Il Castello tra le nebbie

POSTED ON 15 Mar 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, castle

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Siamo arrivati al Castello di B. in un mattina di tardo autunno. L’aria era fredda in anticipo rispetto all’inverno, la nebbia quasi nascondeva la strada. L’entrata è molto stretta e complicata, ma la nebbia e la rarefazione dell’alba ci hanno permesso di rimanere nascosti. Il Castello è antico, anzi, antichissimo, ma dimenticato da tempo. Nel corso dei secoli ha subito modifiche architettoniche importanti che ne hanno trasformato la struttura originale: si tratta di una massiccia costruzione quadrilatera, che aveva probabilmente ai suoi angoli quattro torri. Su alcuni resti di intonaco sono ancora visibili tracce di una decorazione pittorica in stile barocco, risalente con probabilità al XVII secolo.

Negli ultimi anni il castello era adibito ad abitazione privata, i ricordi sono tantissimi: libri, bambole, quadri, tantissimi quadri, lampade, poltrone, foto, un telefono a disco e anche il monitor di un iMac. Il tutto confuso e condiviso da un senso di disordine che sfugge alla comprensione e che lascia un senso di fastidio quasi tangibile a pensare a tanta bellezza, anche nei piccoli dettagli, che cade in rovina e viene abbandonata nell’indifferenza del mondo. La camera da letto è un piccolo capolavoro: molto grande, il soffitto decorato, i mobili antichi, le poltrone, i quadri meravigliosi, il passeggino e la bambola, la polvere e le ragnatele. Meravigliosa, un sogno nella sua memorabile decadenza.

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Nostalgia

POSTED ON 16 Mag 2022 IN Portrait     TAGS: model, urbex, castle

Nostalgia

Mi piacerebbe scambiare tutti i miei domani per un solo ieri.
– Kris Kristofferson

On Air

POSTED ON 10 Apr 2022 IN Portrait     TAGS: model, urbex, castle

On Air /01

On Air /02

Castello Octagon

POSTED ON 8 Apr 2022 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Castello Octagon /13

Octagon è un nome fantasia che ha inventato Frank Mirgel e serve per celare la reale ubicazione di questo incredibile castello che nasconde vicende per certi versi anche affascinanti: si trova nel Nord Italia in un piccolo paese di provincia ed è una di quelle storie di degrado e soldi sprecati. Il Castello è praticamente terminato, ristrutturato in tutte le sue componenti: recuperati gli affreschi, i pavimenti, rifatto l’impianto elettrico e idraulico, mancherebbe pochissimo per un utilizzo di qualsiasi tipo e sarebbe perfetto (e pronto) per diventare una struttura ricettiva.

Il progetto dell’Opera del Divino amore, ente religioso già proprietario del maniero che fu dei conti di Birago, forte di un investimento di circa 11 milioni di euro, derivanti da fondi della comunità europea, da un mutuo bancario e da contributi regionali (fra cui fondazione CRC), prevedeva la realizzazione di una casa di riposo (credo di lusso) da 90 posti.

I lavori, che hanno cambiato totalmente l’immagine del castello, sono durati 5 anni, dal 2008 al 2013, e vennero interrotti per la mancanza di fondi; il maniero divenne proprietà degli istituti di credito e ancora oggi è in cerca di un compratore: le aste giudiziarie del 2017 e del 2019 non hanno avuto alcun riscontro e attualmente la struttura è in completo stato di abbandono.

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Glasses and colors

POSTED ON 5 Apr 2022 IN Portrait     TAGS: model, urbex, castle

Vetri e colori

Castelletto Mascagni

POSTED ON 3 Apr 2022 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Castelletto Mascagni /04

Castelletto Mascagni è un piccolo borgo nel Comune di Chiusdino, in provincia di Siena. È completamente abbandonato. Le sue origini risalgono al 1300, si trova in cima ad una collina fra il torrente Freccia e il fiume Merse, e nacque come importante nucleo abitativo nei dintorni dell’abbazia di San Galgano. Nel 1600 fu acquistato dalla famiglia Mascagni e qui visse il celebre Anatomista Paolo Mascagni. Morì tra queste mura, a 65 anni, senza essere riuscito a concludere il suo più importante lavoro: “La Grande anatomia del corpo umano“, ambizioso progetto di rappresentazione di tutte le parti del corpo umano a grandezza naturale. Si racconta di un acquisto e una vaga idea di rilancio all’inizio del secolo, ma al momento sembra che nulla sia andato in porto. Anzi, credo che il piccolo borgo di Castelletto Mascagni sia destinato a diventare macerie in brevissimo tempo. All’interno ci sono poche stanze interessanti: una sala dipinta in modo bizzarro, qualche soffitto in legno, le tende, un bagno assurdo con scalinata, una bilancia e un paio di inquietanti graffiti. Il resto sono solo ruderi di una struttura che nel momento di massimo splendore doveva essere semplicemente meravigliosa.

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Black Rose -Reprise-

POSTED ON 25 Mar 2022 IN Portrait     TAGS: model, urbex, castle

Black Rose /02Black Rose /03

Black Rose

POSTED ON 25 Mar 2022 IN Portrait     TAGS: model, urbex, castle

Black Rose /01

Il castello di Albano Vercellese

POSTED ON 27 Gen 2022 IN Reportage     TAGS: URBEX, castle

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Il Castello di Albano Vercellese è abbandonato da diverse decine di anni. Ha un storia antica, che inizia probabilmente nel XIV, fatta di famiglie nobili, discendenze, guerre e distruzione. Il castello attuale è stato edificato su uno più antico, di cui si scorgono ancora tratti della linea della merlatura a coda di rondine, murata durante le opere di sopraelevazione nel XV secolo. Il vecchio maniero, probabilmente una struttura di ricetto, era circondato da uno spalto e da un fossato, alcune fondamenta di case dell’epoca farebbero pensare all’esistenza di un abitato a ridosso del perimetro fortificato. Del castello restano il torrione d’ingresso a pianta quadrata con garitta cilindrica, della metà del XV secolo, e alcuni tratti delle cortine.

Il toponimo deriva forse da Albanus, nome personale romano; dell’epoca romana resta una tegola con iscrizione funeraria. Dal X secolo, sotto l’episcopato di Attone, Albano risulta tra le pievi della chiesa vercellese; il possesso al Vescovo di Vercelli fu confermato coi diplomi imperiali di Ottone III (999) e di Federico Barbarossa (1152) fino al 1179, quando una parte venne ceduta al Comune di Vercelli. Dopo esser stata proprietà di varie famiglie (Tizzoni, Avogadro, de Albano), nel 1335 Albano passò ai Visconti fino al subentrare dei Savoia (1407).
Nel 1621, per volere del duca Carlo Emanuele I, Albano (insieme ad Oldenico e Cascine San Giacomo) fu eretta contea di Mercurio Arborio di Gattinara, gran cancelliere di Carlo V d’Asburgo. Ancor oggi l’edificio del Castello appartiene alla famiglia Arborio di Gattinara.
Secondo gli storici, quando Albano si trovava sotto la dominazione del Comune di Vercelli, era circondato da uno spalto e da un fossato, lungo il quale venivano piantati cespugli spinosi; nel XIV – XV secolo venne edificato un vero e proprio castello.
Alcune notizie sullo stato del fabbricato nel 1671 e in particolare l’esistenza di case rovinate fuori dal castello verso est, potrebbero attestare l’esistenza di un abitato a ridosso del perimetro fortificato, probabilmente un ricetto, la cui esistenza, allo stato attuale delle conoscenze, non è però documentabile. Il castello fu ristrutturato nel XIX secolo, ma conserva parti antiche risalenti al XV secolo.

L’UNIone VOlontari Culturali Associati (UNI.VO.C.A.) ha cercato negli anni scorsi di opporsi al degrado in cui versa il Castello Vercellese purtroppo senza grossi risultati. Oggi il Castello, che venne ristrutturato nel scorso secolo, appartiene alla famiglia Mercurino Filiberto Arborio.

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Il Castello della Poetessa

POSTED ON 4 Gen 2022 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Il Castello della Poetessa /39

Ci sono reportage urbex che non hanno bisogno di tanti giri di parole, ma che si nutrono intensamente del rispetto e del silenzio. Fra le pareti di questo castello una donna, una poetessa, una straordinaria artista ha celebrato la sua vita fra i ricordi di una storia lunga e vissuta intensamente.

Avrei voluto raccontarvi la sua storia, parlarvi di cosa ha fatto nella sua vita, di cosa è successo e poi ho pensato che era meglio non farlo, che avrei dato in pasto ai vandali questo luogo meraviglioso che mi ha lasciato a bocca aperta. (Lorena Durante)

La poetessa mi/ci ha regalato visioni incredibili, dietro ad ogni porta si celavano momenti e frammenti di un’avventura che ha lasciato uno spazio enorme alla passione per la poesia e per la scrittura. E non servono parole per raccontarlo, potrebbero essere percepite come un’offesa: accontentiamoci, per questa occasione, della nuda fotografia.

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Edith in the Castle

POSTED ON 12 Nov 2021 IN Portrait     TAGS: model, urbex, castle

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Ritorno al Castello

POSTED ON 11 Nov 2021 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Il Castello di Beinette /02

E il castello in questione non può essere che quello di Beinette. Ero già stato qui, parliamo di quasi sei anni fa, una delle mie prime esplorazioni urbex. Ammetto che giocare in casa ha sempre un certo fascino. Ho deciso di ritornare (anche per qualche scatto di ritratto, ma è un argomento che voglio approfondire più avanti) perché mi incuriosiva capire lo stato dell’arte: e devo ammettere che il mio approccio alla fotografia urbex è completamente cambiato, direi stravolto, rispetto al passato. Ed è un cambiamento in meglio (credo e spero). I vetri colorati della porta di entrata hanno mantenuto intatto il loro fascino e quando il sole è quasi sulla linea dell’orizzonte l’effetto WOW è sempre assicurato. E nonostante la mancanza di arredi e lo stato di decadenza la bellezza del castello rimane assolutamente immutata.

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Castello di M.

POSTED ON 26 Feb 2021 IN Landscape     TAGS: urbex, castle, fish-eye

Castello di M.

La vibrazione sfacciata della pietra, un’epoca lontana ma ancora intatta e quel modo che hanno le torri di farsi guardare.
Sono uno da castelli, io.
– Fabrizio Caramagna

Il Castello di Re Claudio

POSTED ON 22 Gen 2021 IN Reportage     TAGS: URBEX, castle

Il Castello di Re Claudio #24

Claudio è un nome di fantasia, un re che ho inventato io. In realtà non esiste, almeno non qui, perché da qualche parte un Re Claudio ci sarà pure stato. Però nel castello del Re viveva sicuramente una contessa, una contessa molto conosciuta: Elisabetta Guasco Giriodi Panissera. Qui la storia si fra intrigante e diventa misto fra realtà e leggenda. Sembra che la contessa, intorno al 1935, avesse ricevuto in dono, dal cugino Duca di Aosta, una bellissima coppia di gatti Birmani, la prima a giungere, attraverso mille peripezie, in Europa. Nel tempo questi Birmani e la loro progenie presero possesso del castello. E’ diventato celebre come il castello dei gatti birmani. Gli abitanti del luogo, quelli un po’ più anziani, ricordano ancora i preziosi gatti della contessa. Forse è più storia che leggenda. Di sicuro durante la seconda guerra mondiale il castello venne occupato dai tedeschi, che stabilirono qui un importante centro operativo: terminata la guerra non fu più restaurato e da allora vive in stato di abbandono. Ci fu un tentativo di recupero nel 2005: una parte venne aperta al pubblico, ma la bella novità durò pochissimo. Ad oggi è ancora vuoto, triste e desolato.

L’attuale costruzione è il risultato di successivi ampliamenti e ristrutturazioni dell’antico torrione esistente fin dal decimo secolo. L’edificio è collocato in posizione dominante e si presenta con una monumentale torre quadrata, un corpo bel articolato, fossato e ponte levatoio. Per via di queste ragioni, durante il secondo conflitto mondiale fu trasformato in base logistica per l’armata tedesca.

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Palazzo Gonzaga di Vescovato

POSTED ON 29 Nov 2020 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Palazzo Gonzaga di Vescovato /01

Il Palazzo Gonzaga di Vescovato si trova a Portiolo, una piccola frazione di San Benedetto Po in provincia di Mantova. E’ una corte rurale, la prima villa-castello costruita fra il XV e il XI secolo dai Gonzaga, divenne poi cascina di caccia del ramo cadetto dei Gonzaga di Vescovato e infine residenza nobiliare e di prestigio. Fu abitato fino agli anni Sessanta del secolo scorso per poi essere completamente abbandonato al suo destino. La foto dei divani con le foto di famiglia è un simbolo nel mondo urbex, una delle più classiche figurine: dovevo andare. Sembra che da ottobre 2020 siano iniziati dei lavori di consolidamento, la cifra non è clamorosa quindi credo si possa parlare solo di messa in sicurezza. Vedremo.

La costruzione fu in proprietà di Sigismondo I Gonzaga, dei Gonzaga di Vescovato. La villa fu abitata dal condottiero Fulvio Gonzaga, che compì importanti lavori di ristrutturazione e qui si ritirò alla fine del Cinquecento per dedicarsi alle attività letterarie. La costruzione passò a Sigismondo II Gonzaga, marchese di Vescovato, quindi nel 1567 al figlio Carlo Gonzaga. Il principe Ottavio I Gonzaga fece edificare la parte centrale del palazzo e i giardini nel 1661 per trasformarlo in sua residenza, con l’apporto dell’architetto Frans Geffels. Nella proprietà succedettero Pirro Maria, Ottavio II Gonzaga e la figlia Marianna (1706-1758). Dopo questo periodo cominciò il declino della corte, che fino alla metà del XIX secolo restò in proprietà della famiglia Cavriani.

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Il Castello del Drosso

POSTED ON 22 Mar 2020 IN Reportage     TAGS: urbex

Castello del Drosso #22

Quello che in zona viene comunemente definito il Drosso è un castello abbandonato poco a sud di Torino sulle rive del torrente Sangone. E’ uno dei monumenti più antichi della città, si vede da lontano, da una strada a scorrimento veloce e non è facile arrivarci: per questo motivo è praticamente sconosciuto. Probabilmente sorse già come villa romana per poi ergersi come grangia cistercense nel XII secolo. L’edificio era di proprietà dei conti di Savoia, che al Drosso misero alcuni monaci anche per sorvegliare il territorio. Feudo dei monaci di Staffarda, poi dei vescovi di Torino, nel 1334 passò ai Gorzani, poi ai Vagnone; frazionato in quattro parti nel 1496 e condiviso fra più proprietari, fino al 1539 quando il conte Gugliemo Gromis di Trana riuscì ad acquisirne la maggior parte, il castello smise la sua funzione di fortezza per diventare una dimora gentilizia per il soggiorno delle famiglie nobili che frequentavano l’attigua reggia ducale di Mirafiori. L’ultima pagina della storia del castello risale agli anni quaranta del secolo scorso quando, con l’occupazione nazista, è costretto ad accogliere il comando Torino Sud dell’esercito tedesco. La presenza militare ha lasciato diverse tracce sulle rovine del castello: disegni e graffiti, tramezzi e impianti idraulici ed elettrici. Meravigliosa la piccola cappella di gusto alfieriano custodita nel parco. Un piccolo gioiello di origine tardomedievale, purtroppo in abbandono, che rimane in attesa di trovare nuovi proprietari e nuovo splendore.

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