
Stavo passeggiando in Piazza delle Erbe a Verona (con il mio solito passo spedito) in direzione Ponte Pietra. Al termine della piazza, verso palazzo Maffei, decido di sedermi all’ultimo bar per un aperitivo. Mi accoglie un ragazzo dall’aria simpatica, molto gentile, e con un look decisamente particolare: capello lungo mosso con coda e baffi a manubrio. Ed è subito fisiologico il collegamento al celebre moschettiere descritto da Alexandre Dumas. Non sono riuscito a resistere e prima di andarmene gli ho chiesto di posare per un ritratto (che è molto più attraente di fare una foto). Ho impostato un po’ di fretta la macchina.foto (lui stava lavorando), ma sono comunque riuscito a scattare in modo corretto. Et voilà, D’Artagnan.

Quello che a Ormea viene definito Biale è un antico sistema ottocentesco per sgombrare la neve dalle dalle vie del centro paese. Con un sistema di chiusini l’acqua del torrente Armella viene fatta esondare, scorrere per le strade in discesa e, governata dagli esperti, ritornare nel proprio alveo, portando con sé neve e detriti. In tempi moderni il Biale viene utilizzato per pulire Via Roma, la strada più caratteristica di Ormea, il cuore pulsante del paese. A inizio luglio invece la tradizione diventa folklore: si chiama Ormea in onda e via Roma diventa un lunghissimo scivolo, una gigantesca pista sull’acqua (la più lunga d’Italia dicono), sul quale intrepidi avventurieri si tuffano a bordo di salvagenti e materassini. Oggi le strade venivano pulite per la festa del Corpus Domini e non ho resistito alla tentazione di fotografare il momento.
Per l’occasione gli abitanti di Via Roma (el bulgu) e dei vicoli (i trevi) in cui passerà la processione col SS. Sacramento, confezionano le tradizionali ghirlande di fiori, soprattutto fiori di maggiociondolo (anbulnu), sospesi fra le case da una parte all’altra delle strade, costituiscono insieme a luci variopinte, tappeti, tovaglie ricamate appese ai balconi, frasche di alberi che coprono i piccoli portici per l’accesso ai cortili interni (el culte), vasi di fiori, petali disposti in terra a mo’ di croce od altri disegni, è l’omaggio esteriore al SS. Sacramento, oltre ad un particolare momento di folklore.









Domenica ho avuto il piacere di conoscere Elia Zaharia, principessa di Albania e moglie del Principe Leka II. La principessa, in Italia per presentare al Salone del Libro di Torino il suo La Rosa Bianca -Storia di una Regina-, era ospite a Mondovì nel bellissimo Relais Palazzo Fauzone. Le mie foto sono rubate da dietro le quinte in un set di Lorena Durante: per l’occasione sono stato promosso al rango di assistente (prima ero un semplice e umile portaborse).
Questa è la storia di Geraldine, una bambina dai capelli d’oro che parlava la lingua dei fiori. Aveva un cuore così puro e generoso che, ovunque il suo piede si posasse, germogliavano rose bianche.


La gentilezza è la più grande forma di ribellione e la musica, il più potente mezzo di condivisione.
– Vale Petrilla

Oro, oro, oro
Un diamante per un sì
Oro, oro, oro
Per averti così
Distesa, pura, ma tu ci stai
Perché accetti e ci stai?
– Mango

Fontane Bianche è il nome da una località con le sabbie bianche in Sicilia vicino Siracusa, chiamata così per le numerose fontane naturali di acqua dolce che sgorgano nel mare.
Ricerca sulle forme archetipe tradotte in geometria pura e reinterpretate in chiave contemporanea. Metafora del rapporto tra psiche e materia, dialogo tra cerchio e quadrato.

Il T’oro di Richi Ferrero è diventata in breve tempo una delle opere d’arte più ricercate e fotografate di Torino. Si trova, dal 2018, in via delle Orfane 20. È un regalo che l’artista ha voluto omaggiare a Torino: il Toro simbolo della città che sfonda il muro ed esce potente e vigoroso dalle macerie; fa parte di Quadra-TO, un nuovo e futuristico complesso condominiale recuperato dell’antico convento di Sant’Agostino. Ci sono dovuto passare due volte: la prima era circondato da un cantiere edile, la seconda volta, e non nutrivo nessuna speranza, sono riuscito a fotografarlo -libero- arrampicandomi sul lampione che si trova sulla piazza antistante e scattando, in precario equilibrio, con una mano sola. Sono anche equilibrista.


Questo Toro dalle corna d’oro è una visione della città, di ciò che è stata e di quel che sarà. Il frame che congela l’attimo dello sfondamento è il mutare di Torino nel presente ogni qualvolta lo sguardo di chi passa ne coglierà la presenza.
– Richi Ferrero