pena vivere, era obbligatorio recuperare!

Il Castello di Carta /06Il Castello di Carta /07

Il Castello di Carta /04Il Castello di Carta /05Il Castello di Carta /08

Il Castello di Carta /10Il Castello di Carta /02

Il Castello di Carta /01

Il Castello di Carta /11Il Castello di Carta /09

Villa Grock -Museo del Clown-
POSTED ON 11 Feb 2025 IN Reportage     TAGS: museum

Villa Grock /01

Villa Grock di Imperia è uno dei luoghi più affascinanti e singolari della Riviera Ligure, un piccolo angolo di storia e arte. La Villa in origine si chiamava Villa Bianca e fu ideata e costruita da Adrien Wettach, in arte Grock, consacrato Re dei clown all’Olympia di Parigi nel 1919: Grock fu una vera e propria star internazionale dall’inizio del novecento fino al suo addio alle scene nel 1954. Artista straordinario: parlava 8 lingue, giocoliere, equilibrista, acrobata, in grado di suonare 14 strumenti musicali, ammaliò il pubblico di tutto il mondo trasformando il suo rotondo nome d’arte in autentica leggenda. La villa, che fu costruita nel 1927, si erge su una collina con una vista mozzafiato sul mare. Il suo ideatore scelse personalmente il terreno e progettò gran parte della tenuta, supportato dal geometra Armando Brignole.

Grock, che aveva conosciuto e si era innamorato di Imperia e del suo territorio grazie ai suoceri originari di Garessio, aveva deciso di rendere la villa un riflesso della sua personalità unica, tanto che la sua abitazione diventò una vera e propria espressione del suo genio artistico. Il parco che circonda la villa è ricco di invenzioni stilistiche e decorative, cariche di simbolismi circensi ed esoterici, tra cui spiccano tre fontane (la grande Peschiera, la fontana dell’Arancio e Per Aspera ad Astra), un suggestivo laghetto con gloriette e un ponticello che conferiscono al giardino una straordinaria atmosfera fiabesca. Ogni angolo della villa sembra raccontare una storia, un mondo lontano che ancora oggi affascina chi lo osservo da lontano e chi ha la fortuna di visitarlo.

La villa fu la casa di Grock fino alla sua morte nel 1959 e, negli anni successivi, la proprietà passò attraverso varie vicissitudini. Negli ultimi decenni del secolo scorso, Villa Grock fu lasciata in stato di abbandono e divenne una sorta di rifugio per chi cercava di scoprirne il passato. Fu proprio durante quegli anni che iniziai a visitarla di nascosto. Mi sentivo attratto dal suo fascino decadente, dalle stanze vuote e dalle antiche strutture che portavano con sé il peso del tempo: era un urbex d’avanguardia, ma ancora non lo sapevo. Ogni angolo sembrava racchiudere un pezzo della vita dell’artista, un ricordo che si stava lentamente dissolvendo. Era una villa che parlava di solitudine, ma anche di un genio che l’aveva abitata, che l’aveva popolata di colori, suoni, risate e magia.

Nel 2002, la Provincia di Imperia acquistò la villa per 1,5 milioni di euro, e in seguito fu avviato un lungo processo di recupero e restauro. Il parco fu riaperto nel 2006, la villa fu riaperta nel 2010, dopo un accurato lavoro di ristrutturazione. La rinnovata Villa Grock non è solo una dimora storica, ma è anche un punto di riferimento culturale per la città. Nel 2013, infatti, venne inaugurato il Museo del Clown all’interno della villa, un museo interattivo che celebra il mondo circense, di cui Grock è stato uno dei protagonisti indiscussi.

Non saprei dire quante volte ho visto Villa Grock, per gli Imperiesi è un punto di riferimento. La sua imponente presenza sulla collina delle Cascine regala quasi una senso di sicurezza. Sono tornato a visitarla, pagando il biglietto, dopo almeno 25 anni, e sono rimasto meravigliato da come il restauro, soprattutto del parco, abbia restituito al pubblico e alla città un angolo di storia che non solo onora la memoria di Grock, ma racconta anche la bellezza di un luogo che ha continuato nel tempo a esercitare un irresistibile fascino su chi, come me, ha avuto la fortuna di vivere la sua storia, la sua bellezza e il suo mistero.

Io sono il risultato di mezzo secolo di osservazione e di ostinazione, del desiderio di perfezionare ciò che era già perfetto. Sono convinto di esserci riuscito.
– Grock

Villa Grock /26Villa Grock /28

Villa Grock /31Villa Grock /32Villa Grock /33

Villa Grock /27Villa Grock /29

Villa Grock /35Villa Grock /36Villa Grock /37

Villa Grock /30

» CONTINUA A LEGGERE «

La casa del pilota decorato
POSTED ON 9 Feb 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX

La casa del pilota decorato /01

La Casa del Pilota Decorato vive nel ricordo del coraggio, quello del pilota che, morto per un incidente nel 1940, aveva ricevuto due medaglie d’argento al valor militare. La casa è immersa nel silenzio, l’unico rumore che interrompe la quiete è il mio respiro e il leggero scricchiolio dei pavimenti sotto i miei passi. Non ho ancora iniziato a fotografare, fuori dalla finestra vedo passare un ciclista, ma è concentrato sulla strada e non si accorge del sottoscritto. Il luogo ha un’atmosfera sospesa, quasi irreale, come se il tempo si fosse fermato. Qui, un eroe di guerra ha lasciato tracce indelebili, e con lui, la sua famiglia ha continuato a vivere nel ricordo, per tanti anni, dopo la sua morte.

La sala è la stanza più bella e importante: mi colpisce subito l’imponenza del quadro che rappresenta Gesù Cristo, appoggiato su una poltrona consunta. Probabilmente è stato appeso a lungo in passato, ma il tempo e l’abbandono hanno trasformato anche quest’immagine sacra in qualcosa di più simile a un vecchio ricordo: qualche esploratore l’avrà appoggiato lì per dargli importanza. Accanto al quadro, una bicicletta malandata giace in un angolo, come se la vita di qualcuno si fosse fermata proprio lì. Dall’altra parte delle stanza, un vecchio televisore sembra essere rimasto fermo in un’epoca che non c’è più. Un quadro con una foto del giovane pilota è appoggiato vicino a una macchina da cucire Wertheim. Accanto a questi oggetti, una carrozzina da neonato fa pensare a una vita che è andata avanti, nonostante la tragedia e la perdita.

Salgo le scale e noto un poster davvero strano: è una Porsche Martini Racing, in gara a Digione (il sodalizio Martini Racing e Porsche è iniziato nel 1971 per terminare nel 1980). La presenza di un simile pezzo di quasi modernità in una casa che conserva la memoria di un uomo decorato per il suo valore militare sembra un curioso contrasto, ma anche un segno che la vita, nonostante tutto, andava avanti. A metà delle scale c’è un bagno, e sopra la porta un piccolo spazio dove sono stati sistemati alcuni libri. Sembrano appartenere a una sorta di piccola biblioteca, un angolo di conoscenza e cultura che oserei definire alquanto bizzarro.

Proseguo nell’esplorazione al piano di sopra e arrivo nelle camere da letto, il disordine è totale, ma l’atmosfera religiosa della casa si fa, se possibile, ancora più tangibile. Appesa al muro c’è una foto di Papa Paolo VI, a testimonianza della forte devozione di questa famiglia. Un madonna di Lourdes (un grande classico sempre presente) è appoggiata su una mobile, a poca distanza dall’immagine del sacro cuore di Gesù, dal soffitto spuntano lampadari dal design singolare, oggetti che appartengono a un’altra epoca. Le stanze trasudano un’aria di sacralità e rispetto, ma anche di solitudine, come se il passato non avesse mai davvero abbandonato questo luogo.

La Casa del Pilota Decorato era un monumento alla memoria, ogni angolo è impregnato di storia, di emozioni e di ricordi che raccontano non solo la vita di un eroe, ma anche quella di una famiglia che ha vissuto il lutto, la memoria e il sacrificio per decenni. Nonostante l’abbandono e la polvere che ricopre ogni superficie, la casa mantiene viva la memoria del pilota e della sua famiglia, una testimonianza di coraggio, amore e devozione che spero non sarà mai dimenticata.

La casa del pilota decorato /02La casa del pilota decorato /07

La casa del pilota decorato /10La casa del pilota decorato /03La casa del pilota decorato /25

La casa del pilota decorato /28La casa del pilota decorato /30

La casa del pilota decorato /06 » CONTINUA A LEGGERE «

La chiesa nuova di San Michele
POSTED ON 8 Feb 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, church

Chiesa Nuova di San Michele /01

Questa piccola chiesa, che si trova poco distante da Firenze, viene definita Chiesa Nuova di San Michele. In realtà la chiesa vecchia, già esistente nel 1243, è in condizioni migliori in quanto è stata recentemente ristrutturata e conserva al suo interno un celebre affresco con una grande scena raffigurante il Giudizio Universale tra la Madonna e San Giovanni Battista, opera di un ignoto artista dei primi del XV secolo. La nuova chiesa fu costruita identica a poche centinaia di metri, ma nel tempo ha perso la sua funzione religiosa ed è caduta nel dimenticatoio.

La chiesa nuova di San Michele è collocata, con ogni probabilità, sulla cosiddetta linea di San Michele che parte dal santuario di Skellig Michael in Irlanda e arriva al monastero del monte Carmelo in Israele, e lungo la quale si trovano tutti i principali edifici religiosi dedicati all’Arcangelo, come la suggestiva Mont Saint-Michel francese e la Sacra di San Michele a Torino.

Questa cappella in avanzato stato di decomposizione fa parte della categoria scoperchiate: come la più conosciuta Abbazia di San Galgano oppure come la Chiesa della Santissima Trinità di Fubine. Ci si arriva tramite un impervio sentiero sterrato e la si scorge, nascosta, attraverso la vegetazione. È molto pericolosa, il rischio crollo è reale, direi imminente: ho provato a salire anche nella parte superiore, uno scatto veloce senza treppiede e di corsa giù per le scale per evitare il pericolo. Il consiglio è quello di essere cauti e di ammirare il cielo dal centro della navata principale.

Chiesa Nuova di San Michele /02Chiesa Nuova di San Michele /03Chiesa Nuova di San Michele /04

Chiesa Nuova di San Michele /05Chiesa Nuova di San Michele /06

Chiesa Nuova di San Michele /07

Look at Me! (20 anni dopo)
POSTED ON 6 Feb 2025 IN Portrait     TAGS: selfie, mirror, withcamera

lookatme_20anni

E’ incredibile solo pensarlo. Ma sono passati 20 anni dal mio primo post, era il 6 febbraio 2005. Un selfie, in treno. Uno specchio. Non è cambiato molto, eppure è cambiato tutto (ho anche meno capelli). Mi capita sovente di guardare indietro, ma amo anche guardare avanti. Sempre con la macchina foto. Auguri, vent’anni sembrano tanti, ma in realtà sono pochissimi.

Quiet Exit
POSTED ON 6 Feb 2025 IN Landscape     TAGS: sunset, clouds

Quiet exit

L’ansia è ormai svanita, non c’è fretta, solo il piacere di essere qui, in questo momento. Il mondo intorno a me è avvolto in una quiete perfetta, le nuvole rendono il panorama magnifico, il cielo diventa sempre più scuro, ma non c’è inquietudine, solo una pace che si fa strada dentro di me, portando con sé un senso di serenità assoluta. Cammino lentamente su un sentiero che attraversa un ampio prato verde, rivolgo lo sguardo ad Ovest per ammirare il sole che lentamente scende all’orizzonte e si nasconde in uno spazio di nuvole. Il momento è bellissimo.