Ieri sera (ma sarebbe più corretto dire notte) è andato in scena il concerto più assurdo al quale io abbia mai assistito. Certamente per l’ora, sul programma era annunciato 22.30, ma in realtà quello era solo l’inizio della serata musicale del Blast Events. Al 37esimo fra pochissimo sarei salito volentieri sul palco a malmenare i due dj di Scuola Zoo: abbiamo un concetto di poco diverso, loro per poco intendono probabilmente almeno un’ora. Dopo mezzanotte sono andato nel backstage per chiedere informazioni e la sicurezza mi ha garantito che entro 20 minuti Chadia Rodriguez sarebbe salita sul palco: insieme ai metronotte e poco prima dei fornai.
Finalmente alla mezza (si stava svegliando anche Dracula) Chadia è salita trionfalmente sul palco con un look decisamente aggressivo (non saprei definirlo in altro modo). Molta brava, grande presenza scenica e anche qualche pazzia. E qui inizia la seconda assurdità: la trapper ha pensato bene di scendere dal palco e, dopo aver chiesto un finto permesso alla sicurezza, ha iniziato a cantare in mezzo al pubblico scattando selfie e dialogando amabilmente con i suoi ammiratori. Tutto tranquillo non fosse che il povero fotografo (cioè io) si è visto costretto a scavalcare la recinzione (autorizzato dalla sicurezza) per salire sul palco. Una strana inversione di ruoli che sino ad oggi non mi era mai capitata.
Tutto è bene quel che finisce bene e dopo tre pezzi (fra i quali Sister, il mio preferito) Chadia è risalita sul palco per continuare il concerto fra il trambusto generale degli spettatori, della sicurezza e dei fotografi. Prima di riprendere a cantare si è rivolta al pubblico con una minaccia: “Ci vediamo dopo e ci beviamo una birra insieme“. Alternativa, ma brava, a quel punto io ho alzato le tende e ho cercato nel modo più veloce possibile le braccia di morfeo.
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Venerdì sera ho fotografo, per l’Unione Monregalese, il concerto di Tony Effe in piazza d’Armi a Mondovì. È un trapper che conoscevo (mi fa strano definirlo cantante) per merito/colpa di un collega illuminato che già qualche anno fa mi faceva ascoltare i pezzi della Dark Polo Gang (Caramelle su tutti). Quindi per il sottoscritto, nonostante l’età, nulla di nuovo: il trap in Italia è anche merito/colpa di Tony Effe e quindi è il caso di rendere onore al merito. Mi sono posizionato sotto palco (come dicono i fotografi veri) con il solito 70/200 e la classica tecnica che utilizzo in queste occasioni: apertura massima f/2.8 (più aperto sarebbe problematico per la messa a fuoco), iso alti (questa volta calcolata la luminosità giocoforza 3200) e tempo scelto in base ai movimenti dell’artista sul palco; non stava mai fermo e di conseguenza abbastanza veloci e mai sotto 1/250. Trovate l’articolo completo a questo link.
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