Domenica ho avuto il piacere di conoscere Elia Zaharia, principessa di Albania e moglie del Principe Leka II. La principessa, in Italia per presentare al Salone del Libro di Torino il suo La Rosa Bianca -Storia di una Regina-, era ospite a Mondovì nel bellissimo Relais Palazzo Fauzone. Le mie foto sono rubate da dietro le quinte in un set di Lorena Durante: per l’occasione sono stato promosso al rango di assistente (prima ero un semplice e umile portaborse).
La gentilezza è la più grande forma di ribellione e la musica, il più potente mezzo di condivisione.
– Vale Petrilla
Oro, oro, oro
Un diamante per un sì
Oro, oro, oro
Per averti così
Distesa, pura, ma tu ci stai
Perché accetti e ci stai?
– Mango
Credo che sia giusto e doveroso spendere qualche parola sulle immagini degli ultimi post che ritraggono la bellissima Zara. Sono foto che ho scattato durante il Workshop di ritratto in luce flash organizzato da MondovìPhoto con Davide Gonella come docente, con il sottoscritto e Lorena Durante come tutor e con Elisa Terreno e Zara Rabbani come -splendide- modelle. È stata una giornata decisamente faticosa, ma comunque interessante e che mi ha lasciato tanta positività (e una gomma bucata sulla strada del ritorno): è tutto andato per il verso giusto anche se forse il numero di iscritti era un po’ esagerato (ma è difficile dire no). Vorrei ringraziare tutti i partecipanti al workshop per la pazienza e l’educazione (e spero che abbiano tratto insegnamenti utili dalla giornata), la MUA Federica Candela e soprattutto Barbara Franco di Palazzo Fauzone Relais che ci ha permesso di scattare nella sua splendida location. È stato tutto molto bello e per niente stressante, quindi ci vediamo al prossimo evento che si terrà nel 2047.
Fontane Bianche è il nome da una località con le sabbie bianche in Sicilia vicino Siracusa, chiamata così per le numerose fontane naturali di acqua dolce che sgorgano nel mare.
Ricerca sulle forme archetipe tradotte in geometria pura e reinterpretate in chiave contemporanea. Metafora del rapporto tra psiche e materia, dialogo tra cerchio e quadrato.
Il T’oro di Richi Ferrero è diventata in breve tempo una delle opere d’arte più ricercate e fotografate di Torino. Si trova, dal 2018, in via delle Orfane 20. È un regalo che l’artista ha voluto omaggiare a Torino: il Toro simbolo della città che sfonda il muro ed esce potente e vigoroso dalle macerie; fa parte di Quadra-TO, un nuovo e futuristico complesso condominiale recuperato dell’antico convento di Sant’Agostino. Ci sono dovuto passare due volte: la prima era circondato da un cantiere edile, la seconda volta, e non nutrivo nessuna speranza, sono riuscito a fotografarlo -libero- arrampicandomi sul lampione che si trova sulla piazza antistante e scattando, in precario equilibrio, con una mano sola. Sono anche equilibrista.
Questo Toro dalle corna d’oro è una visione della città, di ciò che è stata e di quel che sarà. Il frame che congela l’attimo dello sfondamento è il mutare di Torino nel presente ogni qualvolta lo sguardo di chi passa ne coglierà la presenza.
– Richi Ferrero
Altro giro, altro regalo. In realtà queste immagini non erano previste, ma ho deciso di scrivere una piccola guida su come sono state ottenute per chi fosse interessato e per mio promemoria personale nel tentativo di non incorrere in futuro in certi errori macroscopici.
Il poco spazio a disposizione, con il soggetto molto vicino allo sfondo, ha impedito di gestire in modo corretto la luce: lo sfondo è rimasto troppo visibile e in post mi sono visto costretto a chiudere molto neri e ombre perdendo dettagli sul soggetto (con abiti scuri è stato un dramma). Sfruttando la legge dell’inverso del quadrato della distanza –WOW– avrei dovuto avvicinare la luce al soggetto (magari utilizzando un diffusore meno ampio e con griglia) e allontanare il soggetto dallo sfondo impostando il diaframma per fare in modo che il telo nero diventasse nero veramente. In uno spazio molto ristretto, e con un diffusore poco adatto, è stato praticamente impossibile: ho dovuto fare di necessità virtù aggiustando al meglio la situazione in lightroom.
Lei è Makima, uno dei personaggi del Manga Chainsaw Man: è una storia complicatissima e per certi aspetti anche assurda. Non sono un esperto, ma sono riuscito a decifrare il cosplay grazie a Google Lens. Makima è uno dei cavalieri dell’apocalisse e non è un personaggio molto simpatico. Per contraltare muore male e viene mangiata dal suo acerrimo nemico. Bene.
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