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The Dancer /3
POSTED ON 17 Feb 2025 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio

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The Dancer /2
POSTED ON 17 Feb 2025 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio

The Dancer /07

The dancer
POSTED ON 16 Feb 2025 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio

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Space Cowboy
POSTED ON 16 Feb 2025 IN Portrait     TAGS: URBEX, 50ne

Space Cowboy

A Christian non piace molto essere al centro dell’attenzione, quindi probabilmente non sarà troppo felice di questa pubblicità non richiesta. Siamo all’interno di una famosa chiesa abbandonata, perché anche lui è un fotografo appassionato di urbex. Adoro questa foto per la sua composizione e per le linee che guidano lo sguardo. Il protagonista dell’immagine è messo in evidenza grazie a due elementi che lo incorniciano: la panca di legno e le fughe della piastrella di marmo. All’inizio non avevo riflettuto molto sullo scatto, è stato quasi un colpo di fulmine, un’istantanea rubata. Mi sono girato e l’ho vista lì, davanti a me. Ma dopo averla riguardata, ho apprezzato come si è sviluppata la composizione, e ho capito che c’era qualcosa di interessante. Space Cowboy è il suo nick su Instagram, al quale aggiunge anche 23Rock; adesso speriamo solo che non si offenda. :-)

For many it’s just a ruin. For me it’s a dream coming true.
– Christian Liprandi

Rosso Ferrari
POSTED ON 15 Feb 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX

Rosso Ferrari /01

Nella mia carriera da urbexer c’era una macchia, una fastidiosa e persistente macchia che non riuscivo a cancellare. Un fastidio che mi tormentava, e che sembrava non voler andare via. Durante l’esplorazione a Villa Ferrari nel 2023, avevo commesso un errore: avevo mancato una stanza. Non una stanza qualsiasi, ma quella che rappresentava l’anima stessa della villa: la sala con la famosa Ferrari giocattolo, che dava il nome alla villa. Ogni volta che guardavo immagini o foto di quella Ferrari, una tremenda fitta al cuore, il mio disagio cresceva e la macchia sembrava allargarsi. La Villa, intanto, non dava buone notizie: era stata chiusa, blindata, sigillata. E, a complicare le cose, la distanza geografica rendeva quasi impossibile un ritorno. Le possibilità di completare il mio reportage erano ormai ridotte al lumicino.

Poi, come un colpo di fortuna, arrivò una voce, un suggerimento: la Ferrari era di nuovo visitabile. Senza pensarci troppo, ho deciso di partire. Una sorta di bisogno interiore di sistemare le cose, di togliere quella macchia dalla mia coscienza. Una volta arrivato sul posto, mi sono subito diretto alla caccia della stanza mancante. Dopo una ricerca spasmodica e qualche momento di confusione e smarrimento, l’ho trovata. Era nascosta, bellissima e maledetta, sfuggita alla mia vista nella fretta della prima esplorazione. Ma la Ferrari? Nemmeno l’ombra. Qualcuno l’aveva spostata, portandola al piano superiore, nella camera da letto.

Non potevo permetterlo. Ho preso il bolide e l’ho riportato nella posizione originaria, nel suo luogo di appartenenza. Ho dedicato a quella Ferrari ogni mia attenzione, ammirandola nella sua bellezza, nella sua eleganza senza tempo. Era rossa, polverosa, perfetta. E finalmente, quella macchia fastidiosa, che mi aveva perseguitato a lungo, è scomparsa. Ho aggiunto le foto al post originale: il reportage era completo, la coscienza finalmente pulita.

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La piccola chiesa del cimitero
POSTED ON 14 Feb 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, church

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Questa chiesa abbandonata e sconsacrata si trova ai margini di un cimitero in un piccolo paese di montagna. Le sue dimensioni, ridotte, la fanno sembrare più una cappella che un vero e proprio luogo di culto. Per accedervi è necessario attraversare il campo santo, dirigersi verso la parte più a nord e scavalcare un piccolo cancello. Nonostante l’ambiente circostante sembri ancora vivo, scusate la metafora incongruente, appena varcata la soglia della chiesa ci si imbatte nel più completo abbandono. La porta, in pessime condizioni, è solo un piccolo anticipo, il preludio di ciò che si troverà all’interno: polvere, muffa, umidità e detriti.

Ma quello che mi ha colpito maggiormente è la sorprendente vivacità dei colori. Il rosso, il verde, il giallo si stagliano in modo intenso e quasi surreale, effetto particolarmente strano per un luogo dedicato al silenzio e alla preghiera. Questi colori, vivi e reali, sembrano voler raccontare una storia diversa, una storia di decadenza certo, ma anche di bellezza tangibile. Dopo qualche scatto rapido, senza restare troppo a lungo per evitare rischi, esco, lasciando dietro di me questa chiesa che conserva ancora un fascino triste, ma vivace.

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