
La sensazione entrando in questa minuscola scuola è straniante. La struttura è molto particolare: forse una sola aula, pochissime stanze, un piccolo giardino e un teatro. Si, un teatro, che occupa la parte centrale e più importante del palazzo. Il tutto dà l’idea di cacofonia, come se non ci fosse un senso logico; anche perché la scena è davvero teatrale, con i banchi sistemati in modo simmetrico, qualche libro lasciato a caso ma non troppo, una foto di Ornella Muti (?), il vangelo (??) e delle coppe dozzinali di qualche trofeo di poco conto. Il bello di questo luogo è tutto nell’aula teatro: ho scattato i dettagli con il 50mm a tutta apertura e l’effetto sfuocato sui particolari mi fa ancora e sempre impazzire. E ricordiamoci sempre che il teatro fa bene ai bambini.







Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere.
– François Rabelais






Agli inizi del secolo scorso la zona veniva definita il paradiso dei bambini. Siamo sul lago maggiore, al confine fra Piemonte e Lombardia: qui infatti, grazie al clima temperato, numerosissime colonie sorsero tra i monti per ospitare i bambini che, accompagnati dai genitori, venivano in questi luoghi a trascorrere le vacanze. Nel tempo si è persa la tradizione della colonia estiva: alcuni edifici sono stati convertiti, altri sono caduti in disgrazia, abbandonati e inghiottiti dalla vegetazione. Quello che viene definito Red Cross (non ho capito per quale motivo, ma nel mondo urbex il primo che arriva decide il nome) fa parte di questa seconda categoria: dentro è rimasto quasi niente, solo poche tracce del passato che fu. Al centro dello stabile, raggiungibile facilmente da qualsiasi direzione, c’è ancora la cappella. E’ un classico di queste strutture a forte tradizione cattolica: è necessario istruire soprattutto lo spirito, Dio vuole così. Poi è tutto un susseguirsi di stanze da letto, quasi esclusivamente camerate per i piccoli ospiti, aule per lo studio, la cucina e, ovviamente, bagni. L’idea è più quella di una prigione: lo spazio per il divertimento è davvero ridotto, forse qualche gioco all’esterno se il clima lo permette. Le giornate di pioggia dovevano essere una tragedia. Una frase scritta sul muro di una della camerate mi ha colpito molto: Mangia, Caga e Dormi. E’ facile che il nostro writer abbia dimenticato prega, ma cambia poco: rende perfettamente l’idea della situazione delle colonie estive del secolo scorso.












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Questo mappamondo è diventato, suo malgrado, una grande celebrità nel mondo Urbex italiano (ed europeo). La sua foto è stata pubblicata da un fotografo belga e si è scatenata la caccia alla figurina. Poi l’ho trovato nell’elenco di un amico (olandese questa volta) sotto il nome di The Little School e, nonostante in Italia sia definita più prosaicamente La scuola del mappamondo, ho deciso di conservare il nome originale nel mio post. Il problema è che l’aula in questione è probabilmente (forse anche qualcosa di più) costruita a tavolino per stupire, per sorprendere. I dubbi sono pochi: tutto troppo perfetto e intatto, qualcuno ha raccolto i vari pezzi dalle stanze e ha ricostruito in maniera esemplare una piccola classe scolastica (da qui il nome). Io ho scattato la figurina (che ho pubblicato ieri) e una foto leggermente diversa che prova a rendere giustizia al vero protagonista di questa storia: il mappamondo. Ovviamente non c’è solo lui, non c’è solo il mappamondo, c’è anche dell’altro nella piccola scuola. C’è soprattutto Leonardo Murialdo, e voglio dedicare queste foto alla sua storia, alla sua grande dedizione per i bambini poveri e abbandonati.










Vi prego, dunque, miei cari figli e confratelli, vi prego di non scandalizzarvi minimamente per il racconto delle mie miserie, ma di attingere soltanto un’incrollabile confidenza dal racconto delle misericordie che Dio ha prodigato al vostro disgraziato Padre spirituale, e di imparare a non scoraggiarvi per quanto profondi possano essere gli abissi dei peccati nei quali possiate essere caduti. (S. Leonardo Murialdo)







![Ex collegio salesiano 46 Playground [Ex-Salesiani]](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2016/02/playground.jpg)
Il 27 Gennaio su La Stampa è uscito un interessante articolo sull’ex collegio salesiano a Madonna dei Boschi di Peveragno. Un ecomostro come viene definito. In effetti la struttura è parecchio brutta (uso un eufemismo), costruita con il gusto orrendo e squadrato tipico degli anni sessanta e soprattutto è in rovina da ormai oltre trent’anni. Data la mia folle voglia di Urbex non ho resistito alla tentazione di un giro di perlustrazione. Arrivarci è stato abbastanza semplice: si parcheggia la macchina in località Madonna dei Boschi, si segue il sentiero e ci si trova davanti al gigante di cemento. E’ enorme. Da fuori è davvero impressionante. Il primo impatto è da paura: si arriva in quello che era una sorta di campo da basket, una specie di playground americano. Di intero non c’è più niente, i graffiti sui muri (anche volgari) sono ovunque. Il bagno esterno (uno dei tanti disseminati lungo la struttura) è devastato, i sanitari sono tutti spaccati, per terra si trova un po’ tutto: probabilmente per le razzie degli anni successivi alla chiusura (sulla stampa di parla di 1981 ma negli uffici ho trovato fatture e calendari del 1987).

![Ex collegio salesiano 48 Pommel Horse [Ex-Salesiani]](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2016/02/pommelhorse-1024x768.jpg)
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