Dodecaedro magico

POSTED ON 30 Gen 2023 IN Reportage      TAGS: urbex, industrial, drone      

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Il gasometro di Brescia fu costruito nel 1933; è alto quasi 50 metri ed ha un diametro di 28. Quando in funzione serviva per lo stoccaggio del gas di città, definito illuminante, che nel secolo scorso è stato progressivamente sostituito. Durante la seconda guerra mondiale fu bombardato e seriamente danneggiato in quanto obbiettivo sensibile, nonostante le difficoltà economiche venne ripristinato e tornò in funzione, ma divenne presto obsoleto per l’arrivo del gas metano; fu utilizzato solo parzialmente fino alla dismissione definitiva avvenuta nel 1989.

Negli ultimi 30 anni sono stati presentati diversi progetti per un’utilizzo alternativo: ci fu anche un concorso nazionale, nessun progetto risultò fattibile e convincente. L’architetto Gino Bozzetti, noto per i recuperi realizzati in centro città, ebbe l’idea di trasformare il gasometro in un ambiente per mostre, gli architetti Annalisa Taurchini e Roberto Spinoni, laureatisi con una tesi proprio sul gasometro di Brescia come reperto di archeologia industriale, proposero di farne un archivio, fu anche proposto di collocare nel gasometro un museo della tecnica, ma nessuna di queste proposte ha avuto un riscontro positivo. Ad oggi il gasometro è un oggetto di archeologia industriale in attesa che si riesca a trovare una nuova destinazione d’uso.

Mi piace definirlo dodecaedro magico perché da fuori è interessante, ma quando entri dentro è magia pura, come essere protagonisti di un film di fantascienza: il suono che arriva ovattato dall’esterno, la luminosità decisamente scarsa e particolare, la forma a 12 lati, i colori attenuati, tutto contribuisce a creare un’aura davvero emozionante che sembra portarti in un mondo parallelo. Sarebbe bello fosse rimesso a lucido, in sicurezza e utilizzato come monumento visitabile: un retaggio, diversamente bello, del nostro passato.

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Fly Hard -VicoFoliage-

POSTED ON 20 Dic 2022 IN Landscape      TAGS: drone, autumn, foliage      

Fly Hard

Ho scattato questa foto con il drone esclusivamente per partecipare (all’ultimo giorno utile) al concorso organizzato dalla Pro Loco di Vicoforte dal titolo VicoFoliage (con chiari ed evidenti riferimenti all’autunno). La giuria composta da Davide Gonella, Elena Fenoglio e Gianpiero Secco ha deciso di dedicarle addirittura una menzione speciale. Ecco la motivazione:

Menzione speciale per questo scatto, forte di una composizione particolare, composta di vuoti e pieni nella zona del bosco e la presenza di una strada sul bordo dell’inquadratura, e ravvivata dall’uso di un viraggio accattivante. Le sensazioni che suscita sono al contempo di una confortante malinconia autunnale e, dall’altra, di un non ben precisato mistero nascosto. La risultante è un’oscillazione impalpabile tra il certo e l’incerto, il rassicurante e l’ignoto, i quali portano inevitabilmente a interrogarsi.

Lingotto Padiglione 2

POSTED ON 27 Ott 2022 IN City & Architecture, Landmark, Reportage      TAGS: industrial, drone      

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Ho visitato il padiglione 2 del Lingotto la scorsa estate con il gruppo di Giroinfoto. È stata un’esperienza decisamente complicata, perché catturare idee e spunti fotografici in una struttura industriale (e vuota) come il Padiglione 2 non è affatto semplice. Io ho trovato terribilmente affascinanti le rampe che portano alla pista sopraelevata, architettonicamente perfette e quasi esoteriche: inebriante cemento allo stato puro. Purtroppo non siamo riusciti a salire sul tetto (nonostante le insistenze) perché quel giorno la pista era chiusa per lavori e, ovviamente, abbiamo mancato anche la bolla di Renzo Piano. Peccato, mi sono dovuto accontentare di un volo, con ogni probabilità illegale, con il Drone.

Per Torino e i torinesi, il Lingotto rappresenta tanto. Per i più giovani, il Lingotto è un centro commerciale e fieristico dove svagarsi mentre per i più anziani è un pezzo di storia dell’industria italiana. Si, perché il Lingotto è questo: la più grande fabbrica di automobili italiana riconvertita in un centro multifunzionale; il Lingotto è una bella storia di rinascita all’italiana resa possibile da investitori scaltri e dai migliori architetti del Bel Paese. Ma forse non tutti sanno che, prima di tutto, il Lingotto, è un quartiere a Sud della città di Torino.

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La Chiesa del Santo Sudario (Albra)

POSTED ON 6 Ott 2022 IN Reportage      TAGS: church, drone      

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Mi sono ritrovato quasi per caso ad Albra, una piccola borgata sopra Ormea, e ho subito notato la bellissima chiesetta in cima alla collina che sovrasta le case (quasi tutte disabitate). Sono salito, ma purtroppo di accesso per entrare nemmeno l’ombra. Sono tornato verso le case quando ho sentito un rumore e ho trovato Italo, un signore non più giovanissimo, l’ultimo abitante del paese. Dopo qualche parola di saluto e di presentazione gli ho chiesto se avesse informazioni su come poter visitare la chiesa: lui è entrato in casa e dopo qualche secondo è uscito con un enorme mazzo di chiavi; purtroppo le sue gambe non gli permettono più di camminare molto e mi ha chiesto di salire da solo. Quasi non ci credevo. Sono anche stato ulteriormente fortunato perché la domenica precedente si era celebrata l’unica funzione dell’anno e la chiesa era in condizioni praticamente perfette. Dentro è semplicemente meravigliosa, una perla rara, un insieme di reliquie, quadri, candelabri, statuine, ricordi, libri. Ho scoperto, dopo, che si chiama chiesa del Santo Sudario e risale al XVII secolo: sembra che qui sia passata la Sacra Sindone nel suo tragitto verso Torino. Ho chiuso e ho riportato le chiavi al custode: grazie di cuore Italo.

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Il Santuario di Castelmagno

POSTED ON 24 Set 2022 IN Reportage      TAGS: monument, church, drone      

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All’inizio dell’Estate, complice l’entusiasmo per l’arrivo della bella stagione, una domenica mattina ho deciso di alzarmi alle 5 e sono partito alla volta di Castelmagno. L’idea era quella di riuscire a fotografare il bellissimo Santuario dedicato a San Magno subito dopo l’alba per evitare la folla di pellegrini (e curiosi) che tutti i giorni visita il celebre luogo di culto. Impresa perfettamente riuscita: levataccia assurda, viaggio interminabile, ma alle 6 del mattino l’unica anima di fronte all’entrata del Santuario era il sottoscritto. Ho scattato con il grandangolo (sempre su treppiede) e con il drone per togliermi lo sfizio delle foto dall’alto. Temperatura esterna fresca e inferiore ai 10 gradi centigradi. Adesso mi piacerebbe tornare e riuscire a fotografare l’interno, che a quell’ora il Signore non si è degnato di aprirmi. Dormiva pure lui.

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Archeologia industriale del cemento

POSTED ON 3 Giu 2022 IN Reportage      TAGS: urbex, industrial, drone      

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Nel 1980 il ministero dei Beni Culturali ha riconosciuto il cementificio di Alzano Lombardo come bene di interesse culturale e lo ha sottoposto a vincolo. Si, perché questa struttura rappresenta una parte importante dell’industria italiana: nasce nel 1883 e per 70 anni è stato il fiore all’occhiello della società Italcementi. È un monumento non solo per quello che ha rappresentato, ma anche per come è stato costruito: nella sua edificazione furono utilizzati quasi esclusivamente materiali che venivano prodotti dalla stessa (cemento grigio, cemento bianco, Portland e Grenoble a pronta presa).

La storia delle Officine Pesenti inizia nel 1883 grazie ai fratelli Carlo, Pietro, Cesare, Daniele e Augusto Pesenti (quest’ultimo già ricordato per Villa Camilla). Il ruolo più importante però è senz’altro da attribuire a Cesare, perché fu lui, ingegnere di assoluto livello, a definire sul piano tecnico la costruzione della fabbrica, ma soprattutto fui lui a concepire il ciclo tecnologico produttivo basandosi sui modelli francesi e studiando (e migliorando) l’efficienza produttiva dei forni verticali più diffusi dell’epoca.

Il cementificio Pesenti è un documento importante e fondamentale della storia industriale italiana: fu l’unico cementificio a produrre il cemento naturale fino al 1966 (anno di spegnimento dei forni). Nel tempo si cercò di ammodernarlo fin dove fu possibile per tenere il passo con le nuove tecnologie, ma per come era stato pensato e costruito (in modo dichiaratamente sperimentale da Cesare Pesenti che testò sulla struttura la qualità e la durata della produzione) il cementificio era talmente grande e poco flessibile che l’unica soluzione possibile fu la chiusura definitiva. Da oltre 40 anni è un vero e proprio monumento, purtroppo non visitabile: qualcosa nell’ultimo decennio è stato organizzato, ma la pericolosità e il rischio crolli impediscono qualsiasi forma di turismo sicuro. Dobbiamo accontentarci dell’opera di pochi valorosi e temerari amanti dell’urbex che testimoniano con foto e video un pezzo importante della storia industriale, e non solo, del nostro paese.

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Beinette saluta il Giro d’Italia

POSTED ON 20 Mag 2022 IN Landscape      TAGS: drone      

Trattoristi al Giro

I trattoristi di Beinette ne hanno combinata un’altra. Dopo l’albero di Natale hanno deciso di dedicare una composizione anche al giro d’Italia. E questa volta si sono davvero superati. Ho dovuto alzarmi in volo con il Drone (nuovo) per riprendere la loro opera. Adesso farò un giro in paese per fotografare il rosa e nei prossimi giorni pubblicherò il reportage. Ero andato al Gran Premio della Montagna, sul Nava, ma non potevo perdermi il passaggio del giro nel mio paese adottivo e sono tornato a casa. Ci vediamo a bordo strada. :-)

Castello di Mombrisone

POSTED ON 17 Gen 2022 IN Landmark, Landscape, Reportage      TAGS: castle, drone      

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Quello che da tutti viene definito castello in realtà in origine nasce come palazzina di caccia del Mombrisone (dal nome dell’omonimo colle). Ci si arriva da Chiusa Pesio dopo una breve passeggiata in salita di circa 15/20 minuti, nulla di complicato. È davvero un peccato che sia abbandonato a se stesso da ormai troppo tempo: il comune è entrato in possesso di questo piccolo pezzo di storia da qualche anno e dopo averlo messo in sicurezza (in realtà una delle paratie non è sigillata e si entra facilmente) spero possa anche avviare un’opera di rilancio turistico.

Il Cav. Giuseppe Avena nella prima metà del secolo scorso era proprietario della Certosa di Pesio, da lui trasformata in stabilimento idroterapico, della fabbrica di vetri e cristalli di Chiusa Pesio e di numerosi terreni situati nel versante ovest della valle Pesio. Dopo aver fatto costruire alcune cascine nei pressi del colle Mombrisone, nel 1840 l’Avena fece innalzare alla sommità del poggio una originale palazzina di caccia. Edificata in stile neoclassico, la costruzione ripropone i temi architettonici introdotti dall’architetto veneziano Palladio con quattro gradinate che immettono attraverso altrettanti ampi portali di diverso disegno, nell’edificio di forma ottagonale composto al piano rialzato da un salone, tre piccoli locali di servizio e da una scala interna che portava al primo terrazzo. Da qui, attraverso una scala a chiocciola in ferro fuso, si saliva ad un secondo terrazzo al centro del quale un ampio lucernario illuminava la sala rotonda centrale ornata dai dipinti del Capetini, raffiguranti una scena di caccia con la Dea Diana, e dagli stucchi del Negrini. L’edificio è completato da un seminterrato che fungeva da cantina. La villa, rivestita in pietra scalpellata e in marmo, era immersa in un grande “giardino inglese” progettato da Giuseppe Ketmann. Già sul finire del XIX secolo la palazzina di caccia cominciò a decadere per le infiltrazioni di umidità e la mancanza di manutenzione. Crollato il grande lucernario, vennero asportate la scala a chiocciola, gli infissi ed i numerosi marmi. Negli ultimi anni il Comune, venuto in possesso dello storico edificio e dell’area circostante, ha avviato un graduale progetto di recupero della palazzina di caccia di Mombrisone.

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Castello di Marene

POSTED ON 19 Nov 2021 IN Landmark, Reportage      TAGS: urbex, monument, drone      

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Il Castello di Marene in realtà non è un vero e proprio castello. Il nome vero è Villa Grosso di Grana, dal nome della famiglia che la fece realizzare tra il 1850 e il 1854, ed è disabitata e abbandonata da oltre cinquant’anni. Fu il conte Carlo Amedeo Grosso a volere questa particolare costruzione, uno dei pochi esempi di neogotico in Piemonte. La sua progettazione venne affidata a Luigi Formento, l’autore del tempio valdese e della chiesa di San Secondo di Torino. Fu costruito in tempo record meno di 5 anni, il suo stile neogotico presenta caratteri architettonici ibridi, in quanto miscela elementi medioevali e gotici. Nel 1904 diventò dimora del conte Vittorio Solaro di Monasterolo che nel 1920 lo rivendette a Giuseppe Davico, proprietario di un’importante catena di alberghi di lusso in Italia ed in Francia. Dopo varie vicissitudini passò ad una società, che poi fallì, d’altronde le spese di condominio non dovevano essere irrisorie.

Nel 2013 gli interni furono scelti come location per la miniserie tv “La Bella e la Bestia“, con protagonisti Alessandro Preziosi e Bianca Suarez: la scena ripresa riguardava un incendio (ma fortunatamente non ho visto la serie TV)(andrò a cercarla).

La proprietà si estende su tre piani per 1087 metri quadrati, con sei camere da letto, 25 locali compresi alcuni saloni di rappresentanza, e un parco di tremila metri quadrati. La notizia è che il Castello di Marene, al quarto tentativo, è stato venduto all’asta per la misera cifra di 650 mila euro. Non è ironico, la cifra è veramente misera se pensiamo al valore intrinseco della Villa, certo ci sono tante considerazioni da fare e, soprattutto, riportarlo al suo massimo splendore non sarà un’impresa semplice. Auguri.

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O mia bella Madonnina!

POSTED ON 15 Nov 2021 IN Reportage      TAGS: urbex, drone      

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Queste foto risalgono al Novembre 2017, dal punto di vista fotografico quasi un secolo fa (è una motivazione valida per la qualità decisamente scadente di alcuni scatti). Le ho integrate con due immagini dal drone durante scattate l’inverno scorso (cogliendo l’occasione di una pausa dal Covid); da tempo pensavo di ritornare a fotografare la Madonnina, ma il tempo è tiranno e oggi probabilmente è il caso di pubblicare senza ulteriori indugi, perchè il 19 novembre la Madonnina andrà in vendita per un valore di base d’asta pari a 3,5 milioni di euro. Niente male.

Si tratta di un grande stabile da 73 mila metri cubi che dal 1962 guarda Mondovì dall’alto con la sua inconfondibile silhouette curvilinea, la costruzione più discussa della storia della città. La Madonnina, ex collegio delle Domenicane ed ex struttura di assistenza, è inattiva dal 1986 e, nonostante diversi tentativi di rilancio, è attualmente in stato di abbandono.

Sinceramente la cifra mi sembra assurda, soprattutto per la bruttezza della struttura che deturpa il paesaggio di Mondovì e del rione di Piazza; andrebbe abbattuta a qualsiasi costo, senza guardare i bilanci, per costruire un parco a disposizione dei monregalesi (e non solo). La zona è meravigliosa, la vista sulle montagne incredibile, un secondo belvedere moderno darebbe lustro alla città: non vedo grandi soluzioni alternative.

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Castello Reale di Casotto

POSTED ON 7 Mar 2021 IN Landmark, Reportage      TAGS: castle, museum, monument, drone      

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Nel mese di settembre (nella pausa Covid per intenderci) con il gruppo vacanze MondovìPhoto abbiamo organizzato una visita guidata esclusiva al Castello Reale di Casotto. Siamo arrivati prima del tramonto e abbiamo potuto fotografare liberamente sia all’interno che all’esterno della struttura. Il Castello è stato da poco ristrutturato ed è davvero bellissimo (ed elegante). Io ero reduce da un infortunio al polso e quindi ho faticato non poco con il treppiede pesante, ma fra le imprecazioni sono comunque riuscito a fotografare anche all’interno. Per l’esterno invece mi sono divertito con il Drone (foto di copertina). Sfruttando il passaggio giorno/notte abbiamo fotografato la reggia sia con con la luce che in notturna: ricordo in modo molto piacevole la nostra fila di fotografi con treppiede che discuteva di lunghe esposizioni e diffrazione. Il Castello è ovviamente visitabile (magari non adesso) e trovate tutte le informazioni qui. Per i liguri che vorranno provare l’ebrezza di superare il confine con il Piemonte comunico che il biglietto di ingresso costa 8 euro. :-)

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Il GigaMoro e il Belvedere

POSTED ON 15 Feb 2021 IN Landscape      TAGS: event, carnival, drone      

Il Gigamoro e il Belvedere

La rinascita dell’ecomostro

POSTED ON 15 Feb 2021 IN Reportage      TAGS: urbex, drone      

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Avevo già affrontato il terribile e abominevole ecomostro delle nevi di Viola St.Grèè diversi anni fa (correva l’anno 2016). La celebre Porta delle Neve giace abbandonata ormai da tempo, ma sembra che qualcosa si stia muovendo. Infatti la ditta Raimondi srl di Ceva, che già gestisce gli impianti di risalita di Viola, ha acquistato a fine gennaio l’intera struttura. Già da qualche tempo si stava cercando un ritorno al turismo, soprattutto estivo, grazie alla bellezza delle piste di downhill e alla veloce e comoda seggiovia; con la stipula del contratto si intravede uno spiraglio di luce. Sembra che inizialmente verrà ripristinata la zona delle piscine e poi, se i risultati turistici saranno interessanti, si potrà pensare al resto dell’ecomostro, magari anche migliorando l’impatto ambientale. Le immagini risalgono all’estate scorsa, la foto di copertina è stata scattata con il Drone (la prima di sempre in 16/9). Come sempre prestare molta attenzione alla dead zone.

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Una Due Cavalli in Mongolfiera (a Beinette)

POSTED ON 14 Feb 2021 IN Landscape      TAGS: event, balloons, drone, snow      

Una due cavalli volante

Per una volta faccio del giornalismo in tempo reale e riesco a pubblicare la foto di un evento praticamente al volo (nel vero senso della parola). Perchè? Semplicemente perchè l’evento, cioè il volo in mongolfiera di una Due Cavalli, si è sviluppato a Beinette e sono riuscito ad immortalare l’evento seduto comodamente nel giardino di casa. In timing perfetto, e quasi senza volerlo, mi sono ritrovato con il drone in aria proprio nel momento del decollo: è stato un po’ come guardare la televisione, anche se alzando gli occhi dallo schermo avrei anche potuto intravedere la sagoma gialla della mongolfiera in volo. Bellissimo.

Let it snow!

POSTED ON 2 Dic 2020 IN Landscape      TAGS: drone, snow      

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Questa notte è scesa la prima neve della stagione, prevista e decisamente copiosa, e ieri sera è scattata la fatidica frase: “Duman s’ausuma cun ‘la fiòca“. Un grande classico. Continua a nevicare, anche questa mattina, e ho deciso di sperimentare il drone con la neve. Non ero sicuro che riuscisse a volare invece non ha fatto una piega: pochi minuti per non rischiare, il tempo di due panoramiche del paesello e poi il rientro, bagnato come un pulcino, alla base.

Santa Bibian-a, quaranta dì e na sman-a.
– Detto popolare

Torre Saracena -First Drone-

POSTED ON 25 Lug 2020 IN Landscape      TAGS: drone, sky, clouds      

Torre Saracena

Il post-Covid (anche se purtroppo non è ancora finita) mi ha lasciato qualche segno sulla pelle e nell’anima. Non è il virus il colpevole, ma il sottoscritto ha perso un po’ di smalto per quanto concerne la fotografia e, soprattutto, la post-produzione. Sono svogliato. E’ quasi un mese che non pubblico su queste pagine e forse è il caso di concentrarsi maggiormente e cambiare pagina. Fra le novità dell’ultimo periodo c’è l’arrivo in casa Silva (come se non fossero abbastanza i gingilli tecnologici) del drone più in voga del momento: il DJI Mavic Mini, 249 grammi (non uno di più) di tecnologia. Le potenzialità sono quelle che sono e la qualità fotografica non è eccelsa, tutto in proporzione al peso, ma comunque quanto basta per divertirsi e scattare qualcosa di alternativo. E questa è la prima foto di quella che potrebbe essere una lunga serie. E’ la Torre Saracena sul Pizzo di Ormea fotografata da Barchi; non conosco l’altitudine, ma dovremmo essere intorno ai 40 metri (da terra). Si riparte in volo (credo).