Così come spaventano, le vite sconosciute sono le sole alla quali possiamo chiedere la verità.
– Davide Grittani – La bambina dagli occhi d’oliva (Arkadia Editore, collana SideKar)
Prosegue imperterrita, e senza soluzione di continuità, la tradizione del post natalizio. È un Natale difficile in un periodo complicato: per la prima volta proverò a sdoppiarmi nel tentativo di partecipare contemporaneamente a due pranzi natalizi. Solo grandi imprese. La foto è scattata in una villa abbandonata nei pressi di Torino: un piccolo e maligno Babbo Natale, almeno questa è l’impressione che mi lascia il suo sguardo. Speriamo comunque voglia portarci un regalo di prestigio. E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.
Quando ho saputo che la compagna Vera Gheno avrebbe partecipato come autrice a Scrittori in città non ho potuto fare a meno di contattarla. Specifico che quando dico compagna non intendo appartenenza politica, ma semplicemente appartenenza ad una sorta di gruppo di militanti del web (non sono in grado di trovare le parole), complicato da spiegare a chi non è dentro certe situazioni e tematiche: quindi passo. Prima dell’evento che la vedeva protagonista le ho chiesto di posare per un ritratto griffato dal sottoscritto: non è riuscita a trovare le parole per dirmi no. E questo è il risultato di 5 minuti di scatti a tuttapertura. Si, freddo polare a Cuneo.
Quando pronuncio la parola champagne, è più forte di me, non posso fare a meno di utilizzare una seconda a lunghissima: champaaaaagne. Deve essere il retaggio di qualche film, anche se al momento non ho memoria. Mentre aspettavo gli ospiti del Montecarlo Film Festival per la cena di Gala mi è stato chiesto di scattare qualche foto al banco di Nero Lifestyle, uno degli sponsor della manifestazione. E quando posso utilizzare il fantastico 50mm a tuttaapertura mi diverto sempre. Queste dettagli li trovo decisamente interessanti e esercitano sul sottoscritto un fascino pazzesco. Purtroppo sono dovuto scappare di corsa e non sono riuscito a degustare il prelibato nettare, magari sarà per un’altra volta (ma magari). Questo non è un articolo sponsorizzato, preferisco essere molto chiaro, sul mio sito non esiste nulla del genere. Non ancora almeno. E’ giusto per il piacere di fotografare e trovare immagini interessanti: che ci volete fare, è una passione.
Voglio immediatamente chiarire che questa non è quel che posso definire una foto straordinaria, è una foto da cestino. Ma oggi è il 5 maggio 2021 e ricorre il duecentesimo anniversario della morte del grande Napoleone Bonaparte. Uno dei personaggi più conosciuti dell’intera storia dell’umanità. E concluderò questo post con la celebre poesia di Alessandro Manzoni del quale ricordo ancora a memoria le prime strofe. Mi sembra quasi doveroso dedicare qualche riga al ricordo del celebre condottiero francese e soprattutto a questo famoso dipinto. Siamo all’Österreichische Galerie Belvedere di Vienna e quando ho ammirato quest’opera di Jacques-Louis David (presumibilmente dipinta tra il 1800 e 1803) non ho dato troppo peso al valore sociale del quadro. Esistono cinque versioni di questo dipinto, la prima prima venne commissionata da Carlo IV, re di Spagna, come mezzo per ottenere la pace con la Repubblica Francese. Le tre versioni successive furono commissionate da Napoleone stesso con fini propagandistici e sono i primi tre ritratti ufficiali di quello che all’epoca era ancora il primo console della Repubblica Francese. L’ultima versione invece non fu richiesta da nessuno e rimase di proprietà dell’autore sino alla sua morte. Dal vivo è semplicemente spettacolare, enorme (264 x 232 cm).
Archetipo del ritratto di propaganda, l’opera è stata riprodotta numerose volte tramite incisioni, dipinta su vasi, sotto forma di puzzle o di francobollo, testimonianza dell’importante fortuna di cui godette presso i posteri.
Io non ho un giudizio storico su Napoleone, sarebbe impossibile, ma sicuramente è stato un grande condottiero, un grande politico, un uomo di guerra, un generale. Napoleone è stato odiato e amato, celebrato come un eroe e detestato come un criminale. Ma se ancora oggi, a 200 anni di distanza, ricordiamo la data della sua morte un motivo dovrà pur esserci.
Ei fu siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà. […]
– Alessandro Manzoni