Dopo un anno di assenza quest’anno sono tornato ad Imperia in occasione delle Vele D’Epoca: le cosiddette signore del mare. Per l’occasione, insieme ad alcuni amici, abbiamo deciso di noleggiare un gommone, cioè un mezzo veloce, ma al tempo stesso maneggevole, che permette di avvicinarsi molto al soggetto. Partiamo dal presupposto che le regate di ieri (giovedì) sono state annullate per maltempo e il mare nella notte fra giovedì è venerdì non prometteva nulla di buono. Ma lo spettacolo deve continuare e con un ritardo ci circa un’ora la direzione di gara (non so se sia la definizione corretta, prendetela per buona) ha deciso di far partire la regata.
Con i miei amici fotografi
siamo andati incontro al mare, con spensieratezza ed allegria. Appena usciti dal porto ci siamo accorti che
qualcosa non funzionava: quando la velocità del gommone aumentava l’acqua arrivava nella nostra direzione a secchiate e dopo ogni onda
la fase di planaggio era prolungata e con atterraggio non troppo morbido. In movimento
era quasi impossibile fotografare nonostante mi fossi attrezzato con plastica in abbondanza e una copertura antiacqua per la fotocamera (peraltro eccezionale,
che consiglio anche in caso di pioggia). Di cambiare obbiettivo nemmeno a parlarne e, grazie al cielo, la batteria è riuscita a portare a termine da sola l’impresa, perché altrimenti sarebbe stato davvero complicato il cambio volante. Il fondo del gommone aveva circa 5/6 centimetri di acqua (nonostante la pompa automatica) e mi sono visto costretto a tenere lo zaino (al riparo e ben protetto nella borsa di plastica) sulle gambe. Anche le imbarcazioni in regata, capita l’antifona,
hanno deciso di fare marcia indietro. Siamo riusciti a catturare qualcosa di interessante, poco in realtà: trovo credibili queste tre immagini che penso riescano a dare bene l’idea del mare.
Arrivati in porto sembrava che avessimo fatto il bagno vestiti, la mia maglietta era totalmente intrisa di acqua. Fortunatamente la protezione in plastica ha funzionato in modo perfetto: sia lo zaino che la macchina fotografica (sul quale avevo montato il 70-200) non hanno riportato alcun problema. Con buona dose di furbizia (e un briciolo di esperienza) avevo telo mare, un cambio e scarpe asciutte in macchina e non ho sofferto più di tanto. Appena arrivato a casa ho pulito tutta l’attrezzatura, in modo quasi maniacale, con un panno umido per togliere qualsiasi residuo di sale, perché l’acqua di mare è una nemica terribile per qualsiasi attrezzatura elettronica (e non solo). Nonostante il vento, l’acqua ovunque, le secchiate in faccia e la poca qualità delle immagini, è stata comunque un’esperienza divertente, siamo riusciti a ridere tutto il tempo delle nostre disavventure: anche perché nulla è andato distrutto/allagato.
Questo sito è fotografico, ma per il sottoscritto è anche un piccolo diario; di storia, di vita, di viaggi. Mi piace pubblicare anche le foto banali, ma che magari rappresentano un momento importante oppure una prima volta. Attenzione perché ho detto banali e non realizzate male: su quello non accetto discussioni, perché se banale e pure sbagliata tecnicamente qualcosa non funziona. E la prima volta davanti ai celebri Faraglioni di Capri è chiaramente un evento che merita la pubblicazione: anche con una foto semplicemente didascalica.
I Faraglioni sono tre: il faraglione di Terra (o Saetta), l’unico ancora collegato alla terraferma e alto 110 metri; il faraglione di Mezzo (o Stella), con una galleria naturale lunga 60 metri; e il faraglione di Fuori (o Scopolo), alto 104 metri, dimora della rara e famosa lucertola azzurra.