Mia Galeazza, che sei vita e memoria. Mia Galeazza, che mi fai impazzire ed emozionare, che mi fai tornare bambino, che mi fai ridere, che mi fai riflettere e comprendere. Mia Galeazza, che torni come un sogno nella mia mente, che rinfreschi il cervello e che fai brillare la mia fantasia. Il tuo suono è duro e appassionato, ma è come musica per chi sa ascoltarti. Il tuo odore è forte e inebriante, ma si trasforma in profumo dolcissimo sotto la luna di Agosto. Mia Galeazza, diventi meravigliosa, incantevole e unica al sorgere del sole, sei come una storia infinita che fa terminare i pensieri nel vortice di un’alba sospesa e incompiuta. Mia Galeazza, sei tutto quello che posso immaginare, sei il mio posto nel mondo e sei come la passione vera: bellissima da vivere, impossibile da descrivere.
Dopo una pausa lunghissima, credo siano passati 10 anni dall’ultima volta, sono tornato ad Imperia per il raduno delle Vele d’Epoca. Il raduno è una manifestazione bellissima e ormai tradizionale di fine estate, un evento iniziato in sordina nel secolo scorso, alla prima edizione nel 1986 parteciparono 30 imbarcazioni, ma che ormai ha conquistato un ruolo importante e di prestigio nel calendario nazionale e internazionale.
Per l’occasione mi sono ritagliato 2 giorni infrasettimanali e ho partecipato totalmente alla storia di questa 23ª edizione. Ho assistito all’inaugurazione, ho salutato amici e parenti, ho camminato per ore lungo Calata Anselmi. Venerdì invece sono uscito in barca per assistere alla prima regata: purtroppo l’imbarcazione non era la più adatta per la fotografia e quindi non sono riuscito a scattare come avrei voluto. Inoltre il mare decisamente lungo ha creato non pochi problemi e ho sofferto le pene dell’inferno: siamo rientrati in porto molto presto, ma fortunatamente poco prima di un deciso peggioramento delle condizioni del mare: mi hanno raccontato di onde di 7 metri e vento a 30 nodi. Nonostante tutto, e nonostante la scarsa qualità delle immagini, sono tornato a casa abbronzato e con il profumo del mare nel cervello. E questo è sempre un fattore positivo.
Avevo scoperto questa strana torre durante una ricerca su Google. E mi aveva particolarmente incuriosito, e non poteva essere diversamente. Sono riuscito a trovare le coordinate dopo un’attenta analisi dei reperti e una sera ho deciso di andare a cercarla. Non è stato facile. La torre è proprietà privata e si trova all’interno di un’azienda agricola: quando ho varcato in macchina il cancello mi hanno guardato con curiosità, quando ho chiesto di poter fotografare la Torre Medioevale che si trova nel loro giardino probabilmente hanno pensato fossi pazzo; ma mi hanno assecondato, sono stati molto gentili e mi hanno spiegato come raggiungerla. Ho chiesto qualche informazione, qualche cenno storico, ma anche loro non hanno saputo raccontarmi nulla. A me piace immaginarla, con un po’ di fantasia, come l’ultima vestigia di un piccolo castello.