L’ostello di carta

POSTED ON 4 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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L’ostello di Carta è una struttura ricettiva, tipicamente dedicata ai giovani, sulle colline dell’entroterra savonese. È un classico dormitorio, con stanze e bagni in comune, ma con una vista strepitosa sul mar ligure. È abbandonato ormai da tempo e le stanze hanno le pareti ricoperte di graffiti e i letti, di cui molti a castello, sono ammassati e sparsi per tutta la struttura.

L’ho definito di carta (e si tratta di un evidente gioco di parole legato ad una celebre serie TV) perché al secondo piano si trova una stanza davvero particolare. Io non so perché e ovviamente nemmeno chi. Ma qualcuno si è preso la briga di tappezzare questa stanza con le pagine di un libro. È affascinante, un lavoro lungo e certosino. Forse si è costruito un set per scattare una fotografia diversa dal solito, magari per una ripresa video. Io mi immagino una modella con un vestito composto da fogli di carta. Sul lato destro della stanza c’è una scrivania con sopra un libro, molto grande, aperto. Mi viene in mente O’ famo strano, prendendo in prestito la frase cult resa celebre dalla coppia Carlo Verdone/Claudia Gerini nel film “Viaggi di Nozze”.

Il resto dell’ostello, dopo aver visto la stanza dei fogli, perde fascino; c’è un bellissimo calciobalilla, in ottime condizioni, sulle scale: e subito mi sono immaginato le tiratissime partite fra i giovani ospiti della struttura. E poi un’infinita di stanze, locali, bagni, tutti uguali fra loro. L’esterno è decisamente in stile moderno, funzionale -tanto cemento- e credo che non dovesse essere meraviglioso nemmeno nei momenti di massimo splendore. Comunque direi location 5, servizio 4, prezzi interessanti e sotto la media. Almeno spero.

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La palazzina Liberty di Ferrania

POSTED ON 1 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, industrial, liberty, drone

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Di fronte alla vecchia fabbrica della Ferrania trova spazio una strana palazzina in stile liberty. È la centrale Elettrica SIPE, ormai abbandonata da tempo e vincolata dalla Soprintendenza ligure dal 2016. È bellissima. Costruita nel 1916 su progetto dell’architetto milanese Cesare Mazzocchi mostra ancora la sua antica bellezza, nonostante sia dimenticata da anni, con le meravigliose decorazioni geometriche, gli enormi finestroni e il ferro battuto. I disegni originali del progetto -studiati da Alberto Manzini- sono conservati presso l’archivio del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART) e riprodotti presso il Ferrania Film Museum.

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Ferrania, la storia dimenticata

POSTED ON 31 Mar 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, industrial, drone

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La storia della Ferrania nasce nel secolo scorso e si dipana in quasi 100 anni di storia. Sulla pellicola prodotta in questo stabilimento della Valle Bormida è scritta la storia d’Italia: La ciociara, Mamma Roma, Roma città aperta hanno in comune non solo l’ambientazione romana, ma sono tre capolavori del cinema italiano uniti anche dalla pellicola che porta il nome del piccolo paese alle spalle di Savona.

L’azienda nasce dalle ceneri della milanese Società italiana di prodotti esplodenti (Sipe), fornitrice dell’Esercito e della Marina, che nel 1906 acquisì un dinamitificio francese di Cengio, ponendo le basi perché la Val Bormida diventasse un importante polo dell’industria chimica nazionale. Con il primo conflitto mondiale, Sipe arrivò a produrre fino a 100 tonnellate di esplosivo al giorno e fu così che si espanse aprendo, nel 1915, lo stabilimento di Ferrania.

Dopo la guerra la produzione fu convertita: la nitrocellulosa, a un grado minore di nitrazione, unita alla canfora come plastificante, da esplosivo diviene pellicola. È la svolta, nacque la Fabbrica italiana lamine Milano (Film) consociata con la Pathé Frères di Vincennes, la maggiore fabbrica francese di materiale sensibile, fondando, nel 1923, quella che poi sarebbe diventata la Ferrania. Nel 1932 venne assorbita la milanese Capelli dando vita alla Film Cappelli–Ferrania, successivamente venne assorbita un’altra azienda milanese, la Tensi, e nel 1938 la ragione sociale venne modificata, diventando semplicemente Ferrania. L’azienda produceva, oltre alla pellicola, anche attrezzatura fotografica tramite la Società Anonima Apparecchi Fotografici Ferrania con il marchio Ferrania-Galileo; alcuni modelli, come la Condor I, o la Elioflex (del 1950), sono diventati iconici e hanno costruito la storia della fotografia italiana (e non solo). L’azienda arrivò anche a pubblicare, dal 1947 al 1967, una rivista, un periodico che si occupava di fotografia e che portava il nome dell’azienda.

Lo scenario tornò internazionale nel 1964: dopo un anno di trattative, il colosso americano 3M (Minnesota Mining and Manufacturing) rilevò Ferrania dall’Ifi per 50 milioni di dollari, corrisposti in parte in azioni. A guidare la società nel trentennio successivo saranno diversi manager del gruppo 3M, tutti americani, affiancati da Direttori di fabbrica italiani. Nel 1971 divenne 3M Italia, con quasi 4mila dipendenti nella sola Ferrania e una nuova sede a Segrate, in provincia di Milano. Negli Anni 80 e 90 Ferrania fu parte integrante della multinazionale; lo stabilimento non produceva soltanto pellicole per il cinema, ma anche per il settore medico, nel campo della diagnostica per immagini. La forza lavoro scese progressivamente, fino a tornare sotto le 2mila unità.

Nel 1996 iniziò il declino, 3M smise di produrre materiale fotosensibile e trasferì i settori della pellicola e del magnetico a una nuova compagnia indipendente, con sede americana, che prese il nome di Imation. Ci fu una contrazione degli investimenti con la chiusura di diversi stabilimenti europei. Nel 2004, con 850 dipendenti e 70 milioni di debiti, Ferrania fu posta in amministrazione straordinaria. Ci fu una mobilitazione di massa, ma ormai la strada era tracciata. Nel 2005 la fabbrica venne acquistata all’asta da una cordata di imprenditori genovesi, che diede vita a Ferrania Technologies, per la produzione di pannelli fotovoltaici, intermedi farmaceutici, chimica per imaging. Ma la stagione del fotosensibile, con l’avvento del digitale, era definitivamente terminata. Si cessò la produzione della pellicola e i pochi lavoratori rimasti vennero posti in mobilità, fino alla definitiva chiusura. Nel 2018 è stato inaugurato a Cairo Montenotte il Ferrania Film Museum, che mostra e racconta la storia e le dinamiche socioculturali della Ferrania. Nel 2019 con il forte ritorno della pellicola e del vintage, una nuova azienda, fondata da Nicola Baldini e Marco Pagni, ha ripreso a produrre, nello stabilimento FILM Ferrania di Cairo Montenotte, una nuova versione della celebre P30. Sono piccoli frammenti di memoria, un ritorno al passato, per non dimenticare una storia davvero importante.

Questo è un piccolo resoconto della storia della Ferrania, con una semplice ricerca è possibile approfondire in modo ulteriore i pochi importanti concetti che ho riportato. Il mio reportage sulla Ferrania mi piace definirlo, un po’ pomposamente, monumentale: in 3 diverse esplorazioni divise in 4 anni, con 2 fotocamere diverse, un drone e 5 ottiche, ho scattato 606 foto. Ne pubblico solo 82, sul quale, diversamente dal solito, ho forzato in modo forse eccessivo la post. Credo possano raccontare la situazione attuale di uno stabilimento che ha vissuto un secolo di emozioni, anche e soprattutto su pellicola.

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Forte della Madonna degli Angeli

POSTED ON 24 Mar 2023 IN Reportage     TAGS: urbex, military, drone

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Il Forte della Madonna degli Angeli è una fortezza ottocentesca costruita intorno al 1881 dai Savoia, si trova su una collina alle immediate spalle del centro di Savona, ad un’altitudine di 232 metri. E’ rimasta attiva sino al 1947, qui è passata la storia e si sono combattute le due guerre mondiali; nella fortezza troviamo una rampa, postazioni di cannoni, torrette telemetriche, porte blindate, cemento armato, ferro battuto, polveriera, un ponte levatoio ormai sparito nel tempo, una lapida in memoria.

Il forte ha due piani, il primo dedicato a stalle e magazzini per munizioni e il secondo alle tre postazioni per 6 obici da 280mm, poi sostituiti da altrettanti cannoni 149/23 dopo la prima guerra mondiale, e alle stazioni telemetriche, ancora conservate. Sono inoltre presenti altre due piazzole, costruite dopo la Grande Guerra davanti al forte, collegate da un ponte levatoio sul fossato (scomparso), ormai quasi del tutto scomparse. Vi è ancora, al piano superiore, una terrazza con postazioni per mortaio. Durante l’occupazione nazista, oltre che presidio della Wehrmacht, fu anche batteria controaerea tedesca, armata con 4 cannoni Flak 88 e due impianti Flakvierling.

Qui il 27 Dicembre 1943 ci fu un’importante rappresaglia nazifascista. Dopo l’attentato del 23 dicembre alla Trattoria della Stazione (luogo di ritrovo, in via XX settembre, di fascisti e tedeschi) che causò 5 morti e 15 feriti (tra questi ultimi uno dei più noti collaborazionisti lo squadrista Bonetto accanito persecutore degli antifascisti savonesi) le autorità germaniche suggerirono l’opportunità di dare un maggior rilievo all’avvenimento con una punizione esemplare che consentisse di approfittare della circostanza per eliminare alcuni tra gli antifascisti di maggior prestigio politico locale.

I fascisti tenevano intanto concitate riunioni in Federazione nel corso delle quali squadristi e militi chiedevano a gran voce che si desse un duro esempio. Fu durante una di queste riunioni, e precisamente il mattino del giorno di Santo Stefano che viene redatta la lista di 7 antifascisti da deferire al Tribunale Militare Straordinario quali “mandanti morali” dell’attentato di via XX settembre. Il mattino del 27 dicembre, alle 4, vennero così prelevati dal carcere di Sant’Agostino, (incatenati tra loro in due gruppi) e condotti, su un furgone della questura, alla caserma della milizia in corso Ricci, gli antifascisti :

Cristoforo Astengo avvocato di 56 anni
Renato Willermin avvocato di 47 anni
Francesco Calcagno contadino di 26 anni
Carlo Rebagliati falegname di 47 anni
Arturo Giacosa prima operaio di 38 anni
Amelio Bolognesi soldato di 31 anni
Aniello Savarese soldato di 21 anni

Un lapidain marmo posta sulla parete posteriore del forte, restaurata nel 2018, ricorda il tragico evento. Sul muro sono ancora visibili i fori dei proiettili del fucile mitragliatore che uccise, senza pietà, i 7 antifascisti: sotto il piombo dei traditori eroicamente cadevano.

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Palazzo Bordoni

POSTED ON 20 Mar 2023 IN Reportage     TAGS: urbex, liberty

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Palazzo Bordoni certo non si nasconde: appena si entra in Altare, arrivando dal mare, appare maestoso, in alto, come a dominare il paese e la sottostante via Gramsci. E poi quando arrivi davanti all’entrata un cartello indica che fa parte dell’itinerario Napoleonico come fosse un museo visitabile; ed in effetti è visitabile anche se non c’è nulla: il cancello è aperto, si segue una stradina sterrata dove la vegetazione ha preso il sopravvento e si arriva davanti al portone d’ingresso, ovviamente spalancato. È quasi difficile definirlo urbex, nonostante sia abbandonato da tantissimi anni sembra quasi che dopo gli scalini, sulla destra, possa esserci la biglietteria.

Palazzo Bordoni, villa imponente. Fu edificata nel 1904 per volere dell’omonimo avvocato che la commissionò all’ingegnere savonese Martinengo. Il palazzo si presenta con un’altalena di stile che un po’ ricorda il liberty, un po’ il barocco. Che cosa ci colpisce? La scala: maestosa. È l’anima del palazzo. La sua ringhiera, motivo floreale in ferro battuto, accompagna gradini di marmo verde e si snoda sinuosa come si conviene a una signora di classe. Ti porta fino alla sua sommità, fino al ballatoio. La stessa scala, nel 1991, fu vincolata dalla Soprintendenza come bene di importanza storica.

Durante il secondo conflitto mondiale Palazzo Bordoni ospitò il battaglione San Marco che fissò qui il suo quartier generale in quanto Altare era un valico di notevole importanza strategica per l’accesso dalla Liguria verso il Piemonte. Negli ultimi decenni del secolo scorso si parlò ripetutamente di recupero, ma ovviamente furono spese solo parole e nessuna azione concreta. Ad oggi il terzo piano è assolutamente inagibile, il ballatoio inizia a dare segni di cedimento e la meravigliosa scala in marmo verde e ferro battuto è pericolante e pericolosa. Palazzo Bordoni è uno di quei luoghi che non si può nascondere, ma che anzi deve condiviso il più possibile perché non merita di finire nel dimenticatoio.

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L’ultimo pescatore d’inverno

POSTED ON 10 Gen 2023 IN Portrait     TAGS: sea, winter, pier

L'ultimo pescatore d'inverno

Chiunque sa fare il pescatore, di maggio.
– Ernest Hemingway

Golden Goal

POSTED ON 6 Gen 2023 IN Beach     TAGS: sea, winter

Golden Goal

Voglia di giocare

POSTED ON 3 Gen 2023 IN Beach, Portrait     TAGS: children, silver, vintage, sea

Voglia di giocare

Forse è l’inizio del nuovo anno che porta novità, ma in questo periodo mi torna sempre la voglia di giocare (il titolo ha un doppio significato) con le ottiche vintage. E durante una gita -veloce- sulla spiaggia di Pietra Ligure ho deciso di portare con il me il meraviglioso Takumar 135mm F/2,5 Super-Multi-Coated: ovviamente mi riferisco alla seconda versione, quella più ricercata (e costosa) per via delle sue elevatissime prestazioni ottiche. Molti fotografi esperti concordano infatti nel dire che questo modello (a 6 elementi) sia il miglior 135mm mai prodotto. In realtà, nonostante l’altissima qualità, credo che le ottiche moderne abbiano (sotto certi aspetti) una resa migliore; diciamo che se restringiamo il campo alle ottiche che possiamo definire vintage è chiaro che la definizione miglior 135 mai prodotto assume un significato più reale. E per provare un’ottica antica non potevo che scegliere un soggetto decisamente più giovane (differenza di età circa 40 anni): peccato che la modella, allegra e sbarazzina, fosse in vena di correre sulla spiaggia e fotografare con il 135mm a fuoco manuale una bambina che corre senza mai fermarsi non è proprio un gioco da ragazzi. :-)

Giochi di Spiaggia

POSTED ON 3 Gen 2023 IN Beach, Portrait     TAGS: children, sea

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Aperitivo sul mare

POSTED ON 2 Gen 2023 IN Beach     TAGS: sea, winter

Aperitivo sul mare

A suo tempo avevo iniziato la tradizione del primo post, cioè di quella foto scattata il primo giorno dell’anno. Poi nel tempo si era trasformata in qualcosa di alternativo, ma quest’anno, complice una visita alla spiaggia di Pietra Ligure e una giornata calda (la colonnina di mercurio segnava 15 gradi), ma comunque uggiosa e invernale, sono riuscito a scattare qualche foto interessante proprio a capodanno. E mentre camminavo sul lungomare ho notato questo aperitivo sul mare, una contrapposizione forte fra i colori freddi della spiaggia, delle nuvole e dell’isola Gallinara sullo sfondo e i colori caldi del dehor e della vita mondana. E credo, senza paura di smentita, che questa sia la più bella foto che io abbia mai scattato a capodanno. Certo, non posso dire che la concorrenza sia agguerrita. :-)

Ex Cantieri Navali Solimano

POSTED ON 22 Feb 2021 IN Reportage     TAGS: urbex, industrial

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Nascosto da alcuni pannelli di lamiera ondulata, sul lungomare di Savona, a due passi dalla spiaggia e proprio vicino a Villa Zanelli, si trovano quelli che una volta erano i cantieri navali Solimano. La storia di abbandono e degrado è ormai decennale, ma forse è destinata a concludersi.
Nel 2009 vennero acquistati all’asta da Guido Porru, un facoltoso avvocato romano, per una cifra superiore ai 6 milioni di euro. A Guido Porru in realtà non interessava la speculazione edilizia, ma acquistò i cantieri semplicemente per entrare in possesso delle tre navi ancora ferme al suo interno: «sono le uniche in Italia ad avere una speciale licenza di pesca che oggi non viene più rilasciata e vale milioni». Appena realizzato il suo intento l’avvocato romano cedette l’intero complesso a Francesco Fresia, un costruttore di Loano: la sua idea era di sfruttare la bellissima zona per costruire case e alloggi sul mare.

Sono passati oltre dieci anni, ma la situazione non è cambiata molto.

Nel 2010 al suo interno venne ucciso a sprangate e coltellate un senzatetto rumeno, nel 2011 vennero allontani 30 barboni che vivevano nei capannoni, nel maggio 2015 la spiaggia antistante venne chiusa perché l’enorme carro ponte che sovrastava la struttura rischiava di cadere per il forte vento: per riuscire nello smantellamento furono impiegate tre gru e un piattaforma. Negli ultimi anni sembra, e dico sembra, che la proposta di Fresia, che prevede la costruzione di due palazzi di 14 piani con parco (già definito “Parco Solimano”), ristorante e parcheggio sotterraneo, possa essere presa in considerazione dal comune mediante una modifica del piano regolatore. Al momento gli ex cantieri navali Solimano sono abbandonati, sporchi, devastati: l’accesso dalla spiaggia è semplice e chiunque può entrare. Speriamo che la situazione possa sbloccarsi al più presto.

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La meravigliosa Villa Zanelli

POSTED ON 22 Ott 2020 IN Reportage     TAGS: urbex

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Villa Zanelli è un luogo fantastico, meraviglioso, incantevole. E’ davvero la magia, in riva al mare. Quando la si osserva da lontano non si può che rimanere estasiati, è il simbolo della bellezza architettonica: uno dei più significativi capolavori di stile Liberty in Italia.

Edificata nel 1907 dal capitano di lungo corso Nicolò Zanelli, situata in un vasto giardino in comunicazione col mare, fino al 1933 appartenne alla famiglia dei Zanelli, e poi venduta al comune di Milano che la trasformò in campeggio e colonia internazionale. Durante le fasi della seconda guerra mondiale venne adibita a campo ospedaliero (sono ancora visibili le tracce delle croci rosse sulle pareti esterne). Dal 1967 diventa, grazie alla regione, struttura utilizzata dall’USL per il trattamento dei cardiopatici, ma nel 1998 il crollo di una parte dell’edificio impone la chiusura dell’attività ospedaliera per ragioni di sicurezza, rimanendo in attesa di un restauro. Grazie ad un’analisi degli elementi stilistici si afferma che la villa è stata progettata da Gottardo Gussoni e Pietro Fenoglio, uno dei più importanti architetti dello stile Liberty italiano.

E’ proprietà della regione Liguria e versa in stato di abbandono da oltre 20 anni, precisamente dal 1998 quando crollò una parte del tetto (per colpa dell’incuria). Si parla di ripristino e messa in sicurezza da tempo, ma la situazione rimane indecente. A quando il RESTAURO di Villa Zanelli?

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