


I Triboli della Val d’Orcia sono uno dei miei tanti sogni fotografici. E realizzare i sogni è sempre qualcosa di bellissimo. Li immaginavo e desideravo fortemente e un giorno, senza pensare, sono partito. Mi ci sono ritrovato quasi per caso e non me l’aspettavo perché appaiono all’improvviso: una sorpresa, un tuffo al cuore. Finalmente. E per una volta la buona sorte mi ha accompagnato: sono arrivato all’ora giusta e con il cielo giusto. È incredibile come questo gruppo circolare di cipressi sia incredibilmente fotogenico: vicino a me avrò contato 30 fotografi. Ho scelto 5 foto, avrei potuto pubblicarne 30 perché i Triboli sono sempre meravigliosi: per definizione.



Il mese era ottobre, un mese di giorni che si accorciavano, ma di luce dorata dall’alba al tramonto. Non rimaneva molto tempo prima dell’arrivo dell’inverno.
– Elisabeth de Waal

Il lago di Misurina è un luogo straordinario, una bellezza che mi lascia sempre senza parole. Non è la prima volta che passo da queste parti, sono tornato a distanza di 13 anni e come allora ho circumnavigato il lago alla ricerca di fotografie. E mi piace scattare le stesse foto per capire se nel tempo si vedono i miglioramenti, anche nella scelta del momento. Rispetto al 2007 sono cambiate tante cose nel mio approccio alla fotografia: sicuramente all’epoca non avevo con me il treppiede che invece adesso non dimentico mai (con la testa micrometrica) e nelle foto di landscape la differenza di vede. E poi oggi ho la possibilità e la voglia di cercare la fotografia come parte integrante del viaggio, mentre all’epoca era semplicemente un’aggiunta importante, un ricordo da condividere con il me stesso del futuro.







Questa è la prima foto che ho scattato con un filtro ND1000, definito anche Big Stopper. Non è quel si può definire una foto eccezionale, è uno ius primae, giusto per ricordare Fotodialoghi e la tradizione della prima volta, ma voglio comunque pubblicarla per ricordare il momento e memorizzare un po’ di cose. Ho utilizzato l’holder della NiSi, il polarizzatore circolare (versione standard sempre NiSi) e il filtro a lastra 100×100 della Haida; la foto è ripresa con un’esposizione di 75 secondi (il filtro ND1000 toglie 10 stop) a f/16. Sono felice possessore di due filtri ND Haida: un 6 stop (ND64) che da adesso in poi verrà definito Little Stopper e di un 10 stop (ND1000) che verrà definito Big Stopper (sono le definizioni della Lee). E prometto che dalle prossime foto Neutral Density mostrerò qualcosa di meglio. :)
![Asia [Gre on Gre] 18 Gre on Gre](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2019/03/greongre.jpg)
Green is the prime color of the world, and that from which its loveliness arises.
– Pedro Calderón de la Barca

Scavare nel mio archivio fotografico mi porta sempre immagini dimenticate e mi rievoca ricordi positivi. Sono arrivato a quasi 200.000 foto (in un unico catalogo lightroom) e girare fra le cartelle smart è sempre interessante (e introspettivo). Questa foto è fra le meritevoli di attenzione (che evidenzio in giallo) e mi ricorda una bellissima vacanza pugliese: avevamo scelto una masseria poco distante da Ostuni (Antica Masseria Morrone), ma non avevamo calcolato che per arrivare in loco era necessario percorrere una strada sterrata decisamente complicata, immersa negli ulivi secolari. Uno spettacolo. E nel mezzo del cammino ci siamo imbattuti in questo probabile magazzino (credo) abbandonato: la porta era di un verde bellissimo e le nuvole sembravano proprio spuntare da dietro il tetto del piccolo edificio. Ho fermato la macchina, sono sceso e ho scattato con le impostazioni classiche della foto panoramica. Mi sono avvicinato tantissimo perchè volevo proprio ottenere questo effetto di distorsione tipico del grandangolo spinto. E dopo 4 anni anche questa piccola parte di masseria pugliese entra (credo con merito) nella mia personalissima galleria. ;-)

Mi hanno detto che alle foto non servono le parole. Forse è vero, forse no. Io credo dipenda dal tipo di immagine: a me piace raccontare e spiegare, a chi osserva i miei scatti, il perché e magari anche il percome (e anche il perquando). Non è obbligatorio certo, ma comunque aiuta a capire e comprendere. Ho scattato queste tre foto sabato scorso, nel breve volgere di dieci minuti mentre aspettavo che le pizze fossero pronte. Sono doppie esposizioni (quindi treppiede), era l’unico escamotage per ottenere una resa così equilibrata fra cielo e terra. E mi ricordano una bellissima canzone di Lucio Battisti.
Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa
Ma che colore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa


![Green [Begin] Green [Begin]](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2016/05/greenbegin.jpg)
Iniziamo bene. Verde. E la pioggia tutt’intorno che uccide la mia voglia di esprimere (e fotografare). Almeno ci prova. Ma la speranza non muore mai, maledetta stronza. Un po’ come questa strada che entra nella mia testa.
Ho scattato questa foto (e quello fra virgolette è la didascalia originale, con una splendida citazione de Lo Stato Sociale, prelevata da Instagram) durante una breve vacanza in Camargue nella primavera dello scorso anno. E appena arrivati pioggia come se fosse Novembre. Praticamente come in questi giorni. E non l’avevo mai messa qui e mi sembra un peccato: proprio perché le condizioni atmosferiche sono molto simili e la condizione mentale anche.

Come na barca ‘nt in bòsch è un detto tipico piemontese. Della provincia di Asti, per amore della precisione (dalla regia mi suggeriscono che a Cuneo si usa un’altra espressione, ma la trovo meno pittoresca). Questo il significato secondo Hoepli Editore:
Trovarsi in una situazione disagevole, difficile, in cui non si riesce ad agire con la consueta scioltezza. Anche agire o comportarsi in maniera goffa e impacciata, o ridicola, oppure malaccorta, rovinosa e così via.
I piemontesi lo dicono di chi si trova sempre un po’ fuori posto. Mi sembra chiaro, il posto della barca non è certo il bosco. Siamo sulla strada che collega Mondovì a Vicoforte, un piccola deviazione a destra ed ecco spuntare dal nulla, in mezzo al prato, questa barca. Non ho idea chi possa averla lasciata qui, ma sicuramente è passato tanto tanto tempo: è in avanzato stato di decomposizione. Ho aspettato una giornata un po’ cupa, uggiosa, volevo che le foto fossero tristi e un po’ solitarie. Poi in realtà tutto questo verde brillante ha smorzato un po’ le mie intenzioni malinconiche. Mi ricorda un po’ l’arca di Noè, in secca, in attesa del diluvio universale (anche se non è lunga 137 metri). Ma credo che non sia ancora pronta a salpare: non pioverà così tanto.



Non sono un ammiratore sconsiderato degli artifizi fotografici e questa, in effetti, è la prima volta che mi cimento in una doppia esposizione. Non è mai troppo tardi. In sostanza sono due foto identiche scattate con stessa apertura (F/8) ma diverso tempo di esposizione (1/20 e 1/200) e unite in modo semi-automatico da un software di fotoritocco (Photomatix). L’alternativa è utilizzare un filtro graduato (quindi praticamente un fotoritocco al momento dello scatto) ma è decisamente più costoso e complicato. Almeno per il sottoscritto. Questa foto è stata scattata al tramonto, dopo un nubifragio (che mi sono preso in pieno), nella Riserva Naturale di Crava Morozzo. Mi sono appostato in uno dei capanni per l’osservazione degli uccelli (la pioggia mi ha permesso di scattare in solitudine) e ho aspettato che il cielo diventasse interessante. Purtroppo niente arcobaleno. Il titolo è la prima parola che ho pensato quando ho visto la foto. Forse troppo semplice ma in effetti il verde è il colore dominante.

Al termine del nuovo molo lungo di Imperia c’è un faro. E’ normale. E il faro esercita sempre un fascino particolare. E’ solo in mezzo al mare, illumina la notte, è fiero del suo compito. Mi sono avvicinato circospetto perché volevo un punto di osservazione diverso. Sono riuscito a trovarlo abbassandomi quasi al livello del terreno e puntando vero l’alto, verso il cielo: ho cercato una composizione perfettamente simmetrica. E mi piaceva questo cemento verde. E’ la mia prima foto (che pubblico) scattata con il polarizzatore circolare, e non sarà l’ultima.