Anche quest’anno ho presenziato alla Fiera del Bue Grasso di Carrù, arrivata ormai alla 114ª edizione. Ho scelto la colazione del contadino al Vascello d’Oro e dopo il gran bollito misto (e qualche bicchiere di troppo) ho fatto un giro per il paese, in fiera e sotto l’ala (come dicono da queste parti) per assistere alla mostra mercato di bovini da macello di razza piemontese. Mentre percorrevo la via principale di Carrù ho sentito della musica, ho alzato gli occhi al cielo e ho visto un piccolo gruppo musicale suonare jazz da un terrazzo; non mi era mai capitato e quindi mi sono fermato ad ascoltare. La musica dal terrazzo ha il vantaggio di non dover sottostare a permessi e gabelle, ovviamente manca totalmente l’interazione con il pubblico. È passione vera, bravi loro. Ho scelto 4 foto e questo è il mio ricordo della fiera del Bue Grasso 2024.
Talvolta la fotografia può diventare anche un modo per imparare qualcosa, per conoscere, per approfondire. Durante il mio viaggio a Napoli di qualche mese fa ho fotografato -udite udite con lo smartphone– un murale molto particolare che ricopriva un intero palazzo. Sul momento non ho indagato, ma quando ho ricontrollato le immagini mi sono accorto di una firma: Leticia Mandragora. Sul momento il nome non mi ha detto nulla, ignoranza cosmica, e sono andato a cercare: ho scoperto un’artista straordinaria, autrice di diversi murales nella città partenopea, fra cui sicuramente il più celebre è quello di Diego D10S Armando Maradona (ma anche Sophia Loren per citarne un altro).
Nella mia foto invece è rappresentata, in modo sicuramente fantasioso,
Eleonora de Fonseca Pimentel la nobildonna portoghese, eroina della rivoluzione napoletana del 1799 (impiccata a 47 anni), che visse nei Quartieri Spagnoli. Il murale è situato sulla facciata dell’ex mercatino di Sant’Anna di Palazzo, ormai in disuso. La foto è presa da un’angolazione strana e probabilmente non rende giustizia alla bellezza dell’opera di Leticia Mandragora, ma credo che nonostante tutto abbia un’aurea, per qualche verso, affascinante: il potere dello smartphone.
Questa foto è un po’ così, sfugge alle tematiche che solitamente mi piace trattare. La definisco estemporanea e non avrebbe nemmeno bisogno di troppe parole. Ma sono seduto al tavolo di un noto locale del centro di Cuneo, all’aperto, e mi appresto a sorseggiare il mio Gin Tonic (Elephant se non ricordo male) quando alzo gli occhi al cielo e quasi per caso mi accorgo della meraviglia del palazzo che mi sovrasta. E in modo quasi istintivo prendo la macchina fotografica e scatto con un 35mm decisamente vintage a fuoco manuale: il mitico Westron Iscö-Gottingen f/3.5. Purtroppo non ricordo l’apertura del diaframma, ma immagino molto aperto. E la foto non mi dispiace per niente.