Impero. Foce. Notte.

POSTED ON 21 Ago 2019 IN Landscape     TAGS: nocturne, sea, longexposure

Impero. Foce. Notte.

Il gabbiano Bartolomeo

POSTED ON 20 Ago 2019 IN Animals, Reportage     TAGS: nature, 50ne

Il gabbiano #01

Oggi mi è capitata una di quelle storie che vale la pena raccontare. Ero alla foce del Torrente Impero alla ricerca di qualche scatto interessante per la sera (poi l’ho trovato) quando nelle acque del torrente (ma praticamente sul mare) ho intravisto il cadavere di un uccello. Mi sono avvicinato e appena ha sentito la mia presenza ha iniziato a muoversi in modo compulsivo: non era morto, ma ho subito notato un’esca da pesca con 4 ami di acciaio (quella che viene comunemente definita Rapala); uno degli ami trapassava il becco da parte a parte e la lenza di nylon (lunga circa 2 metri) impediva all’uccello di volare. Ho iniziato ad avvicinarmi piano piano e sono riuscito a bloccarlo nel tentativo di rimuovere l’amo. Impresa impossibile, d’altronde i maledetti Rapala sono fatti proprio per questo scopo. Mi sono limitato a liberarlo dal filo di nylon; mi faceva una pena e una tenerezza incredibili. Il becco era rotto e si vedeva l’amo uscire dalla parte opposta. Non sapendo cosa fare ho chiamato la Lipu e dopo un paio di telefonate sono arrivato a Roberta, volontaria di Imperia: mi ha detto di resistere che sarebbe arrivata il prima possibile per aiutarmi. Ho cercato di calmare il mio nuovo amico in difficoltà: per impedirgli di volare l’ho bloccato grazie alla lenza. Mi fissava con una tristezza infinita negli occhi. Dopo 15 minuti è arrivata Roberta munita di tronchesino: mi ha spiegato che si trattava di un giovane esemplare di gabbiano reale e con maestria l’ha bloccato e tranquillizzato. Dopo un paio di tentativi sono riusciuto a spaccare l’acciaio dell’esca, Roberta ha allargato il becco e ha estratto l’amo. Qualche carezza di conforto e Bartolomeo (ho deciso di chiamarlo così) ci ha ringraziato correndo felice sulla spiaggia. Mi è scesa anche una lacrima di gioia. Roberta mi ha detto che capita spesso e che per questo motivo ha sempre il tronchesino in borsa. Finisco qui la storia, ognuno tragga le sue conclusioni.

Il gabbiano #02Il gabbiano e RobertaIl gabbiano #03

Imperia

POSTED ON 18 Ago 2019 IN Landmark     TAGS: history, 50ne ,

Imperia

Imperia, la città dove si produce(va) la pasta Agnesi.

Three Lighthouse

POSTED ON 17 Dic 2018 IN Landscape     TAGS: sunset, lighthouse, longexposure, kingoftherings

Three lighthouse

Questa foto rappresenta l’esatta continuazione di quella che ho presentato l’altro giorno. E’ scattata qualche minuto dopo spostando la testa del cavalletto più verso Nord-Ovest: volevo inserire il Parasio e il Duomo di Porto Maurizio nel fotogramma. La nitidezza a diaframma chiuso dell’85 F/1.2 è davvero miracolosa. Per ottenere un effetto likes ho pompato in modo esasperato i colori, aumentato il contrasto e dato una certa luminosità. E devo ammettere che nonostante il distacco dalla realtà (minimo) questa versione è preferibile. Sicuramente più accattivante.

Quasi Natale

POSTED ON 10 Dic 2018 IN Street     TAGS: longexposure, 50ne, tripod

Quasi Natale

Passion lives here

POSTED ON 10 Dic 2018 IN Landscape     TAGS: sunset, lighthouse, longexposure, kingoftherings

Passion lives here

The Magic S.A.I.R.O.

POSTED ON 13 Mar 2018 IN Reportage     TAGS: urbex

SAIRO #01

La costruzione del complesso industriale della Raffineria Sairo (Società Anonima Italiana Raffinazione Olii) in zona San Lazzaro risale al 1913 e porta la firma della società Porcheddu di Torino: la più antica raffineria d’olio di oliva in Italia (e forse del mondo) rimane in attività per quasi 90 anni. Nel 1999, in seguito a un grave dissesto finanziario, viene chiusa.

Quello che mi pare a dir poco bizzarro, anche se mi guardo bene dal giudicare un giudice (mi si passi il bisticcio) è che ai fratelli Azria (Jacques e André) i veri proprietari che alla Sairo facevano il bello e il cattivo tempo e che hanno “distratto” con Leo Dreifuss ben 50 miliardi di vecchie lire, hanno a suo tempo patteggiato le condanne e si sono beccati un anno e otto mesi Jacques Azria, due mesi in meno suo fratello André e Leo Dreifuss. (Angelo Amoretti – ImperiaParla)

L’ex SAIRO si trova ad Imperia, sul mare, in una zona ad alta concentrazione turistica. Da quasi 20 anni è in stato di completo abbandono e, nonostante tantissime parole, sembra che il giorno della sua rinascita sia davvero lontano. Ed è molto strano data l’appetibilità della zona, il valore di un complesso dedicato al turismo di queste dimensioni e in questa zona sarebbe difficilmente calcolabile. Eppure non si vedono novità all’orizzonte e quando si vedono sono sempre negative. L’entrata nell’ex complesso industriale è decisamente agevole, il cancello è aperto (sono andato quasi per caso l’estate scorsa) e non c’è nessun ostacolo (tranne un po’ di erba alta). Dentro è in stato di grande abbandono: i muri crollano a pezzi, le porte sono divelte e le pareti sono ricoperte da graffiti e scritte. Probabilmente in tempi recenti è stato ricovero di qualche barbone oppure di extracomunitari in cerca di un tetto per la notte: si nota dai tanti oggetti di uso comune sparsi per la struttura. La visita è pericolosa e presenta diverse insidie: tanti vetri rotti, ma sopratutto una serie di aperture nel pavimento nel quale è facile, in caso di disattenzione, cadere. Attenzione.

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Le fotografie, viste con l’occhio di uno che, da dilettante, ne ha scattate tante, appaiono molto belle, ma vedere quelle stanze che da dipendente ho girato in lungo e in largo per quindici anni fino al 2000, mi mettono una tristezza infinita. Ho smesso da tempo di pensare a quello che ne sarà della SAIRO: me ne sono occupato per un po’ con la speranza che almeno ne potesse venir fuori quel famoso incubatore di imprese di cui parlavano qualche anno dopo il fallimento, ma passandoci davanti quasi ogni giorno, ho notato, come tutti, il declino inesorabile del fabbricato. Oggi potrei identificarlo con il declino della città che, in una maniera o nell’altra, è stata deindustrializzata quasi del tutto. Nessuno mi toglie dalla testa che sia stato un disegno, fatto da chi sa quale “architetto”, per rendere così la nostra amata città. La responsabilità è un po’ di tutti e ognuno dovrebbe assumersene una parte. Dalle sue ceneri e dal suo cemento, spero che possa presto rinascere qualcosa di bello che possa dare una nuova vita a Imperia. Non so se ci sarò ancora, ma mi auguro che possano vederlo quelli della generazione di mio figlio. (Angelo Amoretti)

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Ex Ospedale Filippo Giacomo Novaro

POSTED ON 26 Gen 2018 IN Reportage     TAGS: urbex, hospital

Ex Ospedale Filippo Giacomo Novaro #01

L’ex Complesso Ospedaliero di Costarainera, formato dall’Istituto Elioterapico “G. Barellai” e dall’ex Ospedale Sanatoriale “Filippo Giacomo Novaro”, venne inaugurato nel 1934 come luogo di cura della tubercolosi e di patologie respiratorie. Questo complesso, localizzato quasi interamente nel Comune di Costarainera, era circondato ed impreziosito da un parco–giardino di oltre 25.000 mq e da un’azienda agricola strutturata per soddisfare il fabbisogno dei degenti. Da qualche anno giace in stato di completo abbandono. Ci si arriva dopo aver attraverso il meraviglioso parco e la scalinata che conduce al piazzale antistante al sanatorio è spettacolare.

Purtroppo di quello che era un complesso moderno e funzionale non rimane quasi più nulla. L’interno è quello classico di un ospedale: corridoi lunghissimi, stanze, vetrate, vetrate rotte, scalinate e ascensore centrale. Si trova ancora qualche residuo di quella che all’epoca era l’attività della struttura, ma la stragrande maggioranza delle stanze sono vuote. Quello che colpisce maggiormente sono le strane tapparelle nella parte dell’ospedale rivolto verso sud; probabilmente venivano utilizzate per proteggere dalla potenza dei raggi solari le camera maggiormente esposte. Oggi sono pericolanti e un po’ spettrali.

Ex Ospedale Filippo Giacomo Novaro #12Ex Ospedale Filippo Giacomo Novaro #11Ex Ospedale Filippo Giacomo Novaro #10

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Amare la Galeazza (reprise)

POSTED ON 14 Dic 2017 IN Landscape     TAGS: sunrise, longexposure, sea, tripod

Amare la Galeazza #01Amare la Galeazza #02

Amare la Galeazza

POSTED ON 14 Dic 2017 IN Landscape     TAGS: sunrise, longexposure, sea, tripod

Galeazza (Sunrise)

Galeazza è qualcosa che per il mondo non significa nulla. Per gli imperiesi, ma forse dovrei dire onegliesi, è la conclusione di una storia. Dopo la Galeazza c’è il vuoto, è lo scoglio posto alla fine del mondo conosciuto. Perché qui finisce Imperia, è una linea di demarcazione fondamentale. La Galeazza è una spiaggia: difficile, dura, impegnativa, di sassi e scogli, ma romantica e personale. Perché solo i ciantafurche (i cacelotti sicuramente no, ma loro cosa possono saperne?) riescono ad amare questo piccolo tratto di costa e il suo simbolo: la Galeazza, l’enorme scoglio dal quale è obbligatorio tuffarsi per essere veri, vivi e uomini. Io adoro questo piccolo lembo di spiaggia cattiva, significa tantissimo per me: è dove andavo da bambino, è dove ho imparato a nuotare; è il tuffo rinfrescante dopo la corsa serale sull’incompiuta. Ma la meraviglia della Galeazza è il rumore delle onde che si infrangono sulle pietre, nel silenzio dell’alba. E’ un suono che può sembrare ostico, ma che in realtà, per chi sa ascoltare, è dolcissimo. E carico di emozioni, di vita.

[…] Anche la Galeazza è ciottoli, scogli, tranquillità, ma soprattutto ha un panorama unico visto dal mare. La spiaggia è dominata da una collina di macchia mediterranea e pini di Aleppo, punteggiata da qualche villa opulenta che non disturba, ma lascia immaginare un passato non lontano in cui una parte era coltivata a vigneto e le foche monache saltellavano goffamente sulla riva per divorare l’uva matura. In mare si alza la Galeazza, cinque metri di scoglio che pare una nave antica, da sempre tappa del rituale di formazione dei ragazzi locali e no: chi si tuffa dalla cima diventa automaticamente adulto.

Sassi

POSTED ON 13 Dic 2017 IN Landscape     TAGS: sunrise, longexposure, sea, tripod

Sassi

E’ un fondale indistinto.
Nel colore plumbeo vedo levigato

un manto d’acque.

 
Schiarita da schiume biancastre
la luce s’inerpica sulle gole
e nei meandri più bui
che la roccia riveste,
accocolati e avvinghiati nel salso,
sassi e sassetti si radunano

su rade schiumose.

 
Lì restano

finchè una corrente invadente
li assale,
li sposta.

 
Graffiate e scavate

da miriadi di anni,

 
le rocce s’imbevono,

si nutrono

 
vivendo nel giogo tortuoso e

invadente
dell’incessante flusso.

 
Maria Grazia Azucena Rossi

Primi tentativi di bolle

POSTED ON 2 Mag 2017 IN Portrait     TAGS: baby, wideaperture, lordoftherings

Primi tentativi di bolle #02Primi tentativi di bolle #01

Fate mente locale, respirate e ripetete con me. Non è merito dell’obbiettivo, non è merito della modella: la qualità di una foto è esclusivamente merito del fotografo. E’ una regola fondamentale della buona fotografia.

Lesia [Countdown]

POSTED ON 12 Set 2016 IN Portrait     TAGS: model, pregnant, 50ne

Lesia [Countdown]

Fuochi D’Artificio (Vele D’Epoca 2016)

POSTED ON 12 Set 2016 IN Reportage     TAGS: event, nocturne, longexposure, fireworks

Fuochi D'Artificio (Vele D'epoca 2016) #01Fuochi D'Artificio (Vele D'epoca 2016) #02

Non avevo mai fotografato i fuochi d’artificio, a dire il vero non ci avevo mai nemmeno pensato. Certo, sono belli, emanano sempre un qualche fascino: purtroppo non rientrano nella mia personalissima classifica delle cose da fotografare. Ma sabato sera ho avuto l’occasione: fuochi d’artificio delle Vele d’Epoca 2016, posizione strategica, attrezzatura pronta (ma quella è sempre pronta). Ho colto la palla al balzo, ho abbandonato la famiglia e gli amici al ristorante e sono andato a cercare la posizione migliore per fotografare. Treppiede, esposizione lunga, diaframma chiuso. Ho cercato di scattare nei primissimi minuti per evitare l’effetto cortina fumogena; avrei voluto anche includere qualche altro elemento oltre ai fuochi d’artificio ma essendo sul mare non mi è stato davvero possibile (ma ho tentato). Ho scattato 23 foto e ho scelto queste due per un semplice motivo: il riflesso colorato sul mare.

The Fisherman

POSTED ON 15 Mag 2016 IN Landscape     TAGS: clouds, sea, sky

The Fisherman

Green between the lines

POSTED ON 6 Mar 2016 IN Landscape     TAGS: lighthouse, sea, clouds

Green between the lines

Devo ammettere che il faro del molo lungo di Oneglia esercita sul sottoscritto una forte attrazione. Ma più probabilmente è l’idea stessa del faro, l’idea dell’ultimo baluardo, dell’ancora di salvezza ad emanare quell’aura che da sempre affascina l’uomo. Questa foto risale a quasi due anni fa (20 Aprile 2014), l’avevo segnata in viola (nel mio processo Lightroom il colore Viola indica una foto meritevole di attenzione) per inserirla in queste pagine, ma poi altre cose hanno preso il sopravvento. E non mi ricordavo un cielo così cupo ed arrogante; ricordo però molto bene il freddo ed il vento gelido, clima insolito per un pomeriggio di fine aprile ad Imperia. Di questa foto mi piacciono molto le linee diagonali che vanno ad incrociarsi in direzioni opposte: le estremità del cielo nuvoloso e le linee geometriche del molo. Ed il verde del faro (leggermente saturato) a risaltare nella battaglia.

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