
San Marcello è un tipico esempio di chiesa cimiteriale, ma ha assunto questa funzione solo sul finire del 1500 in seguito alla costruzione della nuova chiesa di San Siro. Si pensa che fu edificata tra il 1000 e il 1025 ed è una delle più antiche strutture romaniche presenti in Piemonte.
Dotato della tipica facciata a capanna, l’edificio presenta una navata unica che si conclude con un’abside semicircolare, ovvero l’elemento architettonico che ancora conserva segni puramente romanici. La facciata della chiesa, così come la porta d’ingresso, sono infatti fortemente rimaneggiate. La facciata era inoltre ornata da affreschi oggi pressoché scomparsi. All’interno della chiesa, a catturare immediatamente l’attenzione del visitatore sono gli affreschi dell’abside. Prima tra tutte, al centro, la figura del Cristo Pantocratore. L’immagine di notevoli dimensioni è incorniciata dalla mandorla (motivo ornamentale caratteristico dell’iconografia cristiana), sulla quale è ripetuto quattro volte il monogramma IHS, trascrizione latina dell’abbreviazione del nome greco di Gesù. Il Cristo regge sulle ginocchia un libro recante l’iscrizione Ego Sum Lux Mondi. L’affresco è incorniciato da una fascia con motivi vegetali e circondato dal Tetramorfo, cioè dai simboli dei quattro evangelisti.
A destra della chiesa si può ammirare (verbo non adatto alle persone facilmente impressionabili) un ossario con tantissimi resti umani, d’altronde siamo comunque all’interno di un cimitero. La costruzione dell’ossario, con affreschi sulle pareti, può essere datata all’inizio del seicento quando si iniziò a pensare alla zona come ad un’area cimiteriale; purtroppo è chiuso e per fotografare è necessario arrangiarsi fra le sbarre. Devo ammettere che l’ossario mancava su queste pagine. Le informazioni su Paruzzaro e sulla Chiesa di San Marcello le ho riprese da Rivista Savej. Seguite il link per leggere la storia completa di questo luogo davvero magico.







Quando sono arrivato a Novara ho parcheggiato in Baluardo Quintino Sella: volevo fare in modo di entrare in città ammirando la maestosità di San Gaudenzio. Mi sono infilato in una via laterale e la sagoma della celebre cupola progettata dal genio di Alessandro Antonelli mi è apparsa come per magia. È bellissima e clamorosa. Purtroppo al momento, causa pandemia, le visite sono chiuse, ma è uno dei miei obbiettivi per il prossimo futuro: salire in cima alla guglia, a 100 metri di altezza. Ci riuscirò.