Per la gioia dei miei lettori, e soprattutto lettrici, torno dopo molto tempo a pubblicare un selfie. In molti ne avranno sentito la mancanza, ma eccomi qua a riportare sulla retta via il mio photoblog: un po’ come le modelle che vanno per la maggiore su Instagram. E quale location migliore che la rinnovata Show-Room di Idroterm a Cuneo? Un gioco di specchi con illuminazione circolare (notare la catchlight) et voilà, l’occasione fa l’uomo fotografo. E anche un po’ vanitoso.
Non sono solito esibirmi nella nobile arte del selfie, ma a Svartifoss si sono create tutte le condizioni necessarie: sono arrivato per primo sul posto, ero solo, la mia giacca rossa (sempre con me) contrastava perfettamente con i colori dell’ambiente circostante (nero, azzurro, verde) e avevo la macchina.foto già sul treppiede. È stato quasi automatico: ma giuro, è l’unico selfie islandese. :-)
La mattina del 4 aprile, dopo una incursione aerea e un attacco di artiglieria, partì la fanteria con supporto di carri armati sovietici e rumeni e copertura fornita da navi della flotta sovietica nel Danubio. L’esercito fascista fu sopraffatto, ma la battaglia proseguì in forma di guerriglia urbana dove agivano alcuni gruppi della Guardia di Hlinka e delle SS. Nel pomeriggio le truppe dell’Armata Rossa raggiungevano i bordi occidentali della città cacciando i tedeschi e concludendo vittoriosamente i combattimenti. Nella battaglia rimasero uccisi 742 soldati sovietici, insieme a 470 tedeschi e ungheresi, e 121 civili.
Le vittime sovietiche sono sepolte sulla collina dello Slavín, vicino al centro di Bratislava, ove era presente un cimitero da campo. Qui fu eretto nel 1957-1960 un grande memoriale progettato da Ján Svetlík per commemora la liberazione della Slovacchia ad opera dell’Armata Rossa e i tanti caduti. Il monumento ha un atrio centrale che riporta statue, iscrizioni e un sarcofago di marmo bianco, chiuso all’interno di un portico colonnato perimetrale sui quattro lati, sulle pareti del quale sono apposte lapidi con le date della liberazione delle principali città della Slovacchia.
L’opera, visibile da molti angoli della città, è sormontata da un obelisco sulla cui cima c’è, a 42 metri di altezza, una statua di un soldato sovietico che issa una bandiera. Il terreno circostante ospita le salme di 6.845 soldati sovietici suddivise in 6 sepolture collettive e 278 individuali. Si tratta di oltre un decimo dei più di 63 mila soldati dell’Armata Rossa uccisi nella guerra di liberazione dal fascismo della Slovacchia e dell’Europa. Nel 1961 lo Slavín fu dichiarato Monumento culturale nazionale.
Mentre spaiate i calzini, oggi, ricordatevi di quel bimbo che è sempre solo, con cui nessuno vuole giocare e che non c’è mai alle feste di compleanno…
…mentre fate la foto dei vostri piedi vestiti da “inclusione” da mettere su Instagram, ricordatevi di quel collega che non parla con nessuno, che non viene alle cene aziendali, l’unico a cui non avete mai offerto il caffè…
mentre vi riempite le bacheche di amore per il diverso e frasi famose, togliete i calzini e invitate quel bimbo al compleanno del vostro e magari offrite il caffè a quel collega… i vostri piedi saranno un po’ più freddi, i social più vuoti, ma quello sarà il giorno in cui “diverso” diventerà davvero uguale!
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