La vista di Napoli da Posillipo è un grande classico, non tradisce mai. Avrò visto questa immagine centinaia di volte: Via Antonio Gramsci, il porto di Napoli e sullo sfondo il Vesuvio. Per riuscire ad arrivare sul Belvedere di Sant’Antonio, dove si può scattare la celebre foto con la skyline di Napoli, mi sono fatto portare in taxi sino a piazza Sannazaro e poi ho voluto percorrere a piedi le 13 discese. In realtà sono salite (molti ripide), si chiamano discese perché con i mezzi si può solo scendere.
Tanto è vero che queste 13 rampe nascono sotto il desiderio del vicerè Ramiro de Guzman duca di Medina. Proprio perché alla sommità delle rampe trovate il famoso Santuario di Sant’Antonio. E sono state realizzate proprio per i pellegrini che volevano raggiungerlo.
Arrivato in cima, stanchissimo, ho preferito aspettare un orario più consono e ho ucciso il tempo prendendo un aperitivo al bar che si trova al culmine delle 13 discese (dopo una veloce visita al Santuario). Al momento opportuno, mi hanno consigliato di non fare troppo tardi, mi sono piazzato con il cavalletto sulla terrazza del belvedere e ho scattato l’immagine che cercavo (e bramavo). Fa parte di quelle immagini cartolina che nonostante tutto mi piace sempre cercare. È più forte di me.
Iamm ngop ‘e 13 scese.
Ci sono luoghi del mondo in cui non è possibile evitare la foto cartolina. Io soprattutto la voglio, la cerco, la pretendo. E nel caso di Positano non sono davvero riuscito a resistere: ho cercato il punto panoramico preciso, il più famoso e conosciuto, e ho scattato la più classica e più iconica foto della costiera Amalfitana. Non si può resistere, deve far parte del mio archivio.
Quando ero ragazzo (tanto tanto tanto tanto tempo fa) collezionavo cartoline. Ne avevo tantissime, da tutto il mondo; sono passati anni, ma ricordo benissimo la prima, quella che aveva iniziato la passione: una cartolina di Piazza Dante di notte, perfettamente simmetrica, con la fontana e con l’ex palazzo comunale, quello che gli onegliesi chiamano ancora oggi Cremlino. Non c’era ancora quello strano prato verde circolare intorno alla fontana, dovrebbe essere un’innovazione -mai compresa- degli anni ’90. Questa immagine per me è quasi iconica (credo per tanti imperiesi) e qualche giorno fa, tornando da una visita lampo nella mia città natia, ho deciso di fermarmi e di portare a casa un’immagine ricordo di Piazza Dante. Ho studiato un po’ e ho scoperto tante cose della fontana che non sapevo e mi piacerebbe tornare a dedicarle qualche foto, qualche dettaglio. È una prossima idea da realizzare.
Un altro giorno un’altra ora ed un momento
Dentro l’aria sporca il tuo sorriso controvento
Il cielo su Torino sembra muoversi al tuo fianco
Tu sei come me
– Subsonica