POSTED ON 15 Ott 2023 IN
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E finisce così, con la strada che si presenta ai miei occhi. Una strada ancora lunga, da percorrere -come sempre- a tutta velocità. In questi due mesi ho provato a raccontare il mio viaggio in Islanda: 49 articoli per 160 immagini. Un viaggio meraviglioso e faticoso, che mi ha migliorato (credo) come persona e come fotografo. E forse la prima volta che riesco a pubblicare un reportage di viaggio senza soluzione di continuità, ma dovessi scegliere una foto simbolo del viaggio davvero non saprei davvero da che parte iniziare. Da domani si riparte. Goodbye Iceland.

La storia di questa foto alla cascata di Gljúfrafoss è un po’ bizzarra. E complicata, come complicato è riuscire a fotografare questa piccola perla nascosta. Gljúfrafoss si trova a poca distanza da Seljalandfoss, ci si arriva a piedi percorrendo un piccolo tratto di strada. Purtroppo al primo passaggio non sono riuscito a vederla, anche perché ho ricevuto indicazioni sbagliate. All’ultimo giorno, durante il rientro, siamo tornati sulle nostre tracce e non ho esitato un secondo quando mi si è presentata la possibilità di fermarmi nuovamente in questa zona.
Purtroppo fotografare la cascata di Gljúfrafoss è un’impresa che potrei definire avventurosa: per arrivarci è necessario guadare un piccolo fiume ed entrare in una gola decisamente stretta. Non esiste una vera e propria strada, si salta di pietra in pietra per evitare di bagnarsi. Si forma una piccola coda in un solo senso di marcia, quindi si deve aspettare che si esaurisca il flusso di persone per riuscire ad entrare. Una volta arrivati sotto la cascata ci si trova in un piccolo antro di qualche metro con l’acqua che arriva da tutte le parti e con una luminosità ai minimi termini. Usare il treppiede è impossibile (non ci sono punti facili di appoggio), si è circondati da altre persone e il contrasto tra il cielo e l’interno della cascata è fortissimo.
Ho scattato con il fish-eye, esponendo sul cielo al centro del fotogramma a 400 ISO, 1/125, f/5.6. Giocoforza ho dovuto alzare le ombre e la luminosità in modo importante (e si nota) per ottenere una foto almeno comprensibile. Ho anche dovuto cambiare obbiettivo e siccome dentro la cascata è impossibile sono dovuto uscire e rientrare fra gli insulti di chi aspettava in coda (maledetti italiani). Gljúfrafoss è forse la cascata più complicata e particolare di tutta l’Islanda, ma merita davvero la doccia. :-)
POSTED ON 13 Ott 2023 IN
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POSTED ON 12 Ott 2023 IN
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POSTED ON 11 Ott 2023 IN
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POSTED ON 9 Ott 2023 IN
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Quando sono partito per l’Islanda riuscire ad osservare da vicino (e fotografare) le foche non era nel mio personale programma di viaggio. Ma quando siamo arrivati alla laguna di Fjallsárlón ho subito intuito che le possibilità di avvistamento sarebbero state decisamente elevate. Ed infatti, con un discreto colpo di fortuna, siamo riusciti ad incontrare, a distanza molto ravvicinata (che potrei quantificare in 10-15 metri), addirittura due esemplari, entrambi sonnecchianti e spiaggiati sopra una lastra di ghiaccio.
Queste creature apparentemente goffe possono nuotare raggiungendo i 20 chilometri orari ed immergersi fino a 180 metri di profondità. Sono in grado di dormire sott’acqua e, rallentando il metabolismo (il cuore da 100 battiti al minuto scende a 10), trattenere il respiro fino a mezz’ora.
Come nel caso dei Puffin il 70-200mm non è proprio l’ideale, servirebbe qualcosa di più dal lato tele. Fortunatamente la foca è un animale decisamente più grande e soprattutto più tranquillo rispetto ad un volatile: siamo riusciti a passare molto vicino e loro, con malcelato disinteresse, sono rimaste immobili ad osservarci: mi verrebbe quasi da dire in posa per la foto ricordo. Chiedo scusa per il titolo davvero squallido, ma non sono riuscito a resistere alla tentazione.











Il ghiacciaio assomiglia a una gigantesca onda bianca gelata all’improvviso.
– Stephen O’ Shea


POSTED ON 8 Ott 2023 IN
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Ok, adesso devo utilizzare tre nomi davvero molto complicati: Fjallsárlón, Vatnajökull, Öræfajökull e sinceramente non conosco la pronuncia; con le lingue straniere sono un disastro. Fjallsárlón è un piccolo lago che si trova non lontano dal più conosciuto Jökulsárlón, qui il ghiacciaio Vatnajökull arriva con la sua lingua più meridionale (Fjallsjökull) e si spezza in iceberg. Öræfajökull invece è il nome del vulcano che sovrasta il lago. Abbiamo compiuto una meravigliosa escursione in gommone alla ricerca di foto e foche (ma è un’altra storia): i colori ed il freddo di Agosto sono indelebili nella mia mente.
Se siete nell’idea di un viaggio in Islanda il mio consiglio è di evitare l’escursione nel più famoso Jökulsárlón, ma se possibile preferite il
Fjallsárlón. È decisamente più piccolo, ma molto meno frequentato: le foche sono più tranquille e socievoli e l’escursione più
vivibile.
Ho impiegato diverso tempo per riuscire a trovare la quadratura del cerchio e ottenere un bilanciamento del bianco corretto: in questo tipo di fotografia che comprende ghiaccio, neve, cielo e acqua la macchina fotografica tende ad impazzire e non comprende l’esatta esposizione del bianco. Ho lavorato di memoria, fantasia e vena artistica. Sono 12 foto, ovviamente molto simili fra di loro, ma ho preferito esagerare per dare un’interpretazione completa del lago e del ghiaccio.











Non sono solito esibirmi nella nobile arte del selfie, ma a Svartifoss si sono create tutte le condizioni necessarie: sono arrivato per primo sul posto, ero solo, la mia giacca rossa (sempre con me) contrastava perfettamente con i colori dell’ambiente circostante (nero, azzurro, verde) e avevo la macchina.foto già sul treppiede. È stato quasi automatico: ma giuro, è l’unico selfie islandese. :-)

Svartifoss significa cascata nera e deve il suo nome alle meravigliose colonne basaltiche, di origine vulcanica, dal quale si getta. Si trova all’interno del Parco Nazionale Skaftafell e si raggiunge al termine di una semplice camminata (in salita) di circa 30 minuti (a buon passo). Fra le cascate islandesi che ho fotografato è quella al quale si arriva con più difficoltà, questo le permette di essere anche poco frequentata e per chi è allergico alla folla non è una cattiva notizia. Tutti questi fattori le regalano un fascino diverso rispetto alla concorrenza: quando la si scorge fra gli alberi si rimane sorpresi dal contrasto che si crea fra il verde del bosco, l’azzurro del cielo e il nero delle colonne di basalto. Svartifoss mi rimarrà nel cuore anche perché al ritorno ci siamo fermati al chiosco (in chiusura) del parco e sono riuscito ad assaporare una straordinaria zuppa di aragosta: ne sento ancora adesso il sapore; accompagnata, ovviamente, dal tipico Glacier Gin (con tonica)(in dosi abbondanti).





POSTED ON 7 Ott 2023 IN
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POSTED ON 7 Ott 2023 IN
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POSTED ON 6 Ott 2023 IN
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POSTED ON 6 Ott 2023 IN
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Questa immagine in realtà non doveva apparire nella mia personale galleria. Non ho virato praticamente nessuna foto Islandese in bianco e nero, non è nel mio personale mood delle foto di viaggio, ma nel caso visto le tonalità decisamente monocromatiche ho provato l’esperimento e ho pubblicato sui social. Il riscontro è stato talmente positivo che giocoforza mi sono visto quasi costretto a pubblicarla su queste pagine: quasi doveroso.