L’Ossario di Custoza è segnato in rosso nella mia personalissima mappa dei luoghi da visitare (in Italia). Perché è un simbolo, uno dei pochi, legato alle guerre d’indipendenza combattute nel 1848 e nel 1866, prima dall’esercito sabaudo e poi dall’esercito italiano; e il Risorgimento Italiano è da sempre un periodo storico che mi affascina. Sono arrivato alla biglietteria poco prima della chiusura (il biglietto costa pochissimo) e quindi mi sono visto costretto a fare un giro decisamente veloce: nonostante le dimensioni ridotte dell’Ossario (definire angusta la scala è riduttivo) sono riuscito a fotografare con il treppiede (senza pensare troppo) e mi sono anche permesso il lusso di cambiare obbiettivo. È un luogo che per certi versi può apparire macabro, ma è anche un monumento che permette di riflettere e, con un minimo di lucidità, comprendere cos’eravamo.