Mi ero ripromesso di riuscire a fotografare un Gruccione in volo. Qualche giorno fa è arrivata l’occasione: per il Merops apiaster è tempo di nidificazione e ho scoperto che questa specie nidifica sotto terra in zona sabbiose. Fra Maggio e Giugno scavano un cunicolo lungo anche 3-5 metri, in fondo al quale depongono 5-8 uova. Ho seguito con lo sguardo un bellissimo esemplare di Gruccione infilarsi dentro il nido e ho aspettato: dopo un paio di minuti il nostro è uscito, ha guardato fuori ed è volato alla caccia di cibo per i piccoli. Sempre incazzato ovviamente. Purtroppo lo sfondo era troppo ravvicinato e non bellissimo, ma per il mio primo Gruccione in volo mi posso accontentare.
In effetti la svolta naturalistica (la definizione inglese wildlife sarebbe più corretta) mancava su queste pagine. È da tempo che medito di dedicarmi alla caccia fotografica, da quando, qualche mese fa, sono entrato in possesso (pagando ovviamente) del leggero (per la sua categoria) Canon RF 100-500, che utilizzato in coppia con la R7 può arrivare a l’equivalente di un 800mm. Purtroppo il tempo è tiranno e non sono riuscito a dedicarmi a questa nuova interessante scelta fotografica. Domenica però si, e complice il tempo indeciso sono andato alla vicina Oasi della Madonnina a Sant’Albano Stura. È stata un primo approccio, un’esperienza interessante: ero già stato in altre riserve e conoscevo le caratteristiche dei silenziosi capanni da avvistamento. Ieri ho pubblicato la prima foto di questa nuova svolta: una bianca e illuminata Garzetta; oggi replico con il bellissimo Gruccione. Fotografare i colori del Gruccione è un’emozione: lui si piazza davanti a te e ti guarda. È sempre incazzato e sembra uscire da una partita di Angry Birds. Ma è davvero splendido, peccato che sia anche frenetico nella sua caccia alle api (e altri piccoli insetti volanti del quale si nutre) e fotografarlo in volo è un’impresa che per il momento non sono ancora riuscito a realizzare. Ho iniziato dal posatoio, in futuro chissà…
Quando sono partito per l’Islanda riuscire ad osservare da vicino (e fotografare) le foche non era nel mio personale programma di viaggio. Ma quando siamo arrivati alla laguna di Fjallsárlón ho subito intuito che le possibilità di avvistamento sarebbero state decisamente elevate. Ed infatti, con un discreto colpo di fortuna, siamo riusciti ad incontrare, a distanza molto ravvicinata (che potrei quantificare in 10-15 metri), addirittura due esemplari, entrambi sonnecchianti e spiaggiati sopra una lastra di ghiaccio.
Come nel caso dei Puffin il 70-200mm non è proprio l’ideale, servirebbe qualcosa di più dal lato tele. Fortunatamente la foca è un animale decisamente più grande e soprattutto più tranquillo rispetto ad un volatile: siamo riusciti a passare molto vicino e loro, con malcelato disinteresse, sono rimaste immobili ad osservarci: mi verrebbe quasi da dire in posa per la foto ricordo. Chiedo scusa per il titolo davvero squallido, ma non sono riuscito a resistere alla tentazione.