BON: Treno Storico in Val Tanaro

POSTED ON 24 Ott 2023 IN Reportage     TAGS: EVENT, railway, silver

BON Treno Storico /21

Il 28 maggio scorso sono salito sul treno storico che viaggiava da Torino a Ormea attraversando la suggestiva Valle del fiume Tanaro. Si trattava di una locomotiva Diesel (quindi storico, ma niente carbone) che portava con se le celebri carrozze Corbellini. Queste carrozze furono costruite tra il 1948 e il 1963 in tre gruppi principali (Tipo 1947, Tipo 1951R e Tipo 1957R) e rimasero in servizio nelle ferrovie dello stato per quarant’anni. Devono al nome al ministro dei trasporti Guido Corbellini che, dopo averle progettate quando era Capo del Servizio Materiale e Trazione delle Ferrovie dello Stato, ne ordino successivamente la costruzione. BON significa Bagnasco, Ormea, Nucetto, cioè i tre paesi della Val Tanaro nel quale il treno si fermava per permettere ai passeggeri di scendere per visitare i borghi e per assistere agli spettacoli in programma durante la giornata. Io sono salito a Ceva e sceso a Bagnasco (dove avevo lasciato la macchina) e poi ho provato ad anticipare il treno all’arrivo ad Ormea senza peraltro riuscirci.

Al bar della stazione di Ormea ho bellissimi ricordi giovanili: direttamente dai mitici anni ’90 un aperitivo fra amici a base di cocktail della casa. Si possono ordinare due tipi di bevanda, alcolica ovviamente: sbrivazzu e scuriazzu. Sono due nomi molto particolari perché sono dedicati ai treni che percorrevano la ferrovia della Val Tanaro: sbrivazzu quando arrancavano in salita, scuriazzu se scorrevano verso valle.

Durante il tragitto in treno non mi sono dedicato certo all’ozio e all’ammirazione del paesaggio, ma ho fotografato. Il mondo del treno storico è variopinto e divertente: si possono incontrare giovani e meno giovani, tutti accomunati dalla voglia di vivere un’esperienza diversa che riporta al secolo scorso. Poi c’è intrattenimento musicale, culturale, storico e questo rende il viaggio diverso, non è un percorso per raggiungere una metà, ma il viaggio stesso diventa il luogo da raggiungere. Potevo forse scriverlo meglio, ma spero si comprenda il concetto. Mi sono dedicato soprattutto al ritratto e ho scelto 22 foto monocromatiche che spero riescano a raccontare l’esperienza del Treno Storico.

Dovessi scegliere una parola che racconta il treno storico che attraversa la Valle Tanaro più che VIAGGIO sceglierei SOGNO.
– Lorena Durante

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Sogni d’oro

POSTED ON 29 Gen 2023 IN Portrait     TAGS: silver, man, railway

Sogni d'oro

Ritratto in treno

POSTED ON 19 Gen 2023 IN Portrait     TAGS: silver, man, railway

Ritratto in treno

Railway for the snow

POSTED ON 5 Gen 2021 IN Landscape     TAGS: railway, urbex, snow, pola

Railway for the snow

Le ferrovie sono qualcosa di sorprendentemente silenzioso, quando non ci passa sopra il treno.
– Haruki Murakami

Come un treno

POSTED ON 9 Nov 2020 IN City & Architecture, Landscape     TAGS: urbex, railway, fog

Come un treno

E’ come un treno che si ferma a caso
e qualcuno sai che scenderà
è come scivolando piano piano dove non si sa
è come stare sotto il cielo nudi
– Gianna Nannini

Deutsche Bahn

POSTED ON 29 Set 2018 IN City & Architecture     TAGS: travel, silver, railway

koln #01

Ferrovie dimenticate

POSTED ON 2 Mar 2014 IN Landscape     TAGS: railway

Ferrovie dimenticate

Il 2 Marzo è la giornata nazionale delle ferrovie dimenticate (c’è anche un concorso fotografico). E proprio dietro casa mia, a Beinette, c’è una stazione abbandonata. Non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione (a dire il vero mi hanno quasi costretto). La linea ferroviaria Mondovì-Cuneo è stata soppressa il 17 giugno 2012 dopo 125 anni di servizio. Non ho aggiunto il termine ininterrotto perché rimase chiusa per ben 7 anni (fino al 2003) a causa del crollo del ponte sul Gesso in seguito all’alluvione del 1996. E’ in stato di totale abbandono da quasi due anni: pochi ne sentono la mancanza ma non si parla di alternative, non si parla di conversione. Ed è un peccato perché camminando sui binari si sente la storia, si può percepire ancora il rumore del treno. Ed è davvero una sensazione molto strana.

Do not cross the railway lines [moon]

POSTED ON 15 Dic 2013 IN Landscape     TAGS: railway

Do not cross the railway lines [moon]

Sei in stazione, al binario, è aspetti l’ultimo passaggio notturno. Insieme a te pochi altri, il freddo (nonostante la Liguria) è pungente. Mancano ancora dieci minuti all’arrivo del treno e il mare davanti a te è nero e meraviglioso. La luna ti guarda con espressione stranita e sembra quasi un punto di domanda. Che può fare un fotografo? Semplice, aprire il treppiede, impostare un tempo di 15 secondi e scattare a f/8. Una foto praticamente. Non ha importanza se intorno a te tutti ti guardano come fossi un alieno. L’importante è riuscire a trovare una fotografia che rappresenti perfettamente il momento. Ed è questa qua. :)

The girl with the orange coat

POSTED ON 14 Mar 2012 IN Portrait     TAGS: model, railway, sunglasses

The girl with the orange coat - 01

Un oggetto, un colore forte che caratterizza una fotografia. In questo caso il mio sguardo e il mio obbiettivo si sono posati sul cappotto arancione di Vittoria. Un cappotto terribilmente teatrale che ha dominato (insieme agli occhiali da sole) tutta la serie. Qui pubblico quattro foto scattate alla ‘quasi deserta‘ stazione di Pianfei: solo la campanellina, che avvisava un treno fantasma in arrivo, faceva presagire una qualche attività trenistica. E un grazie alla bellissima Vittoria, che ha rischiato la vita posando per me sulle rotaie di un’affollata stazione viaggiatori (?).

The girl with the orange coat - 02The girl with the orange coat - 03The girl with the orange coat - 04

Pianfei Station

POSTED ON 28 Set 2011 IN Landscape     TAGS: railway

Pianfei Station

La stazione di Pianfei si trova ai confini della realtà. E’ in totale abbandono: i cessi (c’è scritto proprio cessi) sono murati, le porte sigillate, sul display degli orari appare una schermata di Windows 95. Ma la campanella suona prima dell’arrivo del treno e gli orari sono aggiornati: qui fermano i treni. Sembra incredibile ma è vero. Pochi treni, ovviamente. Ho sfidato i divieti della mamma e ho camminato sulle rotaie, mi sono anche sdraiato sulle rotaie. E questo è il binario 2 della stazione di Pianfei.

Letture in treno

POSTED ON 10 Ott 2010 IN Portrait     TAGS: MODEL, railway

Letture in treno

Questa foto risale alla prima fase (storica) di blog. E’ stata scattata nel dicembre 2005 e mi servì per partecipare al concorso ‘Letture in treno’. Ci sono particolarmente legato perché è il primo esempio di contest del quale conservo traccia. Ho ritagliato l’immagine e applicato un filtro flou per alleggerire i toni; un piccolo ricordo a quasi cinque anni di distanza.

Ci sono riuscito. Ho pubblicato le foto per il concorso “Letture in treno”. Siccome il tempo era tiranno e non viaggio spesso in treno ho fatto quel che ho potuto. Ma grazie a Daniela (sempre splendida) le foto sono gradevoli. Ho postprodotto alla grande per ottenere un risultato un po’ slavato, ma con Dani avevamo pensato ad un look un po’ retrò e quindi il filtro “monday morning” si adattava perfettamente al tipo di foto che volevo pubblicare. Speriamo di non ricevere troppe critiche.

Elevador

POSTED ON 5 Feb 2007 IN City & Architecture     TAGS: railway

Elevador

Qualche tempo fa scrissi che il primo post più bello che avessi mai letto era quello di Valentina intitolato La Partenza. L’immagine che accompagna quel testo, dedicato al viaggio, era un tram di Lisbona. E allora mi sembra giusto, a distanza di tempo, tanto tempo, aggiungere alla mia foto il suo racconto, la sua descrizione del viaggio. Buona lettura. ;-)

Ogni volta che sono partita, la mia vita ha fatto un piccolo balzo nervoso – come la puntina dei vecchi giradischi sugli LP impolverati dei genitori. In ogni partenza c’è ogni cosa, e più di tutto c’è la vita che fa cortocircuito. Le valige, ad esempio. Nelle valige mettiamo tutto il superfluo di cui non possiamo fare a meno, gli oggetti più belli accanto a quelli più vecchi; il funzionale e l’elegante, il tacco e l’infradito, il maglioncino di lana e la canotta. Il tanga e l’assorbente, per dire. E sono cose talmente banali sulle quali è probabile non ci soffermiamo mai a pensare; sono il nostro mondo tascabile, il nostro ego fuori da noi stessi, l’anima che si materializza. Mara ad esempio, quando andammo a Praga, portò nella valigia un rotolo srotolato di carta assorbente da cucina. Per l’igiene intima, mi spiegò. Questo credo che renda l’idea.
Con la valigia pronta si parte per gioia, per dimenticare, per festeggiare, per commemorare, per darsi un’altra chance o per darla a qualcun altro. Si parte anche per smettere un attimo di essere se stessi, tirare un sospiro di sollievo dalla quotidianità, dai soliti ruoli, le stesse maschere. Si parte per nascondersi o per svelarsi, forse anche a se stessi. Si parte per amore, per curiosità o per dolore. Si parte perché ci va, e si parte anche se non ci va: perché ci sono momenti in cui partire è l’ultima spiaggia davvero – anche se poi si va in montagna. Si parte per sete di conoscenza, per egoismo, lusso o vizio; ma si parte pure per altruismo, fratellanza e solidarietà. Si parte per omologarsi a “tutti gli altri”, e si parte per protestare, rompere gli schemi, chiamarsi fuori. Si parte per seguire una strada, perderne cento, inseguire un sogno o seminare un incubo. In fondo, si parte solo perché la vita è un viaggio che ha destinazione certa. Si parte, quindi, per dimenticare la morte ma, come scrive Enrique J. Poncela, per trovare il senso della vita non c’è niente come morire.
E allora: viaggiamo! (Valentina Calzia)