
Sono giorni di tristezza, di lacrime, di malinconia, di rimpianti, di risate fuori tempo, di ringraziamenti. Anche di ricordi. Sono tornato indietro nel mio archivio e ho compiuto un salto a ritroso nel passato fra immagini, momenti, storie e amici. Il tempo scorre inesorabile: bambini che sono diventati adulti, adulti che sono diventati anziani e qualche ricordo dolce che porta altre lacrime oppure un sorriso amaro. Oggi, più che mai, ho la sensazione che il mondo mi scorra fra le mani in modo troppo veloce e ingiusto.
Ho scattato questa foto nel 2005, settembre inoltrato e l’estate che volge al termine, la partenza di una gara di pesca al bolentino: una delle grandi passioni di
mio padre. Mi ricordo le uscite con il
gozzo per andare in mare aperto, magari al mattino presto, oppure di notte, e non soffrivo il mal di mare all’epoca: mi piace dire
questione di abitudine. Facendo due rapidi calcoli lui era più giovane di me adesso e mi sembrava un
gigante, mentre io oggi, al confronto, mi sento un inutile lillipuziano. Domani si chiude un cerchio e si apre un portone, oppure una voragine: il futuro è da decifrare. Sicuramente nel cuore c’è una
ferita grande che farà tanta fatica a rimarginarsi. E quel tempo
che scorre inesorabile ci costringe a guardare avanti, ma non ci vieta di ricordare indietro. Che bello quel video in cui, con la tua voce, mi vietavi di registrare e sorridevi: ma per fortuna, quella volta,
non ti ho dato ascolto.

Chiunque sa fare il pescatore, di maggio.
– Ernest Hemingway

A suo tempo avevo iniziato la tradizione del primo post, cioè di quella foto scattata il primo giorno dell’anno. Poi nel tempo si era trasformata in qualcosa di alternativo, ma quest’anno, complice una visita alla spiaggia di Pietra Ligure e una giornata calda (la colonnina di mercurio segnava 15 gradi), ma comunque uggiosa e invernale, sono riuscito a scattare qualche foto interessante proprio a capodanno. E mentre camminavo sul lungomare ho notato questo aperitivo sul mare, una contrapposizione forte fra i colori freddi della spiaggia, delle nuvole e dell’isola Gallinara sullo sfondo e i colori caldi del dehor e della vita mondana. E credo, senza paura di smentita, che questa sia la più bella foto che io abbia mai scattato a capodanno. Certo, non posso dire che la concorrenza sia agguerrita. :-)



Dopo una pausa lunghissima, credo siano passati 10 anni dall’ultima volta, sono tornato ad Imperia per il raduno delle Vele d’Epoca. Il raduno è una manifestazione bellissima e ormai tradizionale di fine estate, un evento iniziato in sordina nel secolo scorso, alla prima edizione nel 1986 parteciparono 30 imbarcazioni, ma che ormai ha conquistato un ruolo importante e di prestigio nel calendario nazionale e internazionale.
Purtroppo ultimamente ha perso un po’ di fascino e si percepisce un calo di importanza rispetto alle edizioni precedenti: è davvero un peccato, speriamo che Imperia riesca a trovare lo smalto e la qualità che ne hanno contraddistinto il passato.
Per l’occasione mi sono ritagliato 2 giorni infrasettimanali e ho partecipato totalmente alla storia di questa 23ª edizione. Ho assistito all’inaugurazione, ho salutato amici e parenti, ho camminato per ore lungo Calata Anselmi. Venerdì invece sono uscito in barca per assistere alla prima regata: purtroppo l’imbarcazione non era la più adatta per la fotografia e quindi non sono riuscito a scattare come avrei voluto. Inoltre il mare decisamente lungo ha creato non pochi problemi e ho sofferto le pene dell’inferno: siamo rientrati in porto molto presto, ma fortunatamente poco prima di un deciso peggioramento delle condizioni del mare: mi hanno raccontato di onde di 7 metri e vento a 30 nodi. Nonostante tutto, e nonostante la scarsa qualità delle immagini, sono tornato a casa abbronzato e con il profumo del mare nel cervello. E questo è sempre un fattore positivo.





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Il brigante è come la serpe, se non la stuzzichi non ti morde.
– Carmine Crocco