
I miei contatti/amici conoscono perfettamente la passione del sottoscritto per il fish-eye. L’occhio di pesce è un obbiettivo particolare, che si può utilizzare raramente, per pochi scatti e quindi generalmente è poco utilizzato. Per me rappresenta lo scatto diverso dal solito, lo scatto che può uscire dagli schemi e donare al reportage una prospettiva più intrigante: se il soggetto ha delle forme rotondeggianti diventa difficile, quasi impossibile, resistere. E quando mi sono imbattuto in questa splendida, ma piccola voliera liberty non ho esitato un secondo a sfoderare il mio Sigma 15mm f/2.8 EX DG Diagonal Fish-eye. Per queste foto ho utilizzato due obbiettivi particolari, ma la voliera richiedeva il grandangolo: il Laowa 11mm f/4.5 FF RL e ovviamente il fish-eye. Sono due lenti che mi piace definire bizzarre, piccole e che utilizzo poco, ma che comunque voglio avere sempre con me in urbex. Perché quando meno te lo aspetti arriva il loro momento. E non tradiscono mai.






Di fronte alla vecchia fabbrica della Ferrania trova spazio una strana palazzina in stile liberty. È la centrale Elettrica SIPE, ormai abbandonata da tempo e vincolata dalla Soprintendenza ligure dal 2016. È bellissima. Costruita nel 1916 su progetto dell’architetto milanese Cesare Mazzocchi mostra ancora la sua antica bellezza, nonostante sia dimenticata da anni, con le meravigliose decorazioni geometriche, gli enormi finestroni e il ferro battuto. I disegni originali del progetto -studiati da Alberto Manzini- sono conservati presso l’archivio del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART) e riprodotti presso il Ferrania Film Museum.






Palazzo Bordoni certo non si nasconde: appena si entra in Altare, arrivando dal mare, appare maestoso, in alto, come a dominare il paese e la sottostante via Gramsci. E poi quando arrivi davanti all’entrata un cartello indica che fa parte dell’itinerario Napoleonico come fosse un museo visitabile; ed in effetti è visitabile anche se non c’è nulla: il cancello è aperto, si segue una stradina sterrata dove la vegetazione ha preso il sopravvento e si arriva davanti al portone d’ingresso, ovviamente spalancato. È quasi difficile definirlo urbex, nonostante sia abbandonato da tantissimi anni sembra quasi che dopo gli scalini, sulla destra, possa esserci la biglietteria.
Palazzo Bordoni, villa imponente. Fu edificata nel 1904 per volere dell’omonimo avvocato che la commissionò all’ingegnere savonese Martinengo. Il palazzo si presenta con un’altalena di stile che un po’ ricorda il liberty, un po’ il barocco. Che cosa ci colpisce? La scala: maestosa. È l’anima del palazzo. La sua ringhiera, motivo floreale in ferro battuto, accompagna gradini di marmo verde e si snoda sinuosa come si conviene a una signora di classe. Ti porta fino alla sua sommità, fino al ballatoio. La stessa scala, nel 1991, fu vincolata dalla Soprintendenza come bene di importanza storica.
Durante il secondo conflitto mondiale Palazzo Bordoni ospitò il battaglione San Marco che fissò qui il suo quartier generale in quanto Altare era un valico di notevole importanza strategica per l’accesso dalla Liguria verso il Piemonte. Negli ultimi decenni del secolo scorso si parlò ripetutamente di recupero, ma ovviamente furono spese solo parole e nessuna azione concreta. Ad oggi il terzo piano è assolutamente inagibile, il ballatoio inizia a dare segni di cedimento e la meravigliosa scala in marmo verde e ferro battuto è pericolante e pericolosa. Palazzo Bordoni è uno di quei luoghi che non si può nascondere, ma che anzi deve condiviso il più possibile perché non merita di finire nel dimenticatoio.






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Villa Camilla è una delle più belle dimore della Val Seriana. Si trova ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, e fu costruita, su progetto dell’architetto Virginio Muzio, come regalo di nozze che l’imprenditore del cemento Augusto Pesenti fece alla sua sposa Camilla Donadoni. Attualmente la villa è in vendita. Fu costruita nel 1895 in stile neorinascimentale, riconoscibile immediatamente dal trattamento bugnato dell’esterno, tipico delle residenze progettate e disegnate da Muzio. In tutta la Villa si nota l’utilizzo massiccio del cemento, l’utilizzo della pietra era vietato, e non poteva essere altrimenti dato che i Pesenti erano riconosciuti come grandi innovatori del settore e che ad Alzano Lombardo veniva prodotto il Portland, un cemento dalle straordinarie caratteristiche molto adatto sia alla costruzione che alla decorazione. Il cemento è utilizzato sia nella nelle fondamenta che nella rifiniture come le colonne, i capitelli, i bassorilievi e addirittura nelle piastrelle. Anche il giardino e le pertinenze furono disegnate da Virginio Muzio e merita particolare attenzione la meravigliosa serra progettata in stile Liberty che ancora oggi, a distanza di oltre cento anni, raccoglie un fascino e un eleganza fuori dalla norma.
Villa Camilla, nota anche come villa Augusto Pesenti, fu costruita del 1895 ed è la piena espressione di quella delicata epoca a cavallo tra Otto e Novecento, così densa di aspetti innovativi e di radicamenti alla tradizione che si traduce in manifestazioni di grande ricercatezza decorativa. (
da Cose di Bergamo)


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