contatore gratis
La meraviglia dietro la porta
POSTED ON 5 Dic 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

La meraviglia dietro la porta /28

So benissimo che aprendo quella porta entrerò in una stanza magica. Perché ho visto qualche foto, poche a dire il vero, e mi hanno raccontato. La porta è socchiusa quindi da fuori capisco che sto per entrare nella famosa stanza; in realtà è più dura del previsto, riesco ad aprirla, con fatica, e sono dentro. Non è come mi aspettavo, è semplicemente dieci volte di più. L’ambiente intorno non è certo quello di altre esplorazione stellate, ma fra queste quattro pareti si respira la meraviglia. Tutto sembra immobile, nessuno ha osato modificare l’immagine: il divano ad angolo, leggermente spostato, il televisore, la lucidatrice e la radio Regler, che ci portano dentro un mondo incredibilmente vintage, le poltrone e un soffitto da lasciare senza parole. Tutto perfetto e preciso.

L’unica stanza interessante è quella mi avevano detto. In realtà tutta la casa è bellissima: soffitti decorati, lo studio, la camera da letto, l’ingresso, i fantastici pavimenti tipici del secolo scorso. Se però devo essere sincero è il bagno ad avermi impressionato maggiormente: oggi ci limitiamo al bianco (e poco altro), ma nella seconda meta del ‘900 era normale, di moda, che i sanitari fossero colorati con tonalità improponibili: visone, rosa sussurrato, castoro (incredibile), champagne, il kashmir, il whisky, il daino, ma anche azzurro sussurrato, cactus, noce, grigio mondrian, blu cobalto. Qui avevano optato per un turchese davvero molto particolare circondato da piastrelle verdi chiaro: oggi sarebbe un insulto all’estetica e al pragmatismo. Ma devo ammettere che questa riscoperta del gusto di una volta è parte integrante del fascino urbex.

La meraviglia dietro la porta /21La meraviglia dietro la porta /29La meraviglia dietro la porta /30

La meraviglia dietro la porta /19La meraviglia dietro la porta /23

La meraviglia dietro la porta /20La meraviglia dietro la porta /22La meraviglia dietro la porta /31

La meraviglia dietro la porta /24

La meraviglia dietro la porta /08La meraviglia dietro la porta /18

» CONTINUA A LEGGERE «

La Villa dei Cavalieri Azzurri
POSTED ON 3 Dic 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

La Villa dei Cavalieri Azzurri /30

Ci sono delle situazioni in urbex nel quale mi capita di chiedermi come sia possibile. Perché in realtà non è possibile, non è credibile, è fantascienza pura anche solo pensare all’abbandono in certi palazzi. Quando mi sono ritrovato in queste stanze mi sono proprio chiesto come il mondo possa permettere che una simile meraviglia sia chiusa e in un tale stato di decadenza; non uso la parola abbandono di proposito perché la differenza fra tralasciata (un termine che mi piace utilizzare in certe situazioni) e abbandonata è minimo, labile, ma esiste ed è fondamentale.

Sarebbe anche importante capire i motivi di questa polvere, di queste ragnatele, di questo disincanto, senza avventurarsi in ipotesi di fantasia e quasi sempre totalmente inventate: perché la percezione del delitto nei confronti della società cambia e le pene diventano più lievi e meno percettibili. Purtroppo quasi mai è possibile sapere e il bravo fotografo deve limitarsi a condividere la bellezza nel modo migliore possibile.

Quando sono entrato nella sala da pranzo mi sono sentito un intruso. Mi sono trovato in un ambiente dal fascino medioevale, con il soffitto affrescato in modo clamoroso, un lampadario che sembrava uscito da una storia di Re Artù, un arredamento antico e bellissimo, il caminetto e le poltrone, una radio d’epoca, foto vecchie di almeno un di secolo; e io con abbigliamento tecnico e la mirrorless (manco la reflex) mi sono sentito un pesce fuor d’acqua. Forse avrei dovuto usare una fotocamera a telemetro, magari una Kodak Retina (che mi sta guardando dalla mensola sulla parete di fronte) e, anche meglio, un banco ottico in legno (non comodissimo in urbex) per sentirmi meno fuori luogo. Poi ho varcato la soglia e sono entrato nella stanza successiva: qui dipinti sul soffitto quattro soldati in armatura azzurra mi osservavano come sorpresi dall’arrivo di un intruso dal futuro. E io forse più sorpreso di loro in quel preciso momento ho realizzato che la Villa dei Cavalieri Azzurri sarebbe per sempre rimasta impressa e indelebile nella mia mente.

La Villa dei Cavalieri Azzurri /31La Villa dei Cavalieri Azzurri /12

La Villa dei Cavalieri Azzurri /26La Villa dei Cavalieri Azzurri /28La Villa dei Cavalieri Azzurri /29

La Villa dei Cavalieri Azzurri /04La Villa dei Cavalieri Azzurri /05

La Villa dei Cavalieri Azzurri /01La Villa dei Cavalieri Azzurri /07La Villa dei Cavalieri Azzurri /33

La Villa dei Cavalieri Azzurri /02La Villa dei Cavalieri Azzurri /03

» CONTINUA A LEGGERE «

A Tasso Agevolato
POSTED ON 1 Dic 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

A tasso agevolato /01

In realtà il tasso non è proprio agevolato, anzi, è complicato. Si tratta di un’abitazione sicuramente disabitata, ma di certo controllata; sono passato nella vicina fornace (brutta) quando ho notato la villa di fronte. Lo stato esterno (buco nella rete, porta aperta e giardino non curato) dava la classica impressione dell’abbandono: mi sono fatto prendere dalla curiosità e ho deciso di verificare. Dopo essermi avvicinato al cancello, il lucchetto non era recente, ho notato che proprio di fianco la rete di recinzione era completamente divelta. Sono passato oltre e mentre mi avvicinavo alla porta di ingresso è scattato l’allarme: fortissimo, insistente, rumoroso. Ho fatto due passi indietro, a quel punto non era più abbandono evidente, e sono tornato nel mondo libero.

Appena tornato a casa mi sono messo alla ricerca di informazioni per capire se nel passato qualcuno avesse osato ignorare l’allarme e tentare ugualmente la visita. Non ho impiegato molto a scoprire i meravigliosi scatti del celebre fotografo olandese Wim Van Blisterkof; ho provato a contattarlo per verificare se le informazioni in mio possesso fossero corrette e mi ha confermato che al momento della sua infiltrazione non era presente nessun allarme e mi ha spiegato come il cancello all’epoca della sua visita (non ha voluto rivelarmi il quando) fosse spalancato; arrivo sempre in ritardo, maledetti olandesi.

(Foto pubblicate per gentile concessione del fotografo olandese Wim Van Blisterkof).

A tasso agevolato /07A tasso agevolato /10

A tasso agevolato /06A tasso agevolato /11A tasso agevolato /12

A tasso agevolato /03A tasso agevolato /09

A tasso agevolato /08

A tasso agevolato /02A tasso agevolato /04A tasso agevolato /05

Villa Margherita
POSTED ON 28 Nov 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

Villa Margherita /06

Villa Margherita è uno dei miei obbiettivi urbex da sempre, sempre sfiorata e mai realizzata, finalmente ieri sono riuscito a fotografare la celebre scala; perché mi è stato detto che quella era l’unica cosa interessante. In effetti c’è poco altro e l’unica fotografia che merita il viaggio è quella di questo bellissimo atrio. E non è una foto semplice: la luce che entra dalle vetrate è fortissima e il rischio di bruciare le alte luci è molto alto (non è un gioco di parole). Per riuscire (e manco bene) a trovare un’esposizione bilanciata ho dovuto chiudere di 7 stop e, nonostante un obbiettivo di ottima qualità, si nota una certa aberrazione luminosa nella parte alta delle vetrate: il fenomeno diventa più marcato con l’utilizzo del fish-eye e del supergrandangolo di Laowa che hanno lenti di livello inferiore (e sono soggetti a certe problematiche). La differenza di luminosità in urbex è sempre un problema, alcune volte è davvero complicato riuscire ad armonizzare la differenza fra zone di alta e zone di bassa. E poi c’è gente che fotografa senza treppiede…

Abbandonata oramai da più di vent’anni, fu precedentemente convertita a struttura sanitaria. Viene chiamata Villa Margherita in onore di Margherita di Savoia, questa villa infatti era una delle residenze del Duca Francesco IV Gonzaga, marito di Margherita. Sicuramente la cosa che più colpisce è il pavimento in mosaico, a dir poco meraviglioso, e la scala che, in tutta la sua eleganza, ci accoglie appena varchiamo l’entrata.

Villa Margherita /01Villa Margherita /05

Villa Margherita /07Villa Margherita /08Villa Margherita /12

Villa Margherita /09Villa Margherita /10

Villa Margherita /02Villa Margherita /03Villa Margherita /04

Villa Margherita /11

La Villa del Cattolico
POSTED ON 26 Nov 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

La Villa del Cattolico /22

In questa esplorazione solitaria (si, mi capita anche di viaggiare da solo) ho provato un senso di rabbia e di vuoto. La Villa del Cattolico è un piccolo scrigno immobile, una capsula del tempo: in questa villa le stanze sono perfette, ci sono i ricordi di una vita e tutto sembra essere rimasto come l’ultimo giorno. Eppure manca qualcosa, manca una bandiera italiana. Nella stanza con il quadro, sulla poltrona d’angolo, era appoggiato un tricolore sgualcito, con i colori un po’ appassiti; ma quando sono arrivato io (e non era passato molto tempo) quella bandiera era sparita, portata via da qualcuno. È la sensazione è di fastidio, come nella Villa del Levriero sparito, ma perché?

Nel mondo urbex, come capita sempre, i nomi di questa location sono tanti e variegati. La Villa del Paesaggista è una definizione diffusa, ma ho letto anche il gioco di parole dei ricordi dimenticati (che se sono dimenticati difficile possano essere ricordi). Io ho preferito scegliere qualcosa di più classico: fra queste pareti vivevano sicuramente delle persone molto religiose, con un importante culto della Madonna. Ho trovato immagini sacre in quasi tutte le stanze, una moneta di Giovanni Paolo II, foto di angeli e suore, un paio di rosari, una copia dell’Avvenire, Gesù Maestro, un libro dedicato alla Regina del Monteregale e il settimanale dei cattolici: Il Risveglio. E il gioco diventa fisiologico, quasi naturale: la Villa del Cattolico.

Un’altra curiosità che mi piace ricordare di questa esplorazione sono le modalità di accesso, perché sono state un po’ laboriose. Non troppo distante dalla Villa c’è il bar del paese e il paese è davvero piccolo: uno straniero, con zaino vistoso, non passa inosservato; e infatti gli astanti mi guardavano incuriositi. Ho simulato un certo interesse per il parco cittadino, bruttino a dire il vero, ma comunque i clienti del bar (era il 15 agosto) non avevano nessuna intenzione di entrare all’interno, maledetti fumatori, l’aria condizionata da queste parti non dev’essere ancora arrivata. Dopo una ventina di minuti la zona si è liberata e sono riuscito a passare inosservato, mi sono avvicinato all’entrata della villa (è tutto spalancato), ma quando ero pronto ad infilarmi nel giardino, da una via laterale spunta un trattore (è zona bucolica). Fischiettando sono andato dritto e ho superato la casa guardando con la coda dell’occhio il contadino con il suo mezzo pesante. Quando è partito nella direzione opposta ho fatto rapidamente marcia indietro e sono entrato furtivo nel giardino. Quando si esplora in solitudine si riesce a passare inosservati, a dare meno nell’occhio (nessuno ti nota), ma il rovescio della medaglia è un maggiore stato d’ansia. I rumori sono più fastidiosi.

La Villa del Cattolico /24La Villa del Cattolico /27La Villa del Cattolico /28

La Villa del Cattolico /26La Villa del Cattolico /25

La Villa del Cattolico /29

La Villa del Cattolico /02La Villa del Cattolico /03La Villa del Cattolico /31

» CONTINUA A LEGGERE «

Lucchetti, vetrate e porte chiuse
POSTED ON 24 Nov 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

Lucchetti, porte chiuse e vetrate /01

Nel suo post Lorena ha limitato la descrizione a lucchetti e porte chiuse, io preferisco anche aggiungere vetrate perché è vero che il concetto di base di questa esplorazione è un altro (cioè il lucchetto che ci ha impedito di entrare), ma è anche importante evidenziare che le foto sono dedicate alle bellissime vetrate che si presentano lungo la scala che porta alla presunta villa abbandonata. Non sempre quando si trova un urbex (è un modo molto giovane di indicare i luoghi abbandonati) è possibile visitarlo: molte volte sono chiusi, sono proprietà privata ed esiste un proprietario che controlla: in poche parole non sono realmente abbandonati (anche se magari sembra). Nel caso si prende atto della situazione e si abbandona l’idea di infiltrarsi.

L’amore è come un lucchetto… devi trovare la chiave giusta.
– Myriam Filteau

Lucchetti, porte chiuse e vetrate /01Lucchetti, porte chiuse e vetrate /01