Arnardrangur è il nome -difficile- di questo enorme sasso che si trova all’estremità della Black Beach, la spiaggia resa celebre dal colore nero (dovuto ovviamente all’attività vulcanica dell’isola) della sua finissima sabbia. Appena l’ho notato ho capito che sarebbe stato il soggetto di una quantità importante di foto: purtroppo scendere sulla battigia era impossibile e quindi mi sono dovuto accontentare di qualche scatto dal promontorio di Dyrhólaey. Ho chiuso decisamente il diaframma (entrambe le foto sono a f/11) e scattato con grandangolo, pola e treppiede (il miglior amico del fotografo). E credo che il nero della sabbia rispetti abbastanza fedelmente la realtà.
Il podere Belvedere all’alba è un classicissimo della fotografia di landscape in Italia: vengono da tutto il mondo e non di rado capita di trovare decine di fotografi appostati nell’erba alla ricerca dello scatto perfetto. Io non potevo esimermi, sono andato una mattina di maggio e per fortuna ho trovato un solo compagno di avventura, anche poco loquace (doppia fortuna). Avevo la malcelata speranza che dal buio spuntasse un’alba interessante: sfruttando il periodo di fioritura dei papaveri mi ero messo in testa di fotografare il rosso sfuocato in primo piano e il podere sullo sfondo. Polarizzatore circolare, treppiede, pazienza in dosi massicce (sono arrivato al buio alle 5 di mattina, l’ultima foto riporta come orario 6.37), umidità e quasi 200 scatti, ma poco dopo le 6 sono riuscito a trovare la giusta ripresa, comunque molto vicina all’idea che avevo in mente quando la sera prima avevo impostato la sveglia alle 4.30 del mattino.
Il brigante è come la serpe, se non la stuzzichi non ti morde.
– Carmine Crocco
Le ferrovie sono qualcosa di sorprendentemente silenzioso, quando non ci passa sopra il treno.
– Haruki Murakami