
Dopo oltre dieci anni sono tornato ad ammirare Gianna Nannini dal vivo; l’occasione è stata la tappa torinese del Sei nell’Anima Tour, lunedì 16 dicembre all’Inalpi Arena. È stato un concerto decisamente rock, spettacolare, intenso, con una scenografica straordinaria. L’impatto luci in un concerto è parte fondamentale, anche e soprattutto dal punto di vista fotografico, e nel caso del concerto di Gianna Nannini lo spettacolo luminoso è stato a livello di quello sonoro. Avevo un posto in ottima posizione e ho fotografato con il 70-200 muovendomi pochissimo: mi hanno impedito di andare sottopalco per qualche primo piano, ma anche grazie alla qualità dell’ottica (e alla mia altezza) sono comunque riuscito a trovare 40 foto credo interessanti.
Il live, come previsto, si è rivelato di grande impatto. La scenografia è stata curata nei minimi dettagli da Jordan Bavev per Blearred. Sul palco un meraviglioso disegno di luci oltre che decine di catene di ferro che sono scese dal soffitto incorniciando come una gabbia il muro di led che sullo sfondo accompagnava lo show, restituendo le immagini di una regia dinamica e studiata ad hoc per ogni brano in scaletta.
Nonostante la fotografia sono riuscito a godermi totalmente il concerto, Gianna ha cantato tutte le mie canzoni preferite e soprattutto Ragazzo dell’Europa (che è meglio in versione piano e violino), la preferita di mio papà (e posso dire che abbiamo vissuto una sfida per le vie di Torino). Lo show è iniziato con Ottava Vita, un pezzo non troppo conosciuto, ma che ha un incipit straordinario che conosco a memoria (come tutte le canzoni di Gianna) e che mi ha fatto iniziare subito con un brivido. Poi è stato tutto un susseguirsi di emozioni, non esiste una canzone di Gianna Nannini che non abbia un ricordo legato al passato, mi viene in mente Radio Baccano (1993), ascoltata per la prima volta con walkman e cuffiette sulle scale metalliche dell’università a Genova, Sei nell’Anima (2006), che rimarrà per sempre legata all’inizio di una storia triste e felice, oppure I Maschi (1987) che ascoltavo -all’infinito- con mio papà nella nostra mansarda informatica di Imperia. In qualche momento ho faticato a nascondere le lacrime, chissà, magari non è stata l’ultima volta.
Anche se non te l’ho detto
Con te mi sento in mare aperto
Siamo mano nella mano
Su un futuro ancora incerto
Io voglio te
O te o nessuno
E non finire mai, non finire mai
Di farmi ridere
Io voglio te
E passo e chiudo
Io voglio te, voglio te, voglio te
O te o nessuno














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Palazzo Carignano, progettato nella seconda metà del Seicento da Guarino Guarini, è un edificio storico nel centro di Torino, considerato da sempre uno dei più pregevoli esempi di Barocco europeo. Il Palazzo, legato modo particolare alla storia Risorgimentale italiana, fu destinato inizialmente ad ospitare il primo Parlamento Subalpino e poi il Consiglio di Stato.
Dopo oltre mezzo secolo hanno riaperto al pubblico gli appartamenti barocchi, la parte certamente più spettacolare del Palazzo. Con il restauro di questi ambienti, che ospitarono tra l’altro lo studio del conte di Cavour, in occasione delle celebrazioni dell’Unità d’Italia (1861-2021) è nato a Torino un nuovo percorso museale che comprende: l’appartamento di Mezzogiorno, noto anche come Appartamento dei Principi e famoso per lo splendore delle boiseries e degli specchi che ne rivestono le pareti, l’Appartamento di Mezzanotte e lo splendido scalone monumentale che conduce al Parlamento Subalpino.
Ho ottenuto il permesso di fotografare questo splendido palazzo grazie alla collaborazione con Giroinfoto, la rivista dei fotonauti; le fotografie sono scattate in priorità di diaframma con l’utilizzo del treppiede e sono quasi tutte il risultato di tre scatti uniti in post-produzione. La difficoltà maggiore è stata, data la presenza di numerosi specchi, quella di riuscire a non lasciare nessuno degli altri fotografi presenti (ben 4) nelle foto o riflessi in qualche superficie. Per fotografare dal basso lo spazio interno sono tornato a Torino tantissime volte: fra lavori in corso, brutto tempo e cielo poco interessante non riuscivo a trovare la foto perfetta. Non sono riuscito comunque a trovarla (mai essere soddisfatti), ma almeno qualcosa di decente ho scattato: 14mm praticamente rasoterra con le persone intorno che mi osservavano come se fossi pazzo; niente di strano.





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Nello scorso mese di aprile ho partecipato a Torino all’evento I Palazzi delle Istituzioni si aprono alla città. Un itinerario culturale con partenza dal Palazzo Civico, sede del municipio, con una visita alle sale auliche, culminante nella Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, e nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale, eccezionalmente aperto al pubblico. Qui c’è stato l’incontro con Maria Grazia Grippo, attuale presidentessa del consiglio comunale, che ci ha presentato l’evento in modo decisamente esaustivo. Abbiamo quindi raggiunto i Musei Reali per la visita nelle sale di rappresentanza di Palazzo Reale, centro di comando della dinastia sabauda e prima reggia dell’Italia unita. Quindi attraverso il collegamento dello Scalone monumentale abbiamo raggiunto la Galleria alfieriana delle Segreterie di Stato, attuale sede della Prefettura di Torino, che definire bellissima è forse riduttivo. Ultima tappa la sala storica che ospitava l’ufficio di Cavour; il percorso è terminato nell’archivio di Stato e nelle preziosa Biblioteca, i cui ambienti furono progettati da Filippo Juvarra come sede dei Regi Archivi, uno dei luoghi più segreti dello Stato sabaudo, riservato al re, ai ministri e agli archivisti della Corte.
In occasione di tre ricorrenze dal profondo valore civico, il 25 aprile (anniversario della Liberazione), il 2 giugno (festa della Repubblica italiana) e il 4 novembre (giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate), cinque istituzioni pubbliche che hanno sede in edifici storici torinesi aprono le loro porte per offrire un percorso insolito, nel cuore della città.
Non ho fotografo tutto nel dettaglio, sono immagini didascaliche che si possono trovare con una semplice ricerca. Ho preferito ascoltare la guida con attenzione perché la storia di alcune sale meritava la massima concentrazione. Ho scelto di pubblicare solo alcuni scatti, quelli che mi hanno colpito di più l’occhio. Non ci sono foto di Palazzo Reale perché ero già stato di recente e quindi non ho fotografato quasi nulla. Comunque nulla di interessante. La prossima spedizione è prevista il 4 novembre, merita ed è totalmente gratuita: se trovate ancora posto merita il viaggio.










