Galeazza è qualcosa che per il mondo non significa nulla. Per gli imperiesi, ma forse dovrei dire onegliesi, è la conclusione di una storia. Dopo la Galeazza c’è il vuoto, è lo scoglio posto alla fine del mondo conosciuto. Perché qui finisce Imperia, è una linea di demarcazione fondamentale. La Galeazza è una spiaggia: difficile, dura, impegnativa, di sassi e scogli, ma romantica e personale. Perché solo i ciantafurche (i cacelotti sicuramente no, ma loro cosa possono saperne?) riescono ad amare questo piccolo tratto di costa e il suo simbolo: la Galeazza, l’enorme scoglio dal quale è obbligatorio tuffarsi per essere veri, vivi e uomini. Io adoro questo piccolo lembo di spiaggia cattiva, significa tantissimo per me: è dove andavo da bambino, è dove ho imparato a nuotare; è il tuffo rinfrescante dopo la corsa serale sull’incompiuta. Ma la meraviglia della Galeazza è il rumore delle onde che si infrangono sulle pietre, nel silenzio dell’alba. E’ un suono che può sembrare ostico, ma che in realtà, per chi sa ascoltare, è dolcissimo. E carico di emozioni, di vita.
[…] Anche la Galeazza è ciottoli, scogli, tranquillità, ma soprattutto ha un panorama unico visto dal mare. La spiaggia è dominata da una collina di macchia mediterranea e pini di Aleppo, punteggiata da qualche villa opulenta che non disturba, ma lascia immaginare un passato non lontano in cui una parte era coltivata a vigneto e le foche monache saltellavano goffamente sulla riva per divorare l’uva matura. In mare si alza la Galeazza, cinque metri di scoglio che pare una nave antica, da sempre tappa del rituale di formazione dei ragazzi locali e no: chi si tuffa dalla cima diventa automaticamente adulto.
Questa foto risale ad una vacanza nell’estate del 2006 nel Sud della Francia. Siamo ad Arcachon, un bellissimo paese, decisamente turistico, sull’oceano Atlantico vicino a Bordeaux e alla celebre Dune du Pyla. Fortunatamente si vede che la foto arriva dal passato: la qualità non è altissima (EOS 20D con EF 18-55) e, soprattutto, il fotoritocco è quantomeno discutibile. Altri tempi, altri pensieri, altre idee: all’epoca ero molto più esasperato di oggi. Avevo già pubblicato un’altra foto di Arcachon, scattata pochi minuti dopo (cielo bellissimo quel giorno) e le metodologie di scatto e post-produzione sono decisamente simili. Però devo ammettere che queste scelte, anche se eccessive, non sono così malvagie; anche viste a quasi undici anni di distanza.
La spiaggia di Porto Giunco, a Villasimius, è dominata dall’omonima Torre. Durante la giornata avevo notato delle figure umane prendere il sole sugli scogli circostanti la torre; ho quindi studiato la situazione e cercato di capire quale fosse la strada più breve per salire in cima. A metà pomeriggio non ho resistito e sono partito all’attacco della vetta. Pensavo fosse semplice, ma invece l’impresa si è rivelata più complicata e faticosa, soprattutto faticosa, del previsto. Arrivato in cima però avuto l’onore di ammirare un panorama strepitoso: la posizione della Torre è ovviamente strategica e dal promontorio si riesce ad osservare praticamente tutta la costa. Avvicinarsi alla Torre è severamente vietato ed infatti io sono rimasto molto molto lontano ed ho fotografato quasi esclusivamente con il grandangolo. Ho superato il limite solo per qualche secondo, giuro! :)
La torre di Porto Giunco è una torre di avvistamento spagnola che si trova sul versante est del promontorio di capo Carbonara, nel territorio di Villasimius. È raggiungibile a piedi dalla caletta di porto Giunco seguendo un sentiero che si snoda nella macchia mediterranea che ricopre il promontorio, oppure in auto dal versante di Capo Carbonara. La torre si trova ad una altezza di circa 50 metri sul livello del mare e dalla sua posizione domina la sottostante spiaggia di porto Giunco e lo stagno di Notteri. La torre alta circa 9 metri è di forma tronco-conica e fu edificata probabilmente nel 1578. Il materiale da costruzione utilizzato è il granito locale. La struttura originaria aveva una volta a cupola. La cima della torre è raggiungibile tramite una scala a chiocciola interna. La torre viene classificata fra le torri senzillas, cioè quelle di media grandezza.