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La Villa Addormentata
POSTED ON 3 Set 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Non di rado mi capita di paragonare, nella mia mente malata, alcune esplorazioni urbex al gioco “Indovina Chi?”. Non è colpa mia in realtà, è un modus operandi che nell’ambiente viene definito come collezionismo di figurine: ogni location celebre esplorata è un personaggio del gioco da tavolo che cade, che viene scoperto. E quando sono uscito da questa villa, il cui nome vero è Villa La Bastia, mi è sembrato veramente di eliminare una carta dal gioco, di aver abbattuto con il dito un personaggio, di aver scoperto finalmente una figurina che mi mancava da tempo e che non riuscivo a trovare. Anche perché il mazzo è enorme e i personaggi sono tantissimi.

Villa La Bastia è molto conosciuta, costruita nel 1512 su i resti di una torre di guardia del 1100 per volere della nobile famiglia di Puccio Pucci, acerrimi nemici dei Medici, venne a loro confiscata insieme a tutti gli altri possedimenti da Cosimo I de’ Medici avendo i Pucci partecipato alla congiura contro di lui (detta appunto Congiura dei Pucci) nel 1559. Cosimo trasmette in dote i possedimenti dei Pucci all’ordine dei Cavalieri di Santo Stefano di Pisa che amministreranno queste proprietà fino alla metà del Seicento. Intorno al 1650, per opera dei Conti Orladini, la Villa subirà enormi lavori di ampliamento e ristrutturazione e diventò una lussuosa abitazione ci campagna. Nel 1852 il conte Fabio Orlandini, sommerso dai debiti, vendette l’intero complesso ad un personaggio di spicco dell’economia empolese, Amedeo Del Vivo. Fu in questo periodo che la villa venne ammodernata e i suoi ambienti decorati finemente con affreschi e trompe l’oeil rendendo le stanze confortevoli e sobriamente lussuose. Nel secolo scorso venne ceduta ad una società che manifestò l’intenzione di costruire un residence di lusso. Purtroppo l’interesse non si concretizzò e da oltre 20 anni villa La Bastia giace addormentata ed impotente di fronte al suo declino mostrando ampiamente le ferite che l’abbandono le ha procurato.

Riuscire a varcare il portone di ingresso per esplorare Villa la Bastia, in rigoroso silenzio e con il massimo rispetto, è stato molto complicato dal punto di vista fisico. In estate la vegetazione tende ad essere espansiva e molto rigogliosa e per arrivare al sogno (forse sto esagerando) abbiamo dovuto scalare una montagna e superare la foresta amazzonica (tipo in Fitzcarraldo) (è ufficiale, ho esagerato). Rovi e zanzare non sono fedeli compagni degli urbexer, anzi, a fine estate ho una quantità di graffi come se fossi il maggiordomo degli Aristogatti. Quando sono entrato però ho compreso che la figurina conquistata era una di quelle importanti: pur essendo spoglia e in grave decadimento strutturale Villa la Bastia è una meravigliosa e anziana signora che rivela una magia e una storia senza uguali, e quando con il dito ho eliminato quel personaggio di “Indovina Chi?” il suono è stato più armonioso del solito. Poi dopo tutta questa meraviglia, e 472 foto, era necessario tornare a ritroso verso la macchina con lo zaino, il treppiede, nel primo caldissimo pomeriggio dell’estate. Quando siamo arrivati finalmente a destinazione, dopo essermi perso -io- un paio di volte in mezzo a quella sorta di Death Valley, abbiamo preso i nostri panini e la nostra acqua, ci siamo seduti sugli scalini di un piccolo portone, ci siamo guardati e siamo scoppiati a ridere: sudati, spettinati, sporchi di polvere e terra, stanchissimi, un ragno fra i capelli, vestiti come scappati di casa, io graffiato ovunque, Lorena invece no perché fa andare avanti me. Nonostante il caldo e la fatica però è stato bello, anche questo è il fascino dell’esplorazione urbana.

[…] alcuni pavimenti non invitano al passaggio anzi lo sconsigliano assolutamente ma nonostante tutto ciò il suo fascino è ancora irresistibile e lo spirito del viandante dell’abbandono ne può solo trarre profonde e struggenti emozioni.

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Rotonda Foschini
POSTED ON 2 Set 2024 IN Landmark     TAGS: monument, zenit, fish-eye

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Se passi da Ferrara ti suggerisco di andare a fotografare la Rotonda. E questo forse è il consiglio fotografico migliore che abbia ricevuto a memoria d’uomo, e contrariamente a quanto molti pensano mi piace ascoltare: soprattutto se il consiglio arriva da una persona che ha la mia stessa passione. E quando ho varcato l’arco che da corso della Giovecca permette di entrare all’interno della Rotonda Foschini sono rimasto senza parole: l’esperienza perfetta per chi apprezza le foto zenitali, un concentrato di arte e precisione, di curve perfette e di geometrie meravigliose.

È un luogo magico, carico di fascino, quasi nascosto alla vista del visitatore. Rappresentata da un piccolo cortile di forma ovale è parte integrante dell’architettura del Teatro Comunale di Ferrara, che, essendo situato ad angolo fra due strade di pari importanza, necessitava di un efficace espediente di ambientamento urbanistico, ed è dedicato, come suggerisce il nome, ad Antonio Foschini, uno dei due progettisti del teatro. L’aspetto curioso è che questo cortile ovale venne realizzato su disegno dell’altro ingegnere del teatro, Cosimo Morelli mentre Antonio Foschini seguì la costruzione del vestibolo anteriore con le botteghe, lo scalone d’onore e le stanze del piano nobile. Oggi la Rotonda è stata riqualificata con il rifacimento delle pareti ovali e con l’aggiunta di un’adeguata illuminazione. Non è più aperta al traffico ed è adibita a zona pedonale nella quale vengono svolte anche manifestazioni o convegni di ogni tipo. Vi si può accedere attraverso due sottopassaggi aperti sulle due strade sulle quali si ergono le pareti del teatro.

Sono arrivato alla rotonda poco dopo le 9 del mattino con il sole non ancora perpendicolare. Era un giorno quasi festivo (16 agosto) e la presenza di essere umani molto limitata. Ho scattato con il treppiede per riuscire ad essere perfettamente (o quasi) in bolla utilizzando 3 obbiettivi diversi: il Sigma 14mm, il Sigma 15mm Fish-Eye e il Canon 15-35 alla focale minima. Ho sempre con me l’occhio di pesce e in queste situazioni è un obbiettivo che si presta perfettamente, perché ha un angolo di campo molto ampio e riesce a entrare in simbiosi con le linee curve in modo perfetto. Quando è stato il momento di andare via mi sono concesso un ultimo scatto e con un velo di malinconia sono uscito attraverso l’arco di corso Martini della Libertà camminando all’indietro.

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Le categorie che mal sopporto
POSTED ON 1 Set 2024 IN NeverSleep

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Ho in testa di scrivere questo articolo da tempo e finalmente mi sono deciso. DEVO assolutamente descrivere le tre (addirittura tre) categorie di urbexer (cioè soggetti del mondo urbex) che più mal sopporto. La prima categoria è senza ombra di dubbio quella degli acchiappafantasmi. Zio Cane, avete 50 anni e credete ancora ai fantasmi, io ho smesso da infante, il periodo è lo stesso, all’incirca, di quando ho scoperto che Gesù Bambino e Babbo Natale erano invenzioni dei miei genitori (soprattutto il primo). Ho sofferto di più per il fantasma formaggino (vieni qui che spalmo su un panino): scoprire che si trattava solo di una barzelletta è stato davvero un brutto colpo. Vedo (per pochi secondi) questi video di ghostbusters de’ noantri ed è triste osservare persone adulte che, con strumenti inventati e fantasiosi, cercano di capire se quella casa abbandonata è infestata; poi ci sono quelle con le leggende e sono le migliori: no, nell’anniversario dell’incidente non appare la bambina vestita di bianco dietro la vetrata della torre e nemmeno la figlia del proprietario cavalcare felice nel parco con i capelli biondi al vento sul suo bianco destriero. Le notti di luna piena non mancano mai, probabilmente sono fantasmi licantropi. Mi scrivono in continuazione per chiedermi informazioni, se ho sentito anche io delle presenze nella villa abbandonata del banchiere oppure nella stanza dell’elettroshock nel manicomio. Io non ho mai visto nulla, ho sentito una porta cigolare e il vento chiudere una finestra. E no, confermo, i fottuti fantasmi non esistono.

La seconda categoria è sicuramente quella dei videomaker. Ci sono pochissime eccezioni, perché nella stragrande maggioranza dei casi non sono in grado di utilizzare una videocamera (e infatti hanno uno smartphone) e perché riuscirei a sopportare un video di 10 minuti se la voce fuoricampo fosse perfetta come Luca Ward oppure Francesco Pannofino. Ma se non sei in grado di mettere in fila due frasi di senso compiuto, non conosci l’argomento, hai una voce nasale e un accento romanesco (fastidioso), dopo 4 secondi anche stop. E poi ci sono quelli che mettono i clickbait nella cover del video come “non potete immaginare cosa abbiamo trovato in questa villa abbandonata”: e acciderbolina, ci siamo stati tutti e sappiamo benissimo che in quella villa abbandonata al massimo puoi aver trovato un pupazzo della pantera rosa sporco di merda di piccione.

La terza e ultima categoria di urbexer che mal sopporto è composta anche da amici (fortunatamente non conosco videomaker e acchiappafantasmi): sono gli urbexer che si lamentano della brutta deriva presa dal mondo urbex. E perché ci sono le gite, e ci sono vandali, e ci sono troppe persone che fanno urbex, vanno in 10 nei posti e così via. Diciamo che odiano la variante commerciale del settore: soprattutto se non espressa in perfetta purezza di intenti. E poi magari hanno pubblicato 500 post sui social, foto su instagram (sponsorizzate), due libri, 15 mostre fotografiche, diversi articoli di giornale e, perché no, anche un paio comparsate in TV a parlare di quanto è figo l’urbex (che ormai va di moda). E poi ci credo che ormai tutti fanno urbex: sono 10 anni che fai pubblicità su tutti i canali possibili e immaginabili, difficile pensare che le persone non si interessino a questo mondo, pretenzioso anche. In qualche modo anche al sottoscritto piace parlarne (sito, giornali, mostre, libro): ma sono perfettamente conscio che questo porterà la massa (cialtrona, incapace, casinista, mariuola) nel mondo dell’esplorazione urbana. Ed evito di lamentarmi (pubblicamente almeno).

Venite con noi!!! Vi portiamo a visitare la villa più INFESTASTATA d’Italia!!!! Esplorazione da non perdere. Clikka qui!!!

Non ho parlato di quelli che si fanno i selfie in urbex. Cioè, può capitare di scattare un auto-ritratto, magari interessante e fatto bene, ma se la cosa diventa automatica, con la scritta URBEX! sulla maglietta e la foto è in posa come davanti alla Torre di Pisa (in tutte le sue varianti), ecco, anche no. Ma è una quarta categoria e magari ne parlerò un’altra volta. Ah, il fantasma nella foto di Villa Cenere è creato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, non è reale, giuro.

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POSTED ON 30 Ago 2024 IN Portrait     TAGS: MODEL, glamour, beauty, studio, 50ne

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POSTED ON 30 Ago 2024 IN Portrait     TAGS: MODEL, glamour, beauty, studio, 50ne

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POSTED ON 30 Ago 2024 IN Portrait     TAGS: MODEL, glamour, beauty, studio, 50ne

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