Big Snow a Beinette

POSTED ON 3 Feb 2019 IN Landscape     TAGS: snow

Beinette (neve a) #05Beinette (neve a) #04

Kindness is like snow. It beautifies everything it covers.
Kahlil Gibran

Beinette (neve a) #03Beinette (neve a) #02Beinette (neve a) #01

Small games in the snow

POSTED ON 24 Gen 2019 IN Landscape     TAGS: snow, nocturne, longexposure

Small games in the snow #01Small games in the snow #02

Da ieri pomeriggio, finalmente, nevica. Tanto desiderata e tanto agognata: la fioca è arrivata. E prima di andare a dormire ho deciso di provare un paio di scatti nel mio giardino: il melograno innevato è clamorosamente fotogenico. Due lunghe esposizioni su cavalletto proprio davanti alla porta di casa; davvero pochi minuti perchè in pigiama fa freddo. La prima semplicissima, 5 secondi a f/8. Nella seconda, per esaltare ed evidenziare i fiocchi di neve, ho aggiunto un colpo di flash sulla seconda tendina. Non è certo un panorama mozzafiato, semplicemente un piccolo ricordo e un esercizio di stile. Benvenuta neve, qui ti aspettavamo con ansia. Anche troppa.

Neve, insegnami tu come cadere
Nelle notti che bruciano
A nascondere ogni mio passo sbagliato

Sara e Luca

POSTED ON 29 Nov 2018 IN Portrait     TAGS: 50ne

Sara e Luca #01

Faccio un salto indietro nel tempo (mi capita spesso da queste parti) e torno al novembre dello scorso anno. Sara e Luca sono una coppia, una fantastica coppia: fratello e sorella, con un legame eccezionale. Mi sono divertito con loro, ho passato un paio di ore molto divertenti: espansiva e allegra lei, taciturno e tranquillo lui. Ma in perfetta sintonia. Non avevo mai fotografo una coppia di questo tipo, ma in gioventù mi sono prestato molto all’obbiettivo di mio padre (e di mia madre con la Minox 35 GL) in coppia con mia sorella (si, ho una sorella che ultimamente si diletta anche lei di fotografia). Per la pubblicazione ho scelto tre foto, scelta quasi casuale: Sara e Luca sono brillanti davanti all’obbiettivo, diciamo che rimangono sempre bene.

Sara e Luca #02Sara e Luca #03

Il senso di Cuneo per la neve

POSTED ON 2 Dic 2017 IN Street     TAGS: snow

Il senso di Cuneo per la neve

Questo è un vecchio post che scrissi nel mio primo anno cuneese. Correva l’anno 2009. La fioca era una bellissima novità. Questa notte ha nevicato tanto e quando ho riletto il mio vecchio articolo ho deciso di uscire sotto la neve per trovare una foto adatta al testo. Ho girato 30 minuti senza combinare molto, poi quando stavo tornando a casa, deluso e congelato, ho visto questa signora che con ombrello, stivali e pala da neve camminava proprio davanti al mio cancello. Perfetta. Un colpo di flash per esaltare i fiocchi di neve et voilà. Foto trovata: proprio l’idea che cercavo.

Ad Imperia la neve è sempre un evento straordinario. Crea confusione e allarme. Ad Imperia la neve arriva sempre in notturna (di giorno la temperatura non scende mai sotto lo zero) e, per noi bambini, significava la chiusura delle scuole il mattino successivo. Ed era grande festa. Mi ricordo che una volta avevo ammirato la neve scendere quasi tutta la notte, poi al mattino mi ero alzato per costruire il pupazzo di neve (beata ingenuità) ma con grande sorpresa, e delusione, della neve nemmeno l’ombra; erano bastati i primi raggi di sole per sciogliere completamente il manto bianco. Nei giorni scorsi pochi centimetri di neve hanno mandato in tilt le grandi città del Nord (anche Imperia tanto per dire): incidenti, scuole chiuse, traffico impazzito, lamentele, crisi isteriche. Ma Cuneo è diversa. Cuneo ha un senso tutto particolare per la neve. E’ una festa e tutti sono preparati all’evento. La città cambia di colore ma non cambiano le abitudini dei Cuneesi; il traffico scorre lento ma non isterico, tutte le macchine sono fornite di gomme da neve, i mezzi antineve sono sempre pronti e si sentono nell’aria un’euforia e una tranquillità straordinari. I locali sono aperti, i negozi sono aperti e le scuole non si sognano nemmeno di chiudere. Tutto scorre come al solito, forse più lentamente, la neve rallenta e distende i nervi quasi come fosse un tranquillizzante naturale. Io non avevo mai vissuto la neve in città (non così tanta comunque) e mi sono adeguato al ritmo della Granda: gomme da neve montate, raschietto, antigelo, tranquillità. Sono uscito per andare a cena fuori: per l’occasione mi sono portato la classica pala da neve e sono stato costretto ad utilizzarla per liberare la macchina. Mi sono anche divertito: guidare sulla neve alle due di notte con le strade ancora bianche (e deserte) è stata un’esperienza elettrizzante. Guardare le immagini in televisione e ridere dei Milanesi e dei loro problemi con la neve mi ha fatto sentire davvero superiore. Perché NOI Cuneesi abbiamo la neve nel DNA!! :-D

Parco Giochi Marco Taverna

POSTED ON 15 Giu 2017 IN Portrait, Reportage     TAGS: children, wideaperture, 50ne

Parco Giochi Marco Taverna #01

Le emozioni dei bambini sono quanto di più puro e limpido esista in natura. Sono spontanee, sincere, istintive. Ogni nuova esperienza di gioco, e di vita, plasma il carattere e genera una serie di ricordi, più o meno intensi, che resteranno legati all’infanzia. A Beinette, nel verde Parco di Rifreddo, c’è un’area giochi dove mia figlia adora andare per condividere del tempo con altri bimbi; ma si diverte anche da sola. Lo scivolo con il papero, la giostra che gira velocissima, l’altalena che ti permette di toccare il cielo con la punta dei piedi; ogni gioco, una soddisfazione, una gioia! Un sorriso! I genitori di Marco Taverna hanno creato su quel pezzo di prato un’isola di sorrisi che rinnovano ogni volta il ricordo del loro amato figlio, mancato in un incidente stradale il 22 Giugno 2013. Personalmente non ho avuto il piacere di conoscere TAV (come lo chiamavano i suoi amici), ma tutte le volte che vengo qui mi sembra di incontrarlo. Perché davvero Marco rinasce nel sorriso di Alice: ed è un’emozione bellissima. Alice è ancora troppo piccola, ma un giorno vorrei spiegarle qual è il miracolo che si compie qui ogni giorno.

Parco Giochi Marco Taverna #02Parco Giochi Marco Taverna #03Parco Giochi Marco Taverna #04

Parco Giochi Marco Taverna #05Parco Giochi Marco Taverna #06

Parco Giochi Marco Taverna #07Parco Giochi Marco Taverna #08Parco Giochi Marco Taverna #09

Il tuo sorriso rinasce ogni giorno nel sorriso dei bambini che vengono a giocare qui.

Night of almost rain

POSTED ON 13 Mag 2017 IN City & Architecture     TAGS: nocturne, clouds, sky, longexposure

Night of almost rain

Maybe later

POSTED ON 10 Mag 2017 IN Landscape     TAGS: sunset, clouds, sky, nature

Maybe later

Da tanto tempo mi ero riproposto di fotografare questa zona. E’ la mia zona, proprio dietro casa mia. E’ dove la sera vado andavo (ma tornerò)(maybe later) a correre, e mi piace perché è una zona decisamente tranquilla; io la definisco rilassante. E poi c’è questa visione della Bisalta, la montagna che sorveglia Beinette, che mi piace un sacco. Ieri sera avevo intuito le potenzialità del tramonto già da qualche ora; il mio difetto è di partire sempre un po’ troppo in anticipo e quindi ho dovuto aspettare un bel po’ di tempo prima di arrivare all’ora blu (prevista, ieri sera, per le 21.03). Ho colto l’occasione per scattare questa foto. Un po’ di cross-processing et voilà. Mi sembra apprezzabile. Arrivato a casa ho trovato, d’istinto, il proverbio del giorno e lo metto qui, a futura memoria.

L’occasione fa l’uomo fotografo.

A Zonzo in X’Mas

POSTED ON 24 Dic 2016 IN Details, Street     TAGS: xmas, 50ne, wideaperture

Quattro Abeti

Anche quest’anno riesco a rispettare la tradizione del post natalizio. Ma è stata una faticaccia: la mancanza di idee e di voglia però non mi hanno fermato. Questo pomeriggio ho girato a zonzo per Beinette (prima) e per Cuneo (dopo) alla ricerca di spunti interessanti: mi aspettavo di trovare qualche Babbo Natale (sarebbe dovuto passare oggi), ma di signori vestiti di rosso nemmeno l’ombra e quindi mi sono dovuto accontentare di qualche dettaglio e al minimo sindacale possibile per ottenere la denominazione di foto street. E adesso mi rivolgo direttamente al Cristo e chiedo una piccola/grande cortesia: dato che sono circa 1700 anni che non ci dimentichiamo un tuo compleanno (la data è sbagliata, ma quello è piccolo particolare insignificante: è il pensiero che conta) potresti fare in modo che nel futuro prossimo la scia di sangue e morte che sta dilaniando il nostro pianeta possa un attimo placarsi? Amici importanti mi dicono che questa impresa rientra nelle tue immense capacità (del quale io non mi permetto assolutamente di dubitare)(giuro)(anche se sono più per l’arianesimo). D’altrocanto oggi è il Natale cattolico per circa il 15% della popolazione mondiale, giusto? E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.

Buon Natale, si sente augurare in ogni dove, da grandi e piccini. Naturalmente, l’augurio nella maggioranza dei casi è una pura coazione a ripetere. Ma coloro che pensano a quello che dicono, credono di commemorare con i loro auguri la nascita di Gesù. E la maggioranza degli auguri non sa, o ha dimenticato, che la scelta del 25 dicembre come giorno del Natale cristiano è mutuata dalla festa del Sol Invictus, “Sole Invitto”, il Dio Sole (El Gabal) che l’imperatore Eliogabalo importò nel 218 a Roma dalla Siria. […] (Piergiorgio Odifreddi)

Betta on the railroad

POSTED ON 2 Dic 2016 IN Portrait     TAGS: model, 50ne, wideaperture, autumn

Betta on the railroad #01Betta on the railroad #02

Cadute dalle nuvole

POSTED ON 18 Set 2016 IN Performing Arts     TAGS: silver, wideaperture

Cadute dalle nuvole #01Cadute dalle nuvole #02

Impasse è il nuovo spettacolo di Cadute dalle nuvole, al secolo Simona Gallo e Rachele Rabbino. Io non sono un esperto del settore ma, da profano, lo definirei uno spettacolo circense. Le due ragazze riescono a tenere il pubblico con il fiato sospeso (e con lo sguardo all’insù) per quasi 40 minuti utilizzando le tecniche del trapezio doppio, del cerchio e delle corde multiple, il tutto condito con danza e musica d’atmosfera. E per il sottoscritto che non è mai riuscito a salire nemmeno sulla pertica (ma al quadro svedese ero sotto zero) è qualcosa al limite della magia bianca. Emozionanti e bravissime. Ma parliamo anche un po’ di fotografia, siamo qui per questo no? Le condizioni di luce erano al limite delle potenzialità del sensore (e umane): buio completo e soggetti in continuo movimento, sfondo grigio cemento. Si fa presto a dire che la macchina non conta ma oggi, senza un’attrezzatura decente, non avrei cavato un ragno dal buco. Ho scattato fra 3200 e 6400 ISO (benedetto sia il sensore della 6D), ovviamente a tutta apertura. Ho scelto la conversione in silver perchè quando le immagini sono rumorose credo che la resa monocromatica sia nettamente superiore: il rumore lascia sempre un’aurea particolare, di vissuto, di sofferenza, di bianco antico. E credo che per questa tipologia di foto possa calzare a pennello. Inoltre i colori intorno non erano proprio straordinari (un capannone industriale) e nella conversione non si è perso niente di importante. E più guardo le foto e più non capiscono come riescano a non cadere dalle nuvole. Mah…

Cadute dalle nuvole #03Cadute dalle nuvole #04Cadute dalle nuvole #05

Cadute dalle nuvole #06Cadute dalle nuvole #07

…Abbiamo toccato con i piedi per terra un giorno d’inverno quando, mangiando la solita minestra, abbiamo capito che in realtà, per Cadere Dalle Nuvole, bisogna stare a testa in giù…

La casa

POSTED ON 13 Lug 2016 IN Landscape     TAGS: silver, ontheroad

La casa

Una giornata uggiosa

POSTED ON 21 Giu 2016 IN Landscape     TAGS: clouds, sky, nature, tripod

Una giornata uggiosa #01

Mi hanno detto che alle foto non servono le parole. Forse è vero, forse no. Io credo dipenda dal tipo di immagine: a me piace raccontare e spiegare, a chi osserva i miei scatti, il perché e magari anche il percome (e anche il perquando). Non è obbligatorio certo, ma comunque aiuta a capire e comprendere. Ho scattato queste tre foto sabato scorso, nel breve volgere di dieci minuti mentre aspettavo che le pizze fossero pronte. Sono doppie esposizioni (quindi treppiede), era l’unico escamotage per ottenere una resa così equilibrata fra cielo e terra. E mi ricordano una bellissima canzone di Lucio Battisti.

Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa
Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa

Una giornata uggiosa #02Una giornata uggiosa #03

Alice rides the sunset

POSTED ON 5 Mag 2016 IN Portrait     TAGS: baby, wideaperture, sunset

Alice ride the sunset #01Alice ride the sunset #02

Queste due foto non sono recentissime, le ho scattate nell’agosto dello scorso anno. Poi complice la poca voglia, le ferie che sarebbero arrivate da lì a poco e soprattutto il tempo tiranno, le ho lasciate nel cassetto di lightroom. Mi piacciono davvero tanto, mi emozionano e ho deciso di pubblicarle a distanza di 9 mesi. Molte volte mi capita di trovare la parola emozione collegata alla fotografia. Spesso e volentieri si legge che una foto deve emozionare; non sempre è vero, ma è un semplice discorso di logica. Quello che mi domando io è CHI deve emozionare una foto. Perché le immagini devono emozionare chi le guarda ma in realtà quasi sempre emozionano solo chi le ha scattate e, in rari casi, il soggetto fotografato. E solitamente è per il ricordo del momento e mai per la bellezza oppure per il significato della foto stessa. Mi emoziona. Ma chi emoziona? Io credo sia un termine abusato e, troppe volte, usato a sproposito. Io, invece, posso affermare con certezza che questa foto mi emoziona. Me e soltanto me, e non pretendo che possa emozionare anche Voi, osservatori quasi casuali. Perché al sottoscritto ricorda un momento di crescita, di gioco, di divertimento. E sono momenti belli, ma solo miei. E il ricordo mi emoziona.

C’era una volta il Castello di Beinette

POSTED ON 27 Gen 2016 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Castello di Beinette #02Castello di Beinette #01

Un pò più in alto rispetto alla piazza del paese, accanto alla chiesa, in cima alla salita, ecco il Castello di Beinette. L’accesso, da sempre proibito, avvolgeva il castello in un alone di mistero: fin da bambina mi ero chiesta come fosse all’interno e chi lo abitasse. Fantasmi? Pipistrelli? Vampiri? No, in realtà intorno alla seconda metà del 1800 era stata la residenza estiva dei marchesi di Rudinì, che venivano in Piemonte con la figlia Alessandra e il suo cagnolino Chatain (come racconta il libro ‘Alessandra di Rudinì’ di Gigi Moncalvo). Una ragazza disinibita lei, che era stata sorpresa a cavalcare nuda nel parco del castello e che aveva ospitato proprio qui il suo amato Gabriele D’Annunzio. Ma forse questa è solo una leggenda. Come quell’altra che narra che nei sotterranei del castello ci fosse l’accesso a un tunnel segreto, lungo chilometri, usato come via di fuga, verso la Certosa di Pesio, in tempo di guerra. È così che, guardando il castello, seppure ormai fatiscente, la mia fantasia aveva galoppato per anni. Poi sabato scorso, grazie ad un amico, ho avuto la possibilità di visitarlo. Intanto va precisato che l’ingresso principale dà sul cortile della cartiera e non in cima alla salita della chiesa come molti pensano. L’ottantenne sig. Castellino, proprietario dell’immobile da circa 30 anni, ci ha aperto il castello e la seconda porta, decorata di vetri colorati a piombo, benché non del tutto intatta, ci ha comunque sorpresi.

Castello di Beinette #09Castello di Beinette #07Castello di Beinette #06

Castello di Beinette #08Castello di Beinette #17

Le sale del castello sono ampie e le finestre, ormai divelte, le rendono particolarmente luminose. Ognuna è provvista di un camino a legna: i soffitti sono molto alti e immagino non fosse semplice riscaldare quelle stanze. Alcune volte si sono conservate e si possono notare rosoni e stemmi di chissà quale famiglia nobile, ma anche soffitti a cassettoni di legno. I pavimenti variano dai parquet, quasi completamente intatti ed in ottime condizioni, alle piastrelle quadrate di cotto. C’è da dire che negli anni il Castello è stato più volte saccheggiato per cui si nota la mancanza di piastrelle, porte, lampadari e addirittura di una cassaforte!

Castello di Beinette #10Castello di Beinette #11Castello di Beinette #12

Castello di Beinette #03Castello di Beinette #04

Al piano seminterrato, dove erano allocate le cucine, c’è ancora un pozzo, che secondo i racconti sul castello, sarebbe diventato la tomba di due soldati tedeschi, che anziché essere catturati e trucidati preferirono la morte per annegamento. Da fuori non si nota, ma due piani di un’ala del castello sono crollati pertanto è meglio non inoltrarsi di nascosto per curiosare perché, oltre ad essere illegale, potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso. Penso a quei ragazzini che sono entrati senza conoscere le zone in sicurezza e hanno imbrattato i muri con graffiti di rara bruttezza: oltre a danneggiare un monumento, già decadente, avrebbero potuto anche farsi del male!

Castello di Beinette #18Castello di Beinette #19

La torre del castello si raggiunge grazie a una scala a chiocciola. Di lì, a 26 metri di altezza, il panorama ripaga la visita: si vedono tutto il centro di Beinette e le campagne, fino al campanile di Margarita! Il tetto, con il consenso della Soprintendenza alle Belle Arti, è stato ristrutturato dalla proprietà circa 8 anni fa: un pilastro portante regge le nuove travi; il tetto è stato isolato con materiali moderni, ma esternamente sono stati riutilizzati i coppi storici. Da allora la gru sembra voler vivere in simbiosi con il Castello! Da fonti attendibili ho appreso che tuttora l’amministrazione comunale sta vagliando, insieme ai proprietari, quale potrebbe essere la destinazione d’uso della residenza. Si punta a un impiego di pubblica utilità che di certo soddisferebbe le aspettative dei beinettesi. Ora non resta che trovare i fondi per mettersi all’opera!

Castello di Beinette #13Castello di Beinette #14Castello di Beinette #15

Castello di Beinette #05Castello di Beinette #16

Il testo di questo racconto è di Michela Agnese, le immagini, ovviamente, sono del sottoscritto. Non avevo mai pubblicato così tante foto in un post, ma ho voluto permettermi un’eccezione vista l’importanza del Castello. Per questo reportage ho utilizzato due obbiettivi: il 50 fisso per una documentazione il più reale possibile ed il 16-35 per riuscire a cogliere tutti gli angoli del castello. Ho preferito evitare le panoramiche, anche se suggestive, perché volevo concentrare l’attenzione sugli interni, sulla storia e sulle condizioni attuali della residenza dei marchesi di Rudinì. Purtroppo le notizie in rete non sono molte, anzi, sono praticamente nulle ed è difficile ricostruire la storia del castello in modo storicamente preciso; spero in futuro di riuscire ad ottenere informazioni maggiori: magari con un’anacronistica visita in biblioteca. :-)

Kill the DJ @ XXXXXXXX

POSTED ON 22 Gen 2016 IN Concert     TAGS: rock

Kill the DJ /01

I Kill the DJ sono una cover band, eseguono solo ed esclusivamente pezzi dei GreenDay. Ieri sera hanno suonato in un locale vicino a Beinette e ho deciso di fare un salto; da diverso tempo non fotografavo musica dal vivo e adoro i GreenDay. Ottimi motivi per sconfiggere la mia pigrizia ed il richiamo dell’accoppiata divano+TV. Il locale è un discopub/pizzeria molto grande ed il pubblico, nonostante gli sforzi del gruppo, ha preferito continuare a mangiare la pizza, l’atmosfera era un po’ freddina per un concerto rock; compreso il sottoscritto le persone interessate alla musica non erano più di venti. Anche le luci (molto forti in sala e colorate rosso/verde/blu sul gruppo) non hanno aiutato a creare l’atmosfera giusta. Ho scattato sempre con il 70/200 impostando a tutta apertura, 1/125 e 3200 iso. La Canon 6D ha un’ottima resistenza al rumore e nonostante questo ho comunque aumentato il disturbo in post-produzione: adoro la grana spessa, il contrasto e il clarity, anche esasperato, nelle immagini di musica rock live. Purtroppo non sono riuscito a scattare come e quanto avrei voluto (le immagini sono tutte scattate dalla stessa posizione): dopo pochi minuti sono stato invitato dalla ‘direzione‘ ad interrompere la mia attività: non era consentito fotografare (immagino fossero banditi anche gli smartphone). Ed è per questo che il nome del locale non compare nel titolo del post. La prima volta, in vita mia, che mi capita. E forse anche che lo sento dire. Ho fotografato ancora un paio di minuti e sono andato via. Non credo tornerò e non mi perdo niente.

Kill the DJ /02Kill the DJ /03

Kill the DJ /04Kill the DJ /05Kill the DJ /06

Alice X’Mas

POSTED ON 24 Dic 2014 IN Portrait     TAGS: baby, studio

Alice X'Mas #01Alice X'Mas #02

Come tradizione vuole il 24 dicembre (nella notte) pubblico una foto (in questo caso in realtà sono due) dedicata al Natale. E quest’anno il soggetto della foto non poteva che essere la nostra piccola Alice, la vera protagonista di questo Natale 2014. Abbiamo scelto un vestito a righe, i colori tipici delle feste, un’espressione divertente ed ovviamente il cappello rosso del Babbo più celebre. E il nostro più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.

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