Il collegio segreto

POSTED ON 30 Mar 2024 IN Reportage

Il collegio segreto /43

Ho deciso di definire questo collegio segreto per un motivo un po’ bizzarro e che forse esula dalle caratteristiche intrinseche della location; perché non è affatto segreto, ma nasconde un’insidia. Prima definiamo la situazione: siamo in un piccolo paese desolato, ma talmente desolato che alla richiesta di un bar per un caffè un local, che girava stancamente in bicicletta in cerchio senza apparente destinazione (noia mortale la domenica), ci ha suggerito di andare nel paese vicino (una roba che a raccontarla adesso mi sembra assurda); che qui i foresti non sono graditi (il corsivo è una mia libera interpretazione). Comunque aveva ragione, di bar aperti nemmeno l’ombra e siamo stati costretti ad avanzare senza caffè (per il giubilo dei miei compagni di avventura).

In questo angusta terra di mezzo sembra tutto abbandonato e non c’è anima viva (a parte il tipo simpatico in bicicletta): riusciamo comunque a trovare il nostro obbiettivo, la porta è aperta, l’entrata è semplice. Andiamo alla ricerca della chiesa, trovata, scopro l’aula di chimica, un altro giro veloce e siamo fuori in circa 30 minuti: un po’ di fretta perché avevo notato (dalla finestra) un tipo sospetto (una seconda anima annoiata) che con il cellulare all’orecchio guardava con insistenza nella nostra direzione.

Perché segreto? Semplice, uscendo andiamo in direzione della macchina (nascosta in un parcheggio vicino) e rimaniamo sorpresi da un gruppo di 4 persone con un’aria tipica, e facilmente riconoscibile, che mangiano in piedi dei panini con il bagagliaio della macchina aperta; con un abbigliamento che non avrei definito della domenica. Un paio di occhiate furtive e viene spontanea la domanda: Urbex? Ovviamente si, ci si conosce tutti, e scatta il racconto della nostra domenica in giro per il mondo abbandonato. Lì abbiamo trovato l’allarme, dall’altra parte c’erano i carabinieri, dall’altra parte ancora hanno chiuso con un lucchetto nuovo e siamo dovuti passare dalla finestra. Questo invece bellissimo, avete visto che meraviglia le stanza affrescate nella parte vecchia? Io e Lorena ci siamo guardati, una riflessione veloce e, nonostante la sua titubanza, ci siamo visti costretti (io ho costretto lei) a rientrare per visitare la parte segreta.

E quindi niente, di nuovo tutta la trafila, ma con le indicazioni passo/passo, da veri urbexer di livello, siamo riusciti anche noi a trovare la zona antica, introvabile e nascosta. A nostra discolpa posso dire che si passava da una scala buia e pericolosa, con anche qualche ragnatela, e le nostre paure ancestrali ci hanno impedito di varcare la soglia: poi c’era anche un canestro da basket rovesciato per terra (si vede bene nell’ultima foto) che impediva l’accesso in modo importante. Ma colpa mia, è nel mio DNA essere sempre un po’ frenetico. Bella comunque, il rientro ha meritato la fatica: era proprio necessario, non mi sarei mai perdonato la mancanza. Poi c’è anche quel discorso della Ferrari, ma è un’altra storia da raccontare…

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