Mi piace pensare che Skógafoss venga definita la cascata perfetta, perché rappresenta davvero in tutto e per tutto l’immagine della perfezione: un salto altissimo, un’enorme quantità di acqua, un rumore assordante e una fotogenia meravigliosa. Purtroppo quando sono arrivato alla cascata il tempo non era dei migliori e la pioggia scendeva ad intermittenza. Ho deciso comunque di percorrere la lunga salita (ho perso il conto degli scalini) che porta nel punto più alto dove il fiume Skógaa si lancia nel vuoto: il tempo di scattare un paio di foto ed è sceso il diluvio universale. Mi sono coperto il meglio possibile e sono tornato in direzione del macchina per evitare di bagnarmi completamente: arrivato al termine della discesa ha smesso, ovviamente, di piovere.
Skógafoss è alta 62 metri e larga 30 metri ed è inserita in un contesto naturale bellissimo: il getto della cascata cade su un letto di pietre -laviche- nere e viene contrastato dal colore verde smeraldo delle montagne. La visuale dall’alto (ho scoperto poi che si tratta di 400 scalini per arrivare in vetta) è altrettanto importante e permette di comprendere al meglio l’incredibile salto del fiume Skógaá. Nonostante la pioggia mi sono divertito a scattare qualche lunga esposizione e grazie al tempo lungo di scatto sono riuscito a cancellare l’enorme quantità di persone che prova ad avvicinarsi (ovviamente bagnandosi) alla base di Skógafoss. La post della terza immagine è stata complicata per via di qualche immagine fantasma, ma l’effetto seta sulle cascate ha sempre il suo fascino.
Seljalandsfoss è sicuramente una delle cascate più belle e conosciute d’Islanda. Oltre ad un effetto scenico decisamente importante, rispetto alle altre cascate regala la possibilità di un giro panoramico alle sue spalle. Quindi si forma una colonna di turisti che vuole godersi il passaggio e la vista da dietro. Purtroppo, e questo lo dico soprattutto per i fotografi, il rovescio della medaglia sono l’umidità e l’acqua che rimbalza: si perché per riuscire a passare dietro Seljalandsfoss è necessario bagnarsi. E per il fotografo sprovveduto che si avventura con la macchina fotografica la situazione può, in alcuni punti, diventare davvero pericolosa: anche perché si rischia di rimanere bloccati in coda a lungo senza possibilità di ripararsi, magari proprio in un punto umido. Anche quando si tenta di fotografare diventa tutto molto complicato: proibito cambiare obbiettivo e personalmente ho ringraziato la tropicalizzazione della mia Canon EOS R (e la copertura antipioggia dello zaino). Ho scelto di pubblicare anche 3 foto verticali: davvero una rarità.
La zona di Geysir è uno dei pochissimi posti sulla terra dove si possono osservare da vicino i geyser attivi. Arrivando qui ho scoperto, beata ignoranza, che i geyser devono il loro nome proprio a questa località. In realtà il fenomeno geotermale è ormai quasi ridotto a zero per via di alcuni cedimenti strutturali, il geyser più conosciuto è visitato è quello di Strokkur (in foto) che regala ai propri visitatori eruzioni di oltre 30 metri di altezza e si trova a circa 400 metri da Geysir. Strokkur è un geyser capace di generare getti d’acqua e vapore a 90 gradi ogni 6/10 minuti circa: uno spettacolo a cronometro. Purtroppo è difficile comprendere la potenza del getto e il tempo di intervallo: per fotografare bisogna armarsi di tempo, pazienza e orologio. Tutta la zona è comunque interessante per via della vivida colorazione delle sue colline, grazie alle prese d’aria di vapore e alle bellissime pozze di fango sulfureo, ma ascoltare il rumore dell’esplosione da lontano è una sensazione bizzarra che non dimenticherò. L’Islanda è una terra decisamente particolare e il Geyser è senza dubbio il fenomeno naturale che la contraddistingue maggiormente.
Gullfoss è stata la prima cascata che ho visitato durante il viaggio in Islanda. Si trova all’estremo est del Cerchio d’Oro ed è la più famosa (dicono) del paese: è composta da due cascate della portata di 109 metri cubi di acqua al secondo. La prima delle due, situata nella parte alta delle cascate, raggiunge gli 11 metri circa. Una volta superata la prima cascata, l’acqua si trova ad affrontare una seconda cascata di 20 metri. Di qui il totale di 31 metri di altezza.
Appena sono arrivato in vista di Gullfoss sono rimasto impressionato dal rumore di fondo e dallo spettacolare colpo d’occhio (che probabilmente non sono riuscito a mostrare in foto). Ma il fattore più sorprendente è la quantità di pioggia che si forma nelle immediate vicinanze e che praticamente impedisce di fotografare senza una protezione adeguata, sia personale che della fotocamera. La stragrande maggioranza delle persone è dotata di impermeabile (colorato). Io no ovviamente. Per una volta ho ringraziato la tropicalizzazione del mio grandangolo.
Il Parco Nazionale del þingvellir (detto anche Thingvellir) è un luogo unico al mondo. Si trova nel Golden Circle e qui si arriva davvero alle origini della terra; perché in questo parco si incontrano le placche tettoniche del Nord America e dell’Eurasia. Queste placche tettoniche simboleggiano la deriva dei continenti e sono, dal punto di vista geologico, uno spettacolo unico.
Non sono riuscito a fotografare come avrei voluto il canyon che rappresenta la fossa tettonica, l’ideale sarebbe stato scegliere un punto sopraelevato, però questa immagine presa da dentro mi piace e credo riesca a far immaginare come la crosta terrestre possa letteralmente spaccarsi.
Sono tornato a Sale San Giovanni a distanza di oltre 7 anni dalla prima (e ultima) volta. Ho deciso di partire una sera dopo il lavoro per tornare a fotografare la celebre lavanda. Qui le cose sono un po’ cambiate, il turismo ha preso il sopravvento e la zona è assediata da appassionati, curiosi, modelle improvvisate, fotografi e violiniste (si, ho incontrato anche un violino): in questo periodo dell’anno il traffico è limitato ai residenti e chi arriva in macchina deve fermarsi al parcheggio all’inizio del percorso Lavanda per poi proseguire a piedi per raggiungere i campi coltivati. Io sono stato quasi fortunato perché ho trovato una serata interessante: ha piovuto, è arrivato il sole, ancora pioggia -mi sono bagnato- arcobaleno, tramonto. Purtroppo proprio nel momento clou le nuvole hanno sovrastato il sole e non sono riuscito a trovare il rosso di sera che speravo. Ma anche quest’anno la grana lavanda siamo riusciti ad archiviarla. :-)