Gullfoss è stata la prima cascata che ho visitato durante il viaggio in Islanda. Si trova all’estremo est del Cerchio d’Oro ed è la più famosa (dicono) del paese: è composta da due cascate della portata di 109 metri cubi di acqua al secondo. La prima delle due, situata nella parte alta delle cascate, raggiunge gli 11 metri circa. Una volta superata la prima cascata, l’acqua si trova ad affrontare una seconda cascata di 20 metri. Di qui il totale di 31 metri di altezza.
Appena sono arrivato in vista di Gullfoss sono rimasto impressionato dal rumore di fondo e dallo spettacolare colpo d’occhio (che probabilmente non sono riuscito a mostrare in foto). Ma il fattore più sorprendente è la quantità di pioggia che si forma nelle immediate vicinanze e che praticamente impedisce di fotografare senza una protezione adeguata, sia personale che della fotocamera. La stragrande maggioranza delle persone è dotata di impermeabile (colorato). Io no ovviamente. Per una volta ho ringraziato la tropicalizzazione del mio grandangolo.
Fotografare le Terme di Saturnia non è facile: la quantità di gente in acqua è impressionante e il discorso privacy e rispetto diventa preponderante. Devo ammettere però che si tratta di un luogo per certi versi affascinante perché in quanto ad accesso totalmente libero regala uno spaccato di vita davvero importante. La mia idea era quella di trovare almeno un’immagine senza esseri umani e quindi mi sono alzato prima dell’alba per arrivare in tempo per il sorgere del sole; avevo fatto decisamente male i conti. Quando ho parcheggiato l’auto ho sentito della musica in lontananza e mentre mi avvicinavo alle terme il suono diventava sempre più forte. Avevo già intuito qualcosa ma quando sono arrivato sul posto sono rimasto di stucco, non credevo ai miei occhi: ci saranno state 200 persone, musica da discoteca a tutto volume, tende, asciugamani, gente che dormiva sulla spiaggia, gente che ballava, gente che beveva, un piccolo bar (abusivo chiaramente) allestito in modo improvvisato. Da quanto ho capito le terme di Saturnia (soprattutto in estate) non dormono mai: la sera prima avevano iniziato una sorta di after e la musica non si era fermata per tutta la notte. Ho riposto le mie speranze di fotografare le terme nude e ho cercato di fare buon viso a cattivo gioco. Ho scelto tre foto, faceless come si dice, e sono tutte scattate alle 6 di mattina.
La Balena Bianca è una formazione calcarea (di acque sulfuree) molto particolare che si trova a Bagni San Filippo, una piccola frazione del comune di Castiglione d’Orcia in provincia di Siena, alle pendici del Monte Amiata. Si trova al termine (o quasi) di un percorso termale immerso nella natura e colpisce l’occhio per il suo colore bianco e per la forma che sembra, appunto, quella di una gigantesca bocca di balena. Ci siamo arrivati quasi per caso (non è molto conosciuta) su consiglio di un turista: l’acqua non è caldissima come in altre località termali, ma l’insieme di vasche e cascatelle è davvero affascinante.
Io chiaramente non mi sono dedicato alle acque termali (l’idea di infilarmi nelle vasche non mi ha nemmeno sfiorato), ma ho preferito fotografare i bagnanti molti dei quali (nonostante i numerosi avvisi) camminavano maleducatamente sulla formazione calcarea. Ho utilizzato il 24-105 alla massima focale e ho rubato qualche ritratto. Il testo di Ruggeri che ho messo in calce non ha nessuna attinenza, anzi, è più orientato verso Melville. Ma è una canzone che ho ascoltato per lungo tempo, il titolo è perfetto e mi sono ritrovato a cantarla mentre cercavo di trovare qualche foto interessante.
Dimmi la bianca balena stasera dov’e’
Nella tempesta infinita non c’e’
Mondo di uomini fatto di uomini soli
– Enrico Ruggeri