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Verso Casa
POSTED ON 24 Gen 2021 IN Street

Verso casa

Il Castello di Re Claudio
POSTED ON 22 Gen 2021 IN Reportage

Il Castello di Re Claudio #24

Claudio è un nome di fantasia, un re che ho inventato io. In realtà non esiste, almeno non qui, perché da qualche parte un Re Claudio ci sarà pure stato. Però nel castello del Re viveva sicuramente una contessa, una contessa molto conosciuta: Elisabetta Guasco Giriodi Panissera. Qui la storia si fra intrigante e diventa misto fra realtà e leggenda. Sembra che la contessa, intorno al 1935, avesse ricevuto in dono, dal cugino Duca di Aosta, una bellissima coppia di gatti Birmani, la prima a giungere, attraverso mille peripezie, in Europa. Nel tempo questi Birmani e la loro progenie presero possesso del castello. E’ diventato celebre come il castello dei gatti birmani. Gli abitanti del luogo, quelli un po’ più anziani, ricordano ancora i preziosi gatti della contessa. Forse è più storia che leggenda. Di sicuro durante la seconda guerra mondiale il castello venne occupato dai tedeschi, che stabilirono qui un importante centro operativo: terminata la guerra non fu più restaurato e da allora vive in stato di abbandono. Ci fu un tentativo di recupero nel 2005: una parte venne aperta al pubblico, ma la bella novità durò pochissimo. Ad oggi è ancora vuoto, triste e desolato.

Il Castello di Re Claudio #29Il Castello di Re Claudio #25Il Castello di Re Claudio #27

Il Castello di Re Claudio #12Il Castello di Re Claudio #26

Il Castello di Re Claudio #03Il Castello di Re Claudio #04Il Castello di Re Claudio #09

Il Castello di Re Claudio #07Il Castello di Re Claudio #08

Il Castello di Re Claudio #01Il Castello di Re Claudio #02Il Castello di Re Claudio #11

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Shadow and light
POSTED ON 19 Gen 2021 IN Portrait

Shadow and light

Ospedale Marino Piemontese
POSTED ON 19 Gen 2021 IN Reportage

Ospedale Marino Piemontese /55

L’ospedale Marino Piemontese si trova a levante del territorio di Loano a 200 metri a nord della via Aurelia, in località Vignasse; si estende su circa 18 mila metri quadrati in cui si trovano il fabbricato principale, che ospitava l’ospedale, e alcuni edifici accessori, tra cui l’ex casa del custode e una villetta ristrutturata su due piani. La volumetria totale supera i 25.300 metri cubi. Attualmente l’immobile è di proprietà di ARTE, Agenzia Regionale Territoriale per l’Edilizia della provincia di Savona, che l’ha acquistato per 9 milioni di euro nel 2008 e che ha provato a venderlo all’asta negli anni scorsi senza risultati. Come tutte le strutture abbandonate di questo tipo non ha un futuro possibile, da anni si parla di recupero, di ripristino, di ristrutturazione, si susseguono le amministrazioni comunali che parlano parlano parlano, ma qualsiasi tentativo di rilancio cade nel vuoto (prevedibile). E’ l’ex ospedale è in stato di abbandono da quasi 40 anni. Nel frattempo non si contano le retate della polizia, i principi di incendio, l’occupazione di sbandati e senzatetto. La struttura è davvero enorme e questo è davvero il problema più grande, anche perché la posizione (a ridosso del mare) sarebbe appetibile per fini turistico/commerciali. All’interno è facile perdersi fra corridoi lunghissimi, stanze vuote, graffiti, scale. Dal punto di vista fotografico l’ho trovato bellissimo, una serie di giochi di luci ed ombre con quel senso importante di abbandono fondamentale in qualsiasi scatto urbex. Sono 57 foto, davvero tantissime, e molto simili fra di loro. Ma volevo documentare e aggiornare la memoria storica di questo luogo.

Ospedale Marino Piemontese /05Ospedale Marino Piemontese /34

Ospedale Marino Piemontese /03Ospedale Marino Piemontese /06Ospedale Marino Piemontese /09

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Dopo la nevicata
POSTED ON 17 Gen 2021 IN Street

Beinette dopo la nevicata /01Beinette dopo la nevicata /04

Il giorno dell’epifania, dopo la grande nevicata di inizio gennaio, sono sceso in paese per scattare qualche foto di street. Certo Beinette non è Milano e nemmeno New-York, ma ho cercato di adattarmi. Ho montato sulla fotocamera il piccolo Helios 44M-7 58 f/2 e sono andato per strada. Per enfatizzare l’idea del vintage ho scelto di virare le foto in bianco e nero; rimane sempre molto complicato, per la mancanza di abitudine, focheggiare in manuale, soprattutto se si scelgono aperture di diaframma decisamente aperte. La mancanza di nitidezza ai bordi del piccolo soldato russo è evidente, ma nonostante tutto qualcosa di interessante sono riuscito a cogliere. D’altronde è documentazione.

Beinette dopo la nevicata /03Beinette dopo la nevicata /05Beinette dopo la nevicata /02

Snow at sunset
POSTED ON 17 Gen 2021 IN Landscape

Snow at Sunset

Mondovì Piazza (Pentacon)
POSTED ON 14 Gen 2021 IN Landscape

Mondovì Piazza (Pentacon)

Athene noctua (di plastica)
POSTED ON 11 Gen 2021 IN Details

Athene noctua (di plastica)

Non saprei davvero come definire questo scatto. Sicuramente è uno Ius Primae Fotis, l’esordio di una nuova attrezzatura fotografica: nello specifico il vintage Pentacon 4/200. Si tratta di un tele di produzione DDR (German Democratic Republic) diretto discendente (sono praticamente identici) del Meyer Optik Gorlitz Orestegor f/4; la sua caratteristica più importante sono le 15 lamelle del diaframma che permettono un bokeh molto particolare a tuttaapertura. L’ho pagato poco meno di 40 euro e mi è arrivato sabato mattina: nel pomeriggio mi sono piazzato in giardino e ho fotografato la civetta di plastica che dovrebbe impedire l’arrivo di fastidiosi volatili (spoiler: non ci riesce). Non pensavo che già a f/4 potesse essere così nitido: nei prossimi giorni mi cimenterò in qualcosa di più impegnativo.

Cioccolata per fiction
POSTED ON 10 Gen 2021 IN Reportage

La Perugina /03

Camminando per le grandi stanze della Pettinatura Italiana ci siamo imbattuti in una zona apparentemente più recente, con macchinari in perfette condizioni (o quasi). Siamo rimasti un po’ straniti, ma dopo un primo momento di smarrimento ci siamo accorti che si trattava di una finzione. Anche i cioccolatini erano finti. E perché mai cioccolatini in una fabbrica di filati? Dopo una breve ricerca abbiamo scoperto che in questi locali è stata girata la fiction dal titolo Luisa Spagnoli, una miniserie italiana dedicata alla vita della nota imprenditrice perugina interpretata da Luisa Ranieri. La produzione della ficton ha ricreato in modo fedele la stabilimento La Perugina degli anni ’20. Peccato che la cioccolata non fosse commestibile.

La Perugina /05La Perugina /04

La Perugina /02La Perugina /01La Perugina /06

Pettinatura Italiana S.p.A.
POSTED ON 9 Gen 2021 IN Reportage

Pettinatura Italiana SPA /25

Il 9 gennaio 2001 è un giorno drammatico per il paese di Vigliano Biellese. Un terribile incendio sviluppatosi nel reparto cardatura della Pettinatura Italiana (chiamata affettuosamente Pettina dagli abitanti della zona) portò alla morte di 3 operai e al ferimento di altri 6. È la più grave tragedia sul lavoro mai avvenuta in una fabbrica tessile biellese. E’ un duro colpo dal quale, complice la crisi del settore, la Pettinatura Italiana non riesce più a sollevarsi: nel 2008 viene messa in liquidazione e infine il 30 marzo 2012 viene dichiarata fallita. La società venne fondata a Londra il 10 aprile 1905 come Società Anonima Pettinatura Italiana Limited da Carlo Trossi e soci inglesi, con sede legale a Bradford e stabilimento a Vigliano Biellese per la pettinatura conto terzi delle lane. Lo stabilimento di Vigliano era già attivo dal 1882 creato sempre da Trossi insieme a Agostino Agostinetti, che nel 1905 uscì dalla società. Durante la prima guerra mondiale, nel 1916, agli inglesi subentrò la famiglia Rivetti (Lanificio Rivetti) e la società trasferì definitivamente la sua sede in Italia.

Pettinatura Italiana significa per Vigliano anche “Villaggio Trossi e Rivetti”, costruito nel 1920, con le case per gli operai in stile bifamiliare, la chiesa di San Giuseppe Operaio, il convitto femminile, due lavatoi pubblici, forno, macello e il cine teatro Erios (Ermanno Rivetti Opere Sociali) con l’ Alpi (Associazione Lavoratori Pettinatura Italiana) centro di aggregazione e ricreazione.

Io credo che lo scopo più alto e importante della fotografia urbex sia quello di ricordare, di memorizzare, di impedire che la memoria venga dispersa. Molti sostengono che la mia sia una visione utopista, possibile, probabile, è quasi sempre così, una splendida utopia. Ma in alcuni casi è fondamentale tenere a mente il nostro passato per ragionare sul futuro. Il 9 gennaio 2001 si è consumata una tragedia per tante persone e non è giusto che venga dimenticata; come sempre si parla di recupero, il termine preferito dalla politica è polo culturale: studiando la storia e l’evoluzione di questi giganti destinati a morire è un qualcosa di molto comune, di già sentito. Gli anni passano, la memoria diventa labile, il tempo completa l’opera di chi permette l’abbandono nel nome del dio denaro (perché sempre di quello parliamo). La Pettina giace morente nel tessuto urbano di Vigliano Biellese, e dalle foto credo che si comprenda benissimo la situazione: oggi sono 20 anni dalla tragedia che ha cambiato per sempre la vita del paese. Non dimentichiamolo.

Pettinatura Italiana SPA /08Pettinatura Italiana SPA /09

Pettinatura Italiana SPA /01Pettinatura Italiana SPA /02Pettinatura Italiana SPA /03

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Fede O.
POSTED ON 8 Gen 2021 IN Portrait

Fede O.

L’età di Pericle
POSTED ON 7 Gen 2021 IN Reportage

L'età di Pericle /05

C’era una volta un uomo che si credeva un imperatore. Amava viaggiare, vivere, sognare. Era un fanatico del bello, un esteta, il suo immaginario massimo era quello di volare nello spazio per poter ammirare la terra dalle stelle. Leggeva i classici, impazziva per Omero e per i sui componimenti che leggeva sino allo sfinimento. Viveva nel sogno di tornare a Roma per essere un console, ma non disdegnava immaginarsi potente aristocratico e sovrano nella polis Ateniese. E si fece costruire una dimora, una reggia, a sua immagine e somiglianza, voleva immaginare, voleva tornare bambino, voleva vivere nel suo mondo antico e fantastico. Poi un giorno, di colpo, morì, e tornò polvere. Perché Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris, ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai. Un momento di pazzia, una storia inventata e senza senso. Ma d’altronde anche Pericle tanto normale non doveva essere.

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Tre contro uno
POSTED ON 5 Gen 2021 IN Landscape

Tre contro uno

Qui in provincia di Cuneo nevica senza soluzione di continuità da 24 ore ed è forse la nevicata più longeva da quando mi sono trasferito (cioè undici anni). In pausa pranzo ho deciso per una piccola escursione alla ricerca di foto (anche se non ero attrezzato a dovere) e ho rischiato di rimanere bloccato dopo un paio di tentati testa/coda. Sono quindi tornato sui miei passi e mentre rientravo ho intravisto questa interessante composizione: un classico tre contro uno. E’ stata davvero una cosa veloce, nevicava fortissimo: ho impostato la fotocamera in macchina, sono sceso rapidamente, uno scatto e rientro. Cinque secondi, ma sono riuscito ad indovinare la composizione che cercavo.

Railway for the snow
POSTED ON 5 Gen 2021 IN Landscape

Railway for the snow

Le ferrovie sono qualcosa di sorprendentemente silenzioso, quando non ci passa sopra il treno.
– Haruki Murakami

Unione Sovietica, 1958
POSTED ON 4 Gen 2021 IN City & Architecture

On the road

L’ultimo dell’anno ho deciso per una passeggiata in paese, poco prima del tramonto. Volevo provare il Mir-1B 37 F/2.8 e sono uscito per andare a trovare una vecchia parente. Ho scattato un po’ di street cercando di districarmi con il fuoco manuale e la scarsità di luce, un’impresa, ma devo ammettere che il piccolo moscovita (59×56 per 185 grammi di vetro e acciaio) mi ha sorpreso positivamente. Ha tutti i difetti degli obbiettivi economici d’oltre cortina del secolo scorso, quindi poca nitidezza a tuttaapertura e bordi pastosi a qualsiasi diaframma; inoltre il trattamento delle lenti è quasi inesistente e il rischio di flare e riflessi strani è sempre in agguato soprattutto in presenza di controluce (anche minimo). L’ho distrutto in meno di quattro righe, ma nonostante i problemi di progettazione devo ammettere che le foto sono interessanti e mostrano una certa poesia. Questa è l’ultima che ho scattato poco prima di rientrare, in post ho aumentato la nitidezza e dato un tocco di color grading: non credo mi andrò ad avventurare in stampe di dimensioni enormi, ma la trovo una foto davvero gradevole e con un’atmosfera sovietica tipica del 1958. D’altronde il freddo era molto simile e in principio era la neve.

Villa dei Venti
POSTED ON 3 Gen 2021 IN Reportage

Villa dei Venti /20

La villa dei Venti venne costruita alla fine del ‘800, in paese si dice da un magnate dell’olio d’oliva: piscina, giardino, scalinata e laghetto, ormai seminascosti e ricoperti dalla vegetazione, fanno pensare ad una villa di lusso, probabilmente una casa per le vacanze. Non ho notizie sulla storia di questa proprietà incastonata in centro paese, ma la presenza di palme nel giardino fa pensare ad un ricordo del mare, forse della riviera ligure: probabilmente si trattava di un produttore d’olio che durante la permanenza in questo piccolo borgo amava ricordare la sua terra e sentire l’idea del Mediterraneo. Sono chiaramente tutte suggestioni personali. Il nome della villa (in urbex) deriva da uno splendido affresco in cima alla scalinata centrale: una perfetta realizzazione della rosa dei venti, ancora incredibilmente integra che, collegata ad un segnavento sul tetto, indica il nome e la direzione del vento. Un altro indizio di tradizione marinara. Personalmente sono rimasto colpito e affascinato dalla bellezza dei bagni: colori intensi, mosaico, rubinetteria di lusso. Un piacere per gli occhi.

Villa dei Venti /19Villa dei Venti /22Villa dei Venti /26

Villa dei Venti /01Villa dei Venti /02

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D’oro e di nuvole
POSTED ON 2 Gen 2021 IN Landscape

D'oro e di nuvole

Papà e un futuro migliore
POSTED ON 1 Gen 2021 IN Portrait

Verso un futuro migliore

Questa foto è qualitativamente terribile, ma non sempre la fotografia dev’essere bella: può semplicemente essere significativa. Anche solo per chi la scatta. Il signore che guarda verso di me, dalla finestra del secondo piano della clinica Stella del Mattino di Boves, è mio padre, 75 anni da compiere a Marzo. E voglio dedicare a lui la mia classica prima foto dell’anno: perché è alla fine di un periodo tremendo, dal quale uscirà sicuramente malconcio, dopo aver subito due operazioni chirurgiche importanti che avrebbero potuto devastare un elefante. E lui si preoccupa per noi che siamo preoccupati. Ho tante buone speranze per il futuro, ma questo è il mio più importante augurio per il 2021: che riesca a mettersi alle spalle questi 4 maledetti anni di sofferenza e possa ripartire con il sorriso e la volontà di tornare se stesso. Perché purtroppo quello che ho visto nell’ultimo periodo non è lui, è stata un’ombra in continuo girovagare fra dolore e ospedali. E adesso basta. Uscirà dalla clinica diverso sia fisicamente che mentalmente, ci vorrà ancora un po’ di tempo perché nessuno ha la bacchetta magica. Ma fai in fretta che abbiamo bisogno di te.

Best of 2020
POSTED ON 30 Dic 2020 IN PhotoBlog

Anche in questo terribile 2020 è giunto il momento di guardarsi per qualche secondo (veloce) alle spalle. La scelta delle immagini per il consuntivo di fine anno è caduta, per la prima volta, fra le foto pubblicate (senza esagerare) e non solamente fra quelle scattate: il problema, ormai da un paio di anni, è che non riesco mai a postare in tempo reale. Dallo scatto alla pubblicazione passa un tempo variabile (molto lungo), questo fattore è stato acuito dall’urbex che non ha tempi veloci, anzi, in alcuni casi è meglio tergiversare, e la post-produzione richiede sempre molto tempo. Ho ancora da pubblicare diverse immagini del 2019, non mi fermo mai quando si tratta di scattare, il livello si alza e il tempo a disposizione diminuisce. Quest’anno poi è stato davvero particolare, un anno di merda sotto tutti gli aspetti, e il Covid mi ha lasciato qualche strascico mentale. Per lungo tempo siamo stati rinchiusi fra quattro mura e la voglia di fotografia è rimasta a macerare dentro lo stomaco: per mesi non ho pubblicato, non ho guardato, non ho osservato; un blocco completo durato da metà marzo sino a luglio inoltrato. Poi con la fine dell’estate sono riuscito a trovare la voglia e la testa per mettermi a giocare con la fotografia e ho raggiunto il ragguardevole numero di 180 post. Non male viste le premesse. E’ stato comunque un anno carico di novità: sono entrato a far parte del mondo mirrorless a tutti gli effetti e ho quasi concluso il rinnovamento del mio corredo aggiungendo anche il piccolo drone di casa DJI. Giocoforza la scelta degli scatti si è fermata sul possibile: niente eventi, pochissima street, viaggi quasi azzerati. E quindi ritratto (anche un selfie), landscape e tanto urbex: sono questi i tre caposaldi della mia fotografia, mi sembra diventato lineare. Cosa mi aspetto dal 2021? Innanzitutto che finisca la crisi e che si possa tornare a uscire senza dover controllare il colore. Solo la libertà, mi basta. Ho iniziato a fine 2019 un percorso con le ottiche vintage che sta proseguendo ed inizia ad assumere una certa connotazione. E’ una fotografia più rilassante, meno interessata al profitto fotografico e più al divertimento: con i limiti imposti dalla mia mentalità mi piacerebbe divertirmi. Certo, ci devono essere i risultati, ma non sono poi così fondamentali quando si parla di passione. Let’s go.

Alla ricerca delle Stelle
POSTED ON 27 Dic 2020 IN Details, Portrait

Alice alla ricerca delle stelle

A Beinette, i ragazzi della parrocchia hanno creato, per Natale, una sorta di cammino magico fra le cappelle del paese. Il percorso fra i presepi è tempestato di stelle dorate di cartone e per i più piccoli il gioco è riuscire a contare quante più stelle possibile. Per l’occasione ho tirato fuori il mio Carl Zeiss Jena Tessar 50mm f/2.8 e sono andato con Alice alla ricerca delle stelle; durante le feste mi torna sempre in mente il vintage. Il Tessar è uno schema ottico sviluppato dalla Carl Zeiss, brevettato nel lontano 1902 su progetto del celebre Paul Rudolph, e poi largamente usato come obiettivo anche in tempi moderni: l’ottica in mio possesso è stata prodotta fra il 1984 e il 1990 in Germania Est. La caratteristica più riconoscibile di questa lente è il celebre bokeh a bolle di sapone, abbastanza visibile nella prima foto; la nitidezza a tuttaapertura non è straordinaria, ma nonostante gli anni e il progetto ottico datato è comunque divertente tornare (per qualche scatto) a fotografare completamente in manuale; sulle mirrorless elettroniche il focus peaking aiuta molto nella messa a fuoco (soprattutto ad ampie aperture) e il gioco risulta davvero semplice. E niente, la scimmia vintage non accenna a lasciarmi in pace. :-)

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