Passi tutto il pomeriggio a fotografare una bellissima modella, ma davvero bellissima, per poi scoprire che la foto più interessante è quella del tuo assistente che tiene il pannello riflettente. Sono cose che fanno riflettere. E’ tardi, ma vorrei piangere. Certo, nessuno tiene il pannello come lui.
Se la sorte ti ha dato in dote di essere innamorato di una squadra come il TORINO, beh, allora avrai la ragionevole certezza che quel tuo amore non sarà mai angustiato dalla monotonia, ma da qualsiasi altra possibile condizione dell’animo, inevitabilmente… SI.
– Federico Buffa
Fate mente locale, respirate e ripetete con me. Non è merito dell’obbiettivo, non è merito della modella: la qualità di una foto è esclusivamente merito del fotografo. E’ una regola fondamentale della buona fotografia.
Da qualche tempo seguo e ascolto Marco Ligabue, fratello del più celebre Luciano. Ho iniziato per via della sua curiosa passione granata, si perché inspiegabilmente è anche lui tifoso del Toro, ma devo ammettere che le sue capacità artistiche e canore sono di rilievo; trovo alcuni suoi pezzi davvero molto belli. E mercoledì scorso era ospite del Baladin a Piozzo (dietro l’angolo) e proprio non potevo mancare; ovviamente con la maglia del Toro. Il concerto è stato bellissimo: lui non è soltanto un cantante di livello, ma è anche un ottimo attore e sa intrattenere il pubblico passando dal serio al comico con una facilità impressionante. Ho scattato quasi 300 foto alternando focali diverse, è davvero un piacere fotografare in un locale come le Baladin: spazi ristretti, luci di qualità, artisti vicinissimi al pubblico e possibilità di muoversi senza intralciare. Un sogno. A questo punto, dopo tutto questo parlare, vi consiglio di ascoltare Il mistero del DNA, il suo ultimo disco. ;-)
Ho capito almeno questo
che dentro a un cuore onesto
per la gioia c’è più posto
e che negli occhi tutto ci sta
ma è da te che dipenderà
ci sta pure l’universo.
Sabato 18 Marzo, con il gruppo MondovìPhoto, abbiamo organizzato un’escursione a Torino. Forse incursione sarebbe il termine più adatto. L’obbiettivo della gita era portare a casa qualche interessante scatto di Street Photography ed il centro storico di Torino si presta molto bene per questo genere di fotografia. Abbiamo scattato in Via Roma, in piazza San Carlo, in piazza Castello, in Via Po e siamo arrivati anche dalla chiesa di Santa Maria del Monte che domina Torino sul monte dei Cappuccini (luogo che fornisce spunti molto interessanti). Ho fotografo esclusivamente con il 135 f/2 e devo ammettere che trovo perfetto il medio tele per la fotografia di strada: si riescono a cogliere movimenti e momenti che non sarebbe possibile fotografare con un obbiettivo normale. Inoltre il 135, utilizzato a tutta apertura, ha uno sfuocato splendido e permette di isolare il soggetto dalla sfondo in modo quasi perfetto. Mi piace definirlo tagliente ma cremoso. Non per niente è chiamato Lord of the Rings. Certo, utilizzare una focale molto estesa, per i puristi della street, è un po’ come rubare; ma io preferisco questo approccio un po’ distaccato: rende il tutto relativamente più semplice ed i risultati sono comunque quelli tipici della fotografia di strada. Ho convertito tutti gli scatti in monocromatico impostando un mio personale profilo con Silver Efex: è un vezzo/vizio che ho preso da qualche tempo quando si parla di street; mi fa sentire un po’ come Henri Cartier-Bresson nella Francia del secolo scorso. ;-)
Ansel Adams diceva che la foto è come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene. Non sono d’accordo con questa affermazione, almeno non del tutto: è davvero troppo generalista. Non si può fare di tutta un’erba un fascio. Ci sono fotografie che vanno spiegate e raccontate, altre che invece non hanno bisogno di troppe parole: molte volte basta il titolo. E io credo che questa immagine faccia parte di questa seconda categoria. Ma ho preferito usare delle parole per spiegarlo; d’altronde sono un po’ anche al contrario.
In me l’ateismo non è né una conseguenza, né tanto meno un fatto nuovo: esso esiste in me per istinto. Sono troppo curioso, troppo incredulo, troppo insolente per accontentarmi di una risposta così grossolana. Dio è una risposta grossolana, un’indelicatezza verso noi pensatori: anzi, addirittura, non è altro che un grossolano divieto contro di noi: non dovete pensare! (Friedrich Nietzsche)
Questa sera affronterò un interessante incontro dedicato alla fotografia. Il tema sarà: “Raccontare una storia”. E’ un tema importante perché credo che la fotografia debba sempre raccontare qualcosa; ci possono essere storie complesse e storie semplici ed il numero di foto che compongono queste storie può essere variabile da 1 ad infinito (forse ho esagerato). E’ chiaro che minore è il numero di foto e maggiore sarà l’impatto emotivo iniziale. Può bastare anche una sola immagine, certo, però questa immagine deve avere una forza particolare e non è sempre è facile sintetizzare. Io ho scelto una storia semplice, lineare, minimale. Direi un classico per bambini. E ho scelto di utilizzare il mosaico perché credo che il colpo d’occhio iniziale sia più importante rispetto ad una sequenza di immagini. Quando ho scattato l’ultima foto ho pensato a Joker, il supercattivo di Batman, ma direi che il paragone è un po’ azzardato.
La fiera degli acciugai della Valle Maira che si tiene a Dronero è un evento imperdibile. Concerti, mostre fotografiche, bancarelle, musica, eventi e tante ma tante acciughe (e prodotti tipici). Io ho deciso di presentarmi ai nastri di partenza della maratona fotografica dedicata alle Engraulis encrasicolus (si, cercavo un sinonimo: non posso sempre scrivere acciughe). Non mi piace questo tipo di competizione, ma mi sono lasciato convincere da un amico di vecchia data: Umberto Vecchi da Gargallo (consiglio una visita)(che peraltro ha anche vinto). Ho passato un pomeriggio divertente, conosciuto altri fotografi, ma scattato una sola immagine decente: le foto a tema non sono il mio punto forte. Adesso mi rimane solo da capire quale è il mio punto forte. :)
Questa foto non sarebbe dovuta apparire fra le ‘predilette’. Perché nella mia idea di realizzazione l’immagine ideale comprende anche la macchina.foto; senza sembra che il soggetto (cioè me stesso) utilizzi l’obbiettivo come un auricolare anziché come un’arma. E no, non si sente parlare Ansel Adams. Però mi piaceva molto la mia espressione (che attore!!) e trovavo il maglione particolarmente adatto al contrasto con lo sfondo arancione: ho quindi deciso di regalarla al mio amato pubblico di fedelissimi. E perdonate la faccia, ma ho solo quella. ;-)