Quando sono arrivato a Novara ho parcheggiato in Baluardo Quintino Sella: volevo fare in modo di entrare in città ammirando la maestosità di San Gaudenzio. Mi sono infilato in una via laterale e la sagoma della celebre cupola progettata dal genio di Alessandro Antonelli mi è apparsa come per magia. È bellissima e clamorosa. Purtroppo al momento, causa pandemia, le visite sono chiuse, ma è uno dei miei obbiettivi per il prossimo futuro: salire in cima alla guglia, a 100 metri di altezza. Ci riuscirò.
La Civita di Bagnoregio è un altro dei miei sogni fotografici realizzati. Devo dire in parte, perché purtroppo non ho avuto la fortuna che speravo: una nebbia bassa, qualche nuvola artistica. Niente di niente. Mi sono alzato ad un orario disumano e sono salito un macchina per percorrere i circa 3000 metri che mi separavano dal punto panoramico. E la macchina non è partita: batteria a terra. E la giornata, a circa 700 km da casa, domenica, non è iniziata per niente bene. Ho deciso di andare comunque a piedi, di corsa, con lo zaino e il treppiede (quello pesante), per riuscire ad arrivare prima del sorgere del sole. Alle 6.03, poco prima del crepuscolo civile, sono arrivato, ansimando, sulla terrazza che domina la Civita e ho sistemato il treppiede. Alle 6.07 scattavo la prima foto. I colori sono enfatizzati, come in quasi tutte le foto all’alba, ma se dovessi farVi vedere l’originale vi accorgereste che non ho esagerato. Scattata con il classico 50mm, 1 secondo di esposizione, f/8. Alle 9 del mattino ho poi trovato un auto-ricambi aperto e ho cambiato la batteria: quello si un colpo di fortuna.
La UFO Tower di Bratislava è uno dei luoghi più folli e incredibili del mondo. Si trova in fondo al Ponte SNP (Most Slovenského národného povstania), cioè il Ponte dell’Insurrezione nazionale slovacca, noto anche come Nový Most, che collega le due sponde del Danubio. Per salire sulla torre si utilizza un ascensore (a pagamento) che sale per 80 metri; poi attraverso una scalinata si raggiunge il ristorante che si trova sulla cupola (spoiler: è decisamente costoso) e infine si può accedere alla terrazza dalla quale si gode una meravigliosa vista della città da 95 metri di altezza. È un monumento moderno (costruito fra il 1967 e il 1972) e molto particolare, con un impatto incredibile sulla città: può essere osservato da qualsiasi punto di Bratislava e viene chiamato UFO dagli abitanti della capitale slovacca per via della sua forma che ricorda un disco volante (ed è molto simile all’Enterprise di Star Trek). Fotograficamente parlando l’ho trovato un soggetto meraviglioso e l’ho fotografato davvero da ogni angolazione. :-)
La chiesa di Santa Elisabetta, meglio conosciuta come Chiesa Blu (vi lascio immaginare il motivo), è un luogo di culto cattolico di Bratislava, situata nella zona orientale della Città Vecchia. Il tempio è dedicato a Elisabetta d’Ungheria, figlia di Andrea II d’Ungheria, cresciuta nel castello di Bratislava. È molto famosa ed è una delle mete turistiche più importanti della capitale. Devo ammettere che mi ha deluso, pensavo di trovare (anche per via delle foto viste in rete) tanti spunti fotografici: invece la chiesa blu è molto complicata da fotografare perché è piccola, molto piccola, nascosta dalle case ed è circondata dalle automobili parcheggiate (anche in doppia fila). E sembra un enorme confetto azzurro, quasi falsa nel suo essere eccessiva. Più che essere dentro un’opera d’arte mi è sembrato di essere stato catapultato in un gioco playmobil: tutto di plastica. Nelle foto ho cercato di isolare la Chiesa dal contesto che la circondava (oggi farei ragionamenti diversi) e quello che risulta è un reportage scarno, incompleto e quasi casuale, ma apparentemente finto come la chiesa blu (che poi a me sembra azzurro).
Il Modrý kostol sembra essere uscito da una favola, sempre circondato da turisti attirati dal suo stile unico. Architettura secessionista ungherese e anche un pò di arte bizantina, risaltano le sue tonalità dai colori azzurro e turchese, da qui il nome di Chiesa Blu.
Il mio viaggio a Bratislava risale ad un’epoca lontana, addirittura prima del Covid. Correva l’anno 2019. Sono mesi che ho intenzione di mettere mano alle foto scattate durante quella vacanza, ma il tempo è tiranno e non riesco mai a prendere la voglia necessaria. Anche perché i ricordi iniziano ad essere sbiaditi e faccio fatica a tornare nel mood della capitale slovacca. L’idea iniziale era di dividere la città in diverse tappe e pubblicare le singole foto, ma diventa un lavoro complesso e ho deciso quindi di riunire quasi tutte le foto in un unico articolo come fanno i blog di viaggio; ovviamente, spero, con una qualità superiore. Sono 23 foto, ne aggiungerò altre nei prossimi giorni: credo di aver fotografo tutti i luoghi simbolo di Bratislava e anche quelli un po’ meno simbolici. Ho cercato per ore la statua in bronzo del paparazzo per poi scoprire essere stata spostata nella UFO Tower. Il protagonista delle immagini è ovviamente il Castello che sovrasta la città, ma potete anche ammirare Cumil, anche detto il Guardone, lo strano ometto che fa capolino da un tombino all’angolo tra via Panská e via Laurinská: è una delle statue di bronzo che potete trovare in città, come anche il Bell’Ignazio che saluta i turisti alzandosi il cappello. In questo reportage mancano due luoghi importanti della capitale slovacca: la UFO Tower e la chiesa Blu. Perché meritano un capitolo a parte e magari nei prossimi giorni…
ALLE VITTIME DI FATALE DISGRAZIA
IL 1° REGGIMENTO ARTIGLIERIA MONTANA
QUESTO RICORDO ERESSE
GARDETTA – LVGLIO 1926 LVGLIO 1928“non toccate i proietti inesplosi”
Quello che da tutti viene definito castello in realtà in origine nasce come palazzina di caccia del Mombrisone (dal nome dell’omonimo colle). Ci si arriva da Chiusa Pesio dopo una breve passeggiata in salita di circa 15/20 minuti, nulla di complicato. È davvero un peccato che sia abbandonato a se stesso da ormai troppo tempo: il comune è entrato in possesso di questo piccolo pezzo di storia da qualche anno e dopo averlo messo in sicurezza (in realtà una delle paratie non è sigillata e si entra facilmente) spero possa anche avviare un’opera di rilancio turistico.
Dopo aver fotografato i Triboli della Val d’Orcia in primavera ho pensato fosse giusto e doveroso tornare in Estate per comprendere la mutazione ambientale. E devo ammettere che il gioco vale la candela perché lo scenario cambia radicalmente e sembra quasi di trovarsi in un altro luogo: sicuramente in un altro tempo. Se devo sincero (poi perché non dovrei esserlo?) probabilmente dal punto di vista fotografico preferisco la stagione calda, ma l’impatto emotivo dei cipressi in primavera è stato più intenso. Forse anche perché a Maggio è stata la mia prima volta e la prima volta non si scorda mai.
I Triboli della Val d’Orcia sono uno dei miei tanti sogni fotografici. E realizzare i sogni è sempre qualcosa di bellissimo. Li immaginavo e desideravo fortemente e un giorno, senza pensare, sono partito. Mi ci sono ritrovato quasi per caso e non me l’aspettavo perché appaiono all’improvviso: una sorpresa, un tuffo al cuore. Finalmente. E per una volta la buona sorte mi ha accompagnato: sono arrivato all’ora giusta e con il cielo giusto. È incredibile come questo gruppo circolare di cipressi sia incredibilmente fotogenico: vicino a me avrò contato 30 fotografi. Ho scelto 5 foto, avrei potuto pubblicarne 30 perché i Triboli sono sempre meravigliosi: per definizione.