Anche quest’anno, dopo la pausa dovuta al Covid, sono tornato a seguire e, ovviamente, fotografare Scrittori in Città (il tema di questa edizione è scatti). E devo ammettere che tutti gli anni la manifestazione è più bella e meglio organizzata. Ho camminato per Cuneo tutto il pomeriggio, saltando da un evento all’altro, e al termine della giornata il mio orologio segnava oltre 20.000 passi. Ho iniziato seguendo quasi interamente la presentazione di Questo non è normale il libro di Laura Boldrini al Cinema Monviso: il titolo dell’incontro era Uno scatto in avanti e la scelta non poteva essere migliore. Il libro è una presa di posizione sul cosiddetto patriarcato e devo ammettere che in alcuni passaggi le parole dell’ex presidente della Camera mi hanno emozionato. Dopo una pausa di riflessione (a metà pomeriggio si svolgono le presentazioni online), e qualche foto di street, sono andato al Baladin ad assistere al concerto di Moonbrew e Paolo Apollo Negri che purtroppo è stato accompagnato da pochissima presenza ed è stato un vero peccato perché le sonorità di questo duo sono molto coinvolgenti e particolari. Quindi il Gran Finale con i fuochi d’artificio: prima in San Giovanni per ascoltare le parole del professor Sandro Donati sul doping (mi hanno colpito le parole molto dure e senza peli sulla lingua in riferimento a Conconi), quindi di corsa al meraviglioso Teatro Toselli per ammirare la voce e la classe dell’inossidabile 81enne Francesco Guccini e infine nuovamente al Cinema Monviso per assistere alla presentazione de Il Grembo Paterno di Chiara Gamberale. Purtroppo delle ultime 3 presentazioni ho compreso poco, ma d’altronde fotografia e ascolto non vanno certo di pari passo (e io non sono Sean Penn). Domani si riparte, a Cuneo c’è Vera Gheno.
Per la XXIII edizione di scrittorincittà abbiamo scelto il tema “Scatti”, per poterci confrontare con il desiderio e l’esigenza di andare avanti, di rimetterci in movimento, di trovare un nuovo e diverso equilibrio, dopo un tempo difficile, che ha messo alla prova ognuno di noi e il nostro mondo. “Scatti” ci permette di analizzare il nostro presente, per capire come possa essere vissuto al meglio e trasformarsi in un futuro migliore. Ma è anche riflessione sul passato, per comprendere meglio l’origine del presente. Scatti sono istantanee per ricordarci l’importanza della bellezza, dell’arte, della musica, della fotografia, del cinema, della letteratura, del teatro. E accanto alla cultura non può mancare lo sport, con ciò che rappresenta per il benessere e la salute nostra e del nostro pianeta.
Sono giorni difficili, non ho mai vissuto una situazione del genere, nessuno di noi ha mai vissuto una situazione del genere, e la vita ai tempi del coronavirus non è facile per nessuno. Avrei voglia di andare a testimoniare la vita in città nel marzo 2020, ma purtroppo non si può. L’hashtag del momento è #restiamoacasa (nelle sue varie declinazioni) e cerco di rispettarlo per quanto posso. Sono una delle fortunate persone costrette a lavorare (che alla fine non è manco male) e questa mattina ho guidato nel deserto: sembra davvero di essere dentro un film. Dopo aver parcheggiato ho colto l’attimo (pochi secondi) per scattare una foto al piazzale che si trova all’incrocio fra Via Trieste e Via Langhe a Mondovì. E’ praticamente uno scatto rubato, senza guardare troppo le impostazioni, ma voglio salvarlo su queste pagine per ricordare, come memoria storica. Dicono che #andràtuttobene, e faccio finta di crederci.
Per il secondo anno consecutivo ho fotografato Scrittori in Città, la kermesse che Cuneo dedica ai libri, alla letteratura, agli scrittori. E anche quest’anno il successo è stato davvero incredibile: tantissimi autori, anche di alto prestigio non solo letterario, tutti gli eventi esauriti e pubblico delle grandi occasioni. E anche quest’anno ho scelto le celebrità e ho fotografato personaggi famosi, e conosciuti al grande pubblico, che si sono dedicati alla scrittura: il giornalista Marino Bartoletti (il baffo che conquista) che con la sua simpatia ha stregato grandi e piccini (e raccontato del Grande Torino), il duo comico/musicale composta da Pacifico e Neri Marcorè, l’inossidabile Iva Zanicchi (sempre grande la sua presenza scenica) e, soprattutto, il personaggio internet degli ultimi anni: il medico, accademico e divulgatore scientifico Roberto Burioni che in meno di 20 minuti ha massacrato l’omeopatia e tutte le credenze popolari sulla medicina. Le sue parole sono state incredibilmente forti e quando ha chiesto al pubblico (prima di iniziare) quanti avessero provato l’omeopatia la risposta è stata sconcertante: praticamente il 90% della sala (il sottoscritto ovviamente no) ha alzato la mano. Alla fine della presentazione in molti hanno capito di aver buttato ingenti quantità di denaro in paliativi inutili. A Roberto Burioni ho deciso di dedicare la foto copertina dell’edizione 2019 di Scrittori in città.
Mia prozia ha iniziato a fumare nel 1951, aveva 12 anni. Mi racconta che all’epoca il fumo era visto in modo diverso, era un vanto, qualcosa da grandi; tutti gli attori di Hollywood si facevano ritrarre con la sigaretta in bocca e la conoscenza dei pericoli del fumo era nulla. E comunque ben nascosta. In Italia le statistiche sono chiare e conosciute: il 35% dei tumori è causato dal fumo, ogni anno muoiono 50.000 persone per danni provocati dal fumo. Siamo in guerra, una guerra sanguinosa e silenziosa che stiamo inesorabilmente perdendo. Negli ultimi 10 anni, solo in Italia, il fumo ha provocato più vittime della seconda guerra mondiale. Non riesco nemmeno a immaginare le spese che la sanità nazionale è costretta a sostenere per curare i malati (ma almeno sono soldi spesi bene), quantificare le sofferenze e il dolore è ovviamente impossibile, eppure nessuno muove un dito, anzi, è proprio lo stato, cioè noi, a vendere ai propri cittadini il veleno che ci uccide.
Quello nella foto è mio padre una settimana dopo l’operazione, gennaio scorso. Ha fumato per 30 anni e ha smesso nel 1992. Ha un buco grande come una moneta da 2 euro nel collo (ho cercato di nasconderlo che non è una bellezza da vedere). Ha subito 2 cicli di radioterapia e una quantità di analisi impressionante. E’ stato operato di Laringectomia, nell’ospedale di Cuneo, per un tumore alle corde vocali (vi lascio indovinare da cosa è stato provocato) e solo adesso sta iniziando ad uscire dal tunnel della sofferenza. Ovviamente non parla, si esprime a gesti (scrive anche) e respira da quel buco che lo tiene in vita. Non credo che una singola foto possa spostare di un centimetro le cose. Ma la speranza esiste. Il problema è che continuo a vedere foto di persone (belle, interessanti, intelligenti) con la sigaretta in mano/bocca e non credo che questi esempi siano positivi, soprattutto per i nostri giovani. Quando cammino per strada mi accorgo che, nonostante i pericoli del fumo siano chiari e riconosciuti, tantissimi ragazzini, minorenni, fumano; è un dramma che nel 2018 dovrebbe essere risolto da tempo e che invece assume proporzioni enormi e sempre più grandi ogni minuto che passa. Iniziamo NOI a fare qualcosa.