Questa foto è l’ideale continuazione di quella pubblicata qualche girono fa dal titolo ‘Genova per Noi’. E’ stata scattata nello stesso giorno, quasi nello stesso posto (qualche metro più a destra), con lo stesso obbiettivo (fish-eye) e con le stesse impostazioni di diaframma (F/8). La cosa particolare è che l’ho scattata quasi cinque ore prima. Molti dicono che il fish-eye alla lunga possa stancare: io invece lo trovo semplicemente fantastico e non lo tolgo mai dallo zaino. Certo è necessario saperlo dosare, ma gli effetti che regala non sono mai banali.
Ho scattato queste due foto durante la Genova Photo Marathon del 2 Aprile scorso all’interno del Palazzo Doria-Tursi. E’ la sede del Comune di Genova ed è uno dei 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova diventati il 13 luglio 2006 Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. La seconda foto è solo didascalica e ho deciso di inserirla per non essere costretto ad inserire un’immagine in verticale: malsopporto le immagini verticali sul web. La foto del chiostro (non è la definizione adatta, ma aiuta a capire) è stata scattata mettendomi al centro del cortile e sdraiandomi per terra con il fish-eye a 15mm. Ho cercato la simmetria perfetta ed aiutato dalle nuvole sono riuscito a trovare un’immagine che mi piace davvero tantissimo. L’avevo preparata in orizzontale, ma grazie al consiglio di un paio di amici ho deciso di provare la soluzione verticale: e credo che in verticale sia molto ma molto meglio.
Il primo tema della maratona fotografica genovese di domenica scorsa (ma tranquilli, tornerò sull’argomento) ha sorpreso un po’ tutti per la sua semplicità: Genova per Noi. Facile viene da pensare. Ma poi ti viene in mente che si tratta del titolo di una bellissima e celebre canzone di Paolo Conte; e interpretare un tema del genere non è affatto facile, per la vastità dell’argomento (e delle possibilità) e per il rischio di cadere in qualcosa di tremendamente banale. Io ho pensato a cosa è Genova per Me e sono arrivato alla conclusione che Genova è San Lorenzo. E ho deciso di interpretare la Superba nel mood che attualmente mi è più congeniale: fish-eye e monocromo. Ho fatto un paio di tentativi prima di trovare la giusta armonia, ma credo che questa immagine rappresenti perfettamente cosa è Genova per Me. E spero anche per Noi.
Ma quella faccia un po’ così
Quell’espressione un po’ così
Che abbiamo noi
Mentre guardiamo Genova
Ed ogni volta l’annusiamo
E circospetti ci muoviamo
Un po’ randagi ci sentiamo noi
La Night Glow è uno dei numerosi appuntamenti del raduno dell’Epifania: forse il più spettacolare. E’ un’idea molto semplice, ma di grande impatto: vengono scelte alcune mongolfiere (quest’anno cinque) per essere illuminate in notturna. A ritmo di musica. E’ davvero molto coinvolgente e sono sempre tantissime le persone che, nonostante il freddo clamoroso, tutti gli anni assistono all’evento. Io sono arrivato un po’ in ritardo (ho cercato di evitare il più possibile le temperature polari di questi giorni) e ho dovuto farmi largo tra la folla. Ho scattato prima con il fish-eye, sul treppiede, con tempi lunghi e diaframma molto chiuso. Data la quantità di fotografi volevo proporre qualcosa di un po’ alternativo, ma non avevo calcolato il movimento, anche se appena percettibile, delle mongolfiere. Sono passato quindi al 24-70 a mano libera, fuoco manuale con il tempo minimo per evitare il mosso, 800 ISO e tuttaapertura. Ho lavorato davvero tanto in post-produzione: sulle luci, sui contrasti e sui colori. Bilanciamento del bianco impostato a 2000 gradi Kelvin (praticamente blu oltremare). Ho premuto il pulsante di scatto 487 volte (alcune a raffica) e, alla fine della fiera, sono riuscito a salvare 118 foto. Queste, as usual, sono le mie preferite.
Quando questa mattina mi sono alzato e ho visto la colonnina di mercurio segnare 8 gradi sotto lo zero la tentazione di tornare sotto le coperte è stata davvero forte. Ma quest’anno non ho ancora avuto la possibilità di fotografare ed il raduno dell’Epifania di Mondovì, giunto alla 29esima edizione, era un’occasione troppo ghiotta per lasciarmela sfuggire. E poi volevo provare il fish-eye con le mongolfiere. Sono arrivato in Piazza Europa insieme ai primi partecipanti e sono quindi riuscito a fotografare le operazioni di gonfiaggio dei palloni: ho scattato un po’ di tutto (in totale 320 foto) e mi sono divertito molto con il mio occhio di pesce. Quest’anno la partecipazione è numerosa e colorata ed i soggetti interessanti sono davvero tantissimi: ovviamente su tutti spiccano la coppia di pinguini (dall’Inghilterra) e il coniglio (dalla lontana Svezia). Ho scelto 28 foto per spiegare al meglio quanto successo a Parco Europa (nome indovinato) questa mattina. Adesso torno per l’evento del pomeriggio. :-)
Carloforte è uno dei quei posti per il quale avevo perso le speranze. Uno di quei luoghi un po’ di nicchia dove ti piacerebbe andare ma sai benissimo che non avranno mai la precedenza, la priorità. Ed invece, incredibile, sono riuscito: chi l’avrebbe mai detto? Era nelle mie fantasie da quando, da bambino, scoprii che in Sardegna esisteva un’isola sul quale si parlava il dialetto genovese. Perchè mai? Non vi racconto l’intera storia delle migrazioni, sarebbe noioso e ridondante. Ho passato a Carloforte un’intera giornata e ricordo distintamente un paio di cose: la vittoria del Toro sulla Roma (era il 25 Settembre scorso) e l’arrivo a Portoscuso in traghetto. Più precisamente l’attimo in cui ho realizzato di aver preso (non per colpa nostra) il traghetto sbagliato e di non essere nel porto di Calasetta dove avevamo lasciato la macchina. Bellissimi momenti. Ho scelto 7 foto per spiegare Carloforte (anche un fish-eye), ma la mia preferita è sicuramente la prima: la facciata del palazzo abbandonato con la scritta I Love Carloforte. Perchè è minimale e rappresenta in modo perfetto l’amore dei tabarchini per la loro città.
Su Nuraxe è il più importante Nuraghe della Sardegna, si trova a Barumini nella sub-regione storica della Marmilla. Ci sono arrivato in una strana mattinata di settembre, con un cielo plumbeo e diversamente uggioso. La visita dura un’oretta ed è abbastanza impegnativa soprattutto con treppiede e zaino fotografico (uno grande) in spalla; in alcuni casi si passa in cunicoli stretti, le scalinate in metallo sono molto ripide e le aperture non sono sempre agevoli. Si presume che siano stati costruiti intorno al 1800 A.C. e in Sardegna se ne contano circa 7000. Incredibile. Quando si fotografa un monumento di questo calibro (patrimonio dell’Unesco) si rischia di cadere sempre un po’ nel banale, nel già visto sul catalogo. E forse anche un po’ peggio del catalogo (che usano fotografi bravi solitamente). Ho usato quindi il grandangolo spinto con polarizzatore e addirittura il fish-eye per cambiare la prospettiva. Mi sarebbe piaciuto dare un’idea interessante di Su Nuraxe. Spero di esserci riuscito (ma non sono troppo convinto).
La più importante fra le testimonianze di questo glorioso passato è senza dubbio l’area archeologica Su Nuraxi. Scoperta e portata alla luce nel corso degli anni ‘50, durante gli scavi condotti dal grande archeologo Giovanni Lilliu, l’area è costituita da un imponente nuraghe complesso, costruito in diverse fasi a partire dal XV secolo a.C., e da un esteso villaggio di capanne sviluppatosi tutto intorno nel corso dei secoli successivi. Un luogo unico nel suo genere e per questo, ormai dal 1997, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Consonno, per il sottoscritto, é un sogno che si realizza. Diventata celebre negli anni ’60 come la Las Vegas italiana, ad oggi é in tutto e per tutto una città fantasma. Abbandonata da tutti e distrutta da molti, é solo un vago ricordo di quello che fu. Ma io volevo andarci, la storia di questo piccolo borgo ha sempre esercitato sul sottoscritto un fascino irresistibile. Non credo sia necessario scrivere l’ennesimo racconto sulle vicissitudini di questo paese della Brianza e non credo nemmeno di essere la persona adatta per raccontare le gesta del celebre conte Mario Bagno. L’intero paese adesso è in vendita per solo 12 milioni di euro, e potrei quasi farci un pensiero. Sono arrivato a Consonno all’alba di un giovedì qualsiasi di fine estate: purtroppo quasi autunno. In paese non si arriva: una sbarra blocca il passaggio in macchina. Una novità recente secondo la temeraria ciclista che ho incontrato lungo la strada.