
Fontane Bianche è il nome da una località con le sabbie bianche in Sicilia vicino Siracusa, chiamata così per le numerose fontane naturali di acqua dolce che sgorgano nel mare.
Ricerca sulle forme archetipe tradotte in geometria pura e reinterpretate in chiave contemporanea. Metafora del rapporto tra psiche e materia, dialogo tra cerchio e quadrato.

Il rosa. Questo colore non entra mai in guerra e sembra sempre sul punto di svanire nell’invisibile.
– Christian Bobin


Ci sono due modi di diffondere luce: essere la candela oppure essere lo specchio che la riflette.
– Edith Wharton

La settimana scorsa si è fatta notare per una vignetta contro il fascismo del famoso attore americano/canadese Jim Carrey e per la susseguente lite su twitter fra lo stesso Jim Carrey e la politica (?) italiana Alessandra Mussolini (in veste di nipote del duce).
Lite su Twitter tra l’attore americano Jim Carrey e la politica italiana Alessandra Mussolini. Tutto è partito da un post pubblicato da Carrey Carrey con un disegno di Benito Mussolini e Claretta Petacci appesi alla tettoia di piazzale Loreto a Milano. A corredo il commento: “Se ti stai domandando a cosa porti il fascismo, chiedi a Benito Mussolini e alla sua amante Claretta”. Piccata la risposta della nipote del Duce: “Sei un bastardo”. (
TGCOM24)
Al social-litigio si è aggiunto il signor O’Connell (newyorkese di nascita, si definisce political and corporate communications professional), lo scambio di battute si è concluso con il celebre tweet della Mussolini: “do you want applause?”. Frase ormai iconica che ha scatenato una serie di vignette, meme, battute, giochi di parole; fra le quali una bellissima foto di Meryl Streep tratta dal film ‘Il diavolo veste Prada’. E questa immagine mi è piaciuta talmente tanto che ho chiesto alla mia collega Michela di posare per me e calarsi nella parte di: “do you want applause?”. E adesso potete immaginarla mentre, con questa posa ed espressione, pronuncia la ormai celebre frase rivolta al suo compiaciuto interlocutore. Direi semplicemente perfetta.

C’è stato un periodo della mia vita, tanto tempo fa, che ho lavorato sulle navi da crociera. Fotografo di bordo era la mia mansione: praticamente l’ultima ruota del carro. Mi sono infilato nel rutilante mondo del cruise business e ne sono uscito, lottando, distrutto nel fisico e nella mente. Era durissima. Si andava a dormire alle tre di notte, dopo aver fotografo improbabili show e terribili feste in discoteca, e ci si svegliava alla sette del mattino: il succedersi degli eventi era continuo, costante, immancabile. E prevedibile. Non c’è stato un giorno che non abbia maledetto quel lavoro. Qualcuno sostiene che la fotografia sia arte, può essere, nel mio caso era semplicemente catena di montaggio. Scatta, controlla, stampa. Talmente noioso da perdere la voglia di essere arte nel giro di pochi giorni, ore forse. E poi le persone che si divertono, magari (tanto) ubriache, mentre tu lavori e non un lavoro qualsiasi: un lavoro noioso. Fortuna che c’era lei: Alizee. Mi ha salvato la vita con la sua gioia di vivere, il suo sorriso. Adorabile sempre, mai un momento di tristezza, di sconforto. Un’ancora di salvezza in un mare di noia e routine. Grazie.
Una storia
inventata, un momento di lucidità estrema. Un
gioco collegato ad una fotografia, una mia fotografia: un modo come un altro di immaginare la realtà, di immedesimarsi in situazioni non troppo lontane dalla vita quotidiana di ognuno di noi.