POSTED ON 15 Feb 2023 IN
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Fotografare le Terme di Saturnia non è facile: la quantità di gente in acqua è impressionante e il discorso privacy e rispetto diventa preponderante. Devo ammettere però che si tratta di un luogo per certi versi affascinante perché in quanto ad accesso totalmente libero regala uno spaccato di vita davvero importante. La mia idea era quella di trovare almeno un’immagine senza esseri umani e quindi mi sono alzato prima dell’alba per arrivare in tempo per il sorgere del sole; avevo fatto decisamente male i conti. Quando ho parcheggiato l’auto ho sentito della musica in lontananza e mentre mi avvicinavo alle terme il suono diventava sempre più forte. Avevo già intuito qualcosa ma quando sono arrivato sul posto sono rimasto di stucco, non credevo ai miei occhi: ci saranno state 200 persone, musica da discoteca a tutto volume, tende, asciugamani, gente che dormiva sulla spiaggia, gente che ballava, gente che beveva, un piccolo bar (abusivo chiaramente) allestito in modo improvvisato. Da quanto ho capito le terme di Saturnia (soprattutto in estate) non dormono mai: la sera prima avevano iniziato una sorta di after e la musica non si era fermata per tutta la notte. Ho riposto le mie speranze di fotografare le terme nude e ho cercato di fare buon viso a cattivo gioco. Ho scelto tre foto, faceless come si dice, e sono tutte scattate alle 6 di mattina.


POSTED ON 30 Ott 2021 IN
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POSTED ON 21 Giu 2021 IN
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Quando arriva maggio la camminata al Pis del Pes è un grande classico. Io non conosco nessun cuneese che non sia stato almeno una volta da queste parti, è un evento e la domenica sembra di essere in piazza Galimberti. Ci si arriva dopo un’ora di cammino dal rifugio di Pian delle Gorre, nel comune di Chiusa Pesio. In questo periodo dell’anno lo scioglimento delle nevi porta alla formazione di questa piccola serie di cascate e da qui nasce il fiume Pesio. In realtà il Pis del Pesio non è solo un getto d’acqua temporaneo, ma una vera e propria grotta percorribile per quasi 1922 metri di sviluppo e 89 di profondità; uno spettacolo della natura. E quest’anno, dopo aver visto mille e mille foto, ho deciso di salire anche io. Ho scelto due posizioni: dietro il getto principale, in un piccolo antro nascosto, e quasi frontalmente nel punto in cui al culmine della salita si scorge la cascata. Per scattare la prima foto mi sono completamente bagnato (o quasi)(acqua ovunque), per la seconda invece ho utilizzato un filtro ND che mi ha permesso di portare il tempo di esposizione a 25 secondi. Per compiere tutta l’impresa (salita, discesa e foto) ho impiegato poco più di due ore: il tempo indicato per la sola salita è di 1h e 40′. E infatti adesso sono leggermente stanco.


La foto di copertina è stata selezionata per essere una delle dodici immagini del calendario 2023 di Paroldo – Altra Langa dal titolo “Le forme dell’acqua” con questa motivazione:
Non poteva mancare una rappresentazione della forza, irruenza, maestosità dell’acqua, e questa fotografia ne rende bene l’immagine. Guardandola, capita, prima di vederne i dettagli, di sentire il rumore della cascata. L’occhio viene guidato allo scroscio da un abile uso della cornice circolare, forse ottenuta con un obiettivo fisheye, nella quale le ombre, giustamente, restano ombre e i dettagli si devono intuire. Crediamo di conoscere il luogo, sappiamo che si deve raggiungere in primavera, scarpinando, e facendo finta di non vedere i cartelli di pericolo. Quindi complimenti anche per questo.
POSTED ON 26 Feb 2021 IN
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La vibrazione sfacciata della pietra, un’epoca lontana ma ancora intatta e quel modo che hanno le torri di farsi guardare.
Sono uno da castelli, io.
– Fabrizio Caramagna
POSTED ON 20 Nov 2020 IN
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Qualche giorno fa leggevo una bellissima intervista a Giacomo Doni, uno dei precursori italiani dell’urbex, ma soprattutto colui che ha contribuito, fotograficamente e non solo, alla riscoperta dei manicomi abbandonati. E sono tornato ad osservare le mie foto al manicomio di Racconigi e, se proprio devo fare una classifica del reportage urbex (anche se nessuno me lo chiede), quello negli ospedali psichiatrici è forse il più vero e importante. Sono stato diverse volte dentro il manicomio di Racconigi, ma poi in realtà ho pubblicato solo le foto della prima incursione. Queste risalgono all’anno scorso, la mia prima esperienza con la EOS R, e devo ammettere che le trovo per certi versi molto reali, molto improntate alla ricerca dell’atmosfera e un po’ meno alla spettacolarizzazione del luogo. Forse non tutte se devo essere sincero, ma in molti casi trovo che in queste immagini diano davvero l’idea del tempo passato e dell’ambiente decisamente triste e ostile. Per questa volta, in esclusiva per i miei affezionati lettori, eviterò la famigerata citazione di Alda Merini. Contenti?












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POSTED ON 20 Nov 2020 IN
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Queste foto sono un po’ strane, sono una specie di anticipazione bizzarra. Le ho scattate al manicomio di Racconigi il giorno della maratona fotografica, correva l’anno 2019; è raro trovare un mio scatto urbex in bianco e nero, ritengo che il genere richieda il colore (lascio le eccezioni al ritratto), ma per una volta ho deciso di fare uno strappo alla regola. Le ho presentate in concorso (non tutte in realtà), quasi per gioco, per provocazione: anziché esaltare le bellezze ho preferito puntare il dito sulla piaga. Risultati scarsi ovviamente, ma questo anche per colpa della Canon EOS 77D che quel giorno sostituiva l’ammiraglia in riparazione post-trauma. Nelle prossime ore tornerò in modo ampio sull’argomento Fabbrica delle Idee, ergo possiamo tranquillamente definire queste immagini come una sorta di prologo.





POSTED ON 10 Feb 2020 IN
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E poi ti capita di imbatterti in qualcosa di sconcertante. Si, il termine sconcertante è sicuramente quello più adatto: nel nulla, in mezzo ai rovi, vicino alla periferia di una grande città. Una villa, apparantemente in costruzione, ma in realtà abbandonata da tempo. Muri senza intonaco, pavimenti in cemento, mattoni a vista. E poi questa stanza incredibile, completamente affrescata: un pugno nello stomaco che non ti aspetti. Difficile da fotografare, forse in questo caso un video riuscirebbe a rendere meglio l’idea: un abozzo di camino, quattro finestre, edera che invade e riconquista il suo spazio. Per riuscire nell’impresa di rendere giustizia al posto ho scattato con il 15-35 a F/8 iso 100: treppiede e bracketing di 5 scatti (dando prevalenza al sottoesposto) poi uniti in HDR. Anche con il fish-eye.








Il Night Glow è diventato appuntamento classico del raduno delle mongolfiere: quest’anno si è scelto come accompagnamento la colonna sonora di School of Rock e mai abbinamento fu più azzeccato. Ero più interessato alla musica che alla fotografia. Sono andato a rileggere le considerazioni di due anni fa (in colpevole ritardo) e sono arrivato alle stesse conclusioni sulla configurazione per scattare: questa volta ho alzato maggiormente gli ISO, perchè la macchina lo permette e perchè ho dovuto utilizzare un diaframma più chiuso, e credo che le foto siano migliori rispetto al 2017. Ho provato ad includere la Torre dei Bressani nell’inquadratura e credo che sia stata una scelta indovinata, ma anche il fish-eye ha il suo fascino. Sempre.





POSTED ON 1 Gen 2020 IN
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Quest’anno anticipo e parto a marce altissime. E per il secondo anno consecutivo prendo il via con una foto scattata con il fish-eye: è il chiostro del Santuario di Vicoforte il giorno di Natale ripreso con il Samyang 12mm f/2.8 ED AS NCS (quante sigle). Perchè questo tipo di obbiettivo, se usato con parsimonia, sa sempre regalare grandi soddisfazioni. E’ la mia prima ottica non originale Canon dopo tantissimo tempo e devo ammettere che questo Sammy (nomignolo affettuoso che viene dedicato alla casa coreana) riesce a sfornare foto di altissima nitidezza e qualità, il tutto nonostante un prezzo decisamente abbordabile. E buon anno, si parte con una foto dalle caratteristiche fortemente religiose, ma speriamo di migliorare. :)
POSTED ON 26 Dic 2019 IN
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Sono passato nei pressi di Saorge tantissime volte. E la vedevo sempre là, abbarbicata sulla montagna, lontana e bellissima. E mai mi sono potuto fermare: perchè era tardi, perchè era lontano e anche perchè era poco interessante. Ma giovedì scorso no, ero triste e un po’ malinconico allo stesso tempo; il mio umore era come il cielo plumbeo che mi circondava e ho deciso di fare la pazzia: ho visto il cartello che indicava Saorge e ho svoltato all’ultimo secondo. Strada strettissima, un tunnel che sarebbe da senso unico alternato e poi il parcheggio all’entrata della città. Ho girato a passo veloce per quasi un’ora, ho alternato il 50mm, quasi sempre a tuttapertura, e il nuovo fish-eye Samyang 12mm (ottimo con il focus peaking della R). E Saorge mi ha affascinato con le sue viuzze strettissime, i suoi scalini, i vicoli, le piccole piazze, la tranquillità, i nomi delle strade in francese e in dialetto ligure. Un paio di negozi, qualche bar/ristorante, pochissime persone. Un signore, prima in francese e poi in italiano, mi ha chiesto per quale motivo fossi lì. Ho spiegato nel mio esperanto, mezzo francese e mezzo ligure, e lui mi ha risposto: “Ma con questo cielo così brutto?”. E proprio in quel momento, in Place de la République, si è aperto uno sprazzo di azzurro. Sono andato via quasi di corsa, con un centinaio di foto interessanti e dopo aver fotografato ciassa da geija. Mi piacerebbe tornare a Saorge, magari con più calma.


















Ho scoperto il mulino di Murazzano quasi per caso e sul momento credevo fosse una torre da avvistamento Saraceni come tante ne ho viste nelle mie zone. In realtà è stata anche una torre per poi trasformarsi in un mulino in un tempo successivo (ma sotto lascio un po’ di storia). Ci sono arrivato poco prima del tramonto mentre cercavo un panorama da fotografare per il concorso ‘Vivere Murazzano‘. Un po’ di serendipity non guasta mai. Ho provato a fotografarlo dal basso, da dietro, da sotto, con il fish-eye, con il supergrandangolare, con il 50. Ho deciso di non presentare la foto al concorso (troppo effetto cartolina), ma qui ho deciso di pubblicare tutte le versioni interessanti. Nel caso ci fossero dei dubbi: si, ho esasperato ed esaltato i colori.
È il monumento più antico del paese. Risale a prima del 1000 al tempo delle invasioni saracene come torre di Vaita o vedetta. Dalla sua sommità si segnalava l’arrivo dei nemici agli abitanti dei valloni sottostanti. In seguito fu usato come mulino azionato dal vento, ne fanno fede i due fori della merlatura nei quali era inserito l’asse che mosso dalle pale esterne trasmetteva la forza motrice alle macine. È citato come “ Molendinum del Lora” con questa funzione negli statuti di Murazzano del 1534. Questa sua attività durò fino al 1630 quando il Consiglio della Comunità dispone che si vada a macinare presso i mulini di Cigliè.


POSTED ON 5 Ago 2019 IN
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Ho scattato questo foto oltre un anno fa: è la Chiesa di Santa Maria Vergine Assunta a Niella Tanaro, per essere precisi la Cappella di Nostra Signora. Non ho molto dati, ma mi raccontano che la cappella venne costruita all’inizio del secolo scorso come voto per interrompere gli undici anni consecutivi di grandinate. Nell’immagine sono ritratti i benefattori, tra cui l’attuale contessa di Cigliè, allora bambina. Ho fotografato con il fish-eye su treppiede a 10 cm da terra. F/11 per la nitidezza migliore e 5 secondi di esposizione con scatto remoto (altrimenti sarei rimasto nell’immagine). Questa foto fa parte di una serie dedicata alle Cappelle del Tanaro; ma mi riservo di tornare sull’argomento nei prossimi giorni.
POSTED ON 12 Apr 2019 IN
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Domenica scorsa ho partecipato alla mia 6ª PhotoMarathon (3 volte a Genova, 2 volte a Torino e 1 volta a Milano). As usual ho deciso di viverla come una giornata all’insegna del turismo e della vacanzaaaa: ho incontrato amici genovesi, visitato il quartiere di Boccadasse e pranzato in un ristorante tipico (prenotato per tempo). Molto easy, senza pressioni psicologiche; le foto in qualche modo arrivano sempre se la mente non è assillata. E infatti, tranne per l’ultimo tema, non ho avuto grosse difficoltà a trovare spunti fotografici (anche grazie ai suggerimenti del mio gruppo di NON fotografi). A dire il vero un paio sono costruite (piccola e geniale, ma avevo la modella a disposizione), ma riesco a trovare sempre qualche idea interessante, anche fuori dal contesto della gara fotografica. L’unica foto che mi lascia perplessità è Cambio Strada: è la prima che ho scattato, l’ho considerata fatta per tutta la giornata salvo poi notare, in post, una scarsa nitidezza: peccato, ho dimenticato che è necessario procurarsi sempre un’alternativa valida prima di considerare concluso un tema.
Update 29/05/2019: la foto scattata con il fish-eye, il treppiede a filo pavimento e sdraiandomi per terra (sulle pietre bagnate dalla pioggia), ha vinto, con mia grande sorpresa, il primo premio nella categoria città vecchia. Bello, no?





In ordine di apparizione i titoli sono:
AAA Cercasi
Se gli occhi potessero parlare
Bello incontrarsi
Cambio strada
I colori del gusto
Città vecchia
Piccolo e geniale