Per la gioia dei miei lettori, e soprattutto lettrici, torno dopo molto tempo a pubblicare un selfie. In molti ne avranno sentito la mancanza, ma eccomi qua a riportare sulla retta via il mio photoblog: un po’ come le modelle che vanno per la maggiore su Instagram. E quale location migliore che la rinnovata Show-Room di Idroterm a Cuneo? Un gioco di specchi con illuminazione circolare (notare la catchlight) et voilà, l’occasione fa l’uomo fotografo. E anche un po’ vanitoso.
Non sono solito esibirmi nella nobile arte del selfie, ma a Svartifoss si sono create tutte le condizioni necessarie: sono arrivato per primo sul posto, ero solo, la mia giacca rossa (sempre con me) contrastava perfettamente con i colori dell’ambiente circostante (nero, azzurro, verde) e avevo la macchina.foto già sul treppiede. È stato quasi automatico: ma giuro, è l’unico selfie islandese. :-)
Nel corso degli anni, e nel corso delle quasi 200 esplorazioni urbex, i miei selfie si contano sulle dita di una mano (no, in realtà sono 7). Non sono narcisista, almeno non nel frangente urbex. Ma questa volta, nel Castello di Marene, ho deciso di fare uno strappo alla regola e addirittura di moltiplicarmi. Anche se qualcuno sostiene che un Samuele Silva basta e avanza. E forse ha ragione.
Raramente pubblico immagini di questo tipo, foto ricordo per intenderci, ma nel caso specifico ho deciso di fare una piccola eccezione. Siamo io e Lorena, la mia socia di esplorazioni urbex, nella celebre Villa del Giapponese. La stanza e il luogo erano talmente belli che abbiamo deciso di lasciarci andare ad un momento di vanità. Poi sembra che Lorena voglia spararmi alla testa con la macchina fotografica, ma è un’altra storia, più probabilmente un simbolo.
Se non vuoi farmi luce, almeno fammi ombra.
– Proverbio Giapponese
Dodici mesi fa il mondo era molto diverso. Ma avrei dovuto intuire che qualcosa stava per cambiare: perché quando notizie brutte arrivano in serie non è mai un segnale positivo. E proprio il 4 dicembre 2019 iniziava una spirale altamente negativa dal quale non sono ancora riuscito ad uscire. Perché purtroppo sembra non finire mai. Io sono di plastica, quasi impermeabile, la pioggia tende a scivolare anche quando è tempesta e talvolta mi rendo conto di osservare la mia vita scorrere come se fosse un film. Purtroppo non è finzione, ma è tutto vero. Intorno a me è successo il finimondo e io osservo da dietro i vetri come osservo adesso la neve scendere; il punto è che non sembra abbia intenzione di smettere. Saranno ancora mesi complicati, ma spero che tutto possa tornare semplice il più velocemente possibile. E’ un anniversario, triste, un punto da piazzare. Ma guardo avanti con aria di distaccata fragilità.
Non sono un amante dei selfie in urbex, sono rarissime le mie dimostrazioni narcisistiche di questo tipo. Ma si trattava di un’esplorazione in solitaria e il luogo era decisamente adatto a questo tipo di fotografia; quindi per l’occasione mi sono prestato a svolgere il ruolo di modello per me stesso. Era buio, tempo di esposizione di 2 secondi: praticamente una statua di marmo. Non sono vecchio, è che ho applicato un filtro vintage.
Sono Wolverine, e sono il migliore in quello che faccio.
Metti che sia giunto il momento di rinnovare la carta d’identità e che si voglia testare la nuova luce circolare (che per intenderci è quella che fornisce la catch light a forma di cerchio). E quindi ho passato una ventina di minuti in studio e altrettanti davanti al monitor per rendermi migliore (se possibile) in quella che sarà la mia immagine di rappresentanza per i prossimi dieci anni. La versione silver è interessante; devo ammettere che il fantastico 85 F/1.2 di Canon riesce a restituire una tridimensionalità pazzesca. Una lama direbbe qualcuno
Avevo in mente da tempo di provare uno scatto del genere. Mi fa specie che ci sia riuscito al primo tentativo: nel senso che davvero ho fatto solo una foto. Boom. Finito. Treppiede montato davanti al sottoscritto, autoscatto a dieci secondi e flash E-TTL (Canon 580EX) tenuto in mano, con parabola 105mm, rivolto verso l’alto. Tempo 1/160, F/11. Poi ho aggiunto un po’ di contrasto e virato gli occhi in rosso (che volevo proprio fossero così). Faccio paura, eh?