Tutti gli anni arriva sempre prima e quest’anno sono riuscito anche a fotografare questa sensazione. Un paio di settimane fa, era il 24 ottobre, sono andato a Torino e, sorpresa, in piazza Palazzo di Città si stava ultimando il montaggio di tappeto volante, la ormai consolidata e celebre illuminazione natalizia progettata dal genio del pittore e scultore francese Daniel Buren e presentata per la prima volta nel 1999. Ho scoperto che quest’anno Luci d’Artista è iniziato ufficialmente il 27 ottobre (circa due mesi prima di Natale) e terminerà lunedì 8 gennaio. L’idea di tornare a Torino, a distanza di 4 anni, per ammirare le nuove installazioni è decisamente presente.
Il 28 maggio scorso sono salito sul treno storico che viaggiava da Torino a Ormea attraversando la suggestiva Valle del fiume Tanaro. Si trattava di una locomotiva Diesel (quindi storico, ma niente carbone) che portava con se le celebri carrozze Corbellini. Queste carrozze furono costruite tra il 1948 e il 1963 in tre gruppi principali (Tipo 1947, Tipo 1951R e Tipo 1957R) e rimasero in servizio nelle ferrovie dello stato per quarant’anni. Devono al nome al ministro dei trasporti Guido Corbellini che, dopo averle progettate quando era Capo del Servizio Materiale e Trazione delle Ferrovie dello Stato, ne ordino successivamente la costruzione. BON significa Bagnasco, Ormea, Nucetto, cioè i tre paesi della Val Tanaro nel quale il treno si fermava per permettere ai passeggeri di scendere per visitare i borghi e per assistere agli spettacoli in programma durante la giornata. Io sono salito a Ceva e sceso a Bagnasco (dove avevo lasciato la macchina) e poi ho provato ad anticipare il treno all’arrivo ad Ormea senza peraltro riuscirci.
Durante il tragitto in treno non mi sono dedicato certo all’ozio e all’ammirazione del paesaggio, ma ho fotografato. Il mondo del treno storico è variopinto e divertente: si possono incontrare giovani e meno giovani, tutti accomunati dalla voglia di vivere un’esperienza diversa che riporta al secolo scorso. Poi c’è intrattenimento musicale, culturale, storico e questo rende il viaggio diverso, non è un percorso per raggiungere una metà, ma il viaggio stesso diventa il luogo da raggiungere. Potevo forse scriverlo meglio, ma spero si comprenda il concetto. Mi sono dedicato soprattutto al ritratto e ho scelto 22 foto monocromatiche che spero riescano a raccontare l’esperienza del Treno Storico.
Dovessi scegliere una parola che racconta il treno storico che attraversa la Valle Tanaro più che VIAGGIO sceglierei SOGNO.
– Lorena Durante
A margine della PhotoMarathon torinese ho scelto di passare un po’ di tempo alla fiera del Disco. È una sorta di
Ero certo che avrei trovato spunti interessanti e magari qualche foto per la competizione fotografica. In realtà nessuna foto si adattava ai temi della maratona (solitamente fotografo prima e poi cerco di comprendere il tema), ma la fiera del disco è stata di grande ispirazione e in pochi minuti sono riuscito a portare a casa tantissimi scatti interessanti. E poi ho osservato e ammirato qualcosa di vero e autentico, e io adoro il sacro fuoco della pazzia che viene alimentato senza interruzione dalla forza della passione. E fra queste bancarelle e fra questi dischi di passione ne ho trovata davvero tantissima.
Dopo la pausa dovuta alla questione Covid sono riuscito a tornare a Torino per partecipare alla tappa sabauda (e unica) dell’Italia PhotoMarathon, a distanza di 4 anni dall’ultima volta. Se non erro dovrebbe trattarsi della mia quarta partecipazione. Come sempre mi sono divertito: Torino (la domenica) è una città meravigliosa e, se dimentico i problemi dovuti alla circolazione in auto (che odio), davvero vivibile. Il centro storico è una festa di folklore, eventi, persone, amicizia, arte ed è facile perdersi in mezzo alla gente. Ho camminato tantissimo, alla fine della giornata ho superato i 30.000 passi, e nonostante le difficoltà credo di essere riuscito a trovare 9 foto interessanti. Poi sarà al solito la giuria a giudicare, ma anche questa volta l’impegno è stato massimo. Si respira sempre un’atmosfera positiva e allegra alla Torino PhotoMarathon: sono riuscito ad incontrare vecchi amici e a conoscere persone interessanti. Ho anche mangiato abruzzese e sono andato all’Olimpico Grande Torino a vedere il Toro (e una foto è scattata di fronte allo stadio). Cosa chiedere di meglio?
In ordine di apparizione i titoli sono:
Leggerezza
In astratto
Circolare
Allo Specchio
Mani in pasta
Non c’è due senza tre
Tra le nuvole
Inclusione
Ultim’ora
Questa immagine in realtà non doveva apparire nella mia personale galleria. Non ho virato praticamente nessuna foto Islandese in bianco e nero, non è nel mio personale mood delle foto di viaggio, ma nel caso visto le tonalità decisamente monocromatiche ho provato l’esperimento e ho pubblicato sui social. Il riscontro è stato talmente positivo che giocoforza mi sono visto quasi costretto a pubblicarla su queste pagine: quasi doveroso.
Anche quest’anno il comune di Murazzano ha organizzato il concorso fotografico “Vivere Murazzano“. Il tema del 2023 era molto bucolico, ma comunque intrigante: Vita in Campagna.
Tramite alcuni amici in comune ho contattato Matteo Pelleri, titolare dell’azienda agricola Lorenzo: Matteo è giovanissimo e ha ereditato dal papà la passione per l’allevamento e la campagna. E’ stato molto gentile, mi ha ospitato per un paio d’ore nella sua azienda e io (il più trasparente possibile) ho registrato la sua attività lavorativa scegliendo di utilizzare l’obbiettivo classico del reportage, ovviamente sto parlando del 35mm. Ho scelto 3 foto per partecipare al concorso: la foto di copertina ha ottenuto il secondo premio assoluto e verrà esposta (in dimensioni importanti) nella piazza principale di Murazzano per un anno. Io in realtà preferivo la terza, ma capisco la scelta della giuria: l’allevatore che accarezza con affetto i suoi animali è sempre una foto d’impatto.
Quello che a Ormea viene definito Biale è un antico sistema ottocentesco per sgombrare la neve dalle dalle vie del centro paese. Con un sistema di chiusini l’acqua del torrente Armella viene fatta esondare, scorrere per le strade in discesa e, governata dagli esperti, ritornare nel proprio alveo, portando con sé neve e detriti. In tempi moderni il Biale viene utilizzato per pulire Via Roma, la strada più caratteristica di Ormea, il cuore pulsante del paese. A inizio luglio invece la tradizione diventa folklore: si chiama Ormea in onda e via Roma diventa un lunghissimo scivolo, una gigantesca pista sull’acqua (la più lunga d’Italia dicono), sul quale intrepidi avventurieri si tuffano a bordo di salvagenti e materassini. Oggi le strade venivano pulite per la festa del Corpus Domini e non ho resistito alla tentazione di fotografare il momento.