PHOTOSNEVERSLEEP di SAMUELE SILVA - Fotografia Urbex, Ritratto e Reportage

Biblioteca -Zenit-

POSTED ON 21 Mag 2025 IN City & Architecture     TAGS: museum, zenit

Biblioteca -Zenit-

Salvia

POSTED ON 19 Mag 2025 IN Street     TAGS: museum, sage

Salvia

Golden Wait

POSTED ON 17 Mag 2025 IN Street     TAGS: museum, gold

Golden Moments

Nel mondo della street photography è noto che spesso gli scatti più riusciti nascono da lunghe attese. Tanti fotografi raccontano di aver trascorso ore in un punto preciso, aspettando la combinazione perfetta di luce e soggetto. All’ingresso della mostra Typologien alla Fondazione Prada, ho notato una parete dorata che catturava la luce in modo molto particolare; moderna e fotogenica al punto giusto. All’andata (perdonatemi il termine calcistico) non sono riuscito a ottenere uno scatto soddisfacente: avevo la mia solita fretta e mancava il soggetto giusto.

All’uscita ero più concentrato, ho scelto il punto di ripresa e mi sono posizionato in modo discreto con la macchina fotografica pronta. Diversi passanti sono entrati nel mio campo di foto, anche troppi e spesso contemporaneamente, ma nessuno sembrava completare la scena come avevo in testa. Doveva essere un solo soggetto ed essere quello giusto.

Dopo circa venti minuti, quando stavo quasi per desistere, è passata una giovane donna con una carrozzina. Senza esitare, ho scattato. L’immagine risultante cattura l’armonia tra la luce dorata della parete e la figura in movimento. Quel momento fugace, impossibile da costruire a tavolino, documenta la realtà e racconta molto più di quanto potessi immaginare: c’è un equilibrio vero tra il soggetto che passeggia e la compostezza dell’ambiente. Forse è proprio questo che cerchiamo nella street photography: un frammento di mondo banale, che per un attimo diventa importante, semplicemente perché abbiamo avuto la pazienza di aspettarlo. Quasi sempre è solo per noi, qualche volta può diventare significativo anche per gli altri.

Fondazione Prada

POSTED ON 14 Mag 2025 IN Street     TAGS: museum, minimal

fondazioneprada

Certe foto nascono prima ancora di impugnare la macchina fotografica. Le vedi formarsi all’improvviso, come un lampo nella mente. È successo così anche per questa foto: la scena davanti a me si è trasformata in un’immagine già composta, già mia, prima ancora che potessi pensarci davvero. Lì ho capito che quella era una mia foto, inconfondibile. La scritta in alto, la figura umana perfettamente posizionata, l’equilibrio pulito tra linee e spazi, tutto dentro un’architettura moderna e minimalista. Una sintesi visiva che mi rappresenta, come se il luogo sapesse che sarei passato di lì, in quel preciso momento. Come se mi aspettasse.

Il vero scatto, però, è venuto dopo. E con lui la parte più difficile: trovare l’attimo giusto, quello senza passanti, senza rumore visivo, senza distrazioni. Non volevo/potevo essere visto mentre fotografavo, e non volevo nemmeno che qualcosa rompesse l’equilibrio che avevo immaginato. Ho aspettato, pochi minuti, come in apnea.

Quando la scena si è finalmente svuotata, avevo già la macchina in mano (come sempre), pronta: apertura massima, ISO 400 per non sbagliare, tempi rapidi. In una frazione di secondo ho scattato cinque foto, poi mi ha guardato, come se sapesse. Non credo di aver colto l’espressione perfetta del soggetto, non è mai semplice, ma la geometria sì, quella l’ho presa al volo, anche perché l’avevo già costruita nella mente da qualche minuto. Ed è per questo che la foto mi piace. Perché mi assomiglia: minimale, essenziale, matematica. Ma dietro, un battito veloce, troppo veloce. Alla fine, penso che la fotografia sia proprio questo: un dialogo tra l’immagine che immaginiamo e quella che riusciamo a catturare. A volte ci si avvicina, altre ci si sfiora appena. Ma ciò che resta è sempre un frammento della nostra visione, una traccia di come vediamo il mondo. E in quei pochi secondi, mentre l’otturatore si chiude, c’è sempre un po’ di noi che si ferma, anche se solo per un attimo.

North Star 2022

POSTED ON 30 Apr 2025 IN City & Architecture     TAGS: museum, 50ne

North Star 2022

Ultimamente mi sto specializzando in un genere fotografico tanto inaspettato quanto ambizioso: fotografare le mostre di fotografia. Sì, avete capito bene. Vado a vedere le mostre… e finisco per fotografare la mostra stessa. È praticamente diventata una consuetudine.

Durante una visita alla Galleria d’Italia per la mostra di Carrie Mae Weems mi sono imbattuto in un corridoio che introduceva il progetto North Star 2022. C’erano degli ovali appesi, dal significato sicuramente profondo, che però non sono riuscito a comprendere (in una mostra fotografica soprattutto). Erano strani, lo ammetto, e in un contesto fotografico mi hanno completamente spiazzato. Il motivo di queste opere era comunque spiegato nella descrizione del progetto: una sequenza spaziale che ci dovrebbe ricordare le migrazioni intraprese dagli schiavi che fuggivano verso il Nord. Ambizioso direi.

Quel corridoio, però, era così perfetto nelle sue linee, nei vuoti bianchi e nei contrasti che creava, che non ho saputo resistere: ho scattato qualche foto, come se quella scena fosse stata pensata per essere fotografata (non sono stato l’unico). A volte, gli allestimenti delle mostre fotografiche sono talmente affascinanti che dimentichi il motivo che ti ha portato in quelle sale e ti ritrovi ad ammirare anche l’ambiente che ti circonda.

La conoscenza è nelle nostre mani

POSTED ON 27 Apr 2025 IN Landmark, City & Architecture     TAGS: art, museum

La conoscenza è nelle nostre mani /01La conoscenza è nelle nostre mani /02

Sabato sono stato a Torino per visitare alcune mostre fotografiche (quella di Henri Cartier-Bresson a Camera era davvero stupenda, emozionante, una documentazione straordinaria del nostro paese nel secolo scorso) e, passeggiando in direzione Piazza San Carlo, quasi per caso, sono capitato in via Bruno Buozzi, dove mi sono imbattuto in un’opera davvero molto particolare (e sorprendente): due mani bianche che sorreggono un pianeta rosso… Marte.

Il messaggio che l’opera vuole trasmettere è chiaro e potente: la conoscenza dello spazio è nelle nostre mani. Siamo noi, grazie alla curiosità e alla tecnologia, ad avere il potere di esplorarlo e studiarlo. Un’installazione che si collega a una mostra altrettanto affascinante, Macchine del tempo. Il viaggio nell’universo inizia da te, ospitata alle Ogr fino al 2 giugno.

Questa mostra, ideata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), offre un’esperienza immersiva che accompagna i visitatori in un viaggio attraverso stelle, galassie, pianeti extrasolari, asteroidi e buchi neri. Un percorso che mescola installazioni interattive, ambientazioni coinvolgenti e videogiochi in stile anni Ottanta, permettendo al pubblico di esplorare la storia dell’Universo grazie alle scoperte scientifiche più recenti.