Una delle prove più difficili per un fotografo è riuscire a riprendere un soggetto in movimento al buio. E’ la classica situazione che fa arrossire la celebre frase il mezzo non conta (ottima frase da utilizzare quando hai a disposizione il mezzo migliore). In questa tipologia di immagini il mezzo conta, eccome. E fra sabato e domenica è arrivata la prova provata, anche se ho scoperto che talvolta anche il mezzo non è sufficiente ed è necessario salire di livello (anche per il fotografo). Descrivo la scena: piazza Maggiore a Mondovì, bellissima location per un evento circense. Notte fonda, luci praticamente inesistenti, anzi dannose (in controluce). In cielo un ragazza volteggia a velocità folle sul Trapezio Ballant. One Eyed Jacks è il luogo senza tempo dove due surreali personaggi si incontrano.
Descrivere lo spettacolo non è un’impresa facile: una prima parte che potrei definire di cabaret dove i due personaggi giocano con numeri circensi ed una seconda parte aerea, volante, che costringe il pubblico a guardare con il naso all’insù. Io ho fotografato, con tanta difficoltà, solo la seconda parte (la prima non è interessante dal punto di vista fotografico). Fortunatamente nel caso gli artisti hanno ripetuto in orario più adatto, in quella che potremmo definire ora blu: non semplice ugualmente, ma in condizioni di luce possibili. Per riuscire a fermare il movimento della trapezista durante la prima esibizione sarebbe servito un tempo di almeno 1/640 e con l’oscurità, e senza luci, avrei dovuto alzare davvero troppo gli iso. Quindi fermandomi al mio limite psicologico (e fisico del mezzo) di 6400 è stato quasi impossibile ottenere foto decenti (troppo scure oppure troppo mosse). Il giorno successivo invece la situazione è nettamente migliorata e sono riuscito a fotografare in manuale a 1/500 (sempre 6400 iso). L’altra importante difficoltà (mica sono finite) era ovviamente la messa a fuoco: movimento rapido, buio, salti e volteggi. A tutta apertura f/2.8 con la ricerca automatica del fuoco (il mezzo non conta) e l’inseguimento del soggetto (AI SERVO) credo di poter affermare che il 90% delle foto sono a fuoco sullo sfondo. Quindi perdonatemi se in alcune il punto di fuoco non è proprio preciso: quelle mosse e fuori fuoco le pubblico in versione piccola come fanno i fotografi di livello. :-)
Venerdì sera ho fotografo, per l’Unione Monregalese, il concerto di Tony Effe in piazza d’Armi a Mondovì. È un trapper che conoscevo (mi fa strano definirlo cantante) per merito/colpa di un collega illuminato che già qualche anno fa mi faceva ascoltare i pezzi della Dark Polo Gang (Caramelle su tutti). Quindi per il sottoscritto, nonostante l’età, nulla di nuovo: il trap in Italia è anche merito/colpa di Tony Effe e quindi è il caso di rendere onore al merito. Mi sono posizionato sotto palco (come dicono i fotografi veri) con il solito 70/200 e la classica tecnica che utilizzo in queste occasioni: apertura massima f/2.8 (più aperto sarebbe problematico per la messa a fuoco), iso alti (questa volta calcolata la luminosità giocoforza 3200) e tempo scelto in base ai movimenti dell’artista sul palco; non stava mai fermo e di conseguenza abbastanza veloci e mai sotto 1/250. Trovate l’articolo completo a questo link.
Devo ammettere che sono stato molto combattuto sulla post-produzione da applicare a queste due immagini. Sono chiaramente molto scure, aggiungo volutamente, anche se quando sento usare questo termine in fotografia mi si irrigidiscono i pensieri; avrei potuto regalare a queste due immagini un po’ di luminosità, perché il sensore e le informazioni sui neri me l’avrebbero permesso. Ma non mi sarei concesso quel filo logico di realtà, perché questa rappresentata in foto è la corretta esposizione che i miei occhi hanno demosaicizzato in quel preciso momento. Sono scure, dark, ma le vedevo proprio così.